Rassegna estiva:
Postatomica-L'estate italiana del dopobomba Il poema massaccesiano del sex and violence si riduce a lumicino (l'incipit, tra l'altro girato malissimo e nemmeno così "estremo" come si legge in giro, con
suore stuprate e suicide, preti crocifissi in preda a un branco di mutanti scalmanati che anticipano le fattezze, più o meno, dei posseduti incazzosi di
Dèmoni 2, In un orgia di violenza, semi seria, che sembrano i rimasugli dei set
caligoliani), per poi virare in un cialtronesco post atomico con tutti gli ingredienti del (de)genere (le solite location della cava col laghetto, i soliti casolari, le solite armi, le solite moto, le solite macchine bardate dal maccanico sulla Tiburtina) dove il budget inesistente è il male minore (valeva anche per
Endgame, ma era tutt'altra musica).
Massaccesi non lesina stupri (quello, off screen, su Sabrina Siani con Al Cliver costretto a guardare legato ad un carro), abusi sessuali omo (il bestione subumano che costringe il ragazzino a un rapporto orale dopo averlo spogliato e lascivamente accarezzato, anche quì suggerito, in una specie di tributo al selvaggio western di
Giulio Questi), massacri da cortile sotto casa, noiosissime e farlocche sparatorie che prendono per sfinimento, con primi piani sulle facce truci dei predoni motorizzati.
Unico colpo di genio dello script di Montefiori è l'improvvisa uscita di scena di Al Cliver (paradossalmente in una delle sue performance migliori) che pare anticipare la drastica scelta narrativa
friedkianaIl resto è un'accozzaglia delirante e poverissima di western mixato al dopo bomba con tristissimi saloon dove si gioca alla roulette russa del
Cacciatore e non mancano le bambinesche risse alla
Trinità, "amazzoni" con le tette di fuori, lavori in miniera (con un omaggio a
Sergio Leone che muta con l'orinata nell'acqua) e il nadir dell'oltre il trash con gli indiani di
Arraphao.
Trash che però non fa ridere, perchè tutto è misero e squallido, buttato lì, senza alcuna passione e girato in fretta e furia per contratto con il produttore Sarlui, dove vengono sprecate anche le buone facce di Peter Hooten e di Daniel Stephen e nemmeno Sabrina Siani recita poi malaccio (sensualissima quando mette il broncio).
Un sussegguirsi di boiate (cultissima la segretaria della centrale che indossa gli zoccoli del dottor Scholl) e cafonissime scene action confusionarie e mal gestite.
Ma lo sculto assoluto spetta all'immenso Donald O' Brien, despota dal cipiglio mussoliniano, ma dagli esilaranti risultati che lo portano a assomigliare al Jacques Dufilho di
bianchiana memoria.
Mistero su come Luigi Montefiori rivendichi (nelle interviste) la paternità registica di sta roba quà
Il momento più "crudele" è la "tortura" a base di sale a cui è soggetto Harrison Muller, ed è tutto dire.
I predatori dell'anno Omega, a parità di diritti, sembra diretto da Ridley Scott.
Il punto più basso toccato da Joe D'Amato, e forse, a mia memoria, il suo lavoro peggiore in assoluto, dove il nettamente superiore
Endgame (dove la mano di Massaccesi si faceva comunque sentire, c'erano idee e la poetica massaccesiana del torbido si risolveva, con gaudio e soddisfazione, nel disgustoso rapporto sessuale tra il grottesco "uomo pesce" e Laura Gesmer)
, a confronto, pare
George Miller.
Unico elemento curioso sta nella colonna sonora di Carlo Maria Cordio (non saprei se riciclata o meno), che in alcune sonorità ricordava la OST composta (l'anno dopo) da Charles Bernstein per il primo
NightmareQualcosa di familiare in tutto questo ciarpame post pagliaccesco massaccesiano.