Storia di un ex sicario che decide di ritirarsi dalla professione per amore di famiglia (la trama non è il massimo dell'originalità) e si vede ammazzare moglie e figlio dai suoi ex capi che in realtà volevano seccare lui. Tessari gira bene ed il film ha avuto pure un budget di tutto rispetto che ha permesso trasferte europee non disprezzabili. Il vero punto debole della pellicola per me rimane Alain Delon, inespressivo come suo solito; ma tolto questo il film è davvero ottimo, con grandiose scene d'azione ed un'atmosfera noir che alla fine ti resta dentro.
Tessari non è Di Leo e si vede, a cominciare dalla non necessaria impronta autoriale nel seguire il leit-motiv della vendetta e del tradimento e nel manierismo con cui indugia sui momenti di malinconica riflessione - vi fanno eco le delicate musiche di Gianni Ferrio - o lascia sfogare tutta la violenza nella sua gratuita ferocia, soprattutto a danno delle donne. La faccia di pietra di Delon guida un immenso cast internazionale in cui c’è anche Roger Hanin, il futuro commissario Navarro della TV. Forzato e insipido, ma ragguardevole l’ellissi dopo l’inseguimento nelle campagne.
MEMORABILE: L’uccisione di Hanin sul treno; l’esecuzione di Porel nel cimitero delle auto; il pestaggio della Gravina sulle note di Mozart.
Ottimo noir all'italiana (tra i più riusciti dell'epoca) che strizza non poco l'occhio al polar francese (non per niente il protagonista è Delon). La storia non è certo originalissima, ma lo stile di Tessari è ottimamente e riuscitamente sobrio, abbastanza distaccato e tuttavia coinvolgente. Non manca anche qualce bella scena, ottimamente girata, che conferma le doti non comuni di un regista purtroppo troppo sottovalutato e mai preso in considerazione per il suo vero valore.
Malgrado sia un noir di ottima fattura con un cast al di sopra di ogni sospetto, i reiterati indugi della macchina da presa sul volto cristallizzato di Delon e la ricerca piuttosto forzata di una dimensione introspettiva da contrapporre all'azione pura e semplice ne affievoliscono il ritmo, penalizzando la resa della sceneggiatura.
Un buon noir, anche se mi aspettavo qualcosa di più. Ma Tessari fa il serio e in certi momenti il film è vicino a Melville, non solo per la presenza di Delon. Il finale delude e arriva a fatica ma la spietatezza e freddezza di Delon convincono appieno. Bella canzone (famosissima) cantata dalla Vanoni.
Forse il miglior film di Tessari, che riesce ad imprimere al film un tocco personale anche se echeggia il polar e le atmosfere di Melville. È una storia di vendetta che ha il volto dell'angelo sterminatore Alain Delon, implacabile e spietato nel compiere la sua missione che avrà il suo momento di reazione emotiva solo nel finale, poco prima di essere giustiziato a sua volta. Un film duro e cinico molto anni 70.
Meraviglioso noir diretto da Tessari e interpretato in maniera sublime da un grande Delon. Ingiustamente catalogato come ibrido tra poliziottesco e polar, il film si colloca un gradino sopra i due generi e ne prende le distanze in maniera decisa: nettamente più articolato e profondo in confronto ai film di Lenzi o Di Leo, troppo violento e pieno d'azione se rapportato ad un lavoro di Melville. Tantissime le scene da antologia costellate da scoppi di violenza inaudita ed inseguimenti di notevole fattura. Un'opera fondamentale di valore assoluto.
MEMORABILE: L'omicidio sul treno; Il finale sulla scalinata della chiesa.
Pietra miliare del noir all'italiana. Delon non si commenta, è semplicemente magnifico; benissimo anche il resto del cast (su tutti Conte e Sbragia). Se proprio dobbiamo cercare il pelo nell'uovo l'organizzazione criminale è forse un tantino romanzata e irreale, ma le belle scene d'azione, la trama solida e la buona recitazione sommergono questo piccolo errore.
Interessante fusione di poliziesco all'italiana con il noir francese. Tessari unisce gli inseguimenti e l'azione (anche violenta) tipica del nostro cinema dell'epoca con il rigore melanconico e i silenzi del polar. Grande merito della riuscita del film è di Alain Delon, bel sicario a caccia di vendetta, ma sono tanti i validi attori coinvolti in questa girandola d'omicidi per mezza Europa. Brava la Gravina. Pellicola dall'andamento estremamente lineare, con un notevole finale.
Atmosfere da polar ma con parecchia azione ben diretta da Tessari, tra i più americani dei registi nostrani. La storia non è il massimo dell'originalità ma procede senza intoppi ed è ben interpretata da tutti compreso Delon, splendido bounty killer assetato di vendetta. La produzione è piuttosto ricca e il film ha come scenari diverse nazioni del nord europa. Il finale è a dir poco memorabile. Un ottimo prodotto.
Un film stupendo. Ogni regista dovrebbe studiare a fondo la sceneggiatura di questo film, dove ogni inquadratura è studiata a puntino e non esistono tempi morti. Fotografia dai toni freddi molto suggestiva, ritmo ineffabile. Da vedere assolutamente.
Gangster movie con un bel Alain Delon e un Richard Conte sopra le righe. E' la storia di un sicario che si vendica coi mandanti della strage familiare che subisce. Un ritmo alquanto lento e poco interessante. Il personaggio principale tiene in alto il film che, ben interpretato, coinvolge per la sua storia.
Film abbastanza incoerente e disordinato. Noioso per lo più, con un cast davvero poco convincente, che non sembra aver una buon "intesa" con i personaggi che interpreta. La regia spesso è rovinata dal montaggio orrendo. Finale ambiguo.
Noir discreto e non originalissimo e (con tutto il rispetto per Tessari) se fosse stato girato da un Di Leo o Lenzi avrebbe avuto qualche pallino in più. L'azione è poca, dato che si contano più le scene noiose che non. Il finale lascia a bocca aperta per la sua tragicità. Alain Delon non ha né più né meno di quello che hanno i vari Silva, Merenda etc.
Gran bel film. Nonostante la trama fin troppo lineare il merito del film è nell'ottima messa in scena, con sequenze d'azione decisamente ben costruite e sopra la media (italiana) del periodo. Da notare un paio di sequenze particolarmente crude e violente. Belle le musiche di Ferrio. In Spagna, a dar retta a Imdb, circolerebbe una versione con cinque minuti in più.
Due cose frenano il film. Incredibili buchi di logica (come ha fatto Arzenta a trovarsi sul treno Parigi-Amburgo???) e lo "stile" generale del film, che risulta ibrido. Finale "logico", ma banale: non si è osato l'anticlimax. Ci sono anche personaggi che entrano/spariscono in modo illogico (che fine fa Tranquilli?), come se si sia poi dovuto lavorare pesantemente di forbici. Paradossalmente (ma non troppo...) le cose che più convincono sono i tocchi di dolcezza che qua e là Tessari inserisce nel racconto, quasi a testimoniare la sua eleganza.**
Vendicarsi e voler uscire dal giro, il desiderio di un killer professionista che troverà intoppi nella sua decisione. Delon interpreta bene la parte ed è coadiuvato da un valido cast. Tessari sciorina tecniche registe di alto livello e realizza un valoroso action.
Tessari dimostra di aver assimilato in maniera esemplare la lezione dei grandi maestri d'oltralpe (Melville) e italici (Di Leo) realizzando un noir cupo e disperato oppresso da una perenne coltre di nebuloso presagio di sconfitta e in cui l'atroce scorrere del tempo assume connotati da autentico countdown verso il Vuoto. Gelido e secco rigore stilistico unito ad un sapiente impiego di spazi e situazioni in cui la violenza esplode sempre con spietata e sbalorditiva ferocia su cui incombe però come una maledizione il redentorio e implausibile epilogo.
MEMORABILE: L'inseguimento Citroen DS-Fiat 131; l'omicidio nel cimitero di automobili.
L'ho trovato un po' banalotto con una trama risaputissima, inoltre Tessari mostra un discreto mestiere ma non riesce a dare alla pellicola quel tocco che lo potrebbe elevare rispetto ad altri prodotti similari. La domanda che sorge spontanea è: possibile che un killer professionista come Arzenta possa pensare di ritirarsi dall'oggi al domani senza preoccuparsi (eppure era stato anche avvertito) del fatto che la cosa gli causerà problemi? Non è certo l'unico buco di logica che ha il film, che peraltro si lascia guardare tranquillamente. **
Noir d'annata teso come una corda di violino con un glaciale Delon killer spietato giustiziere di chi gli ha massacrato la famiglia. Violentissimo e crudele (il pestaggio della Gravina e l'omicidio di Porel sono cazzotti nello stomaco) e corredato da spettacolari scene d'inseguimento, un Tessari che proprio non ti aspetti. Colonna sonora magistrale con utilizzo soprattutto della Vanoni ("L'appuntamento")e di Mina ("Vorrei che fosse amore"). Da vedere.
MEMORABILE: L'auto di Arzenta che salta in aria e l'omicidio nel treno.
Non si può certo dire che spicchi per originalità, eppure è un film stupendo. Colpisce e impressiona per il suo fascino. Merito di una sceneggiatura essenziale e soprattutto della sobria ma efficace interpretazione di Delon, la cui malinconica nonchalance sa riportare l'enfasi di un intreccio avventuroso da supereroi alla dimensione molto umana di un dramma privato. Pur non rinunciando ai connotati tipici dei noir all'italiana (inseguimenti, omicidi in serie, etc.) il film delinea senza retorica un quadro molto credibile. Fantastico il finale!
MEMORABILE: Il sacerdote che si raccomanda a Tony, dopo l'assassinio della moglie e del figlio: "Lascia che sia il Signore a fare giustizia".
Una volta tanto Alain si fa apprezzare anche come killer spietato e vendicativo e non solo per il suo fascino spesso sdolcinato e zuccheroso. Tessari usa di regola cast internazionali e propone film con buona azione, ricca di colorito, ma scade poi in trame che risultano molto banali e prevedibili e questo ne è un esempio evidente. Di particolare ci sono il maschilismo (visto che i cazzotti li prendono soprattutto le donne) e la musica: di ottimo livello la colonna sonora e ben inserito anche il celeberrimo pezzo della Vanoni "L'appuntamento". Da vedere.
MEMORABILE: La pestata alla vicina di stanza, che altro non era se non un tranello.
Non la migliore riuscita di Tessari che, ingabbiato dalla confezione internazionale e a disagio col meccanismo di azione-reazione (sopruso e vendetta) in chiave mafiosa, calca troppo la mano, andando contro la sua natura di narratore attento e partecipe. Delon è bravo ma stenta un po' a sfilare la propria caratterizzazione dai personaggi consimili recitati per Jessua e Melville. Quando si muove però fuori dai "familistici" confini di genere, il film ritrova una sua personalità delicata ed eccentrica. In definitiva schizofrenico. Eccelso casting a supporto.
Tony Arzenta è un killer (animato dalla bellezza glaciale del "samourai" Delon) per il quale uccidere per soldi è facile, uccidere per difesa è un riflesso naturale, ma uccidere per vendetta diventa tragico e logorante. Questa livida e dolente pellicola di Tessari (sforbiciatissima dai distributori che ritenevano la durata originale eccessiva) non è solo un ibrido italofrancese, ma un noir di respiro internazionale con una violenza sconosciuta al polar e un realismo (si vedano i singolari inseguimenti) insolito per il poliziottesco. Notevole.
Grandissimo noir all'italiana per Duccio Tessari, regista prolifico dell'avventuroso italiano (ha diretto anche la grande Rita Hayworth nel suo I bastardi). Memorabile Alain Delon, grandissimi gli attori (il cast è di quelli di prim'ordine) dai protagonisti quali Manni, Carla Gravina, Richard Conte passando per i caratteristi-stunt (Zamperla e company). Ottime le scene d'azione. Finale amaro. Stracult.
Noir senza infamia e senza lode diretto da Tessari il quale, complice una sceneggiatura davvero ridotta all'osso, riesce comunque a conferire una certa eleganza al film grazie a inquadrature intelligenti e a un buon utilizzo della colonna sonora. Delon appare un po' sprecato per il ruolo interpretato, mentre il resto del cast fa il suo dovere. Tutto sommato il risultato finale è tutt'altro che indimenticabile.
Un buon noir italiano. Tessari strizza l'occhio a Melville e Di Leo e pur senza possedere né la profondità del primo né l'energia del secondo, ottiene un compromesso non certo al ribasso. La trama è tutt'altro che originale e Delon non offre neppure una delle sue prove migliori, ma il film si avvale di sequenze d'azione davvero ben girate, di un notevole cast di contorno (tutti bravissimi) e di suggestive location internazionali (il budget evidentemente c'era, una volta tanto). Buone la fotografia e la colonna sonora di Gianni Ferrio.
Giocando con le definizioni di genere potrebbe essere detto un polar all'italiana; non ha le atmosfere algide e malinconiche dei prodotti francesi ma c'è Delon, che interpreta con sobrietà. Prevalgono l'azione e la violenza all'introspezione e al naturalismo. Le scene parossistiche, le parti in notturna (a Milano) sono ben girate e ci sono buone idee di regia distribuite qua e là. Non ha il marchio dello stile inconfondibile ma l'insieme funziona.
Tessari è lodevole nell'adattare certe tematiche del polar francese al poliziottesco italiano, più grossolano ma concitato e ricco di efferatezze. La storia è semplice, eppure funziona, i ceffi da cinema abbondano, le scene d'azione sono ben dirette (e vantano qualche finezza); ciò che convince, tuttavia, è l'estrema scorrevolezza della pellicola, omogenea, priva di cedimenti e sempre interessante, a dimostrazione di una perizia drammaturgica non ordinaria.
Legnoso e prevedibile, anche se ogni tanto Tessari riesce a inserire momenti emozionanti e a sfruttare la classe di un Delon che da solo vale metà film. Si può dire che comprenda il compendio del poliziottesco anni 70, trattato più in chiave noir che action, senza mai spiccare il volo o risultare originale. Soprattutto nella seconda parte. In tono la colonna sonora.
Guerra di vendetta fra gangster come nella migliore tradizione del B-movie. Tessari sfrutta bene i denari non esigui spostando il set dalla Danimarca alla Sicilia in un'Europa dove i poliziotti sembrano esserci solo per dirigere il traffico. Film dal respiro intenso, con buona cura di interni ed esterni, mentre il cast gioca di rimessa e lascia emergere un sanguigno Troisi. Regia attenta e professionale senza grossi salti che crea un ambiente "seventy" molto confortevole. Un buon film di genere, che piacerà agli appassionati di quel cinema.
Dopo anni di onorato servizio al soldo della malavita, un killer vorrebbe ritirarsi a vita privata ma i boss non prevedono il pensionamento e l'unica liquidazione ammessa è quella fisica... Il soggetto è quello della vendetta implacabile, con poche varianti, ma basta la presenza di Delon, laconico ed ombroso, per far assumere al film di Tessari i toni malinconici di un polar francese, Non del tutto riuscito sul piano della narrazione per incongruenze e pretestuosità, ma con qualche buona sequenza ed un cast maschile ben assemblato.
Molti anni prima della Sposa anche Arzenta, colpito negli affetti più cari, ha la sua lista... Prodotto medio che più settantiano non si può (il design degli interni traboccante anche di J&B è meraviglioso) in cui Delon (non molto credibile come padre di famiglia) dà il suo meglio nelle scene di azione; Richard Conte è un ragionevole Padrino in sedicesimo contornato da noti e cari caratteristi; finale secco ma in fin dei conti prevedibile.
Visto ai giorni nostri è difficile formulare un giudizio obiettivo perché, come del resto in tutti i film anni '70, è impossibile non restare affascinati da tutto ciò che abbiamo perso, automobili e oggetti d'arredamento compresi. Si tratta di un buon film, costruito appositamente su Delon che, riproponendo il personaggio di (quasi) sempre, funziona alla perfezione. Gradita la presenza di Tranquilli e Gaipa, per non parlare delle scene d'azione, realizzate con un realismo oggi inesistente. Molto interessanti anche le location in cui è girato.
Che sia un noir di respiro internazionale, con un certo budget, lo si intuisce subito dalla scelta del protagonista accanto a una serie di buoni attori italiani, dalle location in giro per l'Europa. Funziona la storia, con la sua semplicità (quello della vendetta è tema molto diretto) ma soprattutto funzionano, sono belle e credibili le scene d'azione. Qui Delon dà il meglio di sé, mentre molte volte appare ingessato. Alla fin fine un bel film, in cui traspaiono sforbiciate qua e là visto i personaggi che entrano e ci si stupisce che siano solo in una scena (Tranquilli).
Quando si è determinati a cambiare vita, ma da certe cose non si esce... Tessari, che aveva appena lambito il genere con La morte risale a ieri sera, gira un prodotto onesto, senza grandi trovate, con echi melvilliani piuttosto chiari. Avvio insolito sulle note della Vanoni, finale prevedibile ma orchestrato bene. Il cast, capitanato da Delon che indossa la sua consueta maschera, è impressionante per quanto è ricco: basti dire che la Blanc e la Neri, due delle bellezze più splendenti del cinema bis nostrano, si vedono appena per una scena a testa.
Un cast davvero importante per un buon film che poteva riuscire anche meglio. Di lungo metraggio, appare un po’ troppo “diluito”, nonostante alla fine tratti di una epopea banditesca che avrà una fine amara ma probabilmente inevitabile. Ci sono scene indubitabilmente forti, con crudeli pestaggi e tanti morti ammazzati; inoltre gli inseguimenti automobilistici, seppure non molti, sono tecnicamente ben fatti. La regia è sciolta e la vicenda presenta una discreta sceneggiatura, forse a volte forzata in talune occasioni. Gli manca “qualcosa” però, anche se è difficile capire cosa.
MEMORABILE: L'omicidio sul treno; La tortura "a fuoco" sulla macchina; La trappola, dopo il pestaggio di lei.
Buon noir, anche se basato su una trama abbastanza pretestuosa e zeppo di errori (alcuni davvero palesi). Bella atmosfera, fotografia d'effetto, cast ricco. A tratti un po' svogliato Delon (come nella resa legnosa del dolore di Tony). Ottima regia e colonna sonora azzeccata e d'atmosfera. Esclusi il finale e le riprese "solari" siciliane, un audace tentativo di ricreare le atmosfere del Polar in una produzione italiana. Numerosi gli squarci registici di grande bellezza estetica, anche se il set dressing è altalenante. Ad ogni modo da vedere.
MEMORABILE: L'interpretazione di Delon; Le atmosfere notturne e malinconiche; La bellezza della fotografia delle città europee; Alcuni splendidi scorci in interni
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Non sò Deep, sinceramente, non è un film che amo molto, quindi non l'ho in videoteca. Ma su uno speciale di Nocturno dedicato al film di Tessari, le davano cut.
Boh, speriamo. La 01 con Titanus finora non ha pubblicato delle gran edizioni (master in letterbox e pieni di graffi) ma se già fosse integrale andrebbe bene.
Dovrebbe essere uscito regolarmente oggi.
Se qualcuno venisse a conoscenza delle caratteristiche effettive del dvd (formato, audio e integralità) ci tenga informati, grazie.
La versione Prime Video (112 minuti) dovrebbe essere integrale.
Il film, come riporta Italia Taglia, fu infatti inizialmente vietato ai minori di 18 anni, per poi essere derubricato con il divieto ai minori di 14 anni in sede di revisione, subendo però dei tagli piuttosto pesanti alle scene di violenza e al siparietto erotico nel locale notturno.