Intrigante horror argentino con più di qualche momento davvero riuscito, un onesto utilizzo di effetti speciali e un complessivo talento nel rendere l'atmosfera del racconto tesa e pesante. Meno riuscita invece la narrazione, che passa da un punto di vista all'altro creando confusione in chi segue, almeno fino a metà film. Resta comunque un interessante e curioso esperimento.
Il film ha l'indubbio merito di provare a creare tensione e paura basandosi più sulle suggestioni e sul non visto che su facili jump-scare e su gratuiti effetti sanguinolenti (che comunque non mancano del tutto e non sono proprio di gran fattura: si veda il primo omicidio). E in parte ci riesce, generando un buon clima di mistero. Peccato però che la sceneggiatura sia il più delle volte confusa e farraginosa e per giunta inconcludente quando si tratta di tirare le fila. Ciò vanifica la riuscita della storia, rendendo la pellicola un'occasione
mancata.
In un tranquillo quartiere residenziale cominciano a succedere cose strane, ma strane forte, tipo mogli volanti sbattute contro i muri e bimbi morti da tre giorni che tornano dalla mamma. E siamo solo all'inizio... Horror argentino che ha il pregio di mettere le farfalle in pancia grazie ad un buon assortimento di orrori, senza accontentarsi dei soliti jumpscare centellinati o booh! a tradimento. Per contro i troppi eventi e personaggi in campo portano ad un certa costipazione della trama mentre certi passaggi avrebbero avuto bisogno di maggior sviluppo. Nel complesso una piacevole sorpresa.
Scricchiolii, strane voci e rumori cadenzati non lasciano presagire nulla di buono in un appartamento di un tranquillo (fino ad allora) quartiere di Buenos Aires. Horror di "presenze" e inquietanti ritorni che non cede alla solita meccanica ma procede sul filo del non visibile e del non detto, suscitando per questo una certa dose di apprensione per alcune vivide sequenze. Purtroppo lo scenario risulta super affollato tra indagini terrene e ultraterrene e la trama (finale compreso) ne risente sul piano della continuità e della coerenza. Apprezzabile.
MEMORABILE: La moglie sbatacchiata nel bagno; Il demone sotto il letto; Il bimbo morto torna dalla madre; La "dottora" e i suoi strumenti del paranormale.
Horror abbastanza equilibrato, che cerca di mescolare psiche umana e fenomeni paranormali in modo tale da ottenere una pellicola, che possa inquietare, ma anche dimostrare quanto l'essere umano sia vulnerabile, soprattutto quando la terribile realtà (l'incidente del bambino), o peggio ancora, l'oscurità, lo travolgono, dandogli ben poche speranze di salvezza. Gli attori se la cavano dignitosamente; e alcune scene sono particolarmente riuscite, senza dover ricorrere a chissà quale effetto. Non tutto però funziona (il finale); e certe pause verbose stemperano la tensione. Comunque, non male.
MEMORABILE: L'origine dei colpi sul muro; Sotto al letto; "Che ti succede, piccolo?"; "Credo d'aver letto il suo libro, aveva un'ottima rilegatura."; Le posate.
Horror argentino capace di esprimere uno stile espressivo ben delineato dal quale inaspettatamente tira fuori qualche coniglio dal cilindro, regalando più di una sequenza in grado di tenere col fiato sospeso. Sul piano storiografico, invece, soffre una prolissità che spezza il ritmo qualche volta di troppo, a cui va aggiunta una scrittura un po’ confusionaria che non consente sempre di avere chiaro il quadro della situazione. Buona la resa degli effetti speciali, mai invadenti e dalla sicura presa.
Se ci si ferma al fulminante ed esplicito titolo, appare evidente quale fosse l'intento primario del regista Rugna: spaventare lo spettatore e farlo come si deve. In effetti in tal senso questo horror argentino non delude le aspettative, riuscendo ad accumulare scene di alto valore terrifico, in perfetti dosaggi di suoni, musiche e apparizioni creepy. La coerenza dello script lascia a desiderare, ma dal momento che i principali ispiratori dell'opera sembrerebbero Paura nella città dei morti viventi e Poltergeist, non proprio perle di solidità narrativa, l'autore centra il bersaglio.
MEMORABILE: La mogliettina sbattuta a morte da una parte all'altra del bagno; L'entità nuda che si infila nell'armadio; Il cadavere del bambino che torna a casa.
Da una unica casa infestata a un intero quartiere, da qualche jumpscare surgelato a una pletora di orrori da far accapponare la pelle: due a zero per Rugna e palla al centro, nonostante la fatica nel chiudere la partita originata da una spiegazione al marasma più eterea di un ectoplasma (era forse meglio non tentar proprio) e da un finale che a forza di azzannare quanta più ciccia possibile si accascia sotto una inconsapevole bulimia. Disagio e attrazione albergano comunque con pieno comfort in tutto il vicinato: il piccolo ritornante sarà difficile da scordare. Scombussolante.
Che ecchimosi e che fratture, che tachicardie e che disagio quando l'horror si denuda di ogni corazza e intimo metaforico, quando è fiera allegoria di nient'altro che di sé, quando è fiera tout court, e senza ricorso all'intertestualità più gradassa. Accade di rado ma quando accade ci si indora di vanigliato zucchero a velo e son shampoo col miele. Rugna compenetra moltiplicativamente tutto ciò che la ratio scinde (vivi, morti, interregni), dispensando risposte autonome del meridiano sensoriale che incrinano ogni garanzia tra noi e lo schermo, tra noi e il sonno, tra noi e la vita.
Il titolo è il paradigma: il terrore è contagioso, passa dall'oggetto al soggetto, dall’attore allo spettatore, senza soluzione di continuità. Rugna non inventa niente, rispetta la grammatica del perturbante - procrastinare l'attesa, non mostrare, assestare pochi ma memorabili jumpscare - e sa come toccare i nostri nervi scoperti per evocare paure ancestrali. Per almeno un'ora, l’apnea è garantita. Fino alle canoniche conseguenze: quanto più l'orrore si rivela, meno impressiona.
MEMORABILE: La testa macellata; Il bambino seduto in cucina; Diversi punti di vista sotto il letto.
Notevole horror argentino incentrato su non meglio specificate creauture ultraterrene. Il film tiene incollato lo spettatore dall'inizio alla fine. Narrazione eccellente. Personaggi credibili (il commissario Funes è superlativo) e messi in scena ottimamente. Sicuramente una pellicola ben realizzata e godibile. La lunga scena dell'infarto è semplicemente perfetta.
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