Il simpatico Jacques Dufilho (nell'eterno ruolo di militare fascistoide dalle buffe espressioni facciali) e le grazie di Dagmar Lassander (nel fiore della sua prorompente bellezza) sono i soli motivi d'interesse di questa farsa a tratti agghiacciante che, annaspando, procede con momenti da commedia degli equivoci - dagli aspetti vagamente sexy - arricchita dalle solite musichette settantiane a mo' di marcetta. Il film gira attorno a uno sconosciuto coprotagonista (Vincenzo Cudia, in un suo one-shot). Dada Gallotti interpreta una servetta tutto-pepe.
Colonello preoccupato per le difficoltà del nipote insorte in seminario (ad approcciare l'altro sesso, s'intende), ricorre all'esperienza della moglie e della disinvolta cameriera per pòrci una pèzza. Piero Regnoli (in sceneggiatura) + Andrea Bianchi (alla regia) = pellicola "bis" di inarrivabile splendore. Vista con gli occhi di oggi appare un fallimento (a comiciare dal titolo che proprio non c'ha azzeccato, purtroppo) su tutti i fronti. Regia assente, dialoghi penosi, scenografie poverelle. Unico punto a favore: la teutonica Dagmar Lassander, all'epoca al top dello splendore (fisico).
Dopo i simpatici titoli di testa cartoonistici si sviluppa una storia già vista altrove (vedi Innocenza e turbamento e Voto di castità), però qui manca la carica erotica e la morbosità dei sopracitati film. Un paio di colpi di scena che irrompono nella vicenda non alzano granché il tono. La parodia grottesca dei militari è discretamente riuscita, grazie ai bravi caratteristi, ma è stata sfruttata in un'infinità di altre pellicole. Trita e ritrita anche la cameriera col pesante e forzato accento romagnolo.
Tremendo filmetto che, nonostante il tema, non riesce neppure a incuriosire, non solo, si badi bene, per il "già visto" (non manca neppure una servetta con cadenza dialettale), da Grazie zia in poi, ma per il modo terribile in cui la vicenda è narrata. Si arriva in fondo quasi stremati, sopravvivendo solo perché la Lassander è sempre uno spettacolo e perché Dufilho, anche in operucole come queste, riesce a mostrare il suo talento.
Onestamente non si capisce come possa far ridere un film pieno di situazioni viste e riviste in tantissime pellicole. Qualche blando sorriso lo provoca, ma il divertimento è quasi del tutto assente e la comicità è ben altra cosa. La Lassander
è spettacolare; Dufilho è bravo, ma per il resto c'è poco da divertirsi e spesso ci si annoia anche un po'. Mezzo pallino, forse generoso, in più del minimo.
MEMORABILE: "Se fossi fortunato come sono sfortunato, sarei fortunatissimo". Il generale che dà lezioni di seduzione alla cameriera.
Una pellicola che mescola commedia sexy e militaresca, girato di corsa con una sceneggiatura poco curata e scritta in fretta. Jacques Dufilho ricorda molto i personaggi interpretati da Louis De Funès e infatti il film è un po' un misto di commedia all'italiana e alla francese. Strappa qualche sorriso ma nulla di più. In sostanza un film pulito (non ci sono volgarità, per dire). Tra gli attori troviamo anche il simpaticissimo Lucio Flauto, grande personaggio del cabaret milanese. Molto interessanti le location milanesi con tanto di nebbia.
Andrea Bianchi HA DIRETTO ANCHE...
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Markus ebbe a dire: Buione, come ti avevo forse anticipato ecco una scena "buiesca" tratta dal film BASTA CON LA GUERRA... FACCIAMO L'AMORE:
Ada (Dagmar Lassander) è pigra (!) e si fa spogliare dal nipote (Vincenzo Cudia). La telecamera indugia su scarpette e piedi della bella protagonista:
Questo pezzo meraviglioso lo ricordo molto bene. Trovai la commedia di Bianchi più arrapante di qualsiasi film porno, questa scena , poi, per me fù l'apoteosi dei sensi e dell'eccitazione sessuale!! Da ragazzino fù per me un ossessione sessuale non indifferente stò film (avercela, però, una zia così!)
Comunque, al di là dell'aspetto pruriginoso della scena "feticista", è anche l'occasione per evidenziare quanto la buona Rai Movie abbia trasmesso un master decente rispetto a quello che girava fino a qualche anno fa.
DiscussioneZender • 21/05/15 18:42 Capo scrivano - 49120 interventi
Sì in effetti, mi pare che i master Raimovie stiano migliorando ultimamente.