Hollywood e gli altri: rapporti di forza
26 Agosto 2010
Si parla sempre dello stato di salute del cinema italiano e il termometro immediato è rappresentato dagli incassi al botteghino messi a confronto con quelli degli altri film in programmazione, in larga parte americani.Generalmente la quota raggiunta dai film stranieri arriva intorno al 70-75% del totale e questo testimonia una progressiva difficoltà per i nostri cineasti, già alle prese con problemi quali la pirateria audiovisiva, la concorrenza dell’home video e la stagionalità del consumo di cinema (in Italia, col bel tempo, pochi vanno al cinema e in ogni caso il periodo forte rimane sempre quello natalizio).
Per verificare il grado di esterofilia degli italiani ho voluto estendere il discorso anche ad altri paesi verificando per ognuno di essi quanto incassano i film di produzione nazionale.


Per le statistiche mi sono servito del sito http://www.boxofficemojo.com/ dove ho preso in esame i primi 20 titoli dell’anno solare 2008 (le cifre visibili nell’allegato sono in dollari usa). Nel 2009 i dati non erano completi e poi esisteva un “fattore di disturbo” di nome Avatar che poteva falsare i risultati.
Chi scorrerà le classifiche vedrà che i film americani più quotati del 2008 sono stati Madagascar 2, Il cavaliere oscuro, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo e Hancock: il classico cinema d’evasione.
Ecco in sintesi le cifre relative alle quote nazionali, iniziando dai mercati più affini al nostro.


FRANCIA: I cugini francesi (che ricordo investono nel cinema cifre imponenti) riescono a far meglio arrivando al 48% (6 titoli) grazie alla sorprendente commedia Giù al nord (che da sola vale il 28% del totale francese!) e ad Asterix ai giochi olimpici.

Si tratta comunque di un’annata particolarmente buona per Italia e Francia, perché nel 2009 si fermeranno rispettivamente al 26% e al 24%. In Italia la quota del 26% risulta confermata anche nel primo semestre 2010, che ha visto la discesa in campo di Avatar (da solo vale il 28%) e non tiene conto dei cinepanettoni.
Un senso di superiorità si avverte quando volgiamo lo sguardo ai due paesi europei, Spagna e Germania che portano a casa quote del 7-8% con 2 soli titoli posti a metà classifica. Per i tedeschi due pezzi niente male come La banda Baader-Meinhof e L'onda. Per gli spagnoli un’annata al di sotto delle loro potenzialità (ma si tratta comunque di paesi che di solito non superano quota 15% di produzione locale).

GLI ALTRI: In Svezia, paese minore ma di solida tradizione filmica, conto 4 titoli per una quota di film svedesi del 15%. Guardiamo all’est: in Polonia vedo 6 titoli che totalizzano il 40%, in Russia 5 titoli che raggiungono il 29% del totale.
Teniamo conto anche del fattore doppiaggio: in Italia, Francia, Spagna e Germania i film stranieri vengono doppiati, in Svezia e Gran Bretagna sottotitolati (ma per i film americani il problema ovviamente non si pone), in Polonia e Russia c'è la noiosissima voce fuori campo (“il lettore”) o i sottotitoli.
ORIENTE: Fin qui l’Europa. Se andiamo verso l’Oriente notiamo come la penetrazione americana sia minore e lasci di solito le prime tre piazze alla produzione locale.

Un caso eclatante è quello di Bollywood (India) che si permette di detenere una quota del 93% e di lasciare due soli titoli stranieri nella graduatoria dei top 20. In questo caso possiamo parlare di due mondi ancora culturalmente distanti: se per gli stranieri è molto difficile sbarcare in India è altrettanto vero che i film indiani denotano stili simili (tendenti al familiare melodrammatico) e non vantano, almeno per ora, ambizioni da export.

STATI UNITI: E gli Usa? Lasciano aperta la porta solo alle già citate coproduzioni Mamma Mia e 007: Quantum of Solace. Il restante 88% è completo appannaggio dei film statunitensi!

E i film italiani all’estero come vanno?
Decisamente male, e i dati del 2008 sembrano confermarlo nonostante il buon risultato di Gomorra. Infatti solo tre titoli sono stati infatti apprezzati fuori confine: Gomorra (17.195.699), Il divo (2.490.515) e Caos calmo (2.108.533).
Del resto è impresa ardua pensare di esportare la commedia dei Vanzina, Verdone, Moccia o Pieraccioni, troppo basata su caratteri e stili tipicamente italiani. Nei tempi più recenti qualcosa hanno raccattato registi celebrati come Bellocchio (2.017.755 con Vincere) e Tornatore (il suo Baarìa dovrebbe aver totalizzato 3.100.000 all’estero, ma ha anche preso schiaffi a ogni concorso dove si è presentato). Sono comunque cifre che confermano la poca vocazione all’export del nostro cinema moderno.
Si ha anche notizia di alcuni accordi commerciali con Cina e India che prevedono coproduzioni televisive (e non so se avete notato la messe di film indiani infilati sulla Rai questa estate) o uscite speciali come quella di Notturno Bus in duemila sale cinesi ad Aprile 2010 (peccato che non se ne sia saputo più nulla, segno che nessuno se lo è filato..).
DATI SU FICTION E SERIE TV
Per completare il quadro qualche numero sul consumo di fiction, preso dal sito della Fondazione Rossellini. In Italia nel 2007 sono state trasmesse circa 15.000 ore di fiction di cui 2.400 fatte in casa nostra, 8.300 americane e 4.000 provenienti da altri paesi.

Se consideriamo poi l’import/export tra questi quattro paesi il dato è sconfortante: a fronte di 1709 ore di fiction da noi importate ne esportiamo soltanto 91. Infatti, come principali mercati di sbocco per le nostre produzioni Taodue, Grundy etc. troviamo paesi minori come Ungheria, Finlandia, Belgio e Repubblica Ceca.
CONCLUDENDO...
Insomma, tra film e produzioni televisive, la sensazione è che il predominio dei prodotti statunitensi venga confermato di anno in anno. E’ altrettanto vero che questo dato è comune a tutti quei mercati che sono culturalmente affini (europei in primis) e non è quindi vero che gli italiani siano malati di esterofilia.
Questo uno schema che mostra gli incassi dei maggiori paesi trattati nell'articolo e relativi all'anno 2008:

APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO CAPANNELLE
26 Agosto 2010 15:18
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