Le location esatte del "Gatto a nove code"
27 Marzo 2009

Come per altri film di Argento, naturalmente, le location sono state ricercate e trovate da più persone in tempi diversi, ma alcune resistevano alla caccia e trovano qui spazio per la prima volta. Cominciamo col dire che molti, sbagliando, credono che Il gatto a nove code sia stato girato interamente a Torino. Come vedremo non è così, anche se di sicuro la stragrande maggioranza delle scene sono state appunto filmate nel capoluogo piemontese. Successivamente, tutte le location (e molte altre) sono state inserite nel nostro libro DARIO ARGENTO, SI GIRA!
Dello speciale, parlando di location torinesi, se ne è occupato il grande specialista Davide Della Nina (alias Pagnimauri), già co-autore del meraviglioso documentario BLU BAR, dedicato a Profondo Rosso. E’ grazie a lui (e in qualche caso anche grazie a me o a Ellerre) che potremo vedere ora alcune location del tutto inedite. I ringraziamenti sono d’obbligo, a lui e al suo amico Salvatore Pilloni che si è occupato di accompagnarlo nelle ricerche.

Mentre passeggia sulla strada di casa con la piccola Lori (Cinzia De Carolis), il non vedente Franco Arnò (Karl Malden) sente delle voci provenire da un'auto in sosta. Già qualcosa di strano accade: Franco e Lori, invece di entrare nel cancello dal quale si accede alla loro casa, lo superano e proseguono per via Vincenzo Vela (Torino). Poi Arnò si blocca: ha sentito qualcosa di strano, in quelle voci. Finge di allacciarsi una scarpa e, dopo aver ascoltato, prosegue con Lori per la sua strada. Ma dove sta andando, se poco dopo lo troviamo a casa? Non è dato sapere. Per intanto lo vediamo alle prese coi suoi cruciverba.

Proprio di fronte a casa di Arnò c’è il misterioso istituto di ricerche genetiche Terzi. L’esterno di esso, posizionato in via Vincenzo Vela 12, sempre a Torino, è in realtà il retro della GAM, Galleria di Arte Moderna. Un cambiamento strutturale, da allora, è avvenuto: hanno aperto un passo carraio nuovo con un cancello di fianco alle inferriate originali, ma in seguito è stato murato. Si vede infatti il muro aggiunto in seguito dietro il cancello e le inferriate. Dietro quel cancello, nella notte, avviene il primo omicidio. La finestra della casa di Arnò (via Vincenzo Vela 15N) spunta proprio da dietro il cancello, e Argento ce la mostra, nell’oscurità.



La mattina successiva all’omicidio, il giornalista Giordani (Franciscus) si reca all’istituto Terzi per capire cosa sia successo e parlare col commissario incaricato delle indagini (Pier Paolo Capponi). Se l’esterno, come detto, era noto, trovare l’interno si è rivelato nient’affatto facile; anche perché per quanto Davide abbia chiesto a scenografi e altri della troupe, nessuno pareva ricordare. E’ stato un indizio particolare a portarmi sulla giusta strada: fuori delle porte a vetri, in un’inquadratura, si vedeva un palazzo che mi ricordava molto una delle tante megaditte fantozziane (Villaggio cambiava sede ad ogni film!). Mi sono gettato a testa bassa nei forum location dei Davinotti e ho visto che il mio ricordo corrispondeva al Secondo Tragico Fantozzi. Ho recuperato il film, ho fatto i dovuti confronti e, grazie alla segnalazione fattaci all’epoca dallo specialista fantozziano Ernesto, ora avevo anche l’indirizzo esatto dell’Istituto Terzi (interni): via dell’Arte, a Roma! E’ la sede del Ministero dei Trasporti! Rivedere Fantozzi fare le stesse scale di Anna Terzi mi ha provocato un certo brivido e la sicurezza di aver trovato la location esatta, senza possibilità di errore! Non Torino quindi, come si pensava inizialmente, ma Roma, zona Eur!

Il dottor Calabresi (Carlo Alighiero) sa, e qualcuno gli deve chiudere la bocca. Per farlo, l’assassino sceglie un sistema piuttosto spettacolare: va in stazione e lo getta sotto il treno! Che stazione? Quella di Torino, naturalmente, ovvero Porta Nuova. Ma a Davide non bastava. Che Calabresi fosse stato ucciso lì non ci voleva molto a capirlo. Il punto è che bisognava trovare il punto esatto! E Davide l’ha fatto. Si è recato lì e ha cominciato le sue indagini private, che l’hanno portato infine al binario 17, ovvero il luogo esatto del delitto, come vedrete dalle foto.


Righetto (Vittorio Congia) ha scattato una foto in cui si vede una mano che spinge Calabresi sotto il treno. Per l’assassino è già un indizio troppo importante: ce n’è abbastanza per uccidere anche il povero fotografo. Così prende e arriva in via Santa Teresa al numero 15, sempre a Torino. Dice Davide: “Per la location dello studio fotografico di Righetto la fortuna ci ha baciati! Abbiamo trovato personale del posto affabile e disponibile. Non esiste più il negozio “IL QUADRANTE” (sulla cui vetrina vediamo riflessa nel film la troupe in un simpatico blooper) ma per quanto riguarda il resto è tutto come allora, scala interna e androne compresi”. Davide insomma è proprio entrato al piano terra dell’abitazione di Righetto, come vedrete nelle immagini, e si è posizionato esattamente dov'era il killer, che aspettò nel sottoscala l’arrivo di Giordani per fuggirsene indisturbato in strada.

Giordani tiene sott’occhio casa Terzi, e per farlo va a farsi radere dal barbiere (Pino Patti), che sta lì sulla strada. Quando vede la polizia andarsene, suona a casa Terzi.



La bella Anna Terzi (Catherine Spaak) e Giordani, dopo la visita di lui a casa Terzi, prendono l’auto sportiva e cominciano a correre per le strade di Torino, inseguiti a gran fatica da due poliziotti in borghese. I luoghi visitati durante la velocissima corsa per le strade del centro sono molti, e Davide ha individuato la maggior parte di essi, quelli cioè che più rimangono impressi nella memoria di chi ha visto la scena. A parte la segnaletica tutti i luoghi sono ancora ben riconoscibili. I due, che partono da Roma (via Reno), si ritrovano subito a Torino, in via della Rocca. Quindi passano per Piazza Vittorio Veneto, viale Primo Maggio, piazza Castello, piazza Statuto, viale dei Partigiani; poi passano per il parcheggio sotterraneo di via Secondo Frola e semeninano definitivamente i due poveri poliziotti in via XX settembre.

A corsa in auto conclusa, Anna e Giordani si ritrovano in un bar all’aperto costruito in cima a un alto palazzo, sempre a Torino. Inevitabile che l’individuazione possa essere avvenuta solo attraverso lo studio dei palazzi visibili nel film. “Non è stato facile individuare il tetto del palazzo su cui Carlo Leva (lo scenografo del film) costruì il piano bar in cui Anna Terzi e Giordani si rifocillano al termine del lungo inseguimento da parte degli agenti di polizia in borghese”, ci dice Davide. “Al tempo della ricerca (con google earth) non avevo ancora avuto modo di parlare con Leva e dunque mi ero affidato ad alcune indicazioni, rivelatesi errate, e all' intuito. Solo dopo sono riuscito finalmente ad individuare il palazzo in questione. Siamo in Piazza Solferino, a Torino. Al piano terreno si trova il più grande self service della città, mentre i piani alti sono occupati da uffici. Il caro e gentile amministratore del palazzo ci ha negato il permesso di poter accedere al tetto... preferisco non aggiungere altro! Location inedita, un'esclusiva del DAVINOTTI”.

La casa di Bianca Merusi (Rada Rassimov), partner di Calabresi, è inquadrata dall’esterno una sola volta, ma è bastato per essere facilmente individuata (anche da altri, in precedenza). Come ci dice Davide, “Argento ha sempre scelto con cura palazzi e ville ed anche in questo caso la location è davvero azzeccata! Il palazzo in cui vivono la Merusi e Calabresi è ubicato ai piedi della collina torinese, a due passi dal Po, in piazza Crimea 2. E' un palazzo inquietante e misterioso a causa della strana forma architettonica”.


Bianca Merusi, uscita di casa, decide di andare nottetempo in stazione a cercare l’auto di Calabresi ancora parcheggiata lì. Chiama un taxi e si fa portare a Porta Nuova (la stazione di Torino). “Purtroppo”, dice sempre Davide, “la stazione di Porta Nuova è un cantiere a cielo aperto e dunque alcune location riguardanti la ricerca dell'automobile di Calabresi da parte della Merusi non abbiamo potuto fotografarle. Noterete lo striscione pubblicitario AUTONOLEGGI MAGGIORE: la ditta esiste ancora, a Torino”. Quando invece Giordani deve continuare le sue indagini interrogando il dottor Braun (Horst Frank) dovremmo essere, a quanto si dice nel film, in Via Rovereto 20. Niente di più fuorviante. Innanzitutto siamo di nuovo a Roma, e poi, come ha abilmente scoperto Allan, siamo in via dell'Antartide al quartiere Eur, che tornerà molte altre volte nel cinema di Argento. All'interno della villa Giordani è aggredito da Manuel, l'amante del dottore, che poi gli mostra il corpo di quest'ultimo con un pugnale nel petto.


Il misterioso killer ha deciso di uccidere Giordani, e dopo aver fatto fuori la Merusi non perde tempo e lo troviamo già nell'appartamento del giornalista che inietta del veleno nei cartocci del latte. Giordani non è ancora in casa, ma ci sta tornando. Tanto è vero che l'assassino, una volta scese le scale, lo vede arrivare e si nasconde. La casa di Giordani è inquadrata dall'esterno solo di sfuggita, ed è stato bravissimo Blackgold a riconoscerla in via Papacino 2 a Torino. Non solo però l'edificio in questione è inquadrato all'esterno, ma anche le suggestive scale e l'ingresso sono proprio quelli che si vedono nel film.



L’assassino, ormai scoperto, fugge sui tetti rilucenti inseguito da Arnò, Giordani e la polizia. “Fu Carlo Leva a dirmi che il finale sui tetti del Terzi fu girato non a Torino ma nella zona industriale di Pomezia”, dice ancora il nostro Davide. “Inutile dire che a causa delle (giuste) leggi antinquinamento riguardanti l'eternit quei tetti non sono più individuabili...”. Sbagliato, per una volta, caro Davide. E’ vero, non avevamo in mano praticamente niente stavolta. Giusto una canna fumaria scambiata all’inizio per un campanile e che si rivelerà peraltro non esistere più. Poi dapprima notai che in un’inquadratura sembrava che a fianco dell’edificio passasse una strada piuttosto trafficata. Ancora pochissimo per avviare una ricerca seria.

Le sequenze finali in cui il killer precipita nella tromba dell'ascensore sono state invece girate nei teatri di posa di Cinecittà”.
Chiudiamo con le parole di Carlo Leva raccolte dal nostro caro Davide:
“Dario stava pensando ad una città del nord Europa ed era pronto a partire; riuscii a fargli cambiare idea e ad effettuare con me sopralluoghi nella città piemontese. Il film avrebbe dovuto essere girato interamente a Torino ma a causa di impegni contrattuali di alcuni attori (tra cui Capponi) fummo obbligati, per evidenti motivi logistici,ad utilizzare la capitale e zone limitrofe per alcune scene”.
Ecco così spiegato perché, ad esempio, le scene degli interni dell’Istituto Terzi o di casa Terzi furono girate a Roma (e il finale, sempre con Capponi, a Pomezia).
Testi: Zender e Pagnimauri - Foto: Pagnimauri/Salvatore Pilloni, Blackgold (solo casa di Giordani)
ARTICOLO INSERITO DAI BENEMERITI PAGNIMAURI E ZENDER (con l'aiuto di ELLERRE)
11 Ottobre 2009 09:38
anche il gatto a novecode!
Li avete fatti quasi tutti non vedo lora di vedere gli altri bravi bello anche questo qui
Bravi Pagnimauri Zender e Ellerre
18 Marzo 2010 14:56
Complimenti per questo strepitoso approfondimento sulle location del film. Lavoro certosino e, pressoché, unico in rete.
18 Marzo 2010 14:56
grandissimo speciale!!! Grazie mille al nostro eroico Pagnimauri che bissa dopo Profondo Rosso (anzi, fa tris perché c'era anche Blu Bar) e naturalmente ai prodi Ellerre e Zender che hanno completato l'opera. Meraviglioso lavoro d'insieme!!!
18 Marzo 2010 14:56
Veramente notevole. Incredibili alcune locations (ad esempio il tetto dove si svolge il finale), quasi impossibili da scovare. Complimenti a tutti.
18 Marzo 2010 14:57
Ciao a tutti,
grazie ad Ellerre e Zender lo speciale è completo al 90%!
Per esempio io davo ormai per scontato che i
famosi tetti di Pomezia non si sarebbero potuti trovare! E invece...
Grazie a tutti voi per l'apprezzamento.
18 Marzo 2010 14:57
...non posso che aggiungere anche i miei complimenti per l'ottimo lavoro!
18 Marzo 2010 14:57
Bravi, bravissimi. Chissa' se Dario Argento sia a conoscenza di questo sito e magari qualche volta non si diverta a ripercorrere le sue location nelle stupende ricostruzioni degli special Davinottici.
18 Marzo 2010 14:58
Complimentoni, davvero un ottimo lavoro!
18 Marzo 2010 15:00
Ringranziandovi per questa ulteriore emozione che ci avete regalato,
vorrei aggiungere questo:
Caro zender, tu sei "l'uomo che la Provvidenza mi ha fatto incontrare":
grazie e buone vacanze.
18 Marzo 2010 15:01
Ottimo speciale. Grazie a Pagnimauri e grazie, come sempre, a Zender.