Intervista a Sergio Leonardi

9 Giugno 2020

Sergio Leonardi
è un artista eclettico: ha saputo spaziare negli anni dalla musica al cinema con grande disinvoltura recitando soprattutto in commedie che tanti di noi ricordano, a fianco dei grandi attori comici del momento. Ha lavorato per anni al Bagaglino, ha diviso a lungo il set con Pippo Franco... Nel contempo ha mantenuto vivo il suo amore per la musica, per le serate nei locali dimostrando quanto non serva per forza trovarsi in televisione al centro dell'attenzione per sentirsi felici. In questa lunga chiacchierata il nostro caro Geppo (Giacomo Di Nicolò) affronta tutta la carriera di Leonardi, che si dimostra squisitamente gentile e al quale vanno ovviamente tutti i nostri più vivi ringraziamenti!

GIACOMO: Sergio, innanzitutto grazie a nome di tutti noi del Davinotti per aver accettato l'intervista.
SERGIO:
Grazie a voi, è un piacere! Sono a tua disposizione!

GIACOMO: La tua carriera artistica inizia come cantante o come attore?
SERGIO:
Dunque, la mia carriera artistica inizia... qui stiamo parlando di quando avevo 19 anni... io a quell'epoca facevo i caroselli; sai, gli spot pubblicitari per la televisione. Mi ha scoperto il regista Silvio Amadio, che aveva visto alcuni miei caroselli. Dopo qualche giorno mi chiamò nel suo ufficio per farmi fare un film con Gabriele Ferzetti!

GIACOMO: Esatto; stai parlando del film "Desideri d'estate".
SERGIO:
Precisamente, questa è stata la mia prima esperienza cinematografica. Silvio Amadio mi fece fare una piccola serie di provini e alla fine mi fece un contratto per questo film.

GIACOMO: E di Silvio Amadio cosa ricordi?
SERGIO:
Ricordo che era una persona molto carina, gentile. Diciamo che apprezzò molto la mia recitazione: gli piaceva come lavoravo. Dopo le riprese venne da me e mi parlò di un altro film che voleva fare con me. Poi non so cosa è successo... non ci siamo più sentiti.

GIACOMO: E invece com'è nata la tua carriera discografica?
SERGIO:
Io artisticamente nasco come attore. Successivamente, però, inizio anche una carriera discografica grazie a Gianni Minà.

GIACOMO: Ah, interessante!
SERGIO:
Gianni Minà, all'epoca, era amico di mio fratello, Franco Leonardi. Mio fratello lavorava come giornalista al Messaggero di Roma. Tramite mio fratello conobbi Gianni Minà che mi disse: "Sergio, tu hai una bella voce, vieni con me che ti faccio fare alcune serate". Mi portò a fare diverse serate al "Quo Vadis", il famoso ristorante sull'Appia antica. Io lì la sera cantavo e il ristorante era frequentato da Gianni Meccia, Domenico Modugno, Franco Migliacci... venivano tutti al "Quo Vadis" a cena.

GIACOMO: So che hai inciso diversi dischi, per la CGD.
SERGIO:
Ecco, appunto! Una di queste sere arrivò al "Quo vadis" Enrico Polito, il famoso scopritore di talenti, e mi portò a fare un provino. Cantai "You are my destiny" di Paul Anka; solo che non conoscevo l'inglese e quindi la cantai in un inglese inventato, tipo l'inglese di Celentano (risate)... Le mie uniche parole giuste erano "You are my destiny", tutto il resto era inventato (ride). Enrico Polito, dopo questo provino, mi portò alla CGD e lì mi fecero un contratto. Ecco quindi come nasce la mia carriera di cantante. Stiamo parlando del '65-'66...

GIACOMO: Uno dei tuoi grandi successi è "Non ti scordar di me". Da questa canzone nasce anche
il film.
SERGIO:
Precisamente, con questa canzone c'hanno fatto anche il film... che ho interpretato con Caterina Caselli. Entrambi lavoravamo per la stessa casa discografica, la CGD. Caterina all'epoca non era ancora sposata col figlio del padrone della CGD, il famoso Ladislao Sugar.

GIACOMO: Del film Non ti scordar di me cosa ricordi?
SERGIO:
Il film era un musicarello, a quei tempi andavano molto di moda. Del film, onestamente, ho dei ricordi molto vaghi. Ricordo che molte scene le abbiamo girate a Torvaianica, al mare, poi io cantavo la mia canzone nel pullman. La Caselli era simpaticissima... conservo dei giornali dell'epoca in cui scrivevano che ero fidanzato con lei. Avevano scattato delle foto durante la lavorazione del film e le avevano pubblicate su questi settimanali di gossip... Dicevano che avevo una storia con lei ma non era affatto vero, ovviamente.

GIACOMO: In questo film c'è anche Daniela Giordano!
SERGIO:
Come no, Daniela Giordano, con la quale ho fatto anche un altro film, Bolidi sull'asfalto a tutta birra!. Hai notizie di lei?

GIACOMO: Sì certo, Daniela è una mia amica, ci sentiamo spesso.
SERGIO:
Incredibile! Allora portale i miei più affettuosi saluti... di Sergio Leonardi. Sai, dopo Bolidi sull'asfalto a tutta birra! non ho avuto più occasione di vederla. Manda un caro abbraccio a Daniela.

GIACOMO: Sergio, nel 1971 ti vediamo accanto a Gianni Morandi nel film
Il provinciale.
SERGIO:
Guarda, con Gianni Morandi ho lavorato benissimo; pure con la Buccella (c'era anche lei nel film). Io facevo una parte abbastanza controversa nei confronti di Morandi; perché c'era anche una scazzottata nel film... finta ovviamente... però devo dire che con Gianni ho lavorato benissimo, anche perché devi sapere che io sono una persona molto tranquilla, non mi do certo delle arie. Ricordo che con Gianni, dopo le riprese, giocavamo a pallone in un piccolo campo sportivo al Sant'Alessandro... e giocavamo l'uno contro l'altro; e lì c'erano veramente delle battaglie tra di noi, di quelle toste (risate).

GIACOMO: Il film era diretto da Luciano Salce.
SERGIO:
Certo! Luciano Salce era un ottimo regista, uno che pretendeva! Sempre sorridente, divertente... però quando si lavorava bisognava lavorare.

GIACOMO: Passiamo a un film che io personalmente adoro:
Continuavano a chiamarli i due piloti più matti del mondo, con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
SERGIO:
Prima di tutto ti racconto come conobbi Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Perché li conoscevo da prima del film. Dunque, mi trovavo a Palermo per una serata dal vivo. Dopo il concerto venne il mio impresario e mi disse che c'erano due signori che desideravano conoscermi. Erano le due di notte, avevo finito di cantare e mi chiedevo dove mi volesse portare, a quell'ora! Andammo in una grande tenuta di proprietà di Franco Franchi, dove c'era anche Ciccio. C'era una grande festa organizzata dai due e il mio impresario mi portò da loro perché a quanto pare a Franco e Ciccio piacevano le mie canzoni. Ci tenevano molto ad avermi alla festa e io naturalmente ero onorato! Erano due persone stupende.

GIACOMO: E del film cosa ricordi?
SERGIO:
Mi sono molto divertito a girarlo, poi Franco era di una simpatia incredibile. Io nel film facevo il dirottatore (ride) e ogni tanto mi scappava una risata, durante le riprese. Mi ricordo che dovevo girare una scena con Franco e lui alla fine venne da me e si complimentò per come l'avevo interpretata. Era rimasto contento del mio lavoro. Purtroppo non ho altri ricordi particolari perché la sera, dopo le riprese, io andavo a cantare in giro, a fare le mie serate... finivo sul set e scappavo via a cantare.

GIACOMO: Dove lo avete girato il film, ti ricordi?
SERGIO:
Nella cabina di un aereo; un aereo vero, non era una cabina finta. Era un aereo fermo a Ciampino, se non ricordo male!

GIACOMO: La cosa curiosa di questo film è vederti recitare accanto a Ivano Fossati, perché c'era anche lui nel cast.
SERGIO:
E come no! Anche Ivano Fossati, sì. Abbiamo recitato insieme la scene al bar dell'albergo. Però all'epoca faceva parte del gruppo "I Delirium", non era ancora l'Ivano Fossati che è diventato dopo. Finito il film non ho avuto più occasione di incontrarlo.

GIACOMO: La regia del film era di Mariano Laurenti.
SERGIO:
Con Mariano Laurenti ridevamo come pazzi. Un regista che ti metteva a tuo agio, non c'erano problemi. Un uomo gentilissimo, anche fuori dal set. Poi con Mariano Laurenti ho fatto un altro film, Per amore di Poppea; lo sai, no?

GIACOMO: Come no? Un film ambientato nell'antica Roma; c'erano Alvaro Vitali, Gianfranco D'Angelo e Maria Baxa.
SERGIO:
Lì facevo il centurione. Mi ricordo che lo girammo a Cinecittà. C'era un set dell'antica Roma già tutto costruito... pensa che ci giravano 2/3 film diversi contemporaneamente, tutti ambientati lì. La mattina giravamo noi, nel pomeriggio arrivava l'altra troupe di attori e di notte un'altra ancora... Quindi dovevamo essere puntuali a girare e a finire le nostre scene. Me lo ricordo perché mi piaceva vestirmi da centurione, ma non ho altri ricordi precisi su questo film; non so perché, forse se lo rivedo magari mi torna in mente qualcosa... perché io tendenzialmente ho una memoria visiva, sia come cantante che come attore: per imparare le canzoni scrivevo il testo e scrivendo mi rimaneva impresso.

GIACOMO: Parlami del film
Fratello homo, sorella bona, del 1972.
SERGIO:
Sì, ti dico la verità: mentre ero sul set neanche mi rendevo conto di cosa stessi facendo, perché in quel periodo ero coinvolto dal Girofestival, che era un festival in parte organizzato da me e da Carlo De Siena. Quindi la mattina stavo in scena e la sera partivo per andare al Girofestival. Ero sempre in viaggio, praticamente, perché avevo diverse tappe in tutta Italia. Il Girofestival è andato avanti per diversi anni. Poi ho smesso di collaborare come organizzatore perché era diventato troppo faticoso. Comunque, in quel periodo andavo e venivo dal set di questo film e onestamente nemmeno capivo bene cosa stessi girando; me ne sono reso conto dopo, quando in realtà ho visto il film; che poi era anche un po' zozzone, come film; ma a me non fregava niente, non ho mai avuto di questi problemi (ride)... tra l'altro ha incassato parecchio, al botteghino. Erano film che andavano di moda, in quel periodo... Io cantavo i miei stornelli... insomma, roba così.

GIACOMO: Senti Sergio, adesso passiamo a un film che a me piace molto,
4 marmittoni alle grandi manovre. Lo guardo spesso e volentieri.
SERGIO:
(Ride) Sì, con Gianfranco D'Angelo e Lino Banfi... poi molti altri attori importanti come Gianni Agus e Toni Ucci. Io facevo un personaggio che mi somigliava molto, come intenzioni. Lo girammo qui a Roma, sulla Tiburtina; non era una vera caserma, adattarono questa location in una caserma con un grande spazio esterno, tutte le camerate... e ricordo che mi divertii: fu un vero spasso! Eravamo un gruppo di attori allegri; oddio, qualcuno che si dava delle arie c'era, che si sentiva superiore agli altri... ma in realtà fu fantastico con Banfi, D'Angelo e tutti gli altri. Una bellissima esperienza.

GIACOMO: Ma in questo film avete anche improvvisato? O si recitava seguendo la sceneggiatura?
SERGIO:
Era tutto scritto in sceneggiatura, ma se ti veniva una battuta il regista la lasciava; ovviamente doveva risultare... capito? La battuta improvvisata doveva essere breve, creare il divertimento, specificare meglio la situazione... e se funzionava il regista non ti bloccava. Molte battute improvvisate uscivano da certi atteggiamenti...

GIACOMO: Hai un ricordo particolare legato alla lavorazione di questo film?
SERGIO:
Mi ricordo quando ho lasciato in mutande Gianni Agus (ride): le risate che ci siamo fatti, mentre giravamo! L'abbiamo dovuta ripetere diverse volte quella scena perché ci scappava sempre da ridere (risate). il film passa spesso su Rete 4 e ogni volta lo rivedo divertendomi.

GIACOMO: Ti dirige anche Lucio Fulci in
Sella d'argento, accanto a Giuliano Gemma.
SERGIO:
Lì diciamo che ho fatto una partecipazione, ero il barista. Giuliano Gemma era una persona molto affabile, con un carattere tranquillo. Un attore preciso; io ero diverso da lui perché venivo da un altro genere di film, un cinema divertente... poi ero anche cantante; comunque anche se venivi da un genere di film diverso Giuliano ti rispettava lo stesso, sul set.

GIACOMO: Caratterialmente com'era, Giuliano?
SERGIO:
Una persona molto "privata", come dicevo; corretto, educato, ma la sua privacy l'ha sempre mantenuta.

GIACOMO: Di Lucio Fulci cosa ricordi?
SERGIO:
Fulci prima di girare preparava tutto: non ti potevi permettere di improvvisare come in 4 marmittoni alle grandi manovre. Fulci prima di girare ti spiegava come voleva girare la scena e dovevi farla come voleva lui; infatti ci furono poche ripetizioni. Prima di girare ti preparava, ti spiegava come dovevi muoverti... non ti dava la libertà che ti lasciava Mariano Laurenti. Fulci era severamente preciso.

GIACOMO: Poi inizi una lunga collaborazione con Pippo Franco.
SERGIO:
La collaborazione con Pippo Franco nasce esattamente nel 1973, perché Pingitore mi chiamò per lavorare nel Bagaglino, in teatro. Il Bagaglino era composto da un gruppo di attori. Se vedi, nei film diretti da Pingitore ci trovi tutti gli attori del Bagaglino: Bombolo, Oreste Lionello, Isabella Biagini... erano quei cinque o sei attori che, oltre al teatro, lavoravano anche al cinema.

GIACOMO: Parlando di Pingitore: cosa ricordi del film
Tutti a squola? Lì interpreti lo spacciatore Masticoni.
SERGIO:
(Ride) Il famoso "Masticoni", sì! Mi ricordo una cosa divertente: stavo girando una scena ai De Paolis, con Pippo Franco, Bombolo, Lino Banfi e la Biagini; finito di girare Pippo Franco venne da me e mi disse a tu per tu: "'A Sergio, sai che sei bravo a interpretare il ruolo dello spacciatore? Proprio perfetto; ma non è che lo fai anche nella vita?! Non è che ci nascondi la tua vera professione e di notte spacci di nascosto?!" (Risate) Lì ero perfetto, anche tecnicamente, con quell'atteggiamento da gangster. Pingitore mi ha sempre fatto fare questi ruoli da bullo romano: lui mi vedeva così. Anche qui mi sono divertito perché era un personaggio diverso dal solito e mi piacque, interpretarlo... mi confrontavo anche con me stesso.

GIACOMO: Sempre con Pippo Franco fai
Ciao marziano. Lì hai anche una scena divertente, con Bombolo.
SERGIO:
Sì mi ricordo, facevo la parte del benzinaio.

GIACOMO: E di Pippo Franco e Bombolo cosa mi puoi raccontare?
SERGIO:
Beh, con Pippo Franco siamo rimasti ottimi amici e ogni tanto andiamo a cena insieme. Poi di Bombolo ho un bellissimo ricordo: abbiamo lavorato più di quattro anni insiema, al Bagaglino. Era una persona fuori dal mondo: intelligentissimo; sembrava stupido ma era molto intelligente, invece. E all'età sua è riuscito a fare quello che ha fatto, sempre con grande simpatia ed educazione. Era un venditore ambulante e mi ricordo quando morì: al suo funerale eravamo tutti tristi. Pingitore non mi aveva detto bene quello che aveva, perché e come mai stava così male. Mi dissero che era morto di meningite, ma secondo me aveva un tumore, perché se n'è andato via abbastanza rapidamente; mi pare strano, insomma, che sia morto di meningite. Poi ti voglio dire un'altra cosa: la moglie di Bombolo aveva un bar e spesso passavo a salutarla: tanta commozione, davvero!

GIACOMO: Passiamo a un altro film con Pippo Franco ed Edwige Fenech,
Il ficcanaso, diretto da Bruno Corbucci.
SERGIO:
Pippo per me è stata "la scuola della battuta!" Lavorare con lui era tutta una battuta: la gente pensava che fossimo stupidi ma non è vero: le battute sono importanti. Pippo Franco era un battutista, un attore che si inventa le cose. Sul set infatti inventavamo una battuta dietro l'altra. Ho lavorato benissimo con lui soprattutto perché non c'era alcuna rivalita, tra di noi.

GIACOMO: E di Edwige Fenech cosa ricordi?
SERGIO:
Bella come il sole, bellissima, simpatica e affabile. Caratterialmente era molto dolce, così almeno me la ricordo in quel periodo; e poi, naturalmente, sexy.

GIACOMO: Nel Ficcanaso c'era anche Luc Merenda.
SERGIO:
"Luc er bello", così lo chiamavamo sul set (ride simpaticamente).

GIACOMO: Bruno Corbucci invece com'era?
SERGIO:
Un simpaticone, come noi. Mentre girava il film si divertiva come un matto. Poi ti lasciava fare e se ti usciva una battuta non ti interrompeva. Poverino, è morto pure lui.

GIACOMO: Nello stesso periodo ti dirige Michele Massimo Tarantini nel film
Giovani, belle... probabilmente ricche accanto a Carmen Russo e Nadia Cassini.
SERGIO:
Girammo a Orvieto, con Michele Massimo Tarantini. Era un film di cassetta ma Tarantini voleva le cose fatte assolutamente bene. Me lo ricordo come un regista simpatico, ma sul set era molto serio. Poi c'era Nadia Cassini, che all'epoca aveva il più bel culo d'Italia (ride)... e c'aveva il marito che non la perdeva mai di vista, la teneva d'occhio costantemente. Solo che la Cassini se la tirava un po' troppo... Invece Carmen Russo era molto più carina, affabile, simpatica, sexy e molto cordiale. Ricordo che era molto contenta di fare il film. Tu pensa che dopo questo film feci una serata al Bagaglino e presentai Carmen Russo a Pingitore. Dissi a Pingitore: "Ti ho portato un'attrice che devi assolutamente conoscere, si chiama Carmen Russo". Pingitore la scritturò immediatamente e la portò con noi nel Bagaglino.

GIACOMO: Sergio, adesso passiamo a un film che a me piace molto,
I camionisti. Beh, lì sei assolutamente geniale, il tuo personaggio è fantastico!
SERGIO:
(Ride) Con Gigi e Andrea, sì. Sai, purtroppo ricordo poco di questo film... Ricordo Giorgio Bracardi che veniva a prendermi con una Rolls-Royce perché dovevo trasformare un nobile inglese in un bullo romano. Tutto qui!

GIACOMO: Infatti nel film hai un ruolo piuttosto fondamentale ma neanche una scena con Gigi e Andrea. Sul set hai avuto modo di conoscerli?
SERGIO:
Sì sul set li ho conosciuti, come no. Anche se non abbiamo lavorato nelle stesse scene ci siamo incontrati sul set diverse volte, perché loro magari dovevano girare dopo di me. Ci salutavamo e chiacchieravamo, ma non ho avuto nessun rapporto particolare, con loro.

GIACOMO: I camionisti è stato diretto da Flavio Mogherini: te lo ricordi?
SERGIO:
Sì, lo ricordo ma non riesco a identificarlo; evidentemente non mi è rimasto molto impresso; eppure era un regista molto quotato. Ricordo veramente poco, di questo film. Adesso che me ne hai parlato ricordo di essermi divertito a interpretare il ruolo del borgataro romano, questo sì, ma onestamente non ho aneddoti particolari da aggiungere.

GIACOMO: Poi sempre con Flavio Mogherini fai
Sbirulino, con Sandra Mondaini.
SERGIO:
Infatti, con Mogherini ho fatto anche questo film... eppure non riesco a identificare la sua immagine: in questo momento purtroppo non mi viene proprio in mente il suo volto.

GIACOMO: E lavorare con Sandra Mondaini com'è stato?
SERGIO:
Beh, uno spasso. Lavorare con Sandra Mondaini era meraviglioso. Le mie scene erano ambientate in un circo. Io facevo l'artista circense con Sbirulino che faceva il suo numero.

GIACOMO: Il film l'ha diretto Flavio Mogherini o Raimondo Vianello?
SERGIO:
No, lì girava Mogherini, questo me lo ricordo; però Raimondo Vianello collaborava. Veniva spesso sul set e mi ricordo un particolare: siccome giocavo bene a pallone Raimondo mi prese a giocare nella sua squadra. Praticamente giocavo a pallone insieme a lui.

GIACOMO: Sergio, parlami un po' del film Ti spacco il muso, bimba.
SERGIO:
Sì, era un film di Mario Carbone. Lui aveva una casa di produzione sulla Tiburtina. Io facevo questo personaggio molto buffo e di conseguenza mi divertii a girarlo. Non è un film che ha avuto grande visibilità perché la produzione, come ti dicevo, era di Carbone e quando il film uscì ci furono dei problemi. Il cast era davvero buono: c'erano Carmen Russo, Oreste Lionello, Paola Senatore... ma nonostante tutto ci furono dei problemi. Penso fossero finiti i soldi o qualcosa del genere...

GIACOMO: Poi praticamente, nel 1982, dopo questo film smetti di fare cinema. Come mai?
SERGIO:
Diciamo che è stata una mia scelta: il 1982 fu un periodo molto strano della mia vita. Mi proponevano ruoli che non mi convincevano e quindi li rifiutavo. Mi sono dedicato ai dischi, ho fatto diverse ospitate come cantante da Mike Bongiorno, su Canale 5, dal 1983 fino ai primi anni '90. Ho scritto diverse sigle e canzoni per trasmissioni RAI. Poi ho continuato a fare le mie serate dal vivo. Nel 1991 ho dedicato un LP a Fred Buscaglione; sono stato anche ospite come cantante da Carlo Conti nella trasmissione "I migliori anni" su Rai Uno... Ho fatto queste cose qui.

GIACOMO: Poi all'improvviso, nel 2006, ti vediamo recitare nella fiction
I Cesaroni (prima stagione, episodio n. 12 "Scherzi a parte").
SERGIO:
Fu una cosa nata tramite il mio impresario. Un giorno venne da me e mi disse: "Senti Sergio, ho un ruolo perfetto per te per la fiction I Cesaroni. Quindi andammo dalla produzione, dove mi conoscevano già, e mi presero per farmi fare questo personaggio. Ma sono andato lì con grande tranquillità, anche se erano anni che non recitavo. Ci abbiamo messo anche poco tempo per girare il mio episodio, perché il personaggio l'ho azzeccato subito. Poi dopo, sempre tramite il mio impresario, ho fatto anche un episodio de La squadra, su Rai Tre.

GIACOMO: E attualmente di cosa ti occupi?
SERGIO:
Guarda caro Giacomo, io attualmente vedo tanti cantanti del periodo mio, importanti e meno importanti, che combattono tutti i giorni per restare sulla cresta dell'onda. Una volta mi infastidiva vedere programmi televisivi a cui partecipavano diversi cantanti e mi dicevo: "Ma cazzo, potrei esserci anche io lì a cantare, e invece...". Poi di colpo ho voluto togliermi dalla competizione. Ti posso dire una cosa, caro Giacomo? Io adesso sto parlando con te, tu mi parli della mia carriera e di questo sono felicissimo. Quindi oggi come oggi non vorrei paragonarmi ai divi dello spettacolo che combattono per un'ospitata in TV, serate, gossip, eccetera perché gli manca il terreno sotto ai piedi. Io le mie serate continuo a farle, però quelle in cui  mi piace esibirmi... Non amo le grandi platee. Io sono un cabarettista, cantante e attore e faccio spettacolini in una certa maniera... il pubblico ti dà più attenzione se ti esibisci così e io mi diverto. Quindi faccio i miei spettacoli dove capisco che per me ha senso farli... perché per me è ancora il divertimento la cosa che più conta! Fortunatamente non ho questo grande bisogno di lavorare e questo è importantissimo. La mia vita l'ho vissuta e la vivo ancora, come artista. A casa mia ho un piccolo studio dove scrivo e canto canzoni; molte cose le produco io stesso: se mi va le propongo, se no le metto su internet. La mia arte è genuina.

GIACOMO: Grazie Sergio! Mi hai insegnato molte cose, attraverso questa chiacchierata.
SERGIO:
Grazie a te. Sono felice di aver attraversato insieme a te la mia carriera. Conosci della mia vita più cose te di me (risate).
 
INTERVISTA RACCOLTA IL 14 MAGGIO 2020 DAL BENEMERITO GEPPO

Articoli simili

commenti (7)

RISULTATI: DI 7
    Caesars

    11 Giugno 2020 15:19

    Bravo Geppo. 

    Ho sempre creduto che Leonardi nascesse cantante e poi fosse passato al cinema via "musicarelli".

    Leggo che invece non è così.

    Anche per questi dettagli è stato molto interessante la tua intervista.

    Complimenyi, continua così.
    Markus

    11 Giugno 2020 21:22

    Bellissima intervista. Ho sempre apprezzato Sergio Leonardi, un artista poliedrico di grande talento e con una voce virile di grande impatto. Ottimo lavoro! Grazie a Geppo e soprattutto a Sergio.
    Trivex

    12 Giugno 2020 14:40

    Intervista molto bella, complimenti a Geppo.

    Leonardi è un grande personaggio!
    Didda23

    13 Giugno 2020 14:37

    Grazie mille Geppo e grazie a Leonardi per la disponibilità
    Manfrin

    13 Giugno 2020 16:46

    Bellissima intervista ad un personaggio spontaneo e simpaticissimo, quante verità e quanta saggezza!
    Il Dandi

    13 Giugno 2020 22:45

    Complimenti per l'intervista, Geppo. Di Sergio Leonardi "Whisky" (tra l'altro sigla dello sceneggiato "La donna di cuori") è uno dei miei cavalli di battaglia;) 

     
    Tonymanero

    14 Giugno 2020 12:55

    Complimenti a Giacomo Di Nicolò e a Sergio Leonardi mi ha colpito molto la semplicità

    e la sincerità con cui ha descritto il suo passato e il suo presente.

    Mi ricordo una volta che Leonardi disse ad una mia amica che Pingitore amava circondarsi di attori maschili non

    belli per non avere rivalità con le sue attrici e showgirl e per questo a lui dopo un po' non lo chiamò più.

    Grazie