Ci sono rimasto male.
Non tanto per l'elemento diciamo così "esoterico", alla vista del quale vien naturale restare perplessi; no, quello ci può stare. È il modo in cui è sviluppato a lasciare il tempo che trova. Probabilmente hanno scelto questa sceneggiatura per sfinimento.
Probabilmente il rifiuto di Sean Connery (che sceglie ormai la via del riposo ma che tanto aveva dato al personaggio di Henry anche a livello di battute e idee - vedasi i documentari inclusi nel dvd box della raccolta) ha pesato come un macigno e non sono riusciti a trovare un degno sostituto.
Indecisi sul da farsi, hanno ripescato Marion, hanno fatto saltar fuori questo giovincello vestito come Marlon Brando ne Il selvaggio (il suo shot iniziale è proprio sputato), ci hanno aggiunto un Oxley praticamente muto e un Mac che prova a fare il verso al vecchio Sallah.
Solo che nessuno di questi personaggi ha sufficiente carisma per duettare con Indy (anzi, con l'Indy che ci ricordiamo, dato che questo è molto macchiettistico) e così dentro tutti nella fase finale, nella speranza che l'accozzaglia regga.
Poi Indy.
Giocare sull'ironia del personaggio può funzionare (penso alla scena della jeep nell'Area 51 e ovviamente a tutte le precedenti splendide declinazioni cinematografiche), ma sarebbe stato meglio non abusarne, lasciando spazio solo a qualche battuta/scambio di sguardi fine senza pretendere di far ridere a ogni shot.
Le sezioni "a enigmi" sembrano molto frettolose: la soluzione è sempre veloce e si presenta immediatamente a portata di mano; pare che Spielberg abbia ansia di dare ritmo incalzante, lasciando massimo spazio alle fasi di azione. Così si approfondisce poco la faccenda dei teschi di cristallo, che non riesce a godere di un minimo di mistero e non si carica nemmeno un po' di attesa. Quando si arriva al dunque pare una robetta come un'altra, invece della gran scoperta che dovrebbe essere (qualcuno sa comunicarmi il compito degli indigeni apocalyptici? I custodi del segreto del teschio di cristallo? Ah sì?).
Vogliamo anche fare un cenno ai colori nella fase iniziale? Carichi in modo innaturale e inutile. Fanno il paio con il precoce ingresso dell'archeologo e persino della cattiva; perché non caricare un po' di desiderio quest'attesa? Dopotutto l'abbiamo aspettato per quasi vent'anni; dieci minuti in più e qualche battuta in meno ce l'avrebbero fatto apprezzare di nuovo con il sorriso.
No, ripensandoci sarebbe servita una sceneggiatura con gli zebedei. Come quella del videogioco per PC Il destino di Atlantide, avventura d'antàn (1992) di Hal Barwood per Lucasfilm che a questo punto mi vedo costretto a consigliare a tutti i fan delusi come me.