Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/09/10 DAL BENEMERITO RUBER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/12/11
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Hackett 10/11/11 20:10 - 1865 commenti

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Bello e triste come molti film di Avati sanno essere. La malattia del protagonista viene trattata con delicatezza e senza inciampare nel patetismo o nella lacrima. Tutti i ruoli presenti nella vicenda calzano a pennello ma sono i due interpreti principali a reggere sulle spalle l'intera vicenda, con grande bravura. Ottima la soluzione di alternare un presente caotico a ricordi di una giovinezza spensierata che persiste alla degenerazione della memoria, rimanendo l'unica realtà possibile.

Beccafico 10/10/10 22:20 - 21 commenti

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Il miglior Avati degli ultimi anni proprio stavolta non ammesso in concorso a Venezia! Il corso di una malattia degenerativa raccontato con cinismo estremo dal regista bolognese che torna all'antico scegliendo atmosfere quasi horror (vedi i piani a macchina ferma su case e edifici). Bentivoglio è una garanzia, Francesca Neri è fantastica. Ottimo il segmento ambientato negli Anni Cinquanta, nel quale spicca una Serena Grandi in metamorfosi fisico-attoriale stile Mickey Rourke. Crocitti piange una persona cara in ospedale: sarà pianto da noi tutti, pochi mesi dopo.

Cotola 10/10/10 22:15 - 9009 commenti

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Una coppia matura e felice è sconvolta dall'arrivo dell'Alzheimer che colpirà lui. Il regista emiliano torna a volare alto, raccontandoci nel suo stile una storia molto amara ("sapore" tipico del regista bolognese), dolorosa ed emozionante in cui si alternano presente e passato (al solito molto buona la ricostruzione d'epoca) ed in cui si ravvisano le tracce dell'Avati "cattivo" di un tempo (Cavina è il solito gran "bastardo"). A mio avviso il miglior Avati da parecchi anni a questa parte, ma anche uno dei migliori di sempre. Peccato perderlo.

Ruber 8/10/10 16:54 - 703 commenti

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Un film straordinario, doloroso, emozionante e anche vero, per certi versi. In alcuni tratti la storia può avere delle somiglianze con La prima cosa bella, ma la storia è molto differente; la sceneggiatura, ottima, si completa con una regia veramente molto ben riuscita. Il cast, con il duo Bentivoglio/Neri, è molto abile nel calarsi nei panni di una coppia di mezza età che ha nella malattia di lui un risvolto importante, con la forza di una donna di stare accanto al marito per un amore immenso. Una storia di sentimenti diretta ed interpretata magistralmente.

Cif 13/10/10 21:52 - 272 commenti

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Avati dimostra sempre di più di essere il più importante autore italiano vivente. Bisogna riconoscergli un'ispirazione inestinguibile ma che anzi si alimenta di film in film, una costanza e una capacità di non ripetersi mai. In questo film tocca il tema della malattia e della perdita di lucidità, senza retorica, attraverso personaggi "veri", che sembra di poter sfiorare; e ciò si lega, come spesso accade in Avati, a digressioni sul passato e sulla (propria) giovinezza emiliana ed appenninica tra mito introspettivo e realtà. Bellissimo. 4 e 1/2.
MEMORABILE: Bentivoglio è smisuratamente bravo, anche grazie a una scrittura magistrale. La storia si articola e si svolge con impareggiabile perfezione narrativa.

Zaratozom 10/10/10 22:54 - 63 commenti

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Su Bentivoglio non c'erano dubbi, ma l'interpretazione della Neri mi ha sorpreso per sincerità e commozione. Il film non scade mai nella lacrima facile (ed era facilissimo) e tutti gli interpreti sono perfetti. Avati firma un bel film. L'Appennino Emiliano è fatato come la mente di Lino, il protagonista colpito da una delle malattie più vigliacche e umilianti. Dalla zia caritatevole al tassista carogna, tutti i personaggi restano vivi nella memoria. Toccante. Autunnale. Indimenticabile (a dispetto del tema trattato).
MEMORABILE: Dopo aver picchiato la moglie, Lino si aggira per il corridoio. La telecamera vaga in soggettiva come a voler riconoscere ambienti non più familiari.

Myvincent 14/10/10 22:50 - 3726 commenti

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Il mondo dei ricordi più lontani attraverso la mente di un ammalato di Alzheimer, esattamente più precisi e dettagliati di una mente normale. Quel mondo appartenente per sempre al passato, solo lui può raggiungerlo e farlo rivivere, annullando la barriera dello spazio e del tempo. Tante incongruenze narrative, ma il cinema è invenzione e gli attori molto partecipi e accorati. Inguardabili le labbra Dalì-style di Francesca Neri...

Xamini 18/10/10 01:54 - 1247 commenti

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Grande il mestiere dei due protagonisti, ma il plauso più sincero va, ancora una volta, ad Avati, capace di dirigere come pochi, da queste parti e capace di confezionare un'altra opera dal gusto eccezionale. Laddove l'eccezione sta principalmente (e paradossalmente) nella misura con la quale è affrontato il tema della malattia, nella delicatezza che si stende come un manto ai piedi del percorso interiore del bravissimo Bentivoglio.

Galbo 10/02/11 07:17 - 12380 commenti

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Tra i film migliori di Pupi Avati, affronta di petto temi abusati come il dolore e la malattia, ma lo fa in maniera assolutamente realistica e priva di pietismo, anzi adoperando abilmente i flashback nei momenti di pathos maggiore come a "spezzare" la narrazione per evitare di indugiare nel pietismo. Ottima la prova di Fabrizio Bentivoglio ed anche la Neri è più efficace che in altre occasioni.

Giacomovie 13/02/11 03:01 - 1397 commenti

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Avati maneggia un tema delicato trattandolo con discrezione, ma non evita una certa staticità alternando momenti partecipati ad altri distaccati. La condizione dei malati di Alzheimer viene fatta percepire nella sua sconfinata drammaticità, ma il film poggia troppo sulla bravura di Bentivoglio, senza il giusto livello di convinzione. Ben descritto il lato sentimentale a supporto della malattia. Qualche occasione di humour involontario. Serena Grandi invecchiata fa un certo effetto. **!

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Capannelle 14/03/11 12:31 - 4398 commenti

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Bello anche perché, senza perdersi in drammoni corali o inutili corollari, riesce subito a focalizzarsi sulla coppia di protagonisti e a descrivere con efficacia anche poetica il progredire della malattia. Alcuni elementi della trama attingono dal trivio quotidiano (giornalismo sportivo, rancori familiari, badanti) ma a conti fatti non guasta. Essenziale per la riuscita del film è ovviamente la prova di Bentivoglio e della Neri che Avati dirige con sicurezza.

Ilcassiere 4/06/11 19:19 - 284 commenti

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L'alzheimer è una drammatica sconfinata giovinezza, che a un certo punto arriva e niente è più come prima. Due maiuscole prove rendono notevole questo film: quella di Avati, che mette in scena la malattia senza sconti, in modo molto coraggioso, e quella di Bentivoglio, davvero toccante in un ruolo per niente facile.

Saintgifts 21/06/11 23:28 - 4098 commenti

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La mia impressione è che ancora una volta Avati sia partito dai suoi inestinguibili ricordi di infanzia (non necessariamente suoi, ma anche da lui sentiti raccontare), per costruire un film che commuove (tutti i film del regista bolognese, che ha il merito di aver portato la sua città in tutto il mondo, hanno un lato che tocca i nostri sentimenti più indifesi). Sceglie il suo amato Appennino, una natura che non cambia e che si rinnova per rimanere se stessa, in contrapposizione agli inevitabili cambiamenti esteriori e interiori dell'essere umano.

Homesick 17/09/11 10:40 - 5737 commenti

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La diagnosi del morbo di Alzheimer e il suo irreversibile decorso – dalle prime amnesie alla completa devastazione psicofisica – è il terreno nuovo in cui Avati trapianta il suo proprium cinematografico, da sempre votato alle dialettiche familiari e ad un amarcord ove la ruralità assume contorni grotteschi (l’amico palatoschitico, l’iniziazione all’eros) e magici (l’amico sedicente taumaturgo). L’albero è cresciuto florido e rigoglioso, nutrito da una regia capillare che a schiocco di dita ottiene recitazioni impeccabili: applausi a tutti, in particolare a Bentivoglio e alla materna Grandi.
MEMORABILE: La festa in onore di Bentivoglio e le sue tragiche conseguenze; la moglie del professore; la carognata di Cavina e della Blanc.

Nando 5/10/11 15:40 - 3810 commenti

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L'avvento di una grave malattia degenerativa porta allo sfaldamento di una coppia borghese molto affiatata. Avati narra con tatto la malattia e le sue spietate conseguenze avvalendosi di una ricostruzione a flashblack di grande impatto visivo, sommato a due validi interpreti, Bentivoglio bravo ed un contorno di comprimari buonissimo. Poetico con dolore.
MEMORABILE: La pista con i tappi a corona rievocando il giro d'Italia.

Deepred89 15/10/11 01:32 - 3704 commenti

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Esistono casi di personaggi tanto azzeccati da far volare un film indipendentemente dai restanti fattori. Il Lino di Bentivoglio (stupendo) in questo film di Avati riesce in tale impresa: ci si affeziona a lui fin dalle prime sequenze e la sua progressiva regressione coinvolge ed emoziona, toccando tasti profondissimi con una semplicità sconvolgente. Ciò non toglie che funzionino alla grande anche gli altri singoli elementi: regia elegante e funzionale, cast ricchissimo e azzeccatissimo, ottima colonna sonora. Tra i più bei film di Pupi Avati.

Nancy 9/11/11 00:29 - 774 commenti

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Avati tocca un tema delicato e lo fa con molta raffinatezza: non punta a farci commuovere raccontandoci la storia di un malato di Alzheimer, ma punta a raccontarcela e basta; starà a noi decidere se entrarci con Bentivoglio (che tra l'altro dà una fantastica interpretazione), tra rievocazioni d'infanzia e amnesie che diventano il pane quotidiano della coppia di protagonisti: in questi momenti riusciamo a scorgere davvero quello sprazzo d'umanità che dà così ampio respiro a un film difficile come questo. Coraggioso ed estremamente sensibile.

B. Legnani 28/10/11 00:35 - 5523 commenti

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Ennesima conferma del magistero di Pupi Avati nella direzione degli attori, perché tutti, dal primo all'ultimo, sono azzeccatissimi. Avati dà il meglio di sè, con una narrazione sobria su un tema pericoloso, che sa condurre senza mai scadere nelle trappole del banale o del lacrimoso. Gran bel film, con bel titolo ossimorico. Un tuffo al cuore per la gara ciclistica coi tappi: ne ho fatte a decine. Se m'avessero pronosticato che nel 2010 sarebbe uscito un film con la Grandi, Dori, la Blanc, la Barzizza e la Trebbi (terzultimo credito finale!) non ci avrei creduto.

Pennylane 19/10/11 18:56 - 6 commenti

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Un tema delicato come quello dell'alzheimer riproposto in un magnifico film con la regia di Pupi Avati. Nonostante l'esclusione dalla 67esima mostra d'arte cinematografica di Veneziail film emoziona sempre e comunque, grazie anche alla bravura di un Fabrizio Bentivoglio alle prese con un ruolo per niente facile. Notevoli i numerosi flashback che hanno segnato la giovinezza del regista, colonna sonora stupenda.

Pigro 26/06/12 08:48 - 9634 commenti

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È dolorosamente struggente la lenta discesa del giornalista famoso nella sconfinata giovinezza dell’Alzheimer, che trascina con sé l’amore della sofferente compagna. Avati racconta con impietosa delicatezza questa minima tragedia quotidiana, declinando in maniera nuova la costante fonte d’ispirazione del suo cinema, e cioè il collegamento tra un presente problematico e una tenera memoria. Ne esce fuori un’opera emozionante, impreziosita da Bentivoglio, e che solo il pessimo commento musicale da fiction tv di Ortolani fa scricchiolare.

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Cloack 77 6/07/12 17:02 - 547 commenti

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La delicatezza di una commedia dai risvolti drammatici si tramuta ben presto in un horror della coscienza, di tutto ciò che è intorno a noi, molto vicino, ma che riusciamo a non conoscere. La malattia si aggrava, la vita cambia, forse si "dimentica", resta "un amore sconfinato". Avati è Avati, nel bene e nel male, il ricordo della giovinezza e dei tempi andati è sempre presente e come sempre, abbastanza banale e inconsistente rispetto al tema centrale.

Rambo90 25/10/13 00:48 - 7675 commenti

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Avati tocca un argomento molto difficile e lo fa con una bellissima delicatezza, che porta il film dal dramma al sentimentale attraverso la dolcezza di una bravissima Francesca Neri e l'ingenuità fanciullesca dell'ancora più bravo Bentivoglio. Non manca qualche siparietto per sorridere. Bella la colonna sonora, ottimo il cast di contorno con una sorprendente Serena Grandi.

Enzus79 16/07/14 16:27 - 2873 commenti

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Non male dopotutto, con interpreti convincenti (specialmente Fabrizio Bentivoglio che quando è protagonista e non personaggio di contorno di una storia dimostra sempre la sua bravura). Risulta tuttavia spesso un po' troppo lento, con scene al limite dell'inutile.

Tersilli 9/09/15 19:24 - 61 commenti

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Una delle vette più alte dell'arte di Pupi Avati. Un film straordinario, toccante, unico, che affronta un tema difficile come quello dell'Alzheimer. Interpretazioni superbe (su tutti Bentivoglio e la Neri); piccoli ruoli per Serena Grandi, Erika Blanc e Vincenzo Crocitti, qui alla sua ultima pellicola. Fotografia splendida, curatissime le inquadrature, magnifica la sceneggiatura. Poetiche e commoventi le musiche del Maestro Ortolani. Uno dei migliori film degli ultimi dieci anni. Capolavoro assoluto.

Giùan 19/07/16 13:47 - 4537 commenti

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Paradossalmente Avati evita i rischi di bozzettismo di certo suo cinema lavorando, come tante volte "altrove" ha peraltro già dimostrato di saper fare, di sottrazione, per restituirci una novella crudele e quasi "astratta" sulla vecchiaia, l'amore, i malinconici sentieri della memoria. Così lontano così vicino da Away from her, Pupi disegna gli schizzi tipici della sua varia umanità per una costruzione d'insieme a cui si chiede di esser realistica senza necessità di perdersi nelle secche della profondità. Film "sensuale"; da evitare ogni visione razionale.
MEMORABILE: La bravura di Francesca Neri e Serena Grandi; L'impasse di Bentivoglio durante la trasmissione calcistica.

Lythops 23/06/16 13:31 - 1019 commenti

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Uno sguardo carico di pietà si piega sull'Alzheimer e le sue vittime e non è poco. Malattia rappresentata al cinema sempre con una smodata teatralità o un pietismo becero, qui assurge a esistenza tormentata e sofferta al di là delle immagini perché, più che l'inquadratura, sono i dialoghi scritti a documentare e - perché no - a ferire con il garbo cui Avati ci ha abituato nei suoi film migliori. Studiato nei dettagli, girato con mano d'autore. Molto buono.
MEMORABILE: "Questa è la vita che vivo con ostinazione, ma non c'è nulla di eroico. È che non saprei vivere in altro modo".

Daniela 23/07/17 09:07 - 12621 commenti

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Non tanto giovinezza quanto infanzia: è quello il territorio sconfinato che torna ad esplorare il protagonista, un affermato giornalista sportivo alle prese con i primi sintomi dell'Alzheimer: un doppio ritorno, sia come ricordi lontani che riaffiorano, sia come stato presente, dato che la moglie comincia a trattarlo come il figlio mai avuto. Storia interessante, pur se inficiata da forzature, ma nella quale la malattia è più pretesto che soggetto: se si cerca un film che davvero parli dell'Alzheimer, meglio rivolgersi altrove. Prova discreta del cast, colonna sonora melensa.

Westonberg 23/09/19 15:51 - 31 commenti

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Un tema difficile come quello dell'Alzheimer presentato con maestria dal grande Avati e coadiuvato dalla bravura degli interpreti. Fabrizio Bentivoglio impeccabile nel presentarci la malattia nei suoi diversi stadi, affiancato da una sublime Francesca Neri che con tenerezza segue e supporta il declino del marito. I flashback di un'infanzia difficile, fra i turbamenti amorosi e le vicende familiari, amplificano la poesia che pervade il film e ci fanno conoscere con un'intimità nuova il protagonista. Bravissima Serena Grandi nel ruolo materno.
MEMORABILE: La "lotta" fra ragazzini.

Lou 19/12/19 17:32 - 1119 commenti

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Un tema indubbiamente delicato da trattare su grande schermo, quello dell'Alzheimer. Avati lo affronta con una certa debolezza, limitandosi a descriverne passivamente gli effetti, con un risultato complessivo di desolante tristezza. La regressione all'infanzia di Bentivoglio, che da marito si trasforma di fatto in figlio della Neri, fa un certo effetto. Trucchi di invecchiamento degli attori poco convincenti.

Paulaster 28/09/20 09:49 - 4389 commenti

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Giornalista sportivo si ammala di Alzheimer. Avati riesce nell'ardua impresa di rappresentare la difficile condizione patologica ponendo l’accento sui ricordi infantili. Il personaggio di Bentivoglio è disegnato benissimo e la recitazione è completa di tenerezza, durezza e smarrimento. Anche gli amarcord del periodo a Sasso Marconi restituiscono uno spaccato ben fatto. Peccato per le prime scene (che lasciano già intravedere ciò che capiterà poi) e sbrigativa l’ultima parte con Cavina.
MEMORABILE: La macchina distrutta; Il discorso; Gli insulti alla moglie; La lotta con la ragazza; I tappi coi nomi dei ciclisti.

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  • Discussione Ruber • 29/09/10 19:06
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Bentivoglio e Neri in una drammatica storia d'amore con una malattia che ne sconvolge la vita ad entrambi; Avati fa un film drammatico e non la sua solita bella commedia che siamo abituati a vedere. Con due bravissimi attori.

    Dalla prossima settimana nelle sale.
    Ultima modifica: 6/10/10 16:48 da Ruber
  • Discussione Ruber • 30/09/10 18:47
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Il sito ufficiale con trama,cast,foto, e video trailer.

    www.unasconfinatagiovinezza.it
  • Discussione Ruber • 6/10/10 16:47
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Dall 8 ottobre nelle sale, questo film sara' il film italiano dell anno è troppo bello, solo a vedere il trailer provoca un emozione profonda, invito tutti ad andarlo a vedere, perche' credo ci saràmolto da commentare; cmq Avati con questo film ha scalato il massimo nel genere drammatico suo e in generale in Italia, e poi rivedere il povero Crocitti morto pochi giorni fa, è una tristezza enorme;

    Il film è stato presentato ieri alla stampa con Avati e buona parte del cast, oltretutto si rivede sulle scene la Serenona, che lasciati ormai i panni di ragazza da "poster per cabine dei tir" la rivedremo in un ottica diversa anche perchè la sua parte ne"Il padre di Giovanna" era veramente di nicchia cosi la particina in "Quo vadis Baby".

    Solo al trailer gli do 10 come voto, pensate un po quando lo vedrò in sala.
  • Discussione Capannelle • 10/10/10 22:59
    Scrivano - 3486 interventi
    La Neri è ospite da Piroso su La7 che le chiede: "Per entrare nella parte lei e Bentivoglio vi siete invecchiati. Come avete fatto?"

    Beh dico io, bastava che la Neri non facesse quel lifting esagerato che ora la fa sembrare una starlette qualsiasi.
    Ultima modifica: 10/10/10 23:00 da Capannelle
  • Discussione Gugly • 11/10/10 00:10
    Portaborse - 4710 interventi
    Hai visto anche tu? Aveva un occhio più chiuso dell'altro, sembrava la sorella di Nina Moric.

    E, come direbbe Peppino, ho detto tutto!
  • Homevideo Gestarsh99 • 26/02/11 00:53
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in dvd dal 02/03/2011 per 01 Distribution.