Commedia “on the road” diretta da Steno con un certo ritmo e a tratti spassosa. Che inizia bene, in una Torino cupa e nebbiosa dove i due meridionali Nino (Mario Scarpetta) e Beppe (Teo Teocoli) conducono un'esistenza triste da sottoproletari. Beppe (sorprendentemente a suo agio Teocoli col dialetto siciliano) incontra un giorno il suo compaesano Nino (Scarpetta, al suo esordio cinematografico dopo una piccola parte in AMICI MIEI e prima di ritrovarsi in parti quasi sempre di secondo piano come quella del sardo Walter di LA PATATA BOLLENTE) e insieme alla di lui ragazza...Leggi tutto (una Dalila Di Lazzaro che con l'accento veneto maschera bene qualche limite nella recitazione) decidono di tornare in Sicilia, da dove mancano sin da ragazzini. Così partono in macchina incontrando sulla strada una serie di bizzarri personaggi che coincidono con le tante partecipazioni straordinarie che affollano il cast. Primo è Mario Carotenuto, che chiede loro un passaggio fino a Genova e si ritaglia la gustosa caratterizzazione di un benestante ossessionato dagli scioperi e dal figlio inetto (Sergio Di Pinto); seguiranno Marisa Laurito (una parente di Nino ritrovata a Genova in disgrazia), Alberto Lionello scultore a Carrara, Enrico Montesano rapinatore maldestro (per lui è riservato lo spazio maggiore e sa essere spontaneo come sempre), Franca Valeri snob in panne (lei è brava, ma la parte è stereotipata e poco divertente) e Duilio del Prete magistrato censore che passa le notti a visionare film porno e rivistacce. L'arrivo nell'amata Sicilia riserverà ovvie “sorprese”. Forse due dei personaggi migliori, nelle carriere di Teocoli e Scarpetta, eppure la sceneggiatura non riesce ad andare molto oltre incontri sommariamente prevedibili nel loro svolgimento, destinati a finire male. Ripetitivo.
Da Torino alla Sicilia, le disavventure tragicomiche di due immigrati meridionali ci fanno concludere che l'Italia di oggi è esattamente la stessa di allora: divario Nord-Sud, mafia, criminalità, faide, povertà, burocrazia elefantiaca, scioperi, truffe, prostituzione... persino rapinatori ottuagenari! Nulla è cambiato. Steno coglie nel segno e, con l'apporto di comici e caratteristi di gran classe, confeziona una commedia di costume esilarante ed amara.
Poco interessante. Satira ce n'è, ma alla fin fine le varie disavventure che i tre protagonisti compiono convincono davvero poco. Cito la scena in spiaggia con i tre desnudi, giusto perché è curioso vedere Teocoli spogliarsi... Insufficiente. Ottimo comunque il cast (può essere visto anche solo per quello).
Buon cast, ma non si ride davvero mai. Dopo un inizio agghiacciante con la voce fuori campo, iniziano una serie di scenette ambientate in giro per lo stivale all'insegna del già visto e dei soliti cliché regionali. Incredibile pensare che lo stesso regista avrebbe girato di lì a poco un film come Febbre da cavallo, ma tant'è. Comunque notevole la visione della Di Lazzaro, vero highlight della pellicola dopo oltre trent'anni.
Bellissima commedia di Steno, ottimo cast: simpatici i 2 meridionali Teoccoli e Scarpetta, stupenda e sensuale la Di Lazzaro vero pezzo forte del film. Divertentissime le varie gag, anche se quella con la contessa e sopratutto Montesano rapinatore (sic!) risultano parecchio deboli rispetto alle altre. Bello e da riscoprire.
MEMORABILE: La anziana rapinatrice, la locanda costosissima, lo zio porcone e la truffa al benzinaio.
Interessante mix di commedia italiana e critica sociale tipico degli anni '70. In questo caso trattasi di una sorta di road-movie nostrano, che mette in luce i diverbi tra nord e sud e mette alla berlina certi luoghi comuni tipici del nostro "Belpaese". Caricaturale quanto si vuole, ma comunque efficace, il film può vantare tre interpreti azzeccati e un cast di contorno in gran forma (su tutti Carotenuto e Del Prete, strepitosi). Si ride a denti stretti, ma di sicuro fa ancora riflettere ed è più attuale di quanto si possa pensare.
Uno di quei film che da bambino guardavo sempre. Un gustosissimo road-movie in macchina da Torino alla Sicilia in cui i tre protagonisti ne vedono di tutti i colori. Buono e interessante il cast e ottime le musiche curate e dirette da Enzo Jannacci. Il film è girato molto bene e con grande maestria dal grande Steno. La trama scorre molto bene ed è desisamente cattivissima e ironica. Bellissima Dalila Di Lazzaro ed Enrico Montesano nei panni di un disperato rapinatore romano è la ciliegina sulla torta. Da rivalutare.
MEMORABILE: Tutta la parte girata al ristorante costosissimo "L'Osteriaccia".
Scalcinato viaggio di due emigranti (Scarpetta e Teocoli) che partono da Torino diretti al paesello siciliano natìo. Ad affiancarli la mancata prostituta Di Lazzaro dal cuore d'oro. Sul cammino incontreranno svariate figure bizzarre (da Carotenuto alla Valeri, da Montesano a Lionello). Fantastico Duilio Del Prete nei panni del magistrato censore che combatte la sua crociata verso riviste e film erotici e ottimo Orazio Orlando con il suo monologo sull'Italia. Satira sociale, commedia e un pizzico di amaro: un buon film.
MEMORABILE: "Al militare sono stato riformato, ho fatto 5 anni di riformatorio... ecco perché in Italia non si fanno riforme: pensano solo a riformare me!"
Un buon film, con grandi partecipazioni, tra le quali mi fa piacere ricordare Orazio Orlando. È evidenziata la diversità tra nord e sud nella diversa espressione culturale e anche nella discriminazione. Non racconta di un viaggio voluto, ma di un viaggio forzato alla ricerca di qualcosa e per sfuggire a qualcuno. Divertente e nello stesso tempo specchio di una realtà che stenta ad accettare chi non appartiene alla stessa parte dell'Italia. Ma in fondo o l'Italia o un'altro Paese che differenza fa, se lo scopo è solo la libertà...
Una bella commedia. Steno mischia bene momenti satirici ad altri decisamente amari per descrivere l'Italia del periodo (in molte cose simile a quella odierna). La coppia Teocoli/Scarpetta funziona, in particolare il secondo avrebbe meritato maggior fortuna al cinema; brava anche la Di Lazzaro ed eccellenti alcune partecipazioni, su tutte quelle di un Montesano divertentissimo, di Del Prete e di Orlando; sprecata invece Franca Valeri. Belle le musiche di Jannacci, un po' tirato via il finale.
Steno confeziona una commedia on the road piuttosto ironica ma non troppo graffiante con un trio di attori giovani e ancora un po' acerbi (Teocoli, Scarpetta, Di Lazzaro) che sono comunque integrati da altri bravi caratteristi (tra i quali in particolare Franca Valeri e Enrico Montesano). La commedia comunque si trascina stancamente verso la fine.
Non avevo grandi aspettative per questo film e così è stato. Steno tenta di operare un film satirico, ma di satira non solo ce n'è poca, ma quella poca è scarsamente graffiante. Si ride, per fortuna, e la storia si segue senza problemi, ma la conclusione è veramente tirata via. Gli interpreti funzionano, a eccezione di Franca Valeri, la cui presenza risulta inutile. Sempre bello vedere Dalila Di Lazzaro nuda, anche solo da lontano; non basta però a risollevare le sorti del film.
MEMORABILE: Il duello tra Teocoli e Scarpetta; I l discorso del maestro.
Metafora di un paese in perenne declino, tanto che sotto certi aspetti il film risulta ancora attuale. Bravi gli attori (compresi due camei d'autore di Lionello e Montesano), bellissima la Di Lazzaro, di "mestiere" la regia. Alcuni passaggi sono ben riusciti, specie l'incontro della Di Lazzaro con lo zio Lionello. In sintesi un film senza pretese ma assolutamente godibile.
Commedia facile facile di Steno che torna sulle differenze socio-culturali del nostro Paese raccontando le vicissitudini del trio di protagonisti. Più che la satira, che insiste su soluzioni stereotipate, funziona l'estemporanea comicità di alcune situazioni talvolta piuttosto coraggiose. Il cast funziona più nei tanti comprimari di lusso che nei personaggi principali, mentre la nerrazione tende un po' a mostrare la corda soprattutto nella parte finale troppo lunga e piena di luoghi comuni ormai superati. Una visione leggera e divertente, ma niente di particolarmente memorabile.
Due meridionali rimasti senza lavoro a Torino fanno un viaggio della speranza all'incontrario verso le terre natie. Li accompagna una bella ragazza. Efficace e a tratti spassoso nella prima parte, il film finisce poi per infiacchirsi e perdere definitivamente slancio nello stereotipo della faida d'onore della parte finale. Dei tre protagonisti spicca Scarpetta, che l'anno prima aveva ricevuto il battesimo del fuoco del genere comico nei panni del vigile "supercazzolato" da Tognazzi in Amici miei. Passabili Teocoli e la Di Lazzaro. Tra gli altri Del Prete-censore su tutti.
MEMORABILE: La nonnina che non t'aspetti; Duilio Del Prete: inflessibile censore provato dal suo senso del dovere.
L'Italia fatta a pezzi dal boom viene riallineata da Steno in una sorta di via crucis migratoria alla rovescia. Lo sgangherato terzetto in fuga da nord a sud si gioca però le carte comiche e satiriche di questa odissea appoggiandosi più che altro a dei luoghi comuni. Apprezzabili i protagonisti, in particolare la Di Lazzaro, fresca e spontanea nella sua cadenza veneta, ma le stazioni lungo lo stivale non incidono, anzi, appaiono prevedibili e ripetitive nella loro amara sventura. Chiusura che scade addirittura nella macchietta con una pessima scimmiottatura della Wertmüller.
MEMORABILE: La Fiat 124 rosa; Il tema musicale di Jannacci.
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HomevideoGeppo • 16/11/09 11:47 Call center Davinotti - 4356 interventi
Ed ecco a voi la rarissima fascetta cartonata CVR di "L'Italia s'è rotta" (anno circa 1981) direttamente dalla Geppo Collection.