Il primo giorno della mia vita - Film (2023)

Il primo giorno della mia vita

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

LE LOCATIONLE LOCATION

L'IMPRESSIONE DI MMJ

Paolo Genovese trae dal proprio omonimo romanzo un film piuttosto insolito che, nonostante la presenza nel cast di due attori brillanti come Mastandrea e Servillo, sceglie la strada del dramma a tinte surreali e una Roma prevalentemente notturna e piovosa come teatro per un'avventura dai tratti sospesi. La domina un Servillo che con fare sornione imperscrutabile interpreta una sorta di Caronte in missione recupero: un istante prima che un suicida commetta l'insano gesto lo prende con sé e lo conduce come un fantasma a scoprire come si comporteranno le persone che conosceva e cosa accadrà dopo la sua morte. Un po' quello che Dickens aveva immaginato nel suo “Canto di Natale”,...Leggi tutto insomma, e che permette uno sviluppo tendenzialmente favolistico qui reso più immanente dal profondo realismo degli scenari e da un approccio che si vorrebbe più adulto.

Genovese riveste di un alone misterioso l'operato dell'accompagnatore senza nome (Servillo), il quale fin dall'inizio non si capisce come agisca, che intenzioni abbia e perché scelga di comportarsi in modo tanto enigmatico. Diciamocelo: si gioca sulla sua ambiguità perché il film possa far nascere in chi guarda la curiosità, la spinta a farsi molte domande (talvolta destinate a rimanere senza risposta); le stesse che si pongono i quattro suicidi che l'uomo "salva" portandoli in una terra di mezzo nella quale non sono né morti né vivi, o meglio morti in attesa di verificare se, anche alla luce di quanto vedranno, desidereranno poi ancora uccidersi. Il loro destino si compie, in pratica, ma per un certo numero di giorni avranno la possibilità di riconsiderare la loro decisione.

Perché si sono suicidati? Napoleone (Mastandrea) per aver perso interesse dopo una vita passata a motivare gli altri a ripartire, Arianna (Buy) perché non riesce a dimenticare la morte improvvisa della figlia sedicenne, Daniele (Cristini) per la disistima in se stesso, youtuber da 900.00 follower guadagnati abboffandosi di enormi quantità di cibo in diretta, Emilia (Serraiocco) perché ossessionata dall'idea di arrivare sempre seconda in una carriera da ginnasta che l'ha costretta sulla sedia a rotelle dopo una sfortunata caduta. Naturalmente apatici, poco invogliati a seguire le criptiche indicazioni dell'uomo che li accompagna per la città, li vedremo uniti da un anomalo senso di amicizia e comunione. Nel frattempo, tuttavia, la loro comprensibile, scarsa vivacità si traduce in una evidente perdita di agilità del film, che procede lento, talora troppo compiaciuto di frasi artefatte rese più naturali solo dalla bravura del cast. Il clima rarefatto in cui si muovono i protagonisti si riflette insomma in una forma cinematografica attendista e fiacca, che per riemergere avrebbe bisogno di una sferzata decisa che non arriva mai.

E così, se pure è apprezzabile la relativa originalità del progetto, se nulla si può rimproverare a un cast adeguato e ottimamente diretto, se la scelta delle location e di una colonna sonora di qualità indica l'eccellente fattura di un film che riconferma peraltro l'abilità tecnica di Genovese, in più di un momento si desidererebbe una forte accelerata che lo smuova da quell'atmosfera sì accattivante ma anche penalizzata da un incedere troppo compassato, privo di notazioni ironiche rimaste a presenziare solo nei tratti somatici della consueta, impagabile espressività di Servillo. Il finale, che inizialmente sembra indirizzato verso una moraletta scontata e povera, recupera un po' con un colpo di scena telefonato ma che un suo senso indubbiamente ce l'ha.
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/01/23 DAL BENEMERITO MYVINCENT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/02/23
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Myvincent 29/01/23 08:44 - 3463 commenti

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Genovese finalmente supera se stesso con un film che ha una storia molto ben scritta, nelle sue tematiche, negli sviluppi, nei messaggi più o meno reconditi e anche nei dettagli. Perfetti sconosciuti in attesa di "farla finita" vengono traghettati in una sorta di limbo, da cui avranno modo di osservarsi e capirsi. Il regista non rinuncia al suo registro corale mettendo in scena una Roma magnifica anche nella sua piovosità. Nulla da eccepire sul cast, nel quale rilucono Servillo, Buy e la sorpresa Sara Serraiocco. Solo il personaggio di Mastandrea risulta poco credibile.

Markus 5/02/23 00:36 - 3585 commenti

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Un suicido ogni tanto allunga la vita, una paradossale metafora che dà il senso di quest'opera tratta da un romanzo dello stesso Genovese, che in una chiave decisamente lugubre come la morte imbastisce storie di diverse umanità raccontate dagli stessi morti... viventi. Sarebbe bastata un po' di ironia e il coraggio nel tagliare le troppe scene superflue per rendere questo carrozzone di due ore di pesantezza in un buonissimo film, ma ancora una volta ha prevalso l'egoismo registico.

Caesars 8/03/23 14:52 - 3572 commenti

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Lo spunto non è certo particolarmente originale (il canto di Natale di Dickens insegna, ma anche Capra) però bisogna dare merito a Genovese di aver creato un intrattenimento non banale coadiuvato, nella riuscita del film, da un cast all'altezza, capitanato dal "solito" Servillo. La realizzazione tecnica è di buon pregio e si avvale di una bella colonna sonora. Sicuramente non tutto è perfetto: ci sono sbavature che si potevano facilmente evitare e la lunghezza è forse eccessiva (ma non pesa più di tanto), però il giudizio complessivo rimane positivo.

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