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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Paolo Genovese trae dal proprio omonimo romanzo un film piuttosto insolito che, nonostante la presenza nel cast di due attori brillanti come Mastandrea e Servillo, sceglie la strada del dramma a tinte surreali e una Roma prevalentemente notturna e piovosa come teatro per un'avventura dai tratti sospesi. La domina un Servillo che con fare sornione imperscrutabile interpreta una sorta di Caronte in missione recupero: un istante prima che un suicida commetta l'insano gesto lo prende con sé e lo conduce come un fantasma a scoprire come si comporteranno le persone che conosceva e cosa accadrà dopo la sua morte. Un po' quello che Dickens aveva immaginato nel suo “Canto di Natale”,...Leggi tutto insomma, e che permette uno sviluppo tendenzialmente favolistico qui reso più immanente dal profondo realismo degli scenari e da un approccio che si vorrebbe più adulto.

Genovese riveste di un alone misterioso l'operato dell'accompagnatore senza nome (Servillo), il quale fin dall'inizio non si capisce come agisca, che intenzioni abbia e perché scelga di comportarsi in modo tanto enigmatico. Diciamocelo: si gioca sulla sua ambiguità perché il film possa far nascere in chi guarda la curiosità, la spinta a farsi molte domande (talvolta destinate a rimanere senza risposta); le stesse che si pongono i quattro suicidi che l'uomo "salva" portandoli in una terra di mezzo nella quale non sono né morti né vivi, o meglio morti in attesa di verificare se, anche alla luce di quanto vedranno, desidereranno poi ancora uccidersi. Il loro destino si compie, in pratica, ma per un certo numero di giorni avranno la possibilità di riconsiderare la loro decisione.

Perché si sono suicidati? Napoleone (Mastandrea) per aver perso interesse dopo una vita passata a motivare gli altri a ripartire, Arianna (Buy) perché non riesce a dimenticare la morte improvvisa della figlia sedicenne, Daniele (Cristini) per la disistima in se stesso, youtuber da 900.00 follower guadagnati abboffandosi di enormi quantità di cibo in diretta, Emilia (Serraiocco) perché ossessionata dall'idea di arrivare sempre seconda in una carriera da ginnasta che l'ha costretta sulla sedia a rotelle dopo una sfortunata caduta. Naturalmente apatici, poco invogliati a seguire le criptiche indicazioni dell'uomo che li accompagna per la città, li vedremo uniti da un anomalo senso di amicizia e comunione. Nel frattempo, tuttavia, la loro comprensibile, scarsa vivacità si traduce in una evidente perdita di agilità del film, che procede lento, talora troppo compiaciuto di frasi artefatte rese più naturali solo dalla bravura del cast. Il clima rarefatto in cui si muovono i protagonisti si riflette insomma in una forma cinematografica attendista e fiacca, che per riemergere avrebbe bisogno di una sferzata decisa che non arriva mai.

E così, se pure è apprezzabile la relativa originalità del progetto, se nulla si può rimproverare a un cast adeguato e ottimamente diretto, se la scelta delle location e di una colonna sonora di qualità indica l'eccellente fattura di un film che riconferma peraltro l'abilità tecnica di Genovese, in più di un momento si desidererebbe una forte accelerata che lo smuova da quell'atmosfera sì accattivante ma anche penalizzata da un incedere troppo compassato, privo di notazioni ironiche rimaste a presenziare solo nei tratti somatici della consueta, impagabile espressività di Servillo. Il finale, che inizialmente sembra indirizzato verso una moraletta scontata e povera, recupera un po' con un colpo di scena telefonato ma che un suo senso indubbiamente ce l'ha.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/01/23 DAL BENEMERITO MYVINCENT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/02/23
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Myvincent 29/01/23 08:44 - 3722 commenti

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Genovese finalmente supera se stesso con un film che ha una storia molto ben scritta, nelle sue tematiche, negli sviluppi, nei messaggi più o meno reconditi e anche nei dettagli. Perfetti sconosciuti in attesa di "farla finita" vengono traghettati in una sorta di limbo, da cui avranno modo di osservarsi e capirsi. Il regista non rinuncia al suo registro corale mettendo in scena una Roma magnifica anche nella sua piovosità. Nulla da eccepire sul cast, nel quale rilucono Servillo, Buy e la sorpresa Sara Serraiocco. Solo il personaggio di Mastandrea risulta poco credibile.

Markus 5/02/23 00:36 - 3680 commenti

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Un suicido ogni tanto allunga la vita, una paradossale metafora che dà il senso di quest'opera tratta da un romanzo dello stesso Genovese, che in una chiave decisamente lugubre come la morte imbastisce storie di diverse umanità raccontate dagli stessi morti... viventi. Sarebbe bastata un po' di ironia e il coraggio nel tagliare le troppe scene superflue per rendere questo carrozzone di due ore di pesantezza in un buonissimo film, ma ancora una volta ha prevalso l'egoismo registico.

Caesars 8/03/23 14:52 - 3773 commenti

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Lo spunto non è certo particolarmente originale (il canto di Natale di Dickens insegna, ma anche Capra) però bisogna dare merito a Genovese di aver creato un intrattenimento non banale coadiuvato, nella riuscita del film, da un cast all'altezza, capitanato dal "solito" Servillo. La realizzazione tecnica è di buon pregio e si avvale di una bella colonna sonora. Sicuramente non tutto è perfetto: ci sono sbavature che si potevano facilmente evitare e la lunghezza è forse eccessiva (ma non pesa più di tanto), però il giudizio complessivo rimane positivo.

Capannelle 21/05/23 01:02 - 4394 commenti

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Il primo tempo non entusiasma, un po' perché questa patina surreale spalmata su ritmi blandi sembra non funzionare, un po' per qualche scena melodrammatica (tipo lei che si rialza dalla carrozzina e incontra il bonaccione) o battuta telefonata nel copione. Nel seguito, creandosi l'alchimia tra i personaggi e grazie anche al mestiere di Genovese, le cose migliorano e ogni protagonista riesce a dare il proprio contributo anche se i singoli vissuti sanno di televisivo. Musiche pompate e buona varietà di location, curiosamente virate sul teal & orange in postproduzione.

Galbo 17/06/23 17:35 - 12372 commenti

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Un film dalle premesse coraggiose e atipiche nel panorama (spesso troppo uguale a se stesso) del cinema italiano, che parla di morte con un espediente narrativo che ricorda molto da vicino una delle opere più celebre di Dickens, "Il canto di Natale". Ambientato in una Roma spesso notturna e piovosa, un film che non lascia troppo spazio alla speranza, sebbene il finale sia parzialmente consolatorio, con una buona colonna sonora e interpretazioni incisive del cast, ma anche con una lunghezza eccessiva e con un ritmo altalenante, tendente talora al soporifero.

Achab50 29/06/23 16:23 - 73 commenti

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La vicenda si delinea chiaramente già dieci minuti dopo l'inizio, per cui l'interesse cala notevolmente. E' dura lasciar scorrere sette giorni sapendo già quasi tutto. Probabilmente si poteva alleggerire il tutto facendo incontrare un numero superiore di personaggi con altre situazioni. Come al solito Servillo dà il meglio nel ruolo del novello Caronte. Regia solida. Non male.

Daniela 2/07/23 04:44 - 12606 commenti

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Una poliziotta, un motivatore, un bimbo youtuber, una ex ginnasta olimpionica: sono gli aspiranti suicidi che un uomo misterioso blocca un attimo prima del momento fatale, guidandoli nei sette giorni successivi in un tour alla ricerca delle ragioni per cui vivere... Pur rieccheggiando classici del passato come La vita è meravigliosa, il film possiede una certa originalità nell'impianto e può contare su un buon cast, ma è penalizzato da un andamento mesto, stranamente privo di picchi emotivi. Il colpo di scena nel finale rialza le quotazioni ma nel complesso il film delude.

Victorvega 28/09/23 15:03 - 501 commenti

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Sui titoli di coda che scorrono verrebbe da dire di aver appena visto il film più bello degli ultimi cinaue anni! Verità? Magari no, ma ci troviamo al cospetto di un regista ambizioso, originale e dalla pregevolissima scrittura. La storia è molto bella, avvincente e tiene incollati alla sedia (pur procedendo lentamente fino al finale che, di colpo, in pochi secondi, permette di rispondere a tutte le domande accumulate). Un grande cast supporta il tutto e permette a Genovese di portare in porto un film veramente notevole, di cui il cinema italiano ha bisogno.

Cotola 2/10/23 20:12 - 8998 commenti

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Genovese parte da uno spunto risaputo, dal sapore capriano dai cui toni ottimistici però sta ben lontano per gran parte della sua pellicola. Da un lato va apprezzato il tentativo di proporre comunque qualcosa di almeno un po' diverso nel panorama del cinema italiano, dall'altro però non si possono non notare certi difetti: banalità psicologiche assortite, ritmi altalenanti, più di una qualche lungaggine. E su tutto una certa prevedibilità che toglie forza all'emotività del film. Bene invece che i personaggi non siano certo simpatici. Il risultato è discontinuo ma non disprezzabile.

Rambo90 31/10/23 02:01 - 7661 commenti

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Genovese confeziona un film interessante, dalle atmosfere insieme cupe e luccicanti; seppure non sia Frank Capra, riesce a instillare nello spettatore affetto per i suoi personaggi. Lo aiutano un cast eccellente e ben diretto e una fotografia che ritrae Roma quasi come una capitale americana. Si apprezza l'umorismo a tratti cinico, ci si consola con la mancanza di buonismo a tutti i costi e così si passa sopra a un ritmo altalenante e a qualche rallentamento di troppo. La vita è meravigliosa anche qui, anche se con riserva. Buono.

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Anthonyvm 16/11/23 16:14 - 5615 commenti

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Genovese mixa La vita è meravigliosa con stralci di Wristcutters in una dramedy dallo humour così sottile che neanche si nota. E questo suo prendersi così sentimentalmente sul serio è forse il neo principale della pellicola, che considerata la sua impostazione favolistica avrebbe forse necessitato di tocchi più convenzionalmente (ma adeguatamente) ironici nel trattamento di tematiche tanto controverse e a rischio di banalizzazione. Il risultato è pertanto un po' zuccherino, talvolta semplicistico, benché non manchino oneste vampate emozionali. Corretto il cast, ottima la fotografia.
MEMORABILE: Il tremendo padre del piccolo youtuber in coma; Le persone felici nella città di notte si illuminano e si spengono come lucciole; Servillo sul ponte.

Deepred89 9/01/24 12:38 - 3701 commenti

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L'idea iniziale, un La vita è meravigliosa descritto con toni depressivi alla Magnolia (da cui si eredita il motivatore fragile e la giovane star sfruttata), era pure promettente, ma il tutto è sviluppato con irritante infantilismo, tra ripetute frasette a effetto e soluzioni narrative risibili nel loro fallimentare tentativo di suscitare emozioni, il tutto con psicologie grossolane e dizioni - tolto il professionalissimo Servillo - tra il mediocre e il terribile, aggravate da un sonoro scadente. Si salvano le atmosfere plumbee, la messinscena e Servillo, ma l'insieme è sconsolante.
MEMORABILE: Il terribile ballo a sorpresa, degno della scena analoga di Delitti, ma meno divertente.

Jandileida 21/02/24 14:08 - 1558 commenti

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Va dato merito a Genovese di aver almeno provato a esplorare un territorio nuovo, lontano da soliti sentieri battuti e strabattuti, in Italia e non solo. L'opera è sicuramente imperfetta, appesantita come è da momenti davvero fiacchi e impoverita da seriose frasi a effetto il cui unico frutto è un sospiro rassegnato dello spettatore. Tuttavia, la Roma grigia in cui si situa il limbo tra la vita e la morte e un cast molto professionale riescono a tenere viva un'attenzione comunque già intrigata dall'espediente iniziale. Un pizzico di ironia in più avrebbe forse giovato.
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