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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Sgangheratissimo thriller con un Eric Roberts talmente sopra le righe che passa da momenti di apatia e occhi sbarrati ad altri in cui urla o monologa vaneggiando. L’obiettivo, probabilmente, era quello di rendere su schermo la follia del protagonista, fresco assunto al dipartimento di polizia come fotografo chiamato a scattare sui luoghi dei delitti. Si capisce subito quanto Jack Hart (Eric Roberts) non abbia un gran controllo della situazione e pure la sua compagna, Isabel (Eliza Roberts, sua moglie nella vita), non sembra molto dissimile: entrambi sono preda di cicliche turbe che li portano a scontrarsi e a dichiararsi poco dopo grande amore.
Lei non ne può più di vivere...Leggi tutto senza sposarsi, lui non ci pensa e si fa trascinare dagli eventi. In particolare, dovendo partecipare a un concorso fotografico indetto dal dipartimento, decide di contattare una splendida bionda le cui immagini gli sono appena capitate sottomano. Si chiama Jean Starr (Kelly Preston, è la modella rimasta per trent’anni moglie di John Travolta) e, raggiuntala in casa insieme a Isabel, capisce subito come gli stia lanciando chiari messaggi. Tra i due in poco tempo nasce una prevedibile intesa che li porta ad appuntamenti segreti in casa di lei, dove si consumano i tipici amplessi a base di sesso bollente che siamo abituati a trovare in molti thriller di quegli anni. Jack si lascia coinvolgere totalmente, lei sembra giocare con lui mentre Isabel, a casa, ha capito tutto (anche perché a lei infila al dito la linguetta di una lattina e a Jean un costoso anello).
Un intreccio abbastanza standard, che però viene continuamente stravolto dagli accessi di follia di Jack e da un montaggio che sembra infilare scene a caso senza un perché: un po’ di foto di cadaveri piazzati dove capita sui luoghi di lavoro, scoppi d’ira, l’amico ispettore (R. Lee Ermey) che cerca di calmare Jack facendolo rinsavire, timidi accenni action, sequenze d’effetto il cui significato sfugge (la pallottola che nell’incipit esce al ralenti dalla canna della pistola che Jack si punta alla tempia) e un colpo di scena finale che arriva quando in un tale caos non ci si sperava proprio, di riuscire a ottenere una soluzione logica.
L’impressione, insomma, è quella di un film che, con la pretesa di stupire e magari di proporre qualcosa di originale all’interno di un canovaccio altrimenti insulso, si gioca la carta dei dialoghi spiazzanti, delle reazioni imprevedibili, dimenticando poi di rabberciare le voragini in sceneggiatura (il presunto déjà vu di Jack quando scatta la foto di Jean sul letto cosa vorrebbe significare?) e preoccupandosi al massimo di buttarci dentro un po’ di sesso a buon mercato puntando sull’indubbia avvenenza della seducente Kelly Preston. Eric Roberts, non nuovo a produzioni singolari e bizzarre, s’impegna nello sfoggiare espressioni stranite durante faccia a faccia di dubbio gusto o in sterili assolo. Si può apprezzare sulle prime lo strampalato registro scelto dagli autori, ma a lungo andare il tutto diventa sfibrante e pure la durata di 1h 45’ si fa a tratti estenuante. Peccato perché Eliza Roberts è buffa e nemmeno male, come attrice…
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Lei non ne può più di vivere...Leggi tutto senza sposarsi, lui non ci pensa e si fa trascinare dagli eventi. In particolare, dovendo partecipare a un concorso fotografico indetto dal dipartimento, decide di contattare una splendida bionda le cui immagini gli sono appena capitate sottomano. Si chiama Jean Starr (Kelly Preston, è la modella rimasta per trent’anni moglie di John Travolta) e, raggiuntala in casa insieme a Isabel, capisce subito come gli stia lanciando chiari messaggi. Tra i due in poco tempo nasce una prevedibile intesa che li porta ad appuntamenti segreti in casa di lei, dove si consumano i tipici amplessi a base di sesso bollente che siamo abituati a trovare in molti thriller di quegli anni. Jack si lascia coinvolgere totalmente, lei sembra giocare con lui mentre Isabel, a casa, ha capito tutto (anche perché a lei infila al dito la linguetta di una lattina e a Jean un costoso anello).
Un intreccio abbastanza standard, che però viene continuamente stravolto dagli accessi di follia di Jack e da un montaggio che sembra infilare scene a caso senza un perché: un po’ di foto di cadaveri piazzati dove capita sui luoghi di lavoro, scoppi d’ira, l’amico ispettore (R. Lee Ermey) che cerca di calmare Jack facendolo rinsavire, timidi accenni action, sequenze d’effetto il cui significato sfugge (la pallottola che nell’incipit esce al ralenti dalla canna della pistola che Jack si punta alla tempia) e un colpo di scena finale che arriva quando in un tale caos non ci si sperava proprio, di riuscire a ottenere una soluzione logica.
L’impressione, insomma, è quella di un film che, con la pretesa di stupire e magari di proporre qualcosa di originale all’interno di un canovaccio altrimenti insulso, si gioca la carta dei dialoghi spiazzanti, delle reazioni imprevedibili, dimenticando poi di rabberciare le voragini in sceneggiatura (il presunto déjà vu di Jack quando scatta la foto di Jean sul letto cosa vorrebbe significare?) e preoccupandosi al massimo di buttarci dentro un po’ di sesso a buon mercato puntando sull’indubbia avvenenza della seducente Kelly Preston. Eric Roberts, non nuovo a produzioni singolari e bizzarre, s’impegna nello sfoggiare espressioni stranite durante faccia a faccia di dubbio gusto o in sterili assolo. Si può apprezzare sulle prime lo strampalato registro scelto dagli autori, ma a lungo andare il tutto diventa sfibrante e pure la durata di 1h 45’ si fa a tratti estenuante. Peccato perché Eliza Roberts è buffa e nemmeno male, come attrice…
Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/04/24 DAL BENEMERITO DAIDAE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/10/24
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- Quello che si dice un buon film:
Daidae - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr.
Più che discreto thriller all'americana. Non eccelso nei lati violenti, né in quelli erotici in cui non si è voluto troppo spingere (vediamo un seno scoperto di sfuggita e alcune pose molto provocanti). La trama è volendo anche banale, ma arrivare al vero colpevole è difficile. Buona la scelta del cast, su tutti un ispirato Eric Roberts affiancato da R. Lee Ermey (il mitico sergente maggiore Hartman), leggermente irreale il finale. Film da riscoprire.
MEMORABILE: L'anello.
Kelly Preston HA RECITATO ANCHE IN...
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