Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: Cinema italiano del periodo d'oro. Con tre sole idee, ma anche con tre attori perfetti per il ruolo (senza contare che tutti e tre se lo saprebbero pure creare...) e una regìa che bada al sodo, si licenzia l'ennesimo film decente (**). C'è un calo cospicuo nel finale (abbastanza prevedibile, ma con chiusura un poco "ambigua"). Si lascia guardare, ma fa sorridere vedere Villa Miani (con la sottostante Roma) spacciata per "dintorni di Milano"...
Cotola: Anche le democrazie, si fondano sul sangue. Tesi non nuova che il cinema liberal di
Redford, affronta e sostiene col solito impegno civile e con risultati migliori che in
passato. Il ritmo è buono, così come pure il coinvolgimento: per questo motivo anche chi già conosce la storia, non si annoierà. Un buon film a cui però manca una regia forte che lo renda speciale: d'altronde se Redford avesse da regista quella stessa personalità e quel carisma che aveva da attore, la sua carriera da cineasta sarebbe stata ben altra.
Giùan: I nostri smascheratori di misteri buffi, vinta una lotteria, partecipano alla prima crociera spaziale organizzata da un miliardario e presto infestata da un mostruoso extraterrestre. Nuova avventura per la gang dell'alano, con gli sceneggiatori che, alla ricerca della location più adatta per attivare i consueti meccanismi del whodunit animato, la trovano stavolta nella fantascienza (molti i riferimenti ad Alien, sia nelle fattezze del mostro che nell'onomastica di uno degli ospiti dell'eccentrico Baron). Ripley. Tutto sostanzialmente all'insegna del seriale già visto. Per facinorosi.
Markus: Maestrina veneta si trasferisce a Roma per farsi maritare dal suo scapestrato fidanzato romano con la fissa di imitare Tony Manero. Una volta a destinazione, sarà adottata da una strana famiglia… De Sisti, con pochi mezzi (e si vede, location di uno squallore inaudito), mischia le carte della commedia sexy - ormai alle corte - alla moda della "disco-music" (generò qualche filmetto). L'impasto a grandi linee funziona nella misura in cui, con tale titolo, è bene non aspettarsi molto. Le danzereccie musiche di Cipriani faranno cadenzare il piedino!
Rambo90: Film usa e getta sulla terza età. Le situazioni sono ampiamente prevedibili e regalano tiepide emozioni tra dramma e commedia, ma se non altro c'è un cast di lusso di vecchie glorie a tenere banco. In particolare la Burstyn si dimostra ancora perfettamente in gamba e offre una buona performance, mentre un affaticato Caan regala una delle sue ultime interpretazioni e non può che commuovere. Ritmo altalenante e fotografia da soap ma tutto sommato guardabile.
Mascherato: The American. The Quiet American? Un americano tranquillo? Semmai tranquillante. Clooney ha "espresso" (product placement?) la volontà di ambientare questo film, da lui prodotto insieme col sodale Grant Heslov, in Abruzzo per omaggiare la regione colpita dal terremoto oltre che assicurarle un ritorno di immagine come località turistica e risollevarne in tal modo l'economia. Ma la buona intenzione non diventa tensione, quella che un thriller richiederebbe.Succede quando si confonde l'introspezione col prolasso alle gonadi ed il tormento interiore con la fissità interpretativa.
Gianl: Nonostante i molti attori illustri, la comicità qui latita; solo Vitali, nel ruolo del figlio di Banfi (!), con una selvaggia libidine che gli procura esclusivamente botte, si salva. Ma il centro del racconto è, involontariamente, drammatico. Il corpo della Fenech è concupito con inconsueta violenza. Il giovane spasimante Gelardini è uno stalker che possiederà la preda con un'irruzione e uno scontro ai limiti del tentato stupro. La cruda situazione rende il film il più morboso e il più erotico nel ciclo delle insegnanti. La Fenech molestata è al top del suo fulgore.
MEMORABILE: La Fenech suona al pianoforte a seno nudo "Per Elisa".
Daniela: Per sfuggire alle guardie, un ladro si nasconde in un barile di rhum, poi caricato su una nave pirata in procinto di salpare per i Caraibi. Scoperto, viene gettato a mare ma... Film modesto girato in modo approssimativo incollando alle riprese in studio spezzoni di altri film, d'altra parte il motivo di attrazione non erano le avventure marinaresche ma il comico nei panni del pirata, sia pure involontario. Lasciato libero di improvvisare da una sceneggiatura canovaccio, Totò ripaga con un fuoco di fila di quiproquo e giochi di parole, anche se non tutte le gag vanno a segno.
Claudius: Modesta commedia en travesti che riprende il tema de A qualcuno piace caldo. Ovviamente, i pur simpatici Banfi e De Sica non reggono nemmeno lontanamente il confronto con Lemmon e, soprattutto, Curtis. Si ride ma le risate derivano da battute e doppi sensi troppo volgari. Ad ogni modo la presenza di Stander e della mitica Sora Lella danno mezzo punto in più al film.
MEMORABILE: Le avance di Stander a Banfi nella stalla.
Cangaceiro: Il mondo perfetto di una famigliola borghese distrutto dal maniaco di turno, che stupra e ammazza alla faccia loro. Trama scarna da film tv americano che strizza l'occhio neppure tanto velatamente alla vendetta fai da te poiché nell'opera di Schlesinger l'inarrestabile sistema giudiziario yankee ha le mani legate neanche fossimo in un poliziottesco Anni 70. Il finale (ma più che altro l'intera pellicola) più che telefonato è spedito con raccomandata e ricevuta di ritorno. Prova sentita quella della Field, ma vedendola qui due Oscar sembran troppa grazia...
Rigoletto: Nella vasta filmografia di Sean Connery questo film non arriva sul podio e non è nemmeno tra i più appetibili, pur potendo contare su alcuni elementi indiscutibilmente di valore (in primis la location). McTiernan è un regista scafato ma il film pecca nella lunghezza, spesso non supportata da immagini interessanti riguardo una storia tagliata con l'accetta. Un po' di delusione, oggettivamente, la lascia.
Paulaster: A parte l'idea di partenza di giocare con la commistione tra una coppia clandestina e la psicanalisi, la sceneggiatura ha poco da dire. Esaurita subito la novità durante la prima seduta, il prosieguo con Rubini è debolissimo, come pure la conclusione. I protagonisti non hanno freschezza: la Angiolini a tratti ricorda la Ferilli come atteggiamenti e Sermonti come musicista non è credibile. Diverse canzoni (ben interpretate) per allungare il brodo.
Enzus79: Biopic dedicato al celebre scrittore de Il Signore degli anelli. La pellicola attraversa tutti gli anni che sono stati di ispirazione per i suoi celebri romanzi. Ritmi piuttosto bassi, con momenti che rasentano il mieloso e il già visto trasformando presto l'interesse in noia. Lo scrittore inglese meritava sicuramente miglior sorte, su grande schermo. Convincente Hoult.
Galbo: Buona commedia sul mondo iperefficiente e nevrastenico della televisione americana, tra produttori rampanti e star in declino in cerca di occasioni di rilancio. Sceneggiatura di ferro e buona ricostruzione ambientale di un "dietro le quinte" poco conosciuto dal pubblico. Il film si affida giustamente al solido professionismo di "vecchie glorie" come Ford e la Keaton (senza dimenticare Goldblum) ma è Rachel McAdams la rivelazione del film, davvero ottima per i tempi della commedia.
Redeyes: Commedia corale che rimanda a un Verdone di qualche anno prima per il suo tema, ma che va sviluppandosi in chiave maggiormente ironica, intervallando gag un po' forzate, come gli sketch di Papaleo, a gradevoli scene comuni, come il viaggio in bus e la taranta. Bisio risulta piuttosto in parte e lo stesso dicasi per Foglietta; un po' sottotono Giallini, invece. La durata breve aiuta la visione e anche il finale è tutt'altro che deprecabile. Riassumento si potrebbe definirlo come un piacevole film senza spunti né difetti.
Nando: Pellicola convenzionale sulla figura di un giustiziere che vuole ripulire la propria città dal marciume della delinquenza dilagante; troverà un suo ex allievo pronto a contrastarlo. Dopo un inizio accettabile tutto cade nella routine con uno sviluppo narrativo abbastanza telefonato fatto di sparatorie ed esplosioni. Il finale appare inutilmente spiazzante e assai poco credibile.
Remen51: In questo Love boat in versione simil-drammatica troviamo la Bullock (che assomiglia a tratti a Michael Jackson) e Jason Patrick (addirittura patetico nel finale). Willem Dafoe fa il cattivo così così, mentre il capitano della nave si fa comandare da tutti e rotola qua e là con un braccio rotto senza batt ciglio. Farsesca la nave che investe l'isola: ammazza almeno una trentina di persone, ma la telecamera indugia sul cagnetto che scappa. Inutile far esplodere la petroliera. Si salvano la coppietta di giamaicani in motoscafo e qualche battuta qui e là. Film superfluo.
MEMORABILE: I passeggeri intrappolati nel corridoio: "Ma perché lei non si toglie i vestiti?" "Ma perché sotto non indosso le mutandine" (e mostra le gambe).
Giufox: Onesto - ma forse già visto - dispiego di forze, con il soggetto che si perde sui binari ibridi del film di genere e ammicca a tanti successi recenti, il tutto tenuto in piedi dall'indelebile carisma di Stallone. Spirito filiale e una reiterata faida colorata di Marvel non sembrano essersi esaurite nel panorama delle produzioni contemporanee - e Sly interviene aggiungendovi il suo faccione burbero e vissuto, il tutto al servizio di una trama che meritava maggiore approfondimento. L'azione non manca, ma manca di stupire limitandosi a compiacere. Sufficienza strappata.
Ultimo: Una band famosa negli anni '80 si riunisce grazie a un magnate russo loro fan. Commedia senza infamia e senza lode, in cui a tratti ci si diverte (grazie sopratutto a De Sica) ma che nel complesso appare lacunosa e senza una vera identità. Certo non ci si annoia quasi mai, e prendendolo come film senza troppe pretese lo si può anche guardare. Sottotono Abatantuono, mentre la coppia De Sica-Ghini porta alla mente alcuni cinepanettoni. Appena sufficiente.
Daniela: Pilota valente radiato dall'esercito per troppo buon cuore trova un nuovo impiego nel settore civile, venendo coinvolto nell'evacuazione di un'isola minacciata da un'eruzione vulcanica... Salvando gli effetti speciali di discreta fattura, paragonabili a quelli di un qualsiasi blockbuster USA di medio livello, il film è un concentrato di stereotipi popolato da personaggi indistinguibili l'uno dall'altro, a parte tre o quattro caratterizzati tanto sommariamente da far sperare che tra un botto e un crollo spuntino fuori lohnson oppure Butler a rendere la visione meno anonima.
Siska80: Scordatevi la DeLorean: oggi basta una comune musicassetta per tornare indietro nel tempo e cambiare il corso degli eventi... Oppure no? Fiaba per cuori romantici con tanto di "colpo di scena" finale che sa parecchio di già visto - nonostante lo stile videoclipparo moderno e abbagliante (in ogni senso) - cui non riesce a dare nuova linfa vitale neanche il sempre bravo Glover (ma perché gli attori di colore sono chiamati a interpretare sempre i medesimi ruoli nei film fantasy?). Meritevole di un'occhiata giusto per la bravura e la dolcezza della Rugaard, sebbene si dimentichi presto.
Federico: A mio parere uno dei migliori titoli americani usciti nel corso del 2009. Dopo Juno, Jason Reitaman continua a dimostrarsi un ottimo regista/sceneggiatore. Nel film si toccano tematiche molto attuali come la grave crisi economica americana, la solitudine e i rapporti interpersonali gestiti con i nuovi media. Il film è ricco di dialoghi brillanti e divertenti che aiutano a sdrammatizzare alcune scene. La figura del protagonista è perfettamente "sputata" su Clooney, il personaggio che interpreta - per certi versi - è quasi autobiografico.
Cangaceiro: Sottovalutato men in prison che ha il merito di non fossilizzarsi sui clichè del genere (che pure ci sono e vengono ben sfruttati) mettendo al centro una lunga e avvincente guerra psicologica tra due uomini ben diversi tra loro. Oltre allo spettacolo, con uno scontro finale fantasioso, dal sapore medievale, c'è spazio per la doverosa riflessione su temi come il senso d'appartenenza, il valore della dignità umana e la repressione. Ne esce un mix di tutto rispetto. Gandolfini impersona bene il ruolo del viscido passacarte, Redford si conferma una garanzia.
MEMORABILE: Gandolfini: "Cosa si aspetta dalla sua permanenza nel castello?" e Redford: "Niente... solo scontare la mia pena e andarmene..."
Jandileida: Peccato per quel ridicolo gioco della bottiglia in spiaggia (più adatto per una festa delle medie) ed in generale per tutto l'episodio dei presunti giovani pieno di tette ma poverissimo di contenuti, a tratti irritante nel disegnare una gioventù abbastanza vacua e vuota. I restanti episodi danno vita ad una decente commediola che punta su soluzioni e situazioni già viste ma lo fa con un discreto brio (l'episodio di De Luigi) e non senza leggerezza (Signoris/Cederna). Inevitabile, a quanto pare, la deriva melensa nel finale.
Cotola: Una donna è la protagonista, all'inizio inconsapevole, di una lotta per il bestiame, ma le sorprese non mancheranno. Si fa per dire perché il plot è quello che è: abbastanza prevedibile sia nei suoi sviluppi che nell'epilogo. Inoltre manca di presa e coinvolgimento sullo spettatore. Ma il peggio è probabilmente lo scarso carisma dei personaggi, compresa la protagonista che è ribelle (nel titolo originale si parla più giustamente di rossa del Wyoming) quanto un cappone al pranzo di Natale e dello sceriffo che ha l'attrattiva di un piatto di broccoli in un ristorante all you can eat. Modesto.
Pol: Più che episodi li definirei barzellette tirate per le lunghe. Prendiamo, ad esempio, il segmento con De Sica: "Nobile spiantato vive imbucandosi ad eventi della Roma bene". Questa mezza riga è in pratica l'intera sceneggiatura e così per tutti gli altri. Poi c'è chi col mestiere riesce a strappare un sorriso e chi nulla può davanti al vuoto cosmico partorito dai Vanzina, che hanno pure il coraggio di spacciare questo filmetto come l'ennesimo "spaccato di vita dell'italiano medio", come si evince dall'irritante voce fuori campo: ebbasta!
Il ferrini: Chi ama il fanta-catastrofico ci troverà tutti i classici ingredienti del genere: la tragedia imminente, il sindaco che vuole minimizzare perché è sotto elezioni, il reparto militare inefficiente, il solito emarginato - creduto pazzo - che invece ha la soluzione. CGI non sempre credibile ma con un suo fascino, la Statua della Libertà che perde un braccio si ricorda. Buona la recitazione, regia dinamica e montaggio veloce, lo script invece è quel che è.
MEMORABILE: La discesa per le scale con i tappeti isolanti per salvarsi dalla tempesta elettrica.
Puppigallo: E' un po' meglio della serie animata (da piccolo la trovavo già ripetitiva e smielata). Qui c'è più umorismo, i puffi sono piuttosto simpatici e gli umani risultano abbastanza sopportabili (Gargamella è scemo come dev'essere e il protagonista e sua moglie sono accettabili). Certo, col passare del tempo le idee diminuiscono, ma almeno la prima metà è tutto sommato apprezzabile e le personalità dei puffi protagonisti sono ben costruite. Nel complesso, non male. Nota di merito per Gargamella, che a New York scambia un senzatetto con carrello pieno di rifiuti per un "mago locale".
MEMORABILE: Il protagonista (con puffi in casa) alla moglie, prima di uscire: "Dovrebbe rimanere un adulto con loro". E il Grande Puffo: "Ma io ho 546 anni".
Didda23: Commedia americana con profonde implicazione sociologiche sul concetto di seconda modernità. Come fa a far tutto? E' una versione semplicistica e addolcita del problema odierno di far coincidere famiglia e lavoro per le donne. La Parker pare meno brillante del solito e il cast di contorno è quanto di più anonimo ci si possa aspettare. Buona la confezione e il ritmo è discreto. **
Ira72: Quando accade qualcosa che ha a che fare con gli effetti speciali, è possibile si riemerga dal torpore. Perché non sono male, come le ambientazioni del resto. Ciò che rimane, invece, è di una noia mortale e di tale banalità che quasi dispiace il coinvolgimento, a esempio, di attori del calibro di Julianne Moore (una a cui il lavoro non manca...). Dimenticabilissimo e sconsigliato anche agli amanti del fantasy.
Enzus79: L'inizio lasciava ben sperare, davvero una scena ad alta tensione. Poi si cade nei soliti stereotipi dei film d'azione (quelli peggiori) ed in battutacce e sparatorie che non hanno alcun senso. Stallone interpreta sempre personaggi che passano dalla depressione a sbalzi d'orgoglio e questo stufa un po'. Harlin gira bene le scene d'azione, ma non basta.
Mco: Strano oggetto filmico quest'opus di De Sica. Veli di commedia, con tanto di battute triviali, su sostrato horror. La danza ritmica di Andrea Farri, autore dell'ottima colonna sonora, ci accompagna tra palazzi e sotterranei di una Napoli in preda a spiriti ostili. La volgarità sublima in voli con deretani all'aria, la ricerca delle origini della strega tra i polverosi volumi della biblioteca bordeggia territori gotici. Un'unione di stili ambiziosa, non sempre compiuta, ma che ha il coraggio di muoversi in nuove direzioni. Peculiarità.
MEMORABILE: Buccirosso posseduto che insulta il suocero in barca; De Sica al cinema.
Saintgifts: La storia assomiglia a tante altre storie di famiglie americane di ceto medio basso, formate da coppie sposate, poi divorziate e risposate, con prole in età adolescenziale perciò con un carattere già formato o comunque difficile da cambiare. De Niro è il patrigno per Tobias (un diciannovenne DiCaprio che dimostra meno dei suoi anni) in uno dei suoi personaggi peggiori e che interpreta tanto bene da risultare addirittura odioso. Prepotente, ma anche debole, inadatto come educatore. Buona atmosfera anni '50, regia pulita, buone le interpretazioni.
Silvestro: Bel lungometraggio sulle storie di Asterix e Obelix. La pellicola in 3D non tradisce lo spirito originario dell'opera. Si ride, ci sono tanti spunti su cui riflettere e il divertimento non manca. insomma, un cartone che può essere apprezzato da tutti, sia dai più piccini che dagli adulti in cerca di un buon intrattenimento che riesca comunque ad affrire spunti di riflessione.
Viccrowley: La stantia commedia italiana, orfana dei grandi Maestri, perde colpi. Nel 1996 Pieraccioni tenta di riportarla in auge svecchiandola ma al contempo portandole rispetto. E sbanca i botteghini. La storiella è quella che è e i tempi comici non sempre collimano con le ambizioni del regista toscano, ma tutto sommato il giochino diverte e strappa qualche risata. Merito soprattutto di una bravissima Tosca D'Aquino e di un sempre eccellente Haber, che stampano sui loro personaggi una teatralità verace. Sul patetico andante il gruppetto di ballerine spagnole.
MEMORABILE: Il tormentone di Tosca D'Aquino... piripì!!!
G.Godardi: Action movie spionistico all'insegna della trasperenza: infatti non offre null'altro che un intrattenimento fine a se stesso. E questo un po' dispiace, perché nella figura di Bourne, braccio armato robotizzato (se non lobotomizzato...) della CIA che prende coscienza, poteva esserci un ottimo spunto d'approfondimento psicologico nonchè di critica sociale. Rimane comunque un discreto blockbuster apprezzabile per il suo ritmo e montaggio frenetico, il quale però funziona meglio nella prima parte, quando ancora è poco chiara l'"identità" di Bourne. Buono il cast.
Siska80: Rimasto paraplegico a causa di un incidente, giovane banchiere decide di non arrendersi pur di non dipendere dalla sua famiglia. Significativo film (ancora più coinvolgente in quanto narra un fatto realmente accaduto) che ha l'intelligenza di centrare il punto, soffermandosi sul decorso post traumatico e riabilitativo del protagonista e i primi, ovvi, momenti di sconforto (tanto più perché ci viene mostrato come un tipo iperattivo e pieno di voglia di vivere), ma anche la fortuna di poter contare sulla sorprendente bravura di Aaron Paul in un ruolo tanto difficile. Bello.
MEMORABILE: La videocassetta hard; La didascalia con le foto del vero Adam.
Ultimo: In ogni videoteca che si rispetti non può mancare il Dottor Stranamore, gioiello "leggero" del primo Kubrick, chiaramente ispirato alle vicende della guerra fredda. Peter Sellers è un protagonista perfetto e si immedesima alla perfezione nei tre diversi ruoli (il migliore, a mio parere, resta quello del Dottore del titolo), consegnandoci un prodotto non perfetto ma recitato ottimamente e diretto in modo impeccabile da Kubrick, abile a non far calare il ritmo. Memorabili i discorsi al Pentagono per un grande esempio di cinema.
Bouvard : La vita della giovane vedova Abla, che conduce una piccola panetteria, conosce una svolta improvvisa il giorno in cui accoglie, riluttante, Samia, ragazza che vaga sola agli ultimi giorni di gravidanza. Samia saprà sottrarre la donna alla freddezza che si è autoimposta, complici la figlioletta, la cucina e la musica. Un film tutto al femminile, incentrato su di una storia semplice ma di grande impatto emotivo, con attrici completamente calate nella parte e gran bella fotografia. Ottima lezione su come si possa commuovere raccontando una realtà brutale, senza patetismi né moralismi.
MEMORABILE: Il discorso di Slimani; La musica; L'impasto.
Paulaster: L'addio al celibato è un soggetto già visto (Bachelor party ecc...), stavolta ravvivato dosando gli episodi trasgressivi. Dopo un'introduzione classica, gli eventi vengono presentati come fosse una sorpresa. Alcuni momenti sono esilaranti (la macchina della polizia e l'arresto), altri stiracchiati (il cinese e lo scambio di persona). Dell'ultima parentesi matrimoniale non c'era bisogno. Le incongruenze, soprattutto con la tigre e la camera distrutta, sono inevitabili in questo genere di film. Brillante l'idea delle fotografie finali.
MEMORABILE: Il taser coi bambini; Il pugno di Tyson; L'anello dell'Olocausto.
Enzus79: Tratto dall'omonimo romanzo di John Grisham. Giallo giudiziario abbastanza debole. La storia ha dinamiche piuttosto prevedibili se non forzate. Troppe lungaggini. La nota negativa che si evidenzia di più è la componente sentimentale, che fa perdere quel poco di verve che c'è. Matthew McConaughey convincente (meglio però in versione originale). Colonna sonora pomposa.
Siska80: Un'avvocatessa ingiustamente accusata di omicidio finisce coinvolta in un intrigo internazionale che ha a che fare addirittura con il Secondo Conflitto Mondiale. Dopo una prima mezz'ora preparatoria si entra finalmente nel vivo della vicenda ambientata tra i ghiacci dell'Islanda e ci si lascia trasportare in un intreccio interessante anche se non particolarmente originale, convergente in un finale che di sorprendente ha davvero poco. In fondo comunque non male, anche grazie a un cast che fa bene il suo mestiere, alle location di ampio respiro e alle sequenze d'azione riuscite.
Magi94: Fedelissimo al libro sul piano della trama, quanto lontanissimo dall'atmosfera e dalle caratterizzazioni di Nabokov. E' sul versante dei personaggi, infatti, che il film fallisce su tutta la linea: Humbert perde ogni goccia di sarcasmo, di astuzia doppiogiochista e di ambiguità, incarnandosi in un Jeremy Irons piatto e tragico; Lolita più che una bambina ninfetta maliziosa, pare un'adolescente con eccessivi pruriti sessuali. C'è da dire che se ci si scorda del libro da cui è tratto, tutto sommato non è un brutto film, con una bella fotografia.
Siska80: Ipocondriaca solitaria e guardia del corpo dal passato difficile si incontrano in maniera rocambolesca, e da cosa nasce cosa. Probabilmente il peggior episodio di un ciclo per altro non memorabile: l'intento è quello di essere originali (almeno all'inizio, visto che l'epilogo è scontato), ma al contrario si imbocca un vicolo cieco proponendo una storia senza capo né coda in cui nemmeno il cast riesce a mettersi in luce. Eppure i nomi validi non mancano, a partire dalla coppia Crescentini/Pesce; il più simpatico rimane comunque Assisi, il quale riesce a plasmarsi addosso ogni ruolo.
Galbo: Il rocambolesco viaggio di due famiglie dalla Germania est verso ovest, a bordo di una mongolfiera. Tratto da una storia incredibilmente vera, un film che mette in evidenza con verosimiglianza e senza ricorrere a inutili elementi spettacolari, il dramma umano di persone in cerca di libertà e opportunità, con ritmo e tensione incalzanti e la buona resa del clima opprimente della DDR dell’epoca, con l'onnipresente polizia segreta della Stasi. Il cast ben scelto offre una prova credibile. Buono il doppiaggio italiano.
Digital: Era proprio impellente il bisogno di un nuovo capitolo di MIB? A giudicare dalla "qualità" di questo quarto capitolo sembrerebbe proprio di no. La storia è praticamente inesistente, solo un mero pretesto per mettere in moto il solito carrozzone di effetti speciali e sequenze vagamente action. Mortalmente noioso, scriteriatamente privo di quell'ironia di cui vorrebbe fregiarsi (non si ride praticamente mai). Hemsworth deludente, la Thompson è di un’antipatia quasi letale. Merita solo aggettivi screditanti.
Ishiwara: Il passare del tempo non lo ha invecchiato troppo: nonostante oggi i personaggi reali quasi si confondano con quelli realizzati digitalmente, questo film fa ancora la sua bella figura. L'idea di base è buona, la realizzazione tecnica ottima per gli standard dell'epoca e (considerando la natura cartoonesca dei personaggi di animazione, che non devono sembrare reali) valida tutt'ora. La sequenza iniziale è riuscitissima e il passaggio al dietro le quinte ha del geniale. Divertente e piacevole.
MEMORABILE: "Il problema è che ho le voglie di un cinquantenne e il pisellino di tre anni" - "Già, un problema da niente..."
Domino86: Siamo all'esordio di Leonardo Pieraccioni e quindi le aspettative e le pretese non sono sicuramente alte. Rivedere oggi il famoso attore/regista così giovane fa un certo effetto! Comunque la pellicola si segue bene; non ha né alti né bassi, non sarà un grande capolavoro ma è un film leggero che si lascia guardare con piacere.
Pigro: Nel minuscolo ma strategico Stato neutrale in mezzo alla Guerra fredda scoppia l’amore tra i figli degli ambasciatori Usa e Urss. Divertita rivisitazione di Romeo e Giulietta che dalla tragedia shakespeariana plana verso la commedia, interpretando in modo spiritoso il conflitto grazie a un Ustinov (autore del testo teatrale originario, regista e protagonista) in gran forma. La location italiana (Todi) è ben valorizzata e al contempo plasma visivamente il senso profondo del film, tra sfarzo nobiliare e beghe da cortile. Piacevolmente frizzante.
Decimamusa: Gli ingredienti del genere ci sono (quasi) tutti e sono mescolati con efficacia, nonché nutriti dalle giuste dosi di tensione. Poliziotti stressati ma con differenti vissuti e coscienze, periferie ghettizzate, inseguimenti e scontri fino alle sconvolgenti scene conclusive. Appare contratta, però, la sensibilità sociologica, manca il guizzo riflessivo che, con uno sguardo più penetrante sul clima e sull’anima della banlieue, avrebbe potuto far diventare pregevole un prodotto che rimane comunque buono. Parigi finisce con l’assomigliare a Chicago: almeno in parte, un’occasione perduta.
Rambo90: La Goldberg all'apice della carriera ovvero un'ora e mezza di divertimento assicurato: trama abbastanza originale e ritmo veloce con un personaggio costruito su misura per l'esuberante protagonista. Riuscite anche le caratterizzazioni di contorno dalla simpatica Wiest al formidabile Wallach. La seconda parte (con l'incarnazione fisica del mago della finanza) è semplicemente irresistibile. Buono.
Herrkinski: Dopo la trasferta canadese e quella sudafricana questa volta si raggiunge una lussureggiante isola tropicale (siamo in Thailandia) che offre splendide location naturali, valorizzate da una fotografia all'altezza; Williams viene nuovamente prelevato dal pensionamento per combattere un'altra orda di graboids fuori controllo, in un canovaccio stravisto però risolto con divertito mestiere registico dall'ormai habitué Paul. Tra CGI esagerata (pur di buon livello), guerriglia nella giungla e citazioni cinefile a go-go si consuma un buon ultimo capitolo di una serie ormai al limite.
Capannelle: Marchal conosce benissimo il genere e anche stavolta non delude. Pur dovendo gestire una storia più stratificata e che percorre almeno tre diversi stati riesce a mantenere un ritmo alto e far tornare i conti alla fine, seguendo due indagini che sembrano agli antipodi. Nella vicenda entrano tanti personaggi, peccato che qualcuno di loro non trovi adeguato spazio (il vichingo) mentre gli altri trovano il giusto equilibrio e riescono ad esprimere un sufficiente tasso di umanità e di... bestialità. Action ben tirata con il picco filmico di Carcassonne, mdp dinamica e mai incerta.
MEMORABILE: L'organizzatissima vedova del poliziotto; Le tradizioni del Marocco.
Nando: Ennesimo action con protagonista Seagal che è anche produttore e sceneggiatore. Stavolta se la vede con la Yakuza (la famigerata mafia giapponese) e tra sparatorie colpi di arti marziali e duelli con katane la narrazione scivola via indolore e senza particolari sussulti. Nessuna novità, anzi cose viste e riviste, come il taglio del mignolo come prova di coraggio ed espiazione.
Cotola: Non si può dire che sia brutto o che sia fatto male e non si lasci seguire senza affanni (nonostante l'epilogo non sia certo una sorpresa). Ma siamo dinanzi al solito film americano piatto e senza guizzi tecnico-registici degni di nota
che nella prima parte presenta una sceneggiatura che, pur con i suoi manicheismi e le sue banalizzazioni, è capace di mantenersi sobria, evitando le scene ad effetto. Cosa che purtroppo non fa anche nella seconda in cui a volte eccede. Non male l'idea, ma non certo nuova, di intrecciare storia presente e passata. Bella la confezione ed ottima la Mirren.
Deepred89: Brutto ma divertente. Alcune scene sono parecchio trash (come Diogene alle prese con la bambola gonfiabile o la sequenza finale) ma il film, tra scene di sesso e omicidi mediamente sanguinosi, riesce a non annoiare. Simpatico Nino Castelnuovo, bellissime la Fenech e la Benussi, bravo Diogene (anche se il suo personaggio è trashissimo). Mediocre la colonna sonora. Comunque decisamente superiore ai vari Giallo a Venezia o Patrick vive ancora: almeno qui non ci si annoia. Solo per appassionati.
Xamini: Un due pallini abbondanti questo Logan Lucky, che definirei anche La truffa (il film) degli imbecilli: quasi tutti i personaggi sono intellettualmente non brillanti e l'abbondanza, in mancanza di risate, infastidisce. Quello che emerge da una struttura piuttosto ordinaria (e dal tentativo fallito di scatenare le risa) è il personaggio della figliola di Tatum, che arriva sin quasi al grottesco, ma in qualche maniera funziona nel rapporto col padre e restituisce un pelo di anima. Lei e il finale.
MEMORABILE: Take Me Home, Country Roads cantata dalla bimba; le richieste in carcere; il finale.
Enzus79: Che tristezza! Film che spazia nel western con contorni da commedia tutt'altro che riuscito. Non diverte, anzi gli sbadigli aumentano man mano che passano i minuti. Inutile dire che Harvey Keitel e David Bowie non possono che dare un supporto soporifero al film. Pieraccioni risulta il più simpatico: si vede che è l'unico che ci crede.
Nando: L'attentato di via Rasella e l'abominevole vendetta visti con gli occhi dell'autore della seconda (un intenso e sofferto Burton) e da un restauratore religioso (un poco convincente Mastroianni, che interpreta un personaggio di fantasia). I fatti sono discretamente descritti, pur con qualche lacuna, il clima plumbeo appare deciso e il cast è appropriato (su tutti il ghigno monolitico di Steiner).
Daniela: In un futuro prossimo, la scarsità di cibo ha reso la fertile Indonesia una superpotenza in grado di risolvere il problema della fame nel mondo ma il partito al potere ha instaurato una feroce dittatura... Sono le premesse poco originali di un film che funziona almeno in parte nelle sequenze di azione grazie ad alcune trovate come il mantello dell'invisibilità ma risulta confuso nella trama e molto banale nei risvolti sentimental-familiari dell'eroe. Il doppiaggio piatto e straniato rende ancor più tosto arrivare fino in fondo senza sbadigliare.
MEMORABILE: In negativo: "Questa è tua figlia!" e lui non fa una piega.
Giacomovie: Analisi senza vetriolo del mondo del cinema hard, nella quale Anderson mostra con distacco ciò che caratterizza lo star system alternativo dell'altra Hollywood: guadagni facili, donne da sballo e popolarità; ma anche ciò che c'è girando la medaglia: rischio del repentino declino e facile accesso alla droga. Tecnicamente il film regge bene, con un buon controllo del vivace ritmo che sostiene la lunga durata. Ma il taglio descrittivo e non del tutto appassionante lo hanno allontanato dal mio elenco di film da rivedere una seconda volta. ***
Nicola81: Chissà perché, lo cercavo da tempo. Ora che l'ho visto posso dire che non è un brutto film, ma nemmeno imprescindibile. La regia è scolastica, ma la storia, benché non originalissima (il solito sprovveduto che per colpa di una bella donna si mette nei guai), è coinvolgente al punto giusto ed è narrata con buon ritmo (fatto non trascurabile visto che si sfiorano le due ore). Buona la prova di Harrelson, mentre Elisabeth Shue è sexy al punto giusto, ma la sua dark lady rasenta la caricatura. Finale insolitamente simpatico, per un noir.
Kinodrop: Un furgoncino-fotocamera si aggira per i villaggi della Francia per ridare un "volto" a luoghi e siti abbandonati,"ri-animandoli", o "animandoli" (i container nel porto di Le Havre). Documentario sui generis che incanta per il tocco leggero e retrò, in cui l’anzianissima regista e il rampante fotografo restituiscono con spirito diverso la propria dimensione poetica, dignità artistica e significato umano alle rispettive attività (del passato lei e del futuro lui). E' anche un omaggio al grande cinema francese e alla forza evocativa della fotografia.
MEMORABILE: Il villaggio dei minatori; La foto sulla roccia e la marea; L'appuntamento "buca" di Godard; La musica nella prima parte.
Dusso: Capitani garantisce al film ritmo e lo dirige con mano sicura; Gassman è in forma, la vicenda frenetica e un po' ripetitiva, ma gioca comunque bene le sue carte. Divertenti le parentesi con Delle Piane, deliziosa la Antonelli (peccato si veda solo brevemente!). Una disimpegnata commedia Anni Sessanta non disprezzabile.
Anthonyvm: Giovane infermiera a domicilio viene costretta dal rapitore di sua figlia a sequestrare un paziente che sta curando; salteranno fuori impreviste rivelazioni. Film TV canadese diretto con criterio ma poggiato su uno script instabile: una volta messi insieme i pezzi del puzzle, ci si rende conto che non tutte le forme combaciano e numerosi passaggi, oltre che implausibili di per sé, non trovano una giustificazione opportuna. Si salvano un paio di inattese sgommate adrenaliniche (la nonna che d'impulso minaccia di soffocare l'uomo che ha in custodia) e la tragica figura della Frankle.
MEMORABILE: La Frankle piange sul coniglietto di pezza della figlia morta; La verità sul paziente; L'infermiera nella casa del rapitore; Il finale nel fiume.
Capannelle: Un'ottima prova di Washington compensa le lungaggini di una trama tenuta ingiustamente su per due ore e una certo girovagare di sentimenti non sempre credibile. Bisogna anche riconoscere che un protagonista così bizzarro rappresenta un tentativo coraggioso di caratterizzare un genere ricco di avvocati in doppio petto e di arringhe solenni. Vero, Gilroy si fa prendere la mano e quanto descrive è passabile di critiche, ma come originalità e fattura non c'è da lamentarsi.
Schramm: L'ascesa criminale si presta a ogni spettacolarizzabile retorica narrativa, ma non è in sé ontologicamente eroica epica o fumettistica. Vive di atti brutali, sentimenti miseri, milieu meschini, personaggi beige. Diametralmente opposto a un cinema che l'ha fin troppo tarantineggiata e raffinata, Sentsov la sottrae (pianosequenziale incipit vertiginoso a parte) a ogni adulazione estetica andandoci giù brusco e inclemente, tagliando grezzo anche davanti a romantiche tentazioni espiative in zona Ferrara, ma al contempo camminando circospetto sulle uova, portando a quota zero il pathos.
MEMORABILE: Chiodo; Esazione con bebè; Sul sedile di dietro.
Galbo: Survival movie tratto da una storia realmente accaduta ad un giovane atleta. Piuttosto realistico nella struttura e tecnicamente ben realizzato, il film è noioso nello svolgimento. La storia procede senza grandi emozioni e per vivacizzarla gli autori devono ricorrere a flashback della vita del protagonista, anche questi non esaltanti. Buone l’ambientazione e la prova del protagonista quasi sempre da solo in scena. Epilogo scontato.
Daidae: Un'altra "perla" su celluloide: una "innocente" cameriera viene corrotta e iniziata al sesso (per carità....) da un tenebroso e bel giovane che per tutto il film snocciolerà baggianate da antologia. Persino un bravo attore come Arana in questo film fa pena, anche se il premio di peggior attrice lo vincono le due lesbiche...
MEMORABILE: "Libera il tuo seno da inutili camicie di forza... ora appoggia il culo sulla parete metallica..."
Marcolino1: Le sequenze della vicenda sono frammentate e solo apparentemente incomplete, perché in questo caso il film ci guadagna in sinteticità. Le singole inquadrature valorizzano pregevolmente i volti, i corpi, i particolari e i paesaggi. L'idea della truffa sentimentale è buona e si intona bene col titolo; le "femmine sotto", sensuali e apparentemente remissive, si attaccano all'uomo ricco depauperandolo con disinvoltura, ma quando la facoltosa è lei e lui il miserabile, la cosa non funziona: le "donne sopra" (cioè superiori), danno sempre scacco al re.
MEMORABILE: I video amatoriali del protagonista sono il sogno di una vita agiata e sfondo della propria miseria e autodistruzione.
Galbo: Scritta e diretta dal commediografo americano David Mamet, è una raffinata satira sul mondo del cinema attraverso il ritratto di una troupe di cineasti in trasferta da Hollywood nella deliziosa (paesaggisticamente parlando) regione del Vermont. Punto di forza è la bella sceneggiatura che tratteggia ritratti al vetriolo dei personaggi, sia quelli appartenenti al dorato (si fa per dire) mondo del cinema, sia i "locali" che interagiscono con i primi, affascinati dall'abbagliante mondo hollywoodiano. Film che diverte con intelligenza.
Fauno: Non posso dire che non sia fatto bene, anche se il regista ripeterà gli stessi canoni (inserendo però una violenza quadrupla) in lavori successivi e per me molto più riusciti. Testi mi è piaciuto il giusto, Kinski è di rendimento costante, mentre è veramente al meglio come tutto la Schneider. Visto che vengono trattati a fondo l'amore platonico, la pietà e certe sensazioni in netto contrasto con la natura umana, io proporrei la visione di questo film agli amanti dei reality show e del bunga bunga...
MEMORABILE: La testata del gorilla "vecchietto". Ogni tanto Testi si ricorda dei poliziotteschi e mena anche lui.
Il ferrini: Commedia femminile e femminista d'un Monicelli particolarmente almodóvariano, che riesce miracolosamente a rendere maremmane la Ullmann e la Deneuve. Il Noiret toscano invece non è una novità e la sua dipartita è qui il motore degli eventi che aggiunge al già nutrito gruppo di donne anche la sua amante, interpretata dalla Sandrelli. Athina Cenci insuperabile, prova magistrale la sua, specie nei duetti con il mezzo matto Blier, ma brava anche la De Sio alle prese con un Hendel nientemeno che glottologo. Meno in parte Gemma, e peccato per il doppiaggio del Monni ma resta un gran film.