Bizzarro e curioso slasher irlandese, che si barcamena tra riverberi di
orfanotrofi (il ragazzino col sacco di yuta sulla testa),
preveggenze fulciane, mucche parlanti prima che il
kaos regni, e schifosi redneck/freak zoofili e sbavanti che fan sembrare quelli di
Boorman dei damerini.
Notevoli gli influssi sessuali (il dogging), suggestive le location boschive, spettrali e ancestrali le apparizioni "fantasmatiche" (il bambino/cane, il figuro in nero simil
Palpatine), qualche momento visivamente azzeccato (Lisa persa tra le canne di fiume, con riflessi bucolico/allucinatori alla
Onibaba), gore e splatter evitato con cura (ma la gamba spezzata è ben assestata) e un'atmosfera plumbea e caliginosa ben resa, che si imprime ristagnante per tutto il film.
Evitabili le apparizioni a scatti delle "creature" in piena modalità J-horror (che all'epoca andava parecchio di moda), così come le immagini traballanti e videoclippose degli stati di allucinazione dovuti ai funghetti lisergici.
Del folklore irlandese mantiene poco (la foresta potrebbe anche essere americana o di qualsiasi altra parte del globo, senza alcuna differenza sostanziale), ma Breatnach riesce a mantenere salda la suspence e a non mollare la presa (anche grazie alla breve durata), nonostante qualche attimo di confusione (conseguente anche al trip allucinogeno, di cui
Gaspar Noè ne darà una versione più colta, febbrile e autoriale).
Twist finale non poi così sorprendente e abbastanza intuibile, che però passa la mano alle varie
Thora Birch e
Mandy Lane, e la chiusa è a suo modo soddisfacente e sfuma in totale follia femminea.
Si potrebbe smarrire nel mare magnum degli slasher "ragazzi nel bosco", se non fosse per qualche buona intuizione (Holly nel tugurio lercio dei due bifolchi zoofili, la mucca ciarliera che nemmeno
Top secret!) e l'influenza "paludosa" di una natura ostile e ingannatrice.
Simpatica la battuta di uno dei ragazzi del gruppo, che si vedono davanti i due cenciosi trogloditi dopo che la comitiva ha investito accidentalmente un caprone: "
Ma dove siamo capitati, sull'isola del dottor Moreau?"