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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un film orgogliosamente francese, si legge in una delle tante sovrapposizioni che usano i titoli di testa come elemento grafico "attivo". La morte è un'esperienza straordinaria, in un altro, capovolto, verso la fine. E dire che nulla lasciava presagire, inizialmente, il delirio che da metà film in avanti prende il sopravvento: l'incipit ci mostra i giovani frequentatori di una scuola di ballo che in una registrazione amatoriale raccontano se stessi e le loro aspirazioni da un televisore ripreso in primo piano; al fianco di questo occhieggiano impilate le custodie vhs di film poco “rassicuranti”, evidentemente scelte non a caso: da SUSPIRIA...Leggi tutto al SALO' di Pasolini, da Fassbinder a Kenneth Anger... Un attimo dopo ci si tuffa in un primo eterno piano sequenza in cui gli stessi ragazzi si producono in danze scatenate che Noè riprende facendo volteggiare la mdp in ogni direzione, fondendo in qualche modo il movimento sinuoso della stessa con quello dei corpi in un'operazione che produce effettivamente straniamento. Già però si intuisce che quel che manca al film è la misura; semplicemente perché è anche nella sua insistenza a ripetere che trova la ragion d'essere, nell'immergerci in un incubo policromatico ritmato dalle tonitruanti basi dance della colonna sonora; ossessiva, soffocante, ovattata nei suoni e poi liberata. Il lungo piano sequenza ci fa conoscere superficialmente i ragazzi che alla festa in una sorta di scantinato danzano e si fermano, si prendono per mano, parlano... Poi si passa a quadri intermittenti, brevi scene in cui le parole sostituiscono per un po' la musica prendendo forma e articolandosi in frasi non necessariamente interessanti ma che almeno restituiscono dimensione umana ai protagonisti prima di riprecipitarli in un incubo peggiore. La sangria, l'alcol... ma non è solo quello; c'è qualcosa d'altro e l'impennata drammatica apre all'esplorazione degli spazi tra stanze e corridoi che s'addensano di contrasti cromatici tra Bava e Lynch, ambienti da gotico moderno in cui cemento e porte costruiscono virtuali cunicoli percorsi compulsivamente dai protagonisti, prigionieri come in un labirinto senza uscita, in preda a nausea e visioni, con Noè che di nuovo gioca a pedinarli: li segue, cambia direzione e personaggio quando s'incrociano, ne focalizza fulmineamente il carattere aprendo a timidi accenni di sesso, violenza, sangue... Grida, certo, ma senza esagerare: la disperazione è soprattutto intima, vissuta internamente o confessata prima di compiere azioni che non seguono una vera logica così come non la segue il film, che più prosegue più accentua la febbricitante follia rispecchiata nella tecnica di ripresa, con il climax del titolo che esplode in un ribaltamento dell'asse visivo sconfinando nella negazione della percezione classica, riafferrata appena nella pace conclusiva siglata mentre si ode la paradisiaca "Angie" dei Rolling Stones (in versione strumentale). A tratti il film entusiasma per il ritmo ipnotico delle danze in prospettiva anomala, riprese con rotazioni a 360° o dall'alto come in un varietà futuristico terremotato dai suoni martellanti delle musiche. Tecnicamente strabilia, narrativamente zoppica e cade. Per rialzarsi serve una buona predisposizione d'animo, altrimenti quando si capisce (presto) che un'evoluzione vera non c'è si rischia di arrancare stremati, scarichi e svuotati. E quel che resta in mano svanisce come neve al sole, la stessa sulla quale il film s'apriva facendo scorrere provocatoriamente i titoli di coda.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/10/18 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/02/21
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Deepred89 12/10/18 00:22 - 3701 commenti

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Un Saranno famosi ossessivo e lisergico che deflagra in zona Doom generation. Al timone un Noé tecnicamente ispiratissimo, talvolta tentennante nella gestione dell'ascesa del suo climax (troppi giri a vuoto nella prima parte, troppa aria fritta nella seconda) e magari incapace di appagare fino in fondo, ma in grado di creare un'atmosfera sensorialmente potente e stordente pur tenendo a freno sesso e violenza. Cromatismi argentiani ma grana sporca: nonostante i rimandi espliciti al regista romano, più Quel motel vicino alla palude che Suspiria.
MEMORABILE: Il bambino e tutto quello che gli capita.

Bubobubo 7/02/19 18:15 - 1847 commenti

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Si riparte dagli infernali, spiraliformi antri cremisi del Rectum, nell'aula magna di una scuola abbandonata dove si alimenta l'orgia autofaga di un corpo di ballo non granché omogeneo, spinto oltre ogni limite dalla nascosta somministrazione di un allucinogeno... Entomologo Noé a rapporto: è ancora pura estetica, è ancora percezione a tratti senza narrazione, ma è soprattutto una mefistofelica rivisitazione dell'horror di genere (contate i titoli impilati a lato della tv nelle scene iniziali...). Si balla, si ride, si piange, si muore.
MEMORABILE: Il destino di Toto.

Herrkinski 26/02/19 02:59 - 8052 commenti

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Il punto più basso della filmografia di Noé; davvero ci si può ancora stupire per i piani sequenza interminabili, l'uso straniante della mdp, la fotografia dai forti toni rossi e la costante ost dance? Tutto già visto negli altri suoi film e meglio, ma in tal caso aggiungere mezzo punto al giudizio per la mera tecnica. Un esercizio di stile senza alcuno script; i primi 50 minuti sono dialoghi indie di nessun interesse, il resto gente in preda a un trip che si dimena, urla, piange, si fa male. Assenza completa d'idee e noia che regna sovrana.

Cotola 11/03/19 21:59 - 8998 commenti

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Noé sa il fatto suo, da un punto di vista tecnico: ciò è indubbio. E anche questo film lo conferma. Ma quanto si punta tutto sull'estetica fine a se stessa e, tra l'altro, per nulla originale (le soluzioni stilistiche adottate dal regista sono tutte presenti nelle altre sue opere), la situazione non può che essere delle peggiori. Meno nichilista che in altre suoi film, qui Noè non ci regala un'idea che sia una, né guizzi che riscattino la totale mediocrità dell'insieme nonché la noia totale che avvolge lo spettatore, "costretto" com'è a sorbirsi infiniti dialoghi privi di contenuto.

Schramm 28/07/19 16:35 - 3490 commenti

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Può la Meraviglia assumere i connotati dell'Incubo e viceversa? Domanda più retorica che mai se ce/se la pone Noè. Dall'albedo della vitalità cosmica della danza di Kalì (pirotecniche coreografie che si vorrebbero infinite) al melmoso sentore di orgia strisciante su fino alla nigredo d'una democratica totentanz che non lascia scampo né dentro il film né in platea. È solo apparentemente il Noé meno sadico, sleale e canagliesco, anzi in questo irrattoppabile sbrego all'occhiello del più spregevole sentimentalismo il Male più indiscriminato, cieco e inarginabile concia letteralmente per le feste.
MEMORABILE: Il titolo falsamente smentito partendo dagli end credits e la coreografia mostrata dal punto di vista meno privilegiato, per meglio accentuarla.

Mickes2 11/04/20 15:21 - 1670 commenti

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Discesa infernale che grida all’esasperazione dell’estetica, vortice parossistico che deflagra in disperate urla di dolore, virtuosismi e ridondanze come fulcro (anti) narrativo. L’urgenza di Noè nel voler bucare sempre lo schermo si materializza in un epidermico climax Irreversible che monta, febbricitante e allucinogeno, senza volontà ma solo tramite attimi, istinto, follìa. Uno scendi senza il sali. Al contrario di Love si va dritto all’obiettivo per quanto “solo” sensorialmente e nichilisticamente. Les jeux sont faits: prendere o lasciare.
MEMORABILE: Selva e il suo delirio "zulawskiano".

Capannelle 27/03/20 16:56 - 4394 commenti

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Non dispiace. Certo, ha delle trovate e parti (il casting) inutili ma esprime una discreta dose di energia veicolata dal mix visivo e sonoro e soprattutto costruisce il suo percorso di ansia senza ricorrere a troppe scene trucide o quantomeno di violenza esplicita. Conoscendo il regista era facile cadere nello shock a buon mercato ma qui si trattiene e determinate caratterizzazioni possono funzionare. Il progressivo dilagare allucinatorio complessivamente è descritto bene mentre a livello singolo presenta quadretti più o meno riusciti.

Jdelarge 9/04/20 00:27 - 1000 commenti

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Più che di un film si può parlare di una lunga coreografia, davanti e dietro la macchina da presa, caratterizzata da un nichilismo estremo che porta al completo annientamento fisico e morale dei protagonisti della vicenda, il tutto sotto l'imponenza della bandiera francese. Purtroppo l'ottimo esercizio di stile soccombe a una sceneggiatura che finisce con l’essere divorata da se stessa, accettabile se vista in un'ottica di gigantesco trip ma decisamente povera se si vogliono ricercare in essa contenuti di spessore.

Taxius 8/05/20 16:29 - 1656 commenti

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Dal punto di vista tecnico siamo su alti livelli in quanto la fotografia, i colori e il lungo piano sequenza sono davvero notevoli; a deludere è invece il contenuto, in quanto per circa 90 minuti si assiste al nulla cosmico. La storia è sostanzialmente divisa in tre parti: la prima una lunga e interminabile sequenza di balletti (belli), la seconda vuoti discorsi sul sesso e la terza la discesa negli abissi della follia. La noia regna sovrana in questa meno che mediocre pellicola che non è altro che un esercizio di stile.

Giùan 24/05/20 11:47 - 4528 commenti

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Se nei primi 30' (forse anche più) Noè mostra di essere posseduto dal demone del cinema esaltandoci in un'orgia coreutica che fa venir a mente i "tarantati" di De Martino o un sabba che al confronto quello inscenato da Guadagnino atterrisce, dopo il film entra ahinoi nel climax (sic!) più caro all'autore e a noi non resta che la terra del rimorso per quel che avrebbe potuto essere e non sa. E il problema, si badi bene, non sono il trip, la mescalinizzazione, le urla, l'agitazione senza trama narrativa né tessuto cinematografico ma la più turgida noia!
MEMORABILE: Le interviste "incorniciate" da dvd e vhs; La coreografia al ritmo di "Supernature" di Cerrone.

Gaspar Noé HA DIRETTO ANCHE...

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Pinhead80 15/06/20 14:06 - 4715 commenti

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Quella che sembra un'orgia di corpi che si dimena all'ombra di una musica martellante, nasconde in realtà un'insidia che va oltre ogni logica. Le coreografie iniziali degne delle migliori scuole di ballo lasciano il posto all'estasi e all'abisso di comportamenti animali ripugnanti. Difficile seguire i continui cambi di prospettiva delle inquadrature (marchio di fabbrica di Gaspar Noé), che vuole accentuare con questo sistema il senso di angoscia e la follia dei suoi personaggi. Un'ora e mezza in cui più che le parole contano i corpi sudati e arroventati che chiedono pietà. 

Bullseye2 18/10/20 23:16 - 393 commenti

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Questa volta Noé ci va più leggero dal punto di vista dell'eccesso (si fa per dire), ma il risultato è lo stesso ferocemente insostenibile: un Suspiria riletto attraverso un bad trip da LSD che si fa Salò romeriano, viaggio al termine della notte angosciante, La grande abbuffata della rave generation distrutta dai suoi stessi eccessi in una notte durante la quale emergono incubi, paure, odio e rabbia. Cinema puro, mai fine a sé stesso, di un nichilismo che annichilisce lo spettatore immerso in un bagno lisergico di delirio. Forse l'ultimo horror possibile oggi.

Buiomega71 7/11/20 01:27 - 2899 commenti

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Inizio e finale a dir poco straordinari, sia visivamente che sensorialmente (la ragazza nella neve e il sangue, l'arrivo dei poliziotti sulle note di "Angie" dei Rolling Stones), di mezzo le febbrili e spasmodiche riprese noeiane, che diventano confusione e cortocircuito lisergico, in un coacervo da mal di testa che va da Zulawski, per passare da Kubrick, infilandosi in un My little eye alla mescalina fino alla "contaminazione" stile Wild beasts. Colpi di genio (la ragazza che prende fuoco, il colirio con l'acido) e sregolatezza (la danza orgiastico allucinatoria) tipici di Noè.
MEMORABILE: L'approccio lesbo tra Selva e Ivana; La passione incestuosa verso la sorella; L'autoflagellazione isterica di Lou; Psyche fa la pipì sul pavimento.

Minitina80 26/11/20 08:44 - 2976 commenti

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Capire quale sia il senso del marasma messo in scena da Noé resta un enigma impenetrabile. Poco importa il peso del comparto tecnico se non si capisce l’utilità di quei dialoghi e il delirio collettivo che vede coinvolti i protagonisti. Lo si può chiamare in tanti modi, da cinema sperimentale ad avanguardia, ma l’impressione è che dietro tanta anarchia cinematografica non si nasconda molta sostanza. Un linguaggio sia visivo che dialogico spinti all’eccesso, poi, non sconvolgono o scandalizzano più nessuno e non sembrano veicolare nulla se non la presunzione del regista.

Enzus79 10/09/21 21:32 - 2864 commenti

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La cosa stupefacente di questo film è la piattezza: vuole dire tutto ma non dice niente (i primi venti minuti sono pressoché inutili). C'è una metafora di sottofondo? Poco percettibile. Magari fra un ventennio sarà giudicato un cult, ma oggi non se ne capisce la duttilità. Per quanto concerne la parte tecnica, niente da eccepire. Colonna sonora men che mediocre.

Lupus73 16/07/22 12:34 - 1485 commenti

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Festa in scuola di danza ma qualcuno ha messo l'LSD nella sangria. Come da titolo: un crescendo, un delirio cinematografico lisergico con soggetto démodé (quasi roba da Chappaqua), ma a differenza di certo revival come nel film di Gillam, qui viene trattato in maniera drammatica, lasciando il grottesco solo a certi dialoghi introduttivi da festino (tra l'altro divertenti). Consistente l'aspetto coreografico (alla Fame), il lato psichedelico è reso più dalla sceneggiatura che dall'immagine, se si eccettua la parte finale "sottosopra" in cui il climax sfocia in orgia/bolgia infernale.
MEMORABILE: Il discorso triviale ad inizio festa tra i due ragazzi di colore.

Kinodrop 11/02/24 19:50 - 2909 commenti

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Incomprensibile già all'inizio con la troppo lunga sequenza di interviste sul piccolo schermo messa come prologo di un assurdo piano sequenza su una esagitata e interminabile coreografia a base techno, che sfocia poi in una catastrofe allucinatoria da droghe e un annichilimento generale fatto di urla, violenza, deliri e morte. A parte le velleità estetiche, sfuggono i contenuti e gli intenti del regista, che alla fine si infrangono sull'ovvia documentazione di una realtà presente sia nella cronaca che nelle varie declinazioni espressive. Risultato: stordimento e insofferenza.
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  • Discussione Herrkinski • 5/08/19 03:32
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    Schramm ebbe a dire:

    >>>Sia nella musica che nel cinema detesto quando l'estro artistico viene usato per giustificare un'assoluta assenza d'idee.

    non credi però che se le idee fossero in balia di un'assenza assoluta il film raccoglierebbe dissensi unanimi ovunque e soprattutto le sue recensioni si ridurrebbero a quest'unica frase perché tanto il film non è/ha nulla e quindi nulla al di fuor di questo se ne può dire? a me sta anche benissimo che non ti abbia toccato un dente e non ti sia piaciuto neanche per sbaglio, sta benissimo che te le abbia fatte girare o te le abbia gonfiate dalla noia, e sono pronto ad ascoltarne i perché, ma da qui a dire che è oggettivamente una bruttura assoluta ed "evidentemente parco di idee" è un bel salto. se non fosse un'evidenza solo tua sarebbe così. io (e non so chissà quanti altri con me) invece lo trovo parco di idee nel senso che è un parco-idee :D

    poi nemmen vedo perché se questo film piace i fruitori debbano necessariamente essere hipster o nerd o modaioli o non ho capito bene che altro. non credo difenderlo sia neanche da elitari, dato che è (prepara i sali) un film che è piaciuto almeno quanto è spiaciuto. per prendere un campionario tra gli altri, su imdb ha la media del 7.2, per cui (là dentro almeno) si è forse più elitari nel dargli addosso. certamente non è un film che può piacere a tutti, tant'è vero che l'italia se ne è guardata bene dall'azzardare una distribuzione, e ciò nonostante abbia fatto il botto a milano.

    Ma guarda, qua apriamo un abisso che non si chiuderà mai nell'ambito di tutte le arti, nel senso che se dovessimo basarci sul successo, sui trend o sui voti (più o meno eminenti) dati alle varie opere in un determinato momento storico allora dovremmo decretare grandi artisti gente che ha fatto robaccia della peggior specie; il fatto che una cosa incontri i gusti del pubblico (specialmente in un dato momento) non vuol dire che sia di qualità, ma questo penso che lo saprai bene senza che te lo dica io. Così come io mi sono spesso trovato a difendere cose che per la maggioranza erano delle opere minori. Credo però fermamente in una via di mezzo oggettiva di valutazione delle cose; il mio voto a sto giro forse ha sofferto di una delusione cocente ed è stato eccessivamente punitivo, dall'altro lato anche il tuo mi pare eccessivamente celebrativo, direi irrealistico. Per fortuna essendo sul Davinotti i nostri estremi di pallinaggio verranno moderati per forza di cose :-D
    Sul discorso degli hipster, ultras, modaioli e blablabla ho cercato di mettere bianco su nero un punto di vista che capisco sia difficile da comprendere perchè è una visione un po' estrema di certe cose. E' un discorso complesso che forse senza conoscersi di persona è difficile capire da dove venga. Ci ho provato, ma capisco che sia un po' estremo e non del tutto chiaro perchè dipende molto dal background personale. Purtroppo mi rendo conto che sia difficile condividere certe visioni delle cose anche perchè generalmente ho dei gusti impopolari che mi trovano in minoranza.
    Per concludere tornando al film, forse un domani gli ridarò una possibilità; l'ho fatto con Irreversible qualche anno fa e un pallino l'ha guadagnato, però da qui a cambiare radicalmente idea la vedo durissima. Non penso supererei mai un 2 palle per Climax.
    Ultima modifica: 5/08/19 03:33 da Herrkinski
  • Discussione Schramm • 6/08/19 17:53
    Scrivano - 7693 interventi
    >>>se dovessimo basarci sul successo, sui trend o sui voti (più o meno eminenti) dati alle varie opere in un determinato momento storico allora dovremmo decretare grandi artisti gente che ha fatto robaccia della peggior specie; il fatto che una cosa incontri i gusti del pubblico (specialmente in un dato momento) non vuol dire che sia di qualità, ma questo penso che lo saprai bene senza che te lo dica io.

    io però intendevo dire tutt'altra cosa e cioé che a me il tuo assunto di base secondo il quale difenderlo è da frangia modaiola elitaria mi pare sfasato se non rovesciato dato che sembra aver raccolto più consensi che detrazioni (e qualche sì con riserve), e che una rondine farebbe primavera solo se ci fosse quell'unica rondine. detto altrimenti, parleremmo di primavera se trovare climax oggettivamente vacuo e brutto fosse un giudizio unilaterale di millemila spettatori (un unico garrire). invece il film spacca in due (come peraltro noè ha sempre fatto) e si porta a casa premiazioni da cannes (il C.I.C.A.E) e da sitges (nientemeno), e non credo le giurie di cannes fossero costituite da barbuti simil boscaioli radical chic. sitges, poi, men che meno. insomma non stiamo parlando dell'oscar: per essere un film di nulla qualità evidentemente vacuo e oggettivamente brutto, parliamone (anche perché scendiamo un po' nello specifico tecnico: può far storcere la bocca per tutti i suoi 95', ma come si può negargli l'intrinseca qualità artigianale?). come sopra, non è piaciuto a te, non ha soddisfatto il tuo gusto, il tuo intendimento, il tuo immaginario, le tue aspettative. ma questo non ne fa necessariamente un film nullo di per sé. a me non piace punto sokurov per dire, e se attacco a elencarti i motivi per cui non lo reggo finisco di scrivere il 9 agosto ma del 2020, e tuttavia gli riconosco tutta l'oggettiva grandezza che ha. sapere che non mi appartiene è già tutto, perché mi suggerisce che non sono coartato a continuare a seguirlo.

    quanto al pubblico in rapporto agli hipster saiwa: credo che tra quanti l'hanno amato (e alcuni anche più di me) o anche solo apprezzato con riserve, l'eterogeneità non difetti: secondo me non è un film che vuole furbescamente rispondere a un mirato trend, o ammiccare provolone a una data fascia di finto-alternativi, vuole rispondere sic et simpliciter agli amori e alle passioni cinematografiche (e non) che noé non ha mai mancato di esplicitare con tutte le spacc(on)ate del caso; e foss'anche stato pensato per tot trend credo che il gradimento generale sfugga poi all'intenzione, e che tra i non pochi estimatori è piaciuto all'hipster come al punkettone come all'ottantenne reazionario come alla freakettona cannarola come alla casalinga di voghera come al più aristocratico e acculturato degli spettatori. così come anche al contrario, cioè è dispiaciuto a ogni tipo di spettatori, hipster compresi. non credo molto (per la verità non ci credo affatto) a quest'idea del cinema modaiolo fatto per un diagramma di venn che convoglia e soddisfa una sola fascia d'utenza, e fuor di questa non accontenta nessun altro. mi sembra sci-fi delle più pure e sono anzi pronto a scommettere che magari ha deluso fan accanitissimi che fino a love l'hanno acclamato (o anche: per molti magari climax è stato il loro primo incontro con noé). perchè noè è indubbiamente paraculo, sono il primo a riconoscerlo, ma lo è tanto quanto è stronzo.

    in ogni caso, come già ti dissi per tarantino, vorrei tanto capire che accidentaccio te ne impippa del pubblico, e del look di chi lo acclama? È il film che conta. il suo pubblico sei tu e tu solo. non è che se un film piace agli hipster e anche a te tu sei un hipster, cos'ì come non è che valuto se un film mi piace in rapporto a chi lo acclama. non capisco davvero il parametro, dato che tenere secondario il pubblico vale anche per l'autore: ciascun regista è anzitutto il primo spettatore di se stesso. a meno che non andiamo a spostare il discorso, chessò, su fenomeni di largo consumo come cinepanettoni e marvel movies pensati per far andare a casa contentissime le platee...

    >>> dall'altro lato anche il tuo mi pare eccessivamente celebrativo, direi irrealistico.

    su questo riesco a risponderti con più semplicità e assoluta certezza: non gli ho dato 5 solo per il motivo già enucleato a pagina 1. ma posso stragarantirti che è uno di quei film che mi rivedrei, potendo, almeno una volta a settimana da qui a che noé non sforna il prossimo, anche solo per le straordinarie coreografie della prima parte (e quanto a trovarle trascurate: il cast è quasi interamente formato da bellerini professionisti che non le hanno certo improvvisate in 2 minuti). È un film abissale, indisciplinatissimo, più buio di una notte senza stelle, meno superficiale di quel che appare, che non ha alcuna paura di andare fuori dai propri binari creando i peggio scempi e che nello spirito ha del profondamente zulawskiano, non posso non amarlo.

    quindi corroboro: ****! che più realistico non si potrebbe. ;)
  • Homevideo Taxius • 16/01/20 12:54
    Addetto riparazione hardware - 181 interventi
    In arrivo il bluray targato Midnight Factory
  • Homevideo Pumpkh75 • 17/01/20 09:55
    Addetto riparazione hardware - 432 interventi
    Chiedo a chi ha visto il film: ma ci sono sufficienti elementi horror da giustificarne l'uscita nella collana Midnight Factory?
  • Discussione Raremirko • 26/04/20 23:28
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Visto, finalmente!

    e' un Noè al 100% che però, 'stavolta, a mio modestissimo parere, graffia un pò meno, colpisce un pò meno.

    Fotografia, uso della mdp, atmosfera, musiche dance, tutti elementi che ci sono sempre stati serviti molto curati ci sono anche in questo caso, ma forse c'è meno visceralità, meno respiro.

    Coreografie mirabolanti (ne avrei volute vedere di più), cinismo, stile, in un buonissimo film (se potete, fate fermo immagine, ogni frame pare un quadro!).
  • Discussione Raremirko • 26/04/20 23:36
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    C'è poi quella sessuomania (soprattutto nei dialoghi, in francese ed in inglese) che il regista pare abbia intrapreso da Love in poi, ma il tutto può anche essere visto come una critica verso uan società vuota.
  • Homevideo Buiomega71 • 7/11/20 01:31
    Consigliere - 25892 interventi
    Pumpkh75 ebbe a dire:
    Chiedo a chi ha visto il film: ma ci sono sufficienti elementi horror da giustificarne l'uscita nella collana Midnight Factory?

    Oddio Pump, proprio horror non direi, ma ci sono elementi abbastanza disturbanti che non sfigurerebbero nel (de)genere. A patto di fare i conti con il cinema di Noè.
  • Discussione Buiomega71 • 7/11/20 11:00
    Consigliere - 25892 interventi
    Piaccia o meno, Noè non lascia indifferenti, già all'apertura del film (videointerviste fisse su di uno schermo televisivo, con ai lati un pò di vhs-si riconosce, tra gli altri: Salò, Angst, Possession, Querelle de Brest, Suspiria, Un chien andaloux- e di libri "teorici" tra cui una monografia su Fritz Lang) e a una tensione quasi insostenibile che accompagna, maligna e subdola, per tutto il film (dopo le tracannate di santa sangria qualcosa di sinistro stà per accadere, si avverte , si odora, poi esplode in tutta la sua furia distruttrice).

    Noè è il paradigma del "prendere o lasciare", il suo universo non lascia scampo alcuno, immerge il tutto in inestricabili dedali infernali dove è difficile uscirne (e sempre più cupa e corrosiva la fotografia del fido Benoit Debie, che si dipana argentianamente tra corridoi, stanze e salottini, come se fosse un'inestricabile dedalo in cui si muovono-disperati-i protagonisti in alta gradazione di stati di allucinazione progressiva-Noè, saggiamente, non mostra allo spettatore le terrificanti visioni che tormentano i ballerini-) tra interminabili piani sequenza, riprese dall'alto, montaggio febbrile e inquadratura distorte e allucinate (tutta la parte di Selva che si incammina per gli angusti corridoi è Irreversible allo stato puro).

    Impreziosito da un'apertura (la ragazza che urla nel candore della neve e la scia di sangue) e da un finale (l'arrivo dei poliziotti con il cane sulle note di Angie dei Rolling Stone e l'inquadratura genialmente sottosopra) indissolubilmente straordinari , dove si odora puro cinema , Climax è il Suspiria visto dall'autore di Love, è il suo My little eye in mescalina, che prende l'idea dall'oscuro e macabro finale di Wild Beasts (l'acqua contaminata dalla letale "zombi dust", diventa quì una sangria all'LSD dagli effetti non poco devastanti) o nel rinfresco velenifero di The Sacrament e si dipana in isterismi di chiara impronta zulawskiana (i momenti di isterismo di Selva tra urla , mani infilate all'interno dei collant e contorcimenti nevrotici in via di possessione) per finire nelle derive di un Angelo sterimatore sotto l'effetto di stupefacenti pesantissimi.

    I balletti sono ipnotici e trascinanti (quasi da sembrare un sabba), la musica rimbomba e scuote il corpo (consiglio di sentirla sparata a tutto volume), i dialoghi spesso taglienti, cinici e crudeli, fino alle accuse reciproche di chi ha messo LSD nella brodaglia alcolica, dove saltano fuori, a nervi scoperti e senza freni inibitori, le cattiverie e le meschinità fin lì represse.

    Diviso in quattro tronconi (interviste, prove coreografiche, disquisizioni e spetegulessss su quella e quell'altro, su chi mi farei o non mi farei-la parte che, in tutta sincerità, mi è piaciuta meno- e gli effetti spiacevoli degli ingredienti alterati sul fisico dei ballerini, che tirano fuori, ognuno, il peggio di sè), il Climax noeiano vanta una tensione che si riscontra difficilmente in altri film (mi viene in mente The invitation, che mi ha dato un pò le stesse disturbanti sensazioni) eppoi un pissing improvviso, sulla pista da ballo, della statuaria Psyche, dà il via alla danza macabra tra SPOILER agghiaccianti autoflagellazioni sollecitate dal gruppo ormai in preda del sadico delirio (Lou abortisce prendendosi a pugni nellla pancia e si incide le carni  con un coltellino), pestaggi (Lou picchiata dalla ragazzona nera e calva, David preso a bersaglio dal gruppo ormai a briglia sciolta), caldissime effusioni lesbo (Selva e Ivana), bambini rinchiusi nel seminterrato  e fulminati dal quadro elettrico, ragazze che prendono accidentalmente fuoco (per poi curarsi le devastanti ustioni nel lavandino), la passione incestuosa, e morbosa, per la sorella si fa finalmente carne, suicidi, grottesche manifestazioni gaye, docce frenetiche per lavare via sangue immaginario, grida, urla, musica sempre più ovattata, delirium tremens che tutto avvolge e fagocita, sino al vero colpevole dell'atto scellerato-che ha gli acri sapori di un'incantesimo stregonesco-, che si inietta, negli occhi, dell'acido , con il suo volto, e i suoi occhi lacrimosi e inebetiti che sfuma nel candore di un bianco accecante FINE SPOILER

    Al di là delle scritte in sovraimpressione che ogni tanto (e inutilmente)  Noè spara a tutto schermo, ai titoli di testa che appaiono dopo 40 minuti di film (titoli di coda subito all'inizio e il titolo CLIMAX alla chiusa, ormai prerogativa del regista argentino) anche Climax, però, non si sottrare all'emicranica scelta di far venire la nausea allo spettatore, e mi riferisco alla lunga (e francamente estenuante) danza/lisergico/orgiastico/epilettica girata a testa in giù, dove la totale confusione di quello che stà succedendo frena un pò l'emotività, in un sussegguirsi di immagini caotiche e antiestetiche, dove si vede una beata mazza del delirio e delle convulsioni senza freni. Scelta registica (tipicamente noeiana) di dubbio gusto (per quel che mi concerne), in un andirivieni stroboscopico più fastidioso che altro, e più incline al mal di testa che non all'immedesimazione sugli effetti poco costruttivi dell'LSD. E di fatto, questa non esaltante scrittura registica del buon Gaspar, ne ha limitato l'effettivo pallinaggio , che da un possibile ***! se ne scende a **!

    Gran comparto gineceo (notevoli le beghe saffiche tra Ivana e Psyche, la Boutella è un gran bel bocconcino che si ravana da sotto i collant e da addocchiare subito la ragazza in perenne ricerca di cocaina, cheppoi si lascia andare a accoppiamenti interracial), un atmosfera claustrofobica degna del miglior Kubrick shininghiano (c'è pure chi muore assiderato come il caro vecchio Jack) e quel marciume dell'animo umano che non lascia certo indifferenti.

    Noè, genio e sregolatezza, in quello che si può definire il suo primo "horror" (definizione, però, da prendere con le dovute cautele e leggendo bene il foglio illustrativo e gli effetti collaterali) che trascina in un sincopato e allucinogeno viaggio in quello che si può definire gruppo di danza in un inferno tutto girato in interno.

    Curiosamente, visto il suo autore, la violenza grafica e il sesso esplicito non sono contemplati nella loro più pura essenza (del primo, però, avrei magari gradito qualcosina in più). E per quanto mi riguarda eccessivo (oggi come oggi) il divieto ai 18.

    E il nostro Noè spiattella che Climax è un film fieramente francese, sotto l'egidia di quella bandiera che fa innervosire e inquieta alcuni dei ballerini, prima che il distruttivo trip faccia il suo irreversibile (mai aggettivo fu più consono) corso.

    La razza umana da non preservare sull'arca di Noè, e che santa sangria sia!

    Da affrontare (seppur con qualche steccata) a mente lucida.

    Nota a margine: nella sequenza in cui Selva rientra nella stanza della pista da ballo, e dove tutti sono strafatti, sul divanetto alla sua destra c'è Ivana che fa strani numeri erotizzanti solitari, completamente andata. Nel mentre mi è venuto un riverbero curioso, una sequenza analoga che c'è nell'Arbitro (nel salotto di Joan Collins , credo), dove tra gli invitati partiti a trip allucinogeno, ce n' era uno (o una, adesso non ricordo con precisione) che faceva, più o meno, gli stessi numeri lisergici.
    Ultima modifica: 8/11/20 01:18 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 7/11/20 11:08
    Consigliere - 25892 interventi
    Davvero ottimale il blu ray della Midnight Factory

    Per rispondere a Pumpkh 75 non è un horror in senso stretto, ma l'atmosfera e parecchi momenti disturbanti farebbero impallidire certi film degni di questo blasone.

    Versione assolutamente uncut (durata effettiva 1h, 36m e 41s), il classico bookletino curato da quelli di Nocturno (cheppoi prendono gli scritti del Pulici e del Gomarasca già messi nero su bianco nella rivista, compresi alcuni stralci dell'intervista a Noè , quando il film uscì nelle nostre sale).

    Come extra il cast del film, intervista a Gaspar Noè e il trailer.

    Formato 2.35:1 , audio italiano, francese e sub in italiano.
  • Homevideo Pumpkh75 • 11/11/20 14:40
    Addetto riparazione hardware - 432 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Pumpkh75 ebbe a dire:
    Chiedo a chi ha visto il film: ma ci sono sufficienti elementi horror da giustificarne l'uscita nella collana Midnight Factory?

    Oddio Pump, proprio horror non direi, ma ci sono elementi abbastanza disturbanti che non sfigurerebbero nel (de)genere. A patto di fare i conti con il cinema di Noè.

    Grazie Buio, non mi attira straordinariamente ma lo metto comunque in carrello....vediamo se ne vale la pena...