Una cellula rinvenuta all'interno di un meteorite è al centro d'una serie d'esperimenti sulla clonazione: un reporter che indaga sugli sviluppi scientifici si ritrova coinvolto in una catena di delitti, tutti connessi al furto del reperto spaziale. A leggere il cast, sembrerebbe trattarsi di un sano b-movie italiano dei bei tempi; invece la trama action predomina (male) su tutto il film ed il registro sconclusionato, dovuto ad un budget miserrimo, impone di dimenticare, in fretta, questo pessimo prodotto, passato solo in televisione...
Tanti aka che qualsiasi amante del cinema sommerso oramai conosce a menadito, ancor più del film. Vero infatti che la pellicola ha acquisito lo status di chicca proprio per la sua difficile reperibilità e vedibilità. Dal punto di osservazione qualitativo, invece, non offre che spazi alla paura fantahorror un po' démodée, con mostriciattolo a tenere desta l'attenzione, quasi quanto le nudità inattese della Trotter...
Per l’ultima volta dietro la macchina da presa, il De Martino del 1985 dimostra di saperci ancora fare e consegna al nostro cinemabis ormai in declino un bel pezzo d’artigianato italico: un avventuroso pastiche di fantascienza, ufo, fantarcheologia e metapsichica dall’azione serratissima e sostenuta dalle coinvolgenti partiture elettroniche di Detto Mariano. Trovano spazio altresì un omaggio a Hitchcock (Warbeck inseguito dal killer in elicottero) e uno splendido nudo integrale bilateral della Trotter. Magari si sapesse girare ancora oggi un film così.
Mediocre fantahorror italico che mescola confusamente fantasmi, cerchi nel grano, complotti, un baby mostro alla Cohen e altro ancora. Dopo una partenza di qualità media, con qualche attore fuori luogo di troppo, il film sprofonda, al decimo minuto, nel baratro del trash. In seguito si alternano passaggi accettabili a impennate nel ridicolo più selvaggio, con illogiche citazioni a Hitchcock, spettri di rara bruttezza, una protagonista che contatta gli alieni facendo yoga e pupazzoni dai fintissimi occhi rotanti. Warbeck promosso, film bocciato.
Mischione incredibile puro degli anni 80 con ambientazione americana immancabile. Si parte con la graziosa musica di Detto Mariano riciclata da Beverly Hills Cop (ma che se non sbaglio si sente solo nei titoli di testa). Protagonista discreto, attori italiani americanizzati, la Trotter in un look che non le dona per niente. Uno dei film con più colpi di pistola andati a vuoto che abbia mai visto. De Martino alla regia però è garanzia almeno di un certo mestiere e fa quello che può. L'alieno ha un suo fascino ma la vicenda è assurda.
Ultima prova del bravo De Martino, che con un budget evidentemente basso punta troppo in alto; la carne al fuoco è tanta, troppa, a causa di una sceneggiatura delirante che mixa film apocalittico, alieni, cospirazioni, suggestioni antropologiche, spettri e altro ancora in un thriller dal piglio fantascientifico. Al tempo stesso però è come salire su una giostra del più folle cinemabis, tra cadute nel trash e squarci di buon cinema, con l'ineffabile Warbeck che se la cava anche stavolta con totale sprezzo del ridicolo. Non riuscito, ma diverte!
MEMORABILE: L'alieno nella teca; La doccia totalmente gratuita della Trotter; Gli spettri fluttuanti; Warbeck che parla col Warbeck-alieno; Lo scontro finale.
Martino si concede diverse licenze compiendo voli pindarici non da poco, mettendo nello stesso calderone alieni, poteri psichici e dimensioni parallele. Non c’è una grossa quadratura nello sviluppo della sceneggiatura, ma di fronte a una tale matassa non potrebbe essere altrimenti. Sciolto e sempre bravo Warbeck, un po’ imbalsamati gli altri. L’introduzione musicale ricorda pericolosamente il più celebre motivo di Faltermeyer in Beverly Hills Cop. Audace e terribilmente imperfetto come solo i b-movie di una volta sapevano essere.
All'ultima regia Alberto De Martino ci offre un'opera sconsiderata e ambiziosa con un budget ridotto all'osso. All'inizio si fa persino fatica a capire bene cosa succeda e quali siano i compiti dei vari personaggi, tanta l'evidente confusione di idee in fase di sceneggiatura. Più di una volta si finisce nel ridicolo involontario (per fare un esempio, nella sparatoria elicottero-scuolabus) e nel trash assoluto (vedere per credere il finale). Da un regista di questo calibro ci si aspettava molto di più.
L'ultimo film di De Martino non è tra i suoi migliori, ma è senz'altro il più coraggioso. In effetti ci voleva una buona dose di coraggio (o di incoscienza?) per affrontare con un budget così irrisorio una storia che mette insieme extraterrestri, dimensioni parallele, clonazione, e cospirazioni da thriller politico. La sceneggiatura degli esperti Clerici e Mannino è di grana grossa, ma almeno non ci si annoia. Warbeck e Ireland se la cavano con il mestiere, la Trotter mette in mostra un loook che non le dona affatto ma in compenso anche un nudo integrale sotto la doccia.
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DiscussioneZender • 2/06/15 16:44 Capo scrivano - 48957 interventi
Ah caspita, questa è grossa. Fu una bella colonna del nostro cinema.
Dimenticavo di inserire uno dei "poliziotteschi" (ma il termine sarebbe assai riduttivo) da lui firmati, con quella regia "americana" che avrà l'apoteosi (appunto) in Holocaust 2000
Una Magnum Special per Tony Saitta, così "americano" come pochi, così ancora troppo sottovalutato, e , lemme lemme, saccheggiato (Stuart Whitman menato da un travesta, poi ripreso paro paro da Castellari nel Giorno del Cobra)
Mi accodo al dispiacere. Uno dei nostri registi più professionali, in grado spesso di fare film che non sembravano nemmeno italiani, tanto era internazionale la confezione.
Commentando un suo film (7th hyden park) ho appreso solo oggi che è morto il Maestro Alberto De Martino.
L'ho conosciuto ad un festival di cinema (Joe D'Amato Horror Festival), era il 2006 se non sbaglio.
Per quel poco che ho potuto constatare, sembrava una persona davvero squisita; gentile e disponibile, simpatica..accettava con un sorriso le battute di Ruffini...
Il suo capolavoro, per me risulterà sempre L'anticristo.
Il trailer mi fece tanta paura quando ero piccolo e quando vidi il film, da grande...me ne fece ancora di più (di paura).
Riposa in pace, ottimo artigiano del cinema italiano...quello più bello del mondo.