L'insurrezione del popolo napoletano contro gli occupanti nazisti è lo spunto da cui Loy trae ispirazione, costruendo quello che è di gran lunga il suo lavoro migliore. Il tema è serio e stavolta, per fortuna, non c'è spazio per il bozzettismo ed il macchiettismo tipico di questo regista o almeno soprattutto dell'ultima parte della sua carriera. Asciutto e privo di retorica e patetismi, riesce a coinvolgere ed emozionare lo spettatore. Interessante il cast che fornisce una buona prova.
Il film si avvale di un cast eccellente, credibile. La regia di Loy, che non ho mai amato, è esente da errori. La ricostruzione storica sicuramente si è avvalsa anche del supporto dei cinegiornali dell'epoca. La scena della fucilazione è riportata con una fedeltà estrema. Mi sono sempre chiesto perché quella sequenza fosse così drammaticamente bella; ora so che è come se quella scalinata (che peraltro ho praticato numerose volte), a distanza di anni, avesse ancora custodito in sè le anime dei poveri caduti.
Loy realizza questa pellicola corale come una via di mezzo tra una sceneggiata ed un lucido documento insurrezionalista. Ambientato durante la II Guerra Mondiale, il film si avvale di una ottima ricostruzione storica e può contare su un cast coeso. Alcune scene sono pregne di cruda drammaticità.
Grande affresco di tipo storico politico dedicato ai moti napoletani che videro la liberazione della città partenopea dai tedeschi prima dell'arrivo degli alleati. Nanni Loy dirige con mano sicura più storie basati su reali documentazioni e caratterizzate da un ritmo crescente e da un'ottima ricostruzione ambientale. Molto bravi gli interpreti in parte non professionisti.
Chi comanda i napoletani? Nessuno, neppure i disumani nazisti, come storicamente dimostrato dall’insurrezione antitedesca (27-30 settembre 1943) che liberò la città prima dell’arrivo degli Alleati. Un risonante affresco popolare, celebrativo sia dello spirito di gruppo nell’anomia della guerra – il sacrificio del dodicenne Gennarino Capuozzo, la fuga dal riformatorio – che dell’anelito alla pace e alla non violenza, concedendo barlumi di umanità anche all’animo dello straniero invasore. Epiche musiche di Rustichelli ed appassionate rese interpretative di Volontè, Wolff e della Massari.
MEMORABILE: La fuga dal riformatorio per partecipare all’insurrezione; la fucilazione; lo scontro tra i carri armati.
Un film davvero coinvolgente, con un cast tutto sopra le righe e una splendida sceneggiatura. Le scene allo stadio sono girate bene da un Nanni Loy in gran forma. Ci sono momenti ilari che non incidono negativamente sulla storia.
Insieme a Detenuto in attesa di giudizio, è la miglior prova di Loy che, oscillando fra documentario e cinema popolare, costruisce una vigorosa rievocazione dell'improvvisa insurrezione con cui il popolo partenopeo (autentico protagonista della pellicola), dopo quattro giorni di furiosi combattimenti, costrinse le truppe tedesche alla ritirata. La fotografia di Marcello Gatti e le appropriate musiche di Rustichelli impreziosiscono ulteriormente questo bel film, inutilmente candidato all'Oscar.
Ecco quello che si dice un vero film corale: veri protagonisti, infatti, sono Napoli e i suoi cittadini, che nel 1943 insorsero per cacciare i tedeschi. Loy ci fa sentire con grande forza il sapore della città, calandosi nelle strade, facendo risuonare le voci, muovendo le masse, permettendosi perfino tocchi di “tipico” spirito cinico partenopeo che filtrano nella tragicità della vicenda e nella commozione. Un film che è una sinfonia, con la partitura perfetta della sceneggiatura e una direzione d’orchestra vivace e appassionata.
Loy racconta con mano ferma e sicura le giornate in cui il popolo napoletano insorse contro i tedeschi prima dell'arrivo degli alleati. Grande ricostruzione storica degli eventi raccontati nella loro drammaticità e con quella punta di ironia e che vede grande interprete il popolo napoletano. Le espressioni sui volti delle donne che insorgono contro la deportazione degli uomini e i visi degli scugnizzi che insorgono sono da antologia. Grande esempio di neorealismo e location incredibili.
Film drammatico di ambientazione bellica. Ottimi gli attori e ben rappresentato il dramma dell'occupazione nazista. Alcune sequenze molto toccanti per un film che tiene alto il livello di tensione sino alla fine. Ottima, a mio avviso, anche la scelta di usare il B/N, che rende ancora meglio la fotografia di questa pellicola che strizza l'occhio al neo realismo italiano.
Bellissimo film che contribuisce a creare l'epica italiana della liberazione dal nazifascismo. Deve molti spunti al neorealismo di Roma città aperta, soprattutto per i personaggi e le ambientazioni, ma il tono è diverso, corale ed enfatico come è giusto che sia. Uno dei primissimi ruoli di Gian Maria Volontà che già ha i tratti di molti suoi successivi personaggi: tra sottorecitazione timida ma potente e toni aggressivi e sopra le righe (dualismo tipico della sua carriera) sceglie questi ultimi e se la cava già benissimo.
Opera veracemente popolare e senza dubbio uno dei più autentici atti cinematografici di riconoscimento (e risarcimento) nei confronti di quello che fu il contributo di ogni comune cittadino alla liberazione dall'oppressione nazifascista. Ancora colpiscono la cornice d'insieme e la rappresentazione di una coralità vivida, in cui portarono il proprio contributo guappi, lazzaroni, scugnizzi, reduci, uomini e donne dal Vomero ai quartieri. Spiace certo che il vocio continuo non si plachi mai e che Nanni non indulga al silenzio in determinati cruciali momenti ma si sa, Napule è...
MEMORABILE: Volontè "manomato"; Wolff senza barba e baffi; Wilson alle prese coi ragazzi del suo riformatorio; La processione notturna per capire chi è morto.
Nel suo film più riuscito, Loy racconta una delle pagine più gloriose della Resistenza: l'insurrezione popolare che nel settembre 1942 portò alla cacciata delle truppe tedesche dalla città di Napoli. Una ricostruzione partecipe, basata su personaggi e eventi reali, in cui i rischi del bozzettismo episodico e del patetismo ricattatorio sono evitati grazie all'autentica passione civile degli sceneggiatori e del regista, unita alla grande prova corale di un cast in cui si mescolano grandi attori, caratteristi e persone comuni. Trascinante la "tarantella tragica" di Rustichelli.
Napoli si liberò dall'oppressione nazifascista con le sole forze della sua gente, caso unico in Italia e forse in tutta Europa. Il film celebra questa pagina gloriosa della Resistenza con un misto di epica e realismo, qualche passaggio patetico che nuoce (solo minimamente) all'insieme e un tangibile coinvolgimento emotivo sia degli attori professionisti, sia dei tanti non professionisti. Tutti bravi, tutti intensi, a partire dai ragazzini-partigiani improvvisati, rappresentati dal martire Gennaro Capuozzo, medaglia d'oro alla memoria, morto combattendo per le strade. Da vedere.
Straordinario racconto di uno degli episodi più famosi della Seconda Guerra Mondiale, in cui il popolo napoletano coraggiosamente riuscì a cacciare gli invasori tedeschi. Sembrerebbe quasi un film neorealista, se non fosse per i tanti grandissimi attori coinvolti (non citati nei titoli di testa). Il film è ricco di momenti intensissimi di grande dramma, con alcuni brevi salti verso il cinema di guerra, senza farsi mancare qualche piccola chicca comica. C'è di tutto, in un'opera che racconta alla perfezione un momento drammatico da non dimenticare. Assolutamente da vedere.
La Titanus mette insieme tanti attori (napoletani e non) per celebrare un fatto storico importante e sottovalutato, l'insurrezione di Napoli contro i fascisti e i nazisti. Un film che risente del clima del periodo (c'erano grandi manifestazioni in Italia per l'avvento del centro sinistra), ma Nanni Loy e il folto gruppo di sceneggiatori riescono a evitare la retorica e a mettere insieme un film sentito e commovente. Straordinarie le scene interpretate dai veri scugnizzi, mentre Sandro Portelli è un professore molto sui generis.
Nulla da eccepire sul tema centrale dell’insurrezione partenopea che portò alla cacciata delle truppe tedesche. Altrettando apprezzabile la volontà di ricercare un realismo insistito degli scenari disastrati dal conflitto e l’intenzione di attenersi al dialetto napoletano. Convince meno la struttura disorganizzata della sceneggiatura, a cui si fatica a dare un senso cinematografico. Indugia in maniera semplicistica sulla disperazione della gente e dimentica di plasmare una forma necessaria a dargli un’identità distinguibile. In alcuni frangenti sembra di assistere a un documentario.
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Nessun attore è accreditato, in quanto: "Il Produttore ringrazia gli attori che, in omaggio al Popolo Napoletano - vero interprete delle QUATTRO GIORNATE - hanno aderito a partecipare in anonimo al film".
si riconoscono anche
Rosalia Maggio (la mamma che cerca il figlio disperso), Rino Genovese (l'uomo affacciato che urla vuje site pazze!), Luigi De Filippo (Ciccillo), Enzo Cannavale (un uomo sulle barricate, quello che prende il mitra da Cazzillo), Regina Bianchi (madre di Cazzillo), Franco Sportelli (il Professore), Carlo Taranto (l'uomo che gioca sempre a carte), Antonio Casagrande (marito di Lea Massari), Aldo Giuffrè (il sergente di marina)....
Nessun attore è nominato nei titoli di testa o di coda, perché tutti hanno lavorato rinunciando al loro nome, come ricordato in un cartello iniziale i cui si legge: Il Produttore ringrazia gli attori che, in omaggio al “Popolo Napoletano” - vero interprete delle “QUATTRO GIORNATE” - hanno aderito a partecipare in anonimo al film. Per questo, dopo ogni nome di attore riportato nella scheda, compare nella scheda la sigla di “non accreditato”.
DiscussionePiero68 • 21/06/12 08:51 Contratto a progetto - 245 interventi
Ho visto attentamente foto e luoghi della pagina della location e devo dire che a Salerno, oltre al vecchio Stadio Vestuti, sono state girate anche altre scene e precisamente tra Via Roma ed il vecchio Lungomare. Purtroppo non saprei indicare il momento preciso del film dove si vedono. Ricordo solo che il passaggio a Via Roma era fatto da tutte le truppe tedesche schierate anche con camion e carri e quella a Lungomare (spalle di Via Roma) con persone che scappavano. Di più non ricordo ma invito a verificare chi ha il film disponibile e conosce la zona.