Crimes of the future - Film (2022)

Crimes of the future
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Curiosa la scelta di Cronenberg di intitolare il nuovo lavoro come un suo vecchio, breve film del 1970 i cui elementi comuni sono quelli che appartengono a buona parte dell'universo scandagliato dal regista: le mutazioni, più in generale l'ossessione per la "nuova carne", come dai più definita. Con CRIMES OF THE FUTURE Cronenberg si riappropria totalmente del suo linguaggio cinematografico, della sua visione filosofica di un futuro in cui a predominare è l'evoluzione “darwiniana” dei corpi. Il protagonista, Saul Tenser (Mortensen), è un co-performer che, con l'aiuto di una...Leggi tutto donna (Seydoux) capace di esibirne le interiora attraverso interventi chirurgici a distanza, mostra al pubblico le escrescenze tumorali che il proprio organismo genera a ripetizione, figlie di un essere umano in evoluzione, in costante ed enigmatica metamorfosi. A osservarlo con estremo interesse un uomo la cui moglie ha nel prologo soffocato a morte il figlio sorpreso a divorarsi un secchio di plastica. Dirige un futuristico ente che registra scrupolosamente gli organi nuovi rinvenuti in chi li denuncia.

Da queste basi il film si addentra in un mondo popolato da individui la cui funzione va compresa di volta in volta cercando di infiltrarsi in quella sorta di universo parallelo che Cronenberg da sempre riesce a creare con straordinaria unicità; che è poi la cifra del suo cinema, in cui la follia diventa norma. Nella configurazione di un settarismo ai limiti del credibile e nel suo andamento apparentemente quasi randomico, CRIMES OF THE FUTURE ricorda in parte CRASH, nel quale il romanzo di Ballard serviva da rampa di lancio per escursioni ossessive sconfinanti nella paranoia. Il rigore con cui Cronenberg imposta il suo discorso, riuscendo a rendere tragicamente plausibili intuizioni deliranti, regala a chi guarda il pass per accedere a una realtà possibile, deformata da apparenti allucinazioni che andrebbero invece interpretate come squarci aperti su un futuro alternativo, piegato a una coscienza di massa difficile da sposare con quanto si può scorgere oggi nelle nuove generazioni.

Siamo in una sorta di giocattolo per adulti grazie al quale è possibile osservare fin dove si può spingere l'immaginazione se applicata a una personalissima lettura filosofica del presente proiettata in avanti sul nastro temporale. I personaggi si muovono tutti con grande consapevolezza del mondo in cui vivono, ma rendercene partecipi non pare operazione così semplice. Anche perché il film tende spesso a cozzare contro una ripetitività nella quale gli interminabili dialoghi inficiano sulla godibilità dell'insieme, mentre molto più vincente risulta l'elaborazione di scenografie decadenti di grande fascino fotografate benissimo, che contribuiscono a immergere il film in scenari esterni autenticamente d'impatto, in interni fatiscenti quanto ammalianti.

Al solito impeccabili gli effetti speciali che insistono sulla perforazione della carne, sulle sue lacerazioni, abbondando con primi piani insistiti sulle viscere in un tripudio di orrori uniti a invenzioni in cui si uniscono tecnologia e biologia (si vedano la "sedia colazionista", la bara, il singolare giaciglio di Tenser...). Ma se visivamente CRIMES OF THE FUTURE è una bella conferma delle qualità riconosciute del suo autore, se la recitazione complessivamente lascia poco spazio alle critiche, c'è da registrare un inaridimento nella capacità di far progredire la vicenda, ferma nel ribadire pochi concetti agghindandoli con elucubrazioni filosofiche a lungo andare sfibranti. Si batte sempre sugli stessi tasti lasciando l'impressione di chi non sa come portare a soddisfacente compimento intuizioni magari geniali ma che avrebbero necessitato di maggiori variazioni nei loro sviluppi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/06/22 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/08/22
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Herrkinski 22/06/22 02:22 - 8443 commenti

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Atteso ritorno di Cronenberg al tema delle mutazioni corporee, con il primo script da lui firmato dai tempi di eXistenZ. È quello che ci si sarebbe potuti aspettare prima del cambio stilistico di Spider; un futuro distopico tra organismi modificati, creazioni biomeccaniche, operazioni chirurgiche come performance-art, libido deviate che riportano al miglior cinema del regista, ma anche una riflessione sull'arte come sacrificio. Visionario e splendido il primo tempo, poi purtroppo cala un po', lasciando la sensazione dell'occasione parzialmente mancata; resta comunque di alto livello.
MEMORABILE: "Surgery is the new sex"; La performance dell'uomo pieno di orecchie; Mortensen e la Seydoux che si sollazzano tra tagli di bisturi e ferite aperte.

Schramm 25/06/22 19:27 - 3743 commenti

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Crimes of the past: la postorganicità del corpo mutante, la dimensione eucaristica e prostitutiva della più estrema neo-body art, il transumano dove politica chirurgia sesso creano energivora crasi, tilt cosmico, antropofobia. Tardo epigone/manierista di se stesso, Cronenberg si rifocalizza nella sintesi superiore di regimi filosofici che si fanno corpo che si fa arte e compagini industriali di postgenetica; rimastica tecnospiritualità, ingegneria esoterica, apocalisse culturale con dialoghi che paiono scritti dalla terza mano di Stelarc. Ipersonico, se solo fossimo negli anni 80.
MEMORABILE: "Ho un nodulo sull'addome: che ci vedete? Picasso? Duchamp? Bacon, magari?!"

Bubobubo 5/07/22 19:31 - 1847 commenti

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A furia di evocarli, i futuri distopici si sono perfettamente mimetizzati con la realtà: gloria e vita alla vecchia carne, prosperi l'erotizzazione della chirurgia (provaci ancora Julia...), si consumi il tip-tap spionistico accennato sul taglientissimo filo di un rasoio ecopolitico di Damocle, si celebri la dimensione performativa della malattia e della caducità corporea. Una vita di ossessioni condensata in un'ultima sinfonia, maestosa e lucidamente pessimista per quanto a tratti criptica. Verrebbe da dire che il gran maestro è tornato, se solo non se ne fosse mai andato.
MEMORABILE: La palette oscura; Un gustosissimo cestino di plastica; Divani fondi come tombe; Doppia trapanazione cerebrale; La dreyeriana immagine conclusiva.

Harrys 26/08/22 17:27 - 687 commenti

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La carne e le depravazioni ad essa correlate costituiscono l'indissolubile connubio artistico cronenberghiano. Il possibile canto del cigno del regista si fa decisamente più raffinato rispetto alle precedenti opere, che si crogiolavano costantemente in una tipica atmosfera "underground". Ne consegue che la forma ricercata (Viggo Mortensen vive l'estasi di Giovanna D'Arco) e il tema portante (il transumanesimo erotico che sfocia in derive ambientaliste) sortiscono un duplice effetto: appagare i coriacei ammiratori del regista e mandare in brodo di giuggiole una determinata critica.

Hackett 30/08/22 08:51 - 1868 commenti

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Dopo una (troppo) troppo lunga attesa Cronenberg torna al cinema, anzi torna al suo cinema. Con un titolo evocativo che riporta agli inizia della carriera del cineasta canadese, "Crimes of the future" sembra chiudere un cerchio ideale su quella tematica della trasformazione divenuta marchio di fabbrica di un autore mai convenzionale e sempre fedele a se stesso. Magnificamente ambientato in un'Europa decadente, il film rappresenta una parabola filosofica che scava nel profondo del corpo umano parlando di arte, dolore e sensualità. Amara analisi di una società che tutto distrugge.

Taxius 2/09/22 12:27 - 1656 commenti

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Dopo più di vent'anni Cronenberg torna (finalmente) al tema della mutazione della carne e lo fa con un noir distopico che non delude assolutamente le grandi aspettative poste su di esso. "Crimes of the future" dal punto di vista visivo e uditivo è eccezionale, tanto da sembrare un'opera d'arte perfetta per essere esposta alla Biennale d'arte di Venezia. Il ritmo della storia è catatonico ma allo stesso tempo coinvolgente, tanto che alla comparsa dei titoli di coda il primo pensiero non può che essere che... "Già finito?". Consigliabile una seconda visione.
MEMORABILE: La performance dell'uomo con tante orecchie.

Il ferrini 1/09/22 14:35 - 2523 commenti

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A otto anni dal suo ultimo film, torna il cineasta canadese e lo fa realizzando un'opera forte e coraggiosa. Si avvertono gli echi di eXistenZ o di Crash ma c'è dell'altro; si ridefinisce l'arte e il rapporto dell'uomo con essa, il tutto in un futuro che appare già vecchio, liso, consumato, in cui l'assenza del dolore ha portato l'umanità a una deriva irreversibile. Un vero noir, con tanto di sottotrama spionistica, in cui però a dominare è ancora una volta l'immaginario del regista. Forse in futuro non mangeremo la plastica ma di certo guarderemo ancora Cronenberg.

Rebis 2/09/22 10:35 - 2421 commenti

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Se la ribellione si scatena da dentro i corpi, come possono le istituzioni - o chi ormai ne fa le veci - giustificare una politica di controllo e repressione? Come espropriare l'umano del suo organismo e ratificarne l'evoluzione? In un mondo in cui il proliferare dell'immagine performativa ha devitalizzato il dolore e l'arte vampirizza l'esistere in forme astratte, la plastica si configura come "nuova carne". Opera minore a livello produttivo, ma di elevato rigore formale e speculativo, chiude il teorema cronenberghiano pacificando organico e inorganico nell'estasi dell'abbandono.

Daniela 2/09/22 23:21 - 12974 commenti

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Dopo due infelici escursioni nel vuoto cosmico privato e collettivo, Cronenberg torna a parlare di sesso deviante, corpi lacerati e organi mutanti in un film che, già dalla prime sequenze, è inequivocabilmente riconoscibile come suo: un pregio perché pochi altri autori possiedono un'impronta tanto personale e perturbante in grado di suscitare nello stesso tempo fascino e repulsione; ma anche un limite, dato che sembra tornato ai tempi di Crash e eXistenZ come se lo splendido dittico criminale del 2005 e 2007 non avesse lasciato tracce. Parla di futuro con il linguaggio del passato.
MEMORABILE: La sedia per la colazione; I corpi nudi abbracciati pieni di cicatrici ed incisioni.

Orson 4/09/22 18:53 - 122 commenti

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Dopo un ventennio di cinema noir e d'autore caratterizzato da alti e bassi, Cronenberg torna al discorso interrotto alla fine degli anni 90 con Crash ed Existenz, facendo una crasi tra questi due film e riprendendo dal primo l'erotismo per cicatrici e mutazioni e dal secondo gli innesti biotecnologici. Peccato che le tematiche appaiano ormai stancamente riciclate, così come già appariva autoreferenziale lo stesso Existenz di vent'anni prima. A peggiorare la situazione c'è qui il low budget e le ambientazioni greche che danno l'idea di un film povero. Noiosetto e a tratti ridicolo.

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Thedude94 13/09/22 13:27 - 1133 commenti

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Sarà stata forse la troppa attesa per il ritorno al cinema del maestro canadese che a conti fatti rende quest'opera, senza dubbio complessa e ricca di significati oscuri, non troppo emotivamente coinvolgente e per nulla straniante. Gli eccessi ci sono, sono tipici del regista, ma non hanno quel senso di sporcizia e crudezza soliti e sono resi male da una computer grafica molto mediocre. Si salvano sicuramente alcune scelte registiche e scenografiche, così come la direzione degli attori, in particolare una Stewart integrante, ed è questo che rende il film sufficiente nonostante tutto.

Kinodrop 18/09/22 20:07 - 3171 commenti

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Cronenberg torna ancora una volta sul solito tema della commistione tra biologia e tecnologia, in questo caso con l'aggiunta di un macabro estetismo di viscere e di organi "coltivati" ed esibiti come performance artistica e come esempi di un nuovo evoluzionismo più radicale e politicamente pericoloso. Un'opera che mutua decisamente dalla body art (da Orlan in poi) e, risalendo nel tempo, alla tradizione anatomica barocca e al "meraviglioso" in essa implicito, a cui l'aggiunta tecnologica e la deriva erotica vorrebbero fungere da giustificazione per un'ideologia ambigua e discutibile.
MEMORABILE: I mangiaplastica; La sedia "colazionista"; Le esibizioni in pubblico; Tenser perennemente incappucciato; L'autopsia e gli organi tatuati.

Cotola 23/09/22 19:57 - 9321 commenti

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Dopo quasi cinque lustri, Cronenberg torna alle tematiche e alle atmosfere che hanno caratterizzato e reso grande, seminale e riconoscibile il suo cinema. I temi e le considerazioni proposte non sono quindi nuove, sebbene un po' aggiornate ai tempi lo siano. Resta intatta e va di nuovo a segno la capacità di creare un universo visivo perfettamente reso da ambientazioni e scenografie affascinanti, con un paio di notevoli guizzi, splendidamente rese dalla fotografia. Cala un po' nell'ultima parte e approda, forse un po' troppo velocemente, al finale. Lunga vita alla "nuova" carne.
MEMORABILE: Il letto organico; La sedia per la colazione; Il sarcofago per le autopsie.

Xamini 29/09/22 10:44 - 1273 commenti

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Cronenberg torna a giocare con i corpi, a riflettere sui nostri "contenitori" in modo ossessivo, letteralmente viscerale, in ultima istanza erotico. Sceglie un'estetica datata, che un po' è un suo marchio, ma può risultare difficile a chi è avvezzo a quella moderna; all'interno di questa infrastruttura e sopra un'idea indubbiamente interessante, costruisce una distopia oltre i limiti del credibile, in cui spesso i suoi personaggi si affannano a renderla tale. Il quadro che ne scaturisce non è pienamente convincente ma di sicuro meritorio di discussione. Questo è un pregio.
MEMORABILE: L'esibizione dell'uomo con le orecchie; La sedia da colazione; Il finale.

Minitina80 30/09/22 18:59 - 3108 commenti

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Cronenberg tratteggia un ipotetico futuro, tutt’altro che confortante, in cui pretende, nemmeno troppo velatamente, di indicare le conseguenze estreme di una società smarrita nella ricerca dell’edonismo a ogni costo. Riesce a creare sequenze estreme e dall’impatto devastante, capaci di veicolare molteplici segnali su cui è possibile riflettere e disquisire. Non cede nulla e ogni singolo fotogramma si sente sulla pelle e nello stomaco, lento, criptico e inesorabilmente folle, ma è il prezzo da pagare per bere un Cronenberg distillato in tutta la sua purezza d’autore.
MEMORABILE: La chirurgia è il nuovo sesso. La gara di “bellezza interiore”.

Dolores h. 3/10/22 18:59 - 10 commenti

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"Fare della propria vita (biologica) come si fa un'opera d'arte". Questo il cuore dell'ultimo (con)turbante lavoro di Cronenberg - cerebrale nonostante l'assoluta centralità del corpo. In un ipotetico futuro senza più dolore, i corpi tracciano da sé e in sé nuove fisiologie, con la spontanea genesi di nuovi organi funzionali. Didascalico quanto necessario per introdurre le orribili meraviglie organiche e i relativi dilemmi bioetici, il film, seducentemente repulsivo, ci interroga. L'evoluzione è design: dove potrà portarci, se ne accogliamo le imprevedibili direzioni? Fascinoso.
MEMORABILE: "La chirurgia è il nuovo sesso"; L'espessione messianica/estatica di Mortensen nel finale.

Enzus79 23/12/22 22:25 - 3063 commenti

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Film provocatorio, ingegnoso, all'avanguardia e che definire originale è riduttivo. Distopia che in un futuro (forse non) lontanissimo potrebbe addirittura avverarsi: il corpo umano non è più soggetto a malattie infettive e non al dolore. Crudo, come nello stile di David Cronenberg. Analisi anche del rapporto uomo/arte/sesso. Fotografia eccellente. Tendenza a salire.

Capannelle 30/12/22 00:16 - 4506 commenti

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Un Cronenberg appassionato mette in scena gli spunti collegati alle tematiche a lui care: trasformazioni corporee, piaceri metafisici, conflitti di potere per il controllo delle proprie pulsioni e un dilagante voyeurismo che trasforma queste performance in atti sessuali di portata collettiva. Con una trama fantapolitica secondaria e poco azzeccata come lo è anche qualche protagonista. Visivamente curato, altalenante come narrazione, con una Seydoux il cui personaggio si perde strada facendo e un Mortensen quasi ascetico, alla ricerca della pace dei sensi.

Tarabas 19/02/23 18:35 - 1888 commenti

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Cronenberg alla maniera di Cronenberg. Sembra girato venti e più anni fa, questo ennesimo film sui limiti della corporeità umana, sui limiti dell'umanità stessa. La narrazione è abbastanza superficiale e il contesto distopico solo suggerito, il fuoco è tutto sui corpi mutati e poi dilaniati per dare spettacolo, uno spettacolo in cui nessuno si fa male davvero perché l'uomo non prova più dolore fisico. Macchine improbabili nutrono e addormentano, mentre il protagonista vorrebbe solo riuscire, per una volta, a piangere. Visivamente affascinante, forse fuori tempo.

Jandileida 10/03/23 09:32 - 1621 commenti

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Il creatore di mondi canadese si ributta sull'organico, tornando a impastare l'antico pastone che ha per ingredienti l'uomo, le macchine e il sesso. Stavolta ci infila pure una riflessione sull'arte come immolazione del corpo. Dopo più di 40 anni l'odore di zolfo si è magari affievolito ma Cronenberg riesce sempre a partire da spunti interessanti. Pecche più evidenti si colgono invece in uno svolgimento da andamento lento, condito dalle solite attrezzature biotecnologiche e infarcito da spiegoni scientifico-filosofici qua e là un po' ridicoli. Oltre il vintage, vicino all'autoplagio.

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Didda23 16/04/23 09:57 - 2441 commenti

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Un buon Cronenberg soprattutto in fase di sceneggiatura, con elementi tipici della propria ars poetica che fanno riflettere su temi non banali quali la sessualità e l'eccessiva esposizione del corpo al limite dell'esibizionismo. Peccato che la forma (curatissima nella fotografia e nella scelta delle strepitose location) abbia elementi poco innovativi con un "futuro" distopico più figlio degli anni Novanta che dei giorni nostri (impossibile non ricordare Existenz per il contenitore, più Crash per qualche "deviazione" nel contenuto). Interessante nel complesso, con un ottimo Mortensen.
MEMORABILE: L'inspiegabile (poi invece si capirà il motivo) omicidio del bambino all'inizio; Le performance della coppia Mortensen-Seydoux; Le barrette.

Giùan 1/05/23 10:32 - 4779 commenti

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Crimes of the future, movies from the past, in un film che ha per l'intanto l'indubbio merito di respingere ogni ammiccamento alla contemporaneità della falsa socializzazione e dell'ipocrita condivisione in nome di un (an)e(ste)tica in fondo passatista sul piano anche visivo eppure radicale nel suo rimettere al centro nonostante tutto l'umanità, il dolore, la carne e non la virtualità. Il cinema di Cronenberg si palesa definitivamente concettuale, con gli inciampi e le banalizzazioni correlate ai rischi che si prende col suo ritmo rabdomantico. Rivedere l'etimologia di autopsia.
MEMORABILE: La sensualità di Kirsten Stewart e Lea Seydoux.

Max dembo 25/05/23 00:01 - 427 commenti

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Dispiace demolire David Cronenberg per quello che è stato, ma questa ultima opera, attraverso il pensiero debole e leggero in voga del sorpassatissimo scandalismo finto dell' "arte corporea" e del "body surgeon e painting" (qualsiasi cosa voglia dire), è insopportabilmente pretenziosa, vuota, snob, autoriale senza più la forza e i soldi per esserlo, poveristica e sgangherata, con attori quasi tutti irriconoscibili, personaggi femminili irritanti, e/o decorativo-ansiogeni. Una mina a frammentazione di senso e della sopportazione dello spettatore.

Teddy 4/11/23 04:50 - 988 commenti

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In un mondo fatto di fatiscenti edifici industriali mostrificati dall’incuria, politica e filosofia si sovrappongono sotto gli sguardi tristemente febbrili dei protagonisti. Opera intensa e stratificata che però fatica a emergere e a trovare una sua definitiva consacrazione. I dettagli visivi sono comunque bizzarri e restano impressi, ma il dubbio che siano solo retaggi del Cronenberg d’antan fa storcere il naso. Cast splendido.

Pumpkh75 6/03/24 16:22 - 1822 commenti

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Trasposizione fantadistopica e bio-evolutiva di una delle tipiche frasi della nonna, la profetica e rassegnata “Ma dove andremo a finire...”, con un Cronenberg impegnato a usare lo scotch su cogiti interrotti, riff mancati e genialità obsolete e tronfio nel donare come lascito ai posteri, più che un monito allarmato, un vacuo selfie allo specchio prima della serata di gala. Impossibile negarne lo straordinario formalismo e la frigida sfasatura, ma l’avesse diretto un Pinco Pallino qualsiasi avrebbe preso un pallino in meno. Sul voto influiscono carriera e riconoscenza.

Puppigallo 4/10/24 21:53 - 5392 commenti

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Cronenberg è questo, prendere o lasciare. Avrà anche raggiunto vette più elevate, dal punto di vista cerebro-immaginifico e visivo. Ma una cosa è certa, i suoi lavori hanno un chiara impronta non replicabile. Qui la sua immaginazione viene messa al servizio di una sorta di evoluzione adattiva (ad esempio, se c'è tanta plastica...), considerata, o nociva, o arte interiore, sensualità organica. Nel complesso funziona, grazie soprattutto ai due protagonisti, anche se alla fine sembra un po' perdersi, con una chiusa meno incisiva di quello che ci si poteva aspettare.
MEMORABILE: La "dieta" evolutiva del bambino; Lo show col modulo delle autopsie; Letti e poltrone "su misura"; "Le cicatrici hanno il loro sex appeal".
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  • Discussione Schramm • 28/06/22 16:22
    Scrivano - 7739 interventi
    ... infine e per giunta: cercando interviste/dichiarazioni attorno a motivazioni sulla mancata realizzazione di painkillers, mi è saltato fuori un articolo di 20 anni fa che rivela non solo che il film si ispirava proprio alle scorribande chirurgiche  di orlan, ma che quest'ultima avrebbe dovuto essere proprio la protagonista del film (!!!)

    se ho fatto subito tana alla sua ombra e al suo fantasma lungo il film (il modo in cui si concia il viso la seydoux nella seconda parte  – scarificazioni e corna additive - è pressoché identico e non lascia margini di dubbio), ignoravo invece che intendeva addirittura scritturarla e spingere il discorso su un piano anche metabiografico: quest'ultimo aspetto porta il bubusettete fattogli e tutto quanto fin qui detto riguardo le polveri e le ragnatele di crimes al di là di ogni ragionevole dubbio, mio incluso.

    a questo punto guardo già in là. sono più curioso di vedere che cosa combinerà con the shrouds che interessato a rivedermi questo, 
  • Discussione Herrkinski • 29/06/22 17:15
    Consigliere avanzato - 2654 interventi
    Ma sì, il discorso non fa una piega nell'ottica in cui la vedi tu (tolta la parte su Climax, che io ho trovato invece nato vecchio), alla fine può essere quasi tutto vero e condivisibile, credo che qui entrino in gioco solo le aspettative; nel mio caso forse troppo basse e nel tuo troppo alte. Parliamo pur sempre di un regista di ottant'anni, quindi se da un lato era prevedibile un film un po' di maniera, dall'altro è difficile dire se avrebbe potuto far meglio a questo punto della carriera. Forse un aiuto a revisionare lo script per aggiungere qualche spunto più imprevedibile avrebbe giovato. Potevo dare mezzo punto in meno? Probabile, però in linea generale penso non sia un film dove si possa andare sotto il 2 palle e mezzo, anche a volerlo valutare solo per il mestiere. Ma d'altro canto io ho monopallinato Noé, quindi a ognuno il suo :-D
    (tra parentesi, ho Vortex sulla pista di lancio. Si salvi chi può!)

    Molto curioso per The Shrouds, che dalla sinossi sembrerebbe qualcosa nel suo stile. Staremo a vedere, lo script l'ha comunque scritto di suo pugno quindi i limiti da te riscontrati in questo potrebbero nuovamente mostrarsi.
    Ultima modifica: 29/06/22 17:18 da Herrkinski
  • Discussione Schramm • 29/06/22 21:25
    Scrivano - 7739 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    credo che qui entrino in gioco solo le aspettative; nel mio caso forse troppo basse e nel tuo troppo alte.
    tutt'altro. più o meno pari alle tue.
    ho smesso di morire di hype per cronenberg da eastern promises. l'ultima sua cosa ad avermi dato un certo affocamento è stata a history of violence. prima (spider) e dopo sono sempre rimasto perplesso e di film in film me la sono messa sempre più via. alcune cose degli ultimi 3 lustri non mi sono neanche spiaciute ma eccettuando history niente di suo è più riuscito a mettermi il fuoco addosso.
    peraltro non sono mai stato del tutto acritico verso david, quel che mi è piaciuto, mi è piaciuto per sempre e sempre più col passare degli anni, ma vi sono episodi della sua prima fase che non mi hanno mai pienamente convinto o appassionato (scanners, inseparabili, madame butterfly tra questi, per quanto riconosco che allora non disponevo della necessaria maturità per recepirli e comprenderli, e sarebbe forse il caso e l'ora di rispolverarli).
    a crimes sono arrivato non dirò rassegnato, ma del tutto neutrale.
    dall'altro è difficile dire se avrebbe potuto far meglio a questo punto della carriera. 
    shrouds will tell. ;)
    a mio avviso, tenuto conto di tutto quanto fin qui "contestato",le possibilità c'erano. tutto stava, come già detto, nel proiettare in avanti e nel dare nuova veste a quel che già nel 2002 era demodè.
    Molto curioso per The Shrouds, che dalla sinossi sembrerebbe qualcosa nel suo stile. Staremo a vedere, lo script l'ha comunque scritto di suo pugno quindi i limiti da te riscontrati in questo potrebbero nuovamente mostrarsi. 
    per quanto anche in quel campo (il lutto inelaborabile, la possibilità di ricongiungersi coi propri cari attraverso la tecnologia) rischia di arrivare che quasi tutto è già stato detto e ribadito..
    (tra parentesi, ho Vortex sulla pista di lancio. Si salvi chi può!)
    usti, invidia a centomila!! sono mesi che almeno due volte la settimana vedo se è saltato fuori, e ancora oggi non se ne parla. è in streaming su netflix, prime et similia?
    peraltro dovrai davvero spiegarmi perché ti incaponisci ancora su noè se ti dà così tanto ai nervi e a qualcos'altro di più cronenberghiano... :D


    Ultima modifica: 29/06/22 21:50 da Schramm
  • Discussione Herrkinski • 30/06/22 02:33
    Consigliere avanzato - 2654 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Herrkinski ebbe a dire:
    (tra parentesi, ho Vortex sulla pista di lancio. Si salvi chi può!)
    usti, invidia a centomila!! sono mesi che almeno due volte la settimana vedo se è saltato fuori, e ancora oggi non se ne parla. è in streaming su netflix, prime et similia?
    peraltro dovrai davvero spiegarmi perché ti incaponisci ancora su noè se ti dà così tanto ai nervi e a qualcos'altro di più cronenberghiano... :D
    È uscito in America su alcuni canali di streaming/pay per view, in lingua originale hardsubbato in inglese. (ps: mi è piaciuto, ma ne parliamo tra qualche giorno nella scheda apposita).

    Sul fatto di seguire anche autori che mi han deluso, dovresti saperlo meglio di me :-D Gli si dà sempre una chance, quantomeno per le emozioni che ci han regalato in alcune opere passate. Poi seguendo comunque le nuove uscite, sono autori e film che anche solo per poterne discutere vanno visti, specialmente se rientrano nel mio range di gusti, a prescindere che poi il film possa piacermi o meno.

    Ultima modifica: 30/06/22 02:34 da Herrkinski
  • Discussione Schramm • 30/06/22 12:41
    Scrivano - 7739 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    È uscito in America su alcuni canali di streaming/pay per view, in lingua originale hardsubbato in inglese. (ps: mi è piaciuto, ma ne parliamo tra qualche giorno nella scheda apposita).
    ottimo. pronto alla visione pur'io: gioco! partita! incontro! il dibattito cronoènberg continua!
    qualcosa mi dice che a me non piacerà. non perché sia piaciuto a te, ma l'idea di un gemello eterozigote di amour girato come lux aeterna non mi manda propriamente al settimo cielo (ecco questo sì che sarebbe un noè nato vecchio). però noè è noè, finora non mi ha mai mandato a casa scontento. chi vorticherà vedrà.
    Sul fatto di seguire anche autori che mi han deluso, dovresti saperlo meglio di me :-D Gli si dà sempre una chance
    boh dipende, anche no. per esempio sokurov con me dopo faust il credito chance l'ha esaurito senza possibilità di ripristino.
    e qui meglio chiudere la parentesi o zender ci fa inghiottire barrette energetiche alle microplastiche!

    Ultima modifica: 30/06/22 12:43 da Schramm
  • Discussione Raremirko • 12/07/22 22:16
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Letto tutto, come al solito, le interessanti discussioni; mi stupisce solo che Schrammy non abbia citato Cosmopolis...
  • Discussione Schramm • 12/07/22 23:39
    Scrivano - 7739 interventi
    non capisco perché e a che proposito avrei dovuto, sono due opere distantissime tra loro. la sola cosa che le accomuna è la presenza di mortensen. tu ci vedi strette correlazioni?
  • Discussione Raremirko • 26/07/22 23:18
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    non capisco perché e a che proposito avrei dovuto, sono due opere distantissime tra loro. la sola cosa che le accomuna è la presenza di mortensen. tu ci vedi strette correlazioni?

    Ciao mitico Schramm, scusa il ritardo nella risposta (ma comunque chiamami/chiamatemi sempre con l'apposita funzione); avevo citato Cosmopolis perchè ricordo che nell'apposito commento ti piacque moltissimo il film, proprio come successe a me, mentre nella discussione di questo Crimes of the future, tra i film da te amati di Cronenberg, non hai messo quello con Pattinson protagonista, secondo me un capolavoro assoluto.

    Detto questo, non ricordo Mortensen in quest'ultima pellicola tratta da De Lillo...
  • Discussione Schramm • 27/07/22 10:49
    Scrivano - 7739 interventi
    due cose buffe: aver sovrascritto mortensen su pattinson (a david forse l'idea piacerebbe) e soprattutto avere un ricordo emotivo pari a zero di un film che, andando a ripassare in DG, effettivamente apprezzai e che dovrei anche avere in archivio. defalcato ciò, lo trovo davvero distante da questo e fatico a trovare un tematico o stilistico grado di separazione. sicuramente disquisendo di crimes, cosmopolis è l'ultimo titolo che riesco a coinvolgere nel discorso. quando lo vedrai capirai perché.
  • Discussione Raremirko • 3/08/22 22:17
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    due cose buffe: aver sovrascritto mortensen su pattinson (a david forse l'idea piacerebbe) e soprattutto avere un ricordo emotivo pari a zero di un film che, andando a ripassare in DG, effettivamente apprezzai e che dovrei anche avere in archivio. defalcato ciò, lo trovo davvero distante da questo e fatico a trovare un tematico o stilistico grado di separazione. sicuramente disquisendo di crimes, cosmopolis è l'ultimo titolo che riesco a coinvolgere nel discorso. quando lo vedrai capirai perché.
    Va bene, quando vedrò ti farò sapere; comunque ricordo che Cosmopolis ti piacque parecchio; io lo trovo un vero capolavoro.