Crimes of the future - Film (1970)

Crimes of the future

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Secondo mediometraggio di David Cronenberg dopo il criptico STEREO, al quale CRIMES OF THE FUTURE si riallaccia al punto da diventarne quasi una versione colorata e (relativamente) sonorizzata. E infatti ciò che subito colpisce sono ancora una volta i silenzi, rotti qua e là dalla solita, monocorde, inespressiva (volutamente) voce fuori campo. L'unica differenza sta nel passaggio dall’impersonale alla prima persona singolare. Questa volta in pratica la voce “è di qualcuno”, di qualcuno che identifichiamo fin dall'inizio: si tratta nuovamente di Ronald Mlodzik, noto esponente della comunità gay canadese....Leggi tutto È lui che seguiamo, da quando lascia la casa di cura di Antoine Roige (suo “maestro” e forse causa dell'epidemia mortale che si sta diffondendo e che si manifesta con bave bianche alla bocca e al naso), in tutte le sue peregrinazioni in luoghi stranissimi, dove persone ancor più strane si occupano di “affari” e perversioni a dir poco bizzarri. L'inserimento, di tanto in tanto, di rumori curiosi e fuori luogo (borbottii, cicalii, gorgoglii...) non ci fa dimenticare che ancora una volta “manca” la banda audio e di dialoghi non se ne parla proprio. E allora d'accordo che l'operazione vuole essere originale e innovativa, che inizialmente l'effetto scioccante si ottiene inevitabilmente, però dal momento che praticamente la stessa formula era già stata utilizzata per STEREO con risultati deludenti e una presunzione non da poco, insistere pare solo un vezzo autoriale di nessuna utilità. Resistere a un'ora di proiezione simile senza indulgere nel fast-forward è impresa non da tutti. Gli stessi temi Cronenberg li affronterà meglio in futuro.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Cotola 7/08/11 20:00 - 9052 commenti

I gusti di Cotola

Passo avanti di Cronenberg rispetto al precedente lavoro ma ancora lontano da un risultato accettabile e fruibile. Lo stile è lo stesso così come il modo di raccontare: dialoghi assenti e voce fuori campo a rompere i lunghi e frequenti silenzi. C'è una sorta di strana malattia che minaccia l'umanità e ci sono gli esperimenti conseguenti. Le tematiche preferite del canadese (il corpo, la carne e le loro mutazioni) ci sono tutte, ma i risultati futuri saranno, per fortuna, ben diversi. Minimamente interessante solo per cronenberghiani duri e puri.

Bubobubo 3/01/19 01:22 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Allo stesso tempo più strutturato (nelle associazioni logiche, nella narrazione off screen) e astratto (nel susseguirsi arbitrario delle situazioni) del precedente Stereo. Difficile e simbolico, ma dotato di senso perfettamente compiuto e, soprattutto, capace di una straordinaria densità tematica, già a fuoco nel marcare le linee guida del Cronenberg "ufficiale" (il contagio, la mutazione corporea, la sessualità, l'alienazione, il linguaggio). Il passaggio al colore (e la parziale sonorizzazione) regalano delle sequenze di notevole impatto.
MEMORABILE: I giochi di colore degli ultimi venti minuti, tra pannelli nella penombra e campi lunghi su corridoi blu e rampe di scale; Il finale rivelatore.

David Cronenberg HA DIRETTO ANCHE...

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  • Discussione Bubobubo • 3/01/19 01:27
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Se posso permettermi un umile intervento, mi piacerebbe che chi ha visto Stereo e questo li rivedesse con più calma entrambi, con particolare attenzione a questo.
    Non sono certo opere di facile fruizione, ma sono convinto che le valutazioni impietose qui registrate non ne rispecchino il reale valore.
    Aldilà dell'apprezzamento estetico (parametro per me notevole, ma altamente soggettivo) c'è un lavoro tematico importante che contiene già in nuce tutto il Cronenberg dei successivi 45 anni. Certo, è un lavoro scritto in un linguaggio molto più criptico, simbolico e non consequenziale dei lungometraggi dal 1975 in avanti, ma proprio per questo, anche in retrospettiva, particolarmente degno di attenzione.
    Spero non me ne vogliate se ho lasciato questo suggerimento.
  • Discussione Zender • 3/01/19 08:16
    Capo scrivano - 6 interventi
    Ovvimente nessuno te ne può volere, se suggerisci di rivedere qualcosa. Io però, che Cronenberg lo amo profondamente, ricordo che cercai di vederlo con la maggiore benevolenza possibile ma mi strenuò. Certo, ci si vedevano in nuce molti degli elementi che faranno lo stile del regista, ma all'interno di un film praticamente muto che dopo un po'. Tu l'hai appena visto?
  • Discussione Bubobubo • 3/01/19 10:27
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ovvimente nessuno te ne può volere, se suggerisci di rivedere qualcosa. Io però, che Cronenberg lo amo profondamente, ricordo che cercai di vederlo con la maggiore benevolenza possibile ma mi strenuò. Certo, ci si vedevano in nuce molti degli elementi che faranno lo stile del regista, ma all'interno di un film praticamente muto che dopo un po'. Tu l'hai appena visto?

    No, li vidi entrambi anni fa e nel complesso estenuarono anche me, ma ci fu comunque qualcosa che mi colpì profondamente e mi ripromisi di rivederli appena avessi avuto l'occasione.
    Li ho rivisti entrambi durante le feste. Stereo è effettivamente più sperimentale e lento, ma COTF è già praticamente un Cronenberg pre-Cronenberg, tra l'altro nemmeno così muto (oltre alla voce off screen ci sono parecchi rumori di fondo). Il succo del mio discorso era: comprendo le critiche alla pesantezza (che sono/erano anche le mie), ma di per sé non la sento come una pregiudiziale capace di inficiare così profondamente il giudizio su un'opera che offre tantissimi altri spunti interessanti. Nessuna presunzione, ovviamente ;)
  • Discussione Cotola • 3/01/19 12:15
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Consiglio assolutamente bene accetto, Bubo. Ho in programma da tempo di rivedere le prime due opere di Cronenberg nonché, soprattutto, Il demone e Rabid non avendoli ancora recensiti poiché visti troppo, ma davvero troppo, tempo fa.
    Potrà essere sicuramente una buona occasione per rivalutare Stereo e Crime...chissà.

    La "pesantezza" comunque non è per me un problema: nel senso che non lo ritengo un elemento per affossare un film. Tra l'altro non sopporto chi usa il termine lento per riferirsi ad un film, visto che non è certo una categoria estetica quella della lentezza. Lento può essere un corridore, uno sciatore e via dicendo.

    Appena li rivedrò mi farò vivo qui. Certo non ho un buon ricordo delle due visioni, ma con diversi anni e migliaia di film in più sul groppone, può darsi che cambi, parzialmente, idea.
  • Discussione Zender • 3/01/19 14:01
    Capo scrivano - 6 interventi
    Ma no dai, lento è chiarissimo come concetto, mi pare. Non è una categoria estetica ma fa ben capire a cosa si va incontro, nelle intenzioni di chi parla. Nemmeno io lo ritengo elemento per affossare un film, a meno che la lentezza non sia utilizzata come maschera a coprire con una bella patina autoriale difetti altri come, mi pare di ricordare (ma è passato troppo tempo) in questo caso. Sì, ci sono i rumori di fondo, c'è la voce off ma mi par di ricordare che i personaggi non parlino appunto o quasi. Ad ogni modo ricordo appunto troppo poco per poter dire cosa me li fece considerare progetti di grande ambizione, figli di un autore che si farà e si è fatto, ma più vuoti di quanto non volessero apparire e programmaticamente ripetitivi, fino allo sfinimento. Però appunto, è passato troppo tempo e rivederli certo non guasterebbe.
  • Discussione Bubobubo • 3/01/19 14:43
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Se poi lo fate e avete voglia di condividere le vostre impressioni, sarò contento di leggerle. :) Chiamo all'appello anche schramm, che se tanto mi dà tanto li ha già visti pure lui, e a cui forse gli ultimi venti minuti di COTF piacciono tanto quanto a me.
  • Discussione Schramm • 3/01/19 15:22
    Scrivano - 7694 interventi
    ciao, tutti i colori del bubo e le interpolazioni del cubo sono sempre benvenutissimi per quanto mi concerne, anche (direi anzi soprattutto) quando danno luogo a ventagli di vedute antipodiche.

    al tuorlo: mi cogli in castagna, li vidi, ma come zendyman e coty ne ho un ricordo non proprio benevolo né limpido (troppi anni luce di pellicole papiri visioni teatrali da 16 anni a oggi), per giunta ulteriormente funestato dalla sciagura di averlo visto con una di quelle compagnie sbagliate che per esorcizzarne l'osticità la complessità e la noia hanno preso a schernirlo con tot battute al minuto, finendo, lo ammetto purpureo nelle gote ché crony è tra i miei più adoratissimi di sempre, col far ridacchiare anche me (è uno dei motivi per cui sono un talebano delle visioni rigorosamente solitarie), e delle visioni ricordo più alcune battute che i contenuti che le scatenarono. risultato: lo spergiuro di riaccoglierli in appello mai onorato. la mole di recuperi da coprire è non meno ingente della wanted list, ma ripescarli dal sacco finisce dritto tra i buoni propositi per i 12 mesi a venire... ;)
  • Discussione Bubobubo • 3/01/19 21:01
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Dai, che in un paio d'ore concentrate ve li rivedete senza problemi entrambi ;)
  • Discussione Schramm • 4/01/19 18:37
    Scrivano - 7694 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Dai, che in un paio d'ore concentrate ve li rivedete senza problemi entrambi ;)

    ennò. l'appello a porte chiuse ;)