il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

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357532 commenti | 67862 titoli | 26751 Location | 14050 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: The Equalizer 3 (2023)
  • Luogo del film: Il mercato dove Aminah (Scodellaro) porta Robert (Washington) ad assaggiare le specialità del paese
  • Luogo reale: Via Gabriele Di Benedetto, Atrani, Salerno
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  • Film: L'estate addosso (2016)
  • Luogo del film: La villa a New Orleans dove abita Jules (Rothe)
  • Luogo reale: New Orleans: 1004 Esplanade Avenue, Stati Uniti, Estero
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  CINEPROSPETTIVE

ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Hervé Ducroux

    Hervé Ducroux

  • Judith El Zein

    Judith El Zein

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Galbo
Nella Londra vittoriana si intrecciano le vicende di una truffatrice e ladra, un giamaicano in cerca di fortuna e un pugile in incontri clandestini. Scritta da Steven Knight, una serie che ha i suoi motivi di interesse maggiore nella personalità dei personaggi principali, resa da un ottimo lavoro di scrittura e nell'ambientazione in una capitale britannica ancora terra di nessuno, luogo di insidie e malaffare, come verosimilmente era nell’ultimo ventennio del’800. Una menzione meritano le interpretazioni di un gruppo di attori tra i quali spiccano Erin Doherty e Stephen Graham.
Commento di: Siska80
Sindaco prepotente e assassino assolda un feroce pistolero per fare fuori un paio di persone, ma un onesto cowboy... Accettabile western che intriga fin dal primo istante in special modo per la caratterizzazione del cattivo di turno (che ci si augura di vedere capitolare malamente nel finale) e mantiene un ritmo abbastanza regolare; certo, pur di rimpolpare la trama un po' striminzita viene inserita la solita love story dall'epilogo lieto, ma il gioco vale la candela (anche grazie alla valida interpretazione dell'intero cast). Decorosi ricostruzione dell'epoca, costumi e trucco.
Commento di: Mr.chicago
Un film visionario che è un dipinto d'artista. Fincher è fenomenale nel trasporre il soggetto del libro omonimo, quindi il suo messaggio di lotta al capitalismo ma non solo: la follia, il genio, l'amicizia, l'amore, la solitudine, il riscatto e molto altro. Diventato con gli anni un vero e proprio cult, ancora oggi rivederlo emoziona e fa pensare. Fincher gioca con lo spettatore (geniali i frame nei quali appare Pitt in giacca rossa), Norton e Pitt raggiungono un livello di interpretazione altissimo. Una goduria per gli occhi e per la mente. Straordinario.
Commento di: Harden1980
Ai tempi della grande depressione, una piccola scrittrice in erba sogna di diventare una grande giornalista; nel frattempo però è brava anche a risolvere misteri. Simpatica commedia con una bravissima Breslin, certo un po' zuccherosa ma con buoni intenti vagamente moralistici e per niente pedanti. Il tema dell'autodeterminazione femminile è stato trattato molte volte al cinema, ma in questo caso è reso credibile grazie all'ottima performance della protagonista. Certo il target è infantile e gli adulti potrebbero sbadigliare. Ottimo il cast di comprimari, Cusack e Tucci su tutti.
Commento di: Dave hill
Crossover tra due supereroi della comicità, quella surreale dell'ingenuo Pozzetto e quella popolare del borgataro Milian. Il Monnezza, appena uscito dal gabbio, per interesse diventa amico di un industrialotto milanese sperduto a Roma, aiutandolo a ritrovare una valigia piena di soldi destinati a una tangente. Si ride di gusto, anche grazie ai comprimari. La famiglia der Monnezza, con cognato travestito, è uno spasso. Bombolo, Billi, Gavero e Poli impeccabili. Rizzoli improbabile sorellona del Monnezza: mater certa est...
Commento di: Pigro
I turbamenti del giovanissimo Noura, che a 12 anni deve smettere di frequentare l’hammam femminile e affrontare il salto della pubertà, circondato da visioni muliebri, ossessionato da corpi seducenti e con l’incombente ed emblematica festa per la circoncisione del fratellino. Più che un romanzo di formazione il film ha il sapore di un album di memorie adolescenziali osservate con struggente passione, anche e soprattutto nel ritratto agrodolce di una coralità di personaggi che formano il vivace quartiere tunisino di Halfaouine. Grazioso.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Quattro lunghi piani sequenza, uno per puntata, conferiscono originale forma a una miniserie inglese dalla doppia faccia: lascia meravigliati per la sublime qualità tecnica che compone una messa in scena straordinaria, lascia interdetti per l'approccio al caso completamente diverso nelle prime due puntate rispetto alle ultime due. L'inizio, in perfetto stile kafkiano, ci porta insieme a una squadra armatissima di poliziotti nella casa di Jamie Miller (Coooper), tredicenne al quale, raggiunto nella sua camera, vengono letti i suoi diritti; invitato a seguirli in centrale, non gli...Leggi tutto si spiega nulla. Chi guarda è più stupito del piccolo, anche solo per il fatto di vedere un simile gruppo di agenti lanciato contro un ragazzino che pare del tutto inoffensivo.

Arrivati in centrale, ancora nulla ci viene detto ed entra in scena l'avvocato d'ufficio, mentre i genitori di Jamie cercano di tranquillizzare il ragazzino chiusi in una stanza in attesa che qualcuno dica loro cosa sta accadendo. Lentamente affiora l'accusa: omicidio. Una coetanea di Jamie è stata uccisa ed esistono filmati di telecamere posizionate sulla strada che mostrano anche il ragazzo, nella zona. Ma le sorprese non finiscono qui e sostanziano una prima puntata all'insegna di un'alta tensione drammatica accresciuta dalle perquisizioni di ogni tipo che l'adolescente deve subire sotto gli occhi del padre (Graham) impotente, dagli interrogatori e da una situazione a dir poco disagevole per l'intera famiglia.

La seconda puntata passa già al terzo giorno dopo il delitto, saltando il secondo e facendoci intuire che, per quanto inevitabilmente lineare (il piano sequenza non si può certo spezzare con flashback o altro tipo di stacchi), la storia verrà raccontata focalizzandosi solo su alcune fasi della vicenda e non necessariamente ravvicinate. Nella seconda puntata protagonista è l'ispettore (Walters) che conduce le indagini insieme alla sergente Frank (Marsay) e il tutto sembra tingersi profondamente di giallo. Si indaga nella scuola dove studiavano Jamie e la vittima, si interrogano alcuni compagni e pare emergere un quadro molto più complesso di quanto ci si attendesse. Poi però la terza puntata salta in avanti di sette mesi e la quarta addirittura di oltre un anno, abbandonando la pista mystery per addentrarsi in quella più psicologica, con Cooper che nella terza ha modo di dimostrare tutto il proprio valore nel lungo colloquio con la psicologa (Doherty), mentre Graham sfoggia una prova recitativa di grandissima intensità nella quarta.

Una miniserie quindi poco omogenea per scelta: varia registro di episodio in episodio senza sviluppare appieno i notevoli spunti iniziali, che promettevano complessi intrecci costruiti magari intorno alla figura degli "incel" (celibi involontari, secondo una definizione moderna in voga tra i giovani), ai messaggi su Instagram e a tutto il mondo sotteso al linguaggio in codice dei social. Philip Barantini, cui bisogna dare atto di aver impostato alcuni tra i piani sequenza più complicati di sempre con perizia sbalorditiva (comprensivi di droni, spostamenti in auto, inseguimenti...) carica le ultime puntate di una grande intensità che sempre più ingigantisce il dramma infischiandosene di soddisfare chi forse immaginava di potersi tuffare in un enigma più stratificato e trovandosi a dover dare un senso anche alle tante fasi di raccordo tra una scena e l'altra (quelle che di norma vengono tagliate al montaggio). Non facile renderle tutte interessanti e difatti qualche sbandamento, soprattutto nelle ultime puntate, si avverte (si pensi alla lunga rievocazione in auto della gioventù di mamma e papà ai tempi degli A-ha, ad esempio).

Resta comunque un ottimo esempio di come proporre qualcosa di nuovo conciliando personaggi di grande spessore umano, artifici formali spettacolari e arguta indagine psicologica. Lascia qualche dubbio l'aver abbandonato per strada tanti elementi intriganti e aver parzialmente trascurato la chiave tradizionalmente gialla con un ultimo episodio meno “creativo” del previsto.

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Remake angloitaliano del nostro IMPROVVISAMENTE NATALE, mostra saggezza nel radere al suolo quasi del tutto le deleterie parentesi dedicate ai bambini che tanta parte purtroppo avevano avuto nell'originale. Claire (Rose), ovvero la controparte americana di Chiara (da noi era la brillantissima Sara Ciocca), si rivela molto meno invadente, con i suoi amichetti, e si limita a dispiacersi per la probabile imminente separazione dei genitori. Jacob (Valderrama, sostituisce Lodo Guenzi) e Abbie (Lucy DeVito, figlia di Danny anche...Leggi tutto nella vita, prende il posto di Violante Placido) sono giunti sulle Dolomiti proprio per riuscire in qualche modo ad annunciarle la cattiva notizia. Contano sull'ascendente che sulla ragazzina ha il nonno Lorenzo (Danny DeVito, nell'originale era Diego Abatantuono), proprietario dell'albergo e non esattamente felice di un incarico tanto gravoso.

Nel frattempo giungono lì anche i genitori di Jacob, Rose (McDowell, da noi era Anna Galiena) e Mark (Zuniga, era Antonio Catania), con quest'ultimo preoccupatissimo perché ha scoperto che nel medesimo albergo alloggia pure Claudia (Cavalli, nell'originale Gloria Guida), che l'aveva coinvolto in una scappatella mai confessata molti anni addietro. Rose e Claudia si conoscono e diventano intime amiche senza sapere cosa le accomuna; passano bei momenti mentre Mark, ovviamente, ha il suo bel daffare per nascondersi quando le due sono insieme (ovvero quasi sempre). A chiudere troviamo il braccio destro di Lorenzo, Otto (Dunbar, sostituisce il Mago Forest) e infine Don Michele (Salvi invece di Nino Frassica), così da rispecchiare in pieno la composizione del cast di allora. Anche la storia è inevitabilmente la stessa, ma l'aver eliminato le parti relative alla possibile vendita dell'albergo ai cinesi con relativa messinscena “horror” dei ragazzini permette di lasciare più aria ai “complicati” intrecci tra gli ospiti.

Aveva poco di comico IMPROVVISAMENTE NATALE e poco c'è pure nel remake, che mantiene tuttavia una maggior misura e può contare su una sceneggiatura che pare meno “improvvisata”, con le meravigliose montagne di Cortina a fare da sfondo a paesaggi da sogno, ripresi attraverso una fotografia dai colori accesi che ne risaltano la magia. Dalla puntata al lago fino al volo in mongolfiera sono tutte sequenze create ad arte per esaltare la suggestione naturale di luoghi straordinari. Per il resto non c'è molto da segnalare, se non la modesta prova della coppia “giovane” (Valderrama-Lucy DeVito, davvero poco significante), la predisposizione al genere del buon vecchio Danny, soprattutto per quanto riguarda l'espressività, la discreta chimica tra le due bellissime in età McDowell & Cavalli (ben poco efficace invece Zuniga) e la dolcezza infantile (con cagnolino annesso) di Antonella Rose, già divetta di successo grazie a TERRIFIER 3 e FEAR THE WALKING DEAD.

Zuccheroso, stucchevole, naturalmente per famiglie ma potabile, più della controparte italiana, che pur aveva il timbro “original” e a cui resta comunque il merito di aver saputo esportare il prodotto, con l'idea del Natale da festeggiare in estate per volontà della ragazzina (soddisfatta dal nonno) che evidentemente, oltreoceano, risultava stuzzicante.

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Sei puntate da mezz'ora ciascuna per una nuova serie targata Prime ideata e interpretata da Maccio Capatonda, molto "meta" e meno comica del previsto. Maccio, nella parte di se stesso, viene incaricato di scrivere e girare una serie ma si trova in piena crisi d'ispirazione. Nervoso, lo sguardo sperduto, non riesce a farsi venire alcuna buona idea fino a quando un giorno, nell'ascensore degli studi dove lavora, incontra uno strano tipo (Montanini). Questi si presenta come il professor Arnaldo Braggadocio, psichiatra specializzato nel curare problemi come il suo; gli lascia...Leggi tutto il biglietto da visita e Maccio s'informa su internet: un vero luminare, come ha modo di confermargli anche la moglie (Filippi) del suo agente (Confortini). Convinto anche da quest'ultima, Maccio si reca nello studio dell'uomo, il quale sembra capire subito quale sia il suo problema e, per combatterlo, propone una vera e propria terapia d'urto: ogni settimana (e quindi per la durata di una puntata) dovrà sottoporsi a prove particolarmente dure che avranno lo scopo di avvicinarlo il più possibile alla vita reale.

Si comincia subito con Maccio che dovrà internarsi in un hospice, l'ospedale per l'assistenza a chi è in fin di vita. Dovrà fingersi malato terminale di cancro e comportarsi come se realmente lo fosse, con tutti i disagi conseguenti. Come si può intuire, l'approccio non è dei più leggeri: si affrontano, sempre attraverso la visione inevitabilmente grottesca di Capatonda, situazioni che sulla carta, se affrontate in un certo modo, potrebbero anche essere divertenti ma che non sempre lo sono. Il protagonista non ha i tratti comici abituali e, anzi, in più fasi sembra indugiare nel drammatico; anche se poi ricade più volte nella farsa riallacciandosi a un'interpretazione più tradizionale.

Maccio fa amicizia quasi subito con Valerio (Desirò), un assistente dell'hospice che lo accompagnerà anche in tutte le prove successive, mostrando buon cuore e un animo popolare che ben si presta a fare da spalla ad alcune gag di Maccio: il suo tormentone sono giochi di parole che non riescono mai e che vengono regolarmente "corretti" da uno sconfortato Capatonda. Sposato con Miriam (Inaudi), Maccio non potrà più pensare di condurre una vita "normale", considerato l'estremo impegno richiesto da prove che si faranno di volta in volta più imbarazzanti e penalizzanti. Si passerà dal dover obbligatoriamente delegare tutte le sue decisioni a Valerio (con le immaginabili tragiche conseguenze sugli affari) al tradire in segreto la propria donna (cosa che Maccio non ha mai fatto prima), fino al fare a pugni o spogliarsi francescanamente di tutti i propri averi.

L'ultima prova sarà la più folle e impegnativa, mentre la serie mantiene costantemente un registro a metà tra il dramma (leggero) e la commedia paradossale tipica del suo autore, con qualche sporadica gag efficace (tutta la scena in disco a rimorchiare straniere, per esempio), rimbalzi tra il piano della realtà (presunta) e quello della finzione scenica e rari "camei" di personaggi già noti di Capatonda, come Mariottide o Padre Maronno (non male l'idea dell'Amaretto di Maronno).

La fase conclusiva propone un colpo di scena piuttosto sorprendente: la ricerca disperata e dichiarata di un finale che non si trova produce una notevole battuta in puro black humour, a suo modo scioccante. Nel complesso gli spunti sono buoni, la qualità dell'umorismo di Capatonda si fa sentire (anche negli ripetuti incontri "filosofici" coi tre amici in sauna), ma una regia fiacca tende a disperderli e a faticare nel coinvolgere, difetto costante di buona parte delle produzioni di Capatonda che esondino rispetto alla durata brevissima dei suoi celebri "trailer".

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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