Storia del leader (Affleck) di una banda irlandese di Charlestown, quartiere di Boston che può contare (statistica reale) su una delle maggiori concentrazioni di rapinatori di tutta l’America. Ma attenzione, perché non tutti lo sono, e a coloro che lì riescono comunque a viver rettamente è dedicato il film. Giusto per non dare troppo addosso a nessuno, insomma, e poter liberamente raccontare la storia di questi pregiudicati che già in apertura assaltano una banca. L’ostaggio occasionale è una bella ragazzetta che viene subito liberata e non solo... per seguirne i passi ed esser certi che non spifferi particolari importanti alla polizia Ben Affleck finirà presto con l’innamorarsene. Ma non...Leggi tutto è la love-story improvvisata a dare il sale al film quanto la discreta complessità strutturale, con diverse ramificazioni e personaggi sempre ben delineati. A cominciare dal protagonista Affleck, certo, ma anche l’inseparabile e irritabile amico o il capitano dell’FBI non sono da meno. Per cui, seguendo direttive note e anzi cadendo diverse volte nella maniera, Affleck regista dimostra comunque una discreta padronanza dei mezzi (anche nella gestione delle scene d’azione) e una bella conoscenza della materia che lascia soddisfatti. Le ripetute panoramiche sulla città connotano bene gli spazi, gli inseguimenti nello stretto ne descrivono l’angustia dei passaggi e la dimensione non-metropolitana. Se tuttavia tecnicamente il lavoro di Affleck convince, altrettanto non si può dire di quello svolto in fase di sceneggiatura, che conta qualche buco di troppo e una scarsa aderenza al realismo necessario a rendere valido ed efficace il quadro complessivo. Il finale scivola via inglorioso a testimonianza di ambizioni frustrate da una preoccupante mancanza d’idee, come se Affleck avesse preso in prestito un soggetto qualsiasi cercando di infondervi un classicismo di chiara ispirazione Eastwoodiana. Ma nel dipingere i contorni del rapporto tra sé e la direttrice di banca/ostaggio Affleck cade nell’anonimato, dimostrando di faticare ad uscire dai cliché che come regista evita con una certa disinvoltura. C’è insomma una sorta di scollamento tra la rigida e classica messa in scena e le concessione ad una commercialità che stona e mal si sposa al contesto. Ad ogni modo l’opera nell’insieme è godibile e sa come avvicinare lo spettatore alle vicende dei suoi protagonisti, mantenendo alta la tensione e spezzando le pause con le rapine e l’azione. Senza troppo esultare per il risultato non possiamo che plaudere alla buona vena registica di Affleck, che anche come attore non si fa affatto disprezzare.
Dopo una rapina in una banca, uno dei rapinatori comincia a frequentare Claire, un ex ostaggio, e se ne innamora. Seconda regia di Ben Affleck, dopo il bel Gone baby gone, The Town è una storia dall'impostazione molto classica, un'ordinaria vicenda di criminalità in un quartiere di Boston, che si basa su un'ottima sceneggiatura nella quale è rilevante la caratterizzazione psicologica dei personaggi. Molto efficaci le riprese delle scene d'azione e rilevante la prova del cast, compresi i bravissimi caratteristi. Buono il doppiaggio italiano.
Piccoli Clint Eastwood crescono. Dopo la riuscita sorpresa "Gone baby gone", Affleck torna dietro la macchina da presa e dirige un buon thriller di stampo classico, solido, e dai ritmi sostenuti con una discreta tensione nonostante non ci siano certo tanti colpi di scena ed anzi più cose risultino già viste. Tuttavia c'è la capacità registica sia nel girare (soprattutto le scene di azione) ma anche di tratteggiare personaggi e situazioni interessanti e non del tutto banali, con più di un occhio che guarda al buon Clint.
Un film di puro effetto e guerriglia urbana intrisa di sentimenti macho da periferia, con il loro orgoglio e la faccia di chi è pronto ad accopparti senza pensarci due volte. Tutto bene, ci piace così, ed in fin dei conti poco importa se un personaggio se la vede con cinquanta poliziotti e la scampa ma si sa, è il cinema d’azione che conta sui valori dell'invincibile o quasi. Ben diretto, il film si avvale dell'ottima interpretazione degli attori che ben rappresentano il personaggio a loro affibbiato. Purtroppo, negli ultimi minuti, si butta via il film...
Il logo Warner, seguito de quello Legendary Pictures e l'inizio con la rapina mascherata in banca. No, non è Il cavaliere oscuro, il capo dei rapinatori non è il terrificante Joker di Heath Ledger, ma un umanissimo ed arrabbiato Ben Affleck. Poi il film si sposta sulla storia d'amore fra Affleck e la bella banchiera, in una cornice violenta e senza humor, fatta di agenti FBI, complici, padri in prigione, traditori e boss del crimine. Ben Affleck dirige un film crudo, adulto e romantico, un vero e proprio pugno nello stomaco. Antieroico. Tre.
Passo in avanti (dopo il non entusiasmante esordio) per Ben Affleck regista (non si può dire altrettanto del Ben Affleck attore), che dirige le sequenze d'azione con uno spiccato senso del ritmo (la rocambolesca fuga tra le viuzze di Boston). Ma la sceneggiatura perde i pezzi per strada e certi personaggi sono poco delineati (la ex del protagonista). Il finale è ambizioso e fuori dalla portata del regista.
Direttrice di banca viene presa in ostaggio dai rapinatori in fuga, uno di essi l'avvicina in seguito per essere certo che non possa fornire alla polizia elementi per incastrarli, ma se ne innamora e vorrebbe cambiar vita. Anche se la trama non è esaltante, con una love story banale ed un epilogo debole, dopo il sorprendente esordio, Affleck si conferma regista solido sia nelle scene d'azione (belle le sequenze di rapine ed inseguimenti) che nel disegno di certi caratteri (l'amico violento, il padre carcerato, il ricettatore cinico). Buono.
MEMORABILE: Il colloquio col padre carcerato ("Ci rivedremo in questa vita o nell'altra") - Il fioraio svela ad Affleck cosa è successo alla madre
Rapine a banche e furgoni da parte di un gruppo di amici di Charlestown, quartiere malfamato di Boston. Il capobanda si innamora di una delle vittime e la vicenda si complica. Riuscita miscela d'azione e di sentimenti, con una buona caratterizzazione dei vari personaggi. Affleck ha i tempi giusti e uno stile asciutto, sulla scia del vecchio Clint. Valido l'accompagnamento musicale.
Gangster movie di stampo classico. Nessun ingrediente manca; i colpi, fin troppo facili, si susseguono a distanza ravvicinata, l'FBI indaga e dispiega tutte le sue forze rubando il campo alla polizia locale. Poi c'è la storia del protagonista, con traumi infantili, al quale è ostacolata la via della redenzione in vista dell'amore vero. I veri cattivi fanno una brutta fine, come è giusto, ma anche i buoni sparano e uccidono. Anche se diretto con una certa professionalità, manca di originalità e di vera suspense. I soldi non riscattano nemmeno il finale.
Inizialmente straniti da una Boston tremendamente simile a Scampia, in conclusione affascinati da un sottobosco cruento di criminalità squisitamente Irish. Che il monolitico Ben Affleck fornisca le sue prove migliori dietro la mdp è oramai fatto assodato: la sua è una regia calibrata ed avvincente. Tuttavia, anche nei panni del protagonista (un personaggio ancorato ad un groviglio che miscela meschinamente tradizioni ed affetti) non sfigura affatto. Il finale arresta bruscamente la sospensione e malauguratamente ci riporta a terra, base Hollywood. ***1/2
Davvero poca cosa. La sceneggiatura, viziata già a priori da una certa banalità, si sviluppa su binari prettamente canonici. Su buoni livelli la regia di Affleck, che si conferma. Molto meglio le sequenze action dove le spiccate doti tecniche vengono a galla; le fasi meno concitate, quelle che dovrebbero avere più spessore e trasmettere empatia non sono riuscitissime, assumono quell’aria autoriale che il regista non riesce a sostenere. Godibile, ma si dimentica in due minuti. Sempre in gamba Jeremy Renner e spicca anche un Pete Postlethwaite.
Una banda di rapinatori white trash irlandesi dei ghetti di Boston, un capobastone spietato, uno sbirro senza scrupoli, una bella dal cuore diviso. E il protagonista, rapinatore figlio d'arte che vuole uscire dal giro per non finire all'ergastolo come il suo vecchio. Notevole noir moderno, chiaramente debitore di Heat, ma tutto diurno al contrario del modello. Affleck stupisce come regista, come attore si ritaglia una parte su misura. Notevole il cast, eterogeneo e ben diretto. Cameo di Chris Cooper. Classico manierista, in attesa di sviluppi più personali.
MEMORABILE: Il dialogo tra Macray e il padre in galera.
Le due cose che colpiscono del film sono la regia e la prova del protagonista. Ben Affleck in entrambi i ruoli ha quindi successo. Il resto è valido ma non memorabile. La storia della banda di quartiere dedita alle rapine e cementata dalla amicizia dei protagonisti, accomunati dalla appartenenza alla vita disagiata dei sobborghi, la si è già vista e alla lunga stufa un pò. Niente di nuovo insomma ma neanche la solita americanata. Vedibile.
Registicamente Affleck dimostra di avere un'ottima padronanza del mezzo, evidenziata nella buona costruzione globale delle scene d'azione. Purtroppo, in fase di scrittura, l'opera risente di qualche passaggio a vuoto. Buona la psicologia e la profondità dei personaggi, tra i quali spiccano il bad boy Renner e la dolcezza della Hall. Sostanzialmente un bel thriller, girato con fermezza che soddisfa pienamente il palato.
Solido, avvincente, soprattutto caratterizzato dalla stessa inesorabilità di Heat di Mann, dalla stessa cappa di decisioni già prese dal destino. La rapina con le maschere da suore è un graffio e un omaggio al genere, ma è l'aderenza al territorio, alla città, ai suoi vicoli, ai bassifondi, al legame inscindibile, all'amore-odio, al sogno di fuggire via per dimenticarla e illudersi di aver allontanato per sempre la causa della condanna ad una vita sul filo del rasoio, a rendere il film una gran prova d'autore.
Una bella prova registica, questa di Affleck: il film è teso, coinvolgente, drammatico, ricordando persino Heat nella tragica figura dei rapinatori già segnati dal destino. Affleck attore anche fornisce una buona prova, ma è soprattutto Renner a rubare la scena, bravissimo nella sua caratterizzazione; buono anche il resto del cast. Ottima tutta la seconda parte, notevoli le scene d'azione. Da vedere.
L'Affleck regista lo avevo apprezzato già, ma gli preferivo il meno noto fratello, come attore; questa volta, però, devo ammettere che non gli si può negare una notevole bravura anche davanti alla mdp. La storia, piacevole ed adrenalinica al punto giusto, pur rischiando di scivolare nella love story è ben curata. La fanno da padroni il disagio, la delinquenza ma anche forti valori come l'amicizia. Ben è credibile come leader, così il grande Pete fiorista, ma non ne dubitavamo. Direi che il finale è una ulteriore nota positiva. Promosso.
Discreta opera seconda dell'Affleck regista: nulla di nuovo sotto il sole ma Ben se la cava egregiamente dietro la macchina da presa e regala buoni momenti d'azione. Rimane però la pecca di una sceneggiatura dall'impostazione ultraclassica che arriva in fondo senza sorprese tra antieroi, poliziotti tutti di un pezzo (faccio fatica a non pensare ad Hamm come Don Draper) e una storiellina d'amore esile esile che toglie crudezza alla metropolitana animalità della pellicola. Attori con le facce giuste e un penultimo Postlethwaite sempre di razza.
Prima parte scorrevole e che delinea personaggi interessanti ma che a un certo punto sembra non trovare molti guizzi, almeno per gli standard cui ci ha abituato Affleck. Poi quando il protagonista cerca di lasciare il tavolo da gioco e gli viene fatto capire che ciò non è possibile, la situazione si fa complessa e le diverse sfaccettature elevano la storia a un notevole livello, condotta con sicurezza e discreta inventiva dal regista.
Noir in salsa poliziesca in cui si narrano le gesta di un'efferata banda di rapinatori di Boston. Buone scene d'azione nonostante una sceneggiatura non proprio memorabile. Cast appropriato con Hamm e Renner superiori ad Affleck. La morale finale mi ha molto deluso e appare raccogliticcia.
Un gruppo di rapinatori di origine irlandese altamente specializzato in rapine è il protagonista di un thriller che Affleck ha girato e interpretato bene, con attento dosaggio tra parti action spettacolari e scultura dei personaggi, curato nella ricostruzione ambientale (presenti comparse reclutate direttamente nella Boston “difficile”). Apprezzabile il finale che riesce a esprimere equilibrio tra happy end e dramma.
MEMORABILE: Le maschere da suora usate per l’ultima rapina riescono a essere incredibilmente espressive.
L'Affleck regista si dimostra abbastanza capace di narrare una storia, per certi versi trita e ritrita, ma con anche qualche buono spunto. Tecnicamente la regia si dimostra azzeccata, sia per la descrizione ambientale sia per le scene d'azione. Semmai è la sceneggiatura a lasciare un po' stizziti: nonostante la baracca si regga comunque in piedi nel suo complesso, c'è da sottolineare una trama non proprio innovativa, con un finale un po' spento. Tutto sommato, comunque, L'Affleck regista-attore si fa apprezzare.
La seconda prova da director di Affleck tanto guadagna in termini di controllo delle molteplici componenti dello "spettacolo" hollywoodiano (action incalzante; tenuta di certa resa drammatica dello script; apporti tecnici apprezzabili, vedi fotografia; armonizzazione delle interpretazioni), quanto pare perder sul piano di quella originalità ellittica, rozza ma sincera, che aveva contrassegnato Gone baby gone. Il riferimento pare restare il vecchio Clint (qui nella sua versione più "seriale" e meno personale). Bravo Renner, seducenti Rebecca Hall e la Lively.
MEMORABILE: La rapina iniziale; La scena "telefonata", ma resa molto drammatica dagli interpreti, dell'incontro al bar tra Affleck, Renner e la Hall.
Ancora una volta l'Affleck sceneggiatore e regista si dimostra di molto superiore all'Affleck attore. Anche se però, guardando il film, risulta impossibile non fare il paragone (almeno per alcune dinamiche) con Heat o, meglio ancora, con Point Break. Meno male che l'opera è molto più sporca dei film menzionati almeno per l'ambiente circostante. Per l'ennesima volta Affleck sceglie come città di ambientanzione Boston, patria adottiva a lui tanto cara. Cast funzionale e buon ritmo per quasi tutto il film. Dopo Gone baby gone ennesimo colpo vincente.
Ben Affleck è ormai specializzato in questo genere di film e si conferma come l'alfiere del nuovo action americano pulito, fracassone ma non troppo, non volgare e con un minimo di morale tanto per dare quel pizzico di spessore. Non un filmone ma ha una sua dignità e un intreccio sfizioso e interessante.
Dopo il buon esordio dietro la macchina da presa, Affleck riesce persino a migliorarsi. Ispirandosi ancora a un romanzo (stavolta di Chuck Hogan) mette in piedi una storia apparentemente più banale ma dai risvolti decisamente interessanti. Ambientazione sincera, personaggi ben disegnati e, soprattutto, sequenze d'azione appassionanti ma non così eccessive come spesso ci tocca vedere nei film americani. Bravi gli attori, ma Renner (l'amico fraterno) e Hamm (l'agente FBI) convincono senz'altro di più della coppia protagonista. Bello!
Mappatella di Mann a presso, e con una sbornia bigelowiana da smaltire, Affleck consegna alla settima arte bordate di qualità: tre scene madri che coniugano la nitro della grandissima classe e la glicerina del cardiopalma, un’equipe di interpreti uno più carismatico e ardente dell’altro, regia sacramentale, fotografia da fuoriclasse, disegno di mdp e montaggio che da soli sono sintomo di cine-aristocrazia. Certo, il cosa (scappo dalla città – la vita di strada, l’amore impossibile, li sordi) non risponde a dettami di novità o originalità ma è come sempre il come a fare tutta la differenza.
Seconda prova alla regia di Affleck che collabora anche alla sceneggiatura dimostrandosi meritevole d'attenzione su entrambi i fronti. Con uno stile classico e lineare compone un affresco criminale violento ed esistenziale che rimanda all'epoca d'oro del noir metropolitano. Unico difetto una storia d'amore piuttosto improbabile. E' stato accusato di scarsa originalità, ma la sua forza è proprio quella di rivalutare il film di genere come mezzo d'intrattenimento impegnato.
MEMORABILE: La rapina con le maschere da suora e relativo inseguimento in auto; La visita in carcere al padre interpretato da Cooper.
Ottimo film firmato Ben Affleck, regista e protagonista di una pellicola incentrata su una banda di rapinatori di porta-valori. Il film scorre che è un piacere, alternando scene d'azione ben fatte a momenti "sentimentali" che coinvolgono il protagonista, tracciandone un profilo ben lontano dallo stereotipo del rapinatore senza scrupoli. Buona la prova di tutto il cast, per un film consigliato a tutti. Davvero notevole!
Dopo un esordio sorprendente, il Ben Affleck regista si conferma talentuoso e prima di recarsi a Teheran fa tappa qui, nel Massachusetts, dove veste i panni di un ladro scaltro e meticoloso che però non poteva prevedere di innamorarsi di un suo ostaggio. Le scene d'azione sono montate in modo ineccepibile, i dialoghi ben scritti, i personaggi caratterizzati con sapienza. Un film che forse non brilla per originalità ma ciò che racconta lo mette in scena nel migliore dei modi. Non è necessario essere appassionati di heist movie per apprezzarlo.
Direttrice di banca viene presa in ostaggio da dei rapinatori. Scarse novità nella relazione amorosa tra il cattivo e la vittima, che è però condita da apprezzabile action e valide incursioni nella psicologia dei delinquenti. Affleck dirige bene e riesce a descrivere uno spicchio di provincia americana. Come interpretazioni ognuno dà un proprio contributo: Renner credibile quando gli sale la temperatura, la Hall parte bene poi diventa troppo ingenua per quel che le capita. Finale non eccelso per originalità.
MEMORABILE: La Hall che non riesce ad aprire la cassaforte; Il padre al telefono del carcere; L'uccisione del socio del fiorista.
Affleck prova ad omaggiare il grande cinema di Mann ambientando questa storia nei sobborghi di Boston ma riuscendoci fino ad un certo punto: il cast non è particolarmente convincente, a partire dalla performance attoriale del regista stesso. Insomma, forse si poteva fare di più per un film che nel complesso non è male per via della tensione che regala soprattutto nel finale e per la sceneggiatura, ben scritta. Un po' spenta anche la Hall, così come poco in parte è Hamm, mentre forse il migliore è Renner. Poteva osare molto di più ed evitare alcune scene pseudo-sentimentali.
Gangster movie (con anche una discreta componente thriller) diretto e interpretato da Ben Affleck con un certo stile. Proprio nella classicità dell'impostazione sta la forza di un film ben strutturato e sceneggiato. Forse manca la componente che lo renda davvero memorabile e nella seconda parte c'è qualche pausa di troppo, ma il risultato finale ci consegna comunque una pellicola di buon livello.
Tratto da un romanzo: un rapinatore si innamora della direttrice della banca che ha svaligiato. Notevole thriller. Storia alquanto intelligente, con momenti di alto cinema e con la tensione ben dosata. Certo, manca del classico colpo di scena, ma questo inficia poco sul giudizio finale, in quanto il coinvolgimento è più che buono. Regia efficace. Convincente il cast.
L'idea di Boston come città in cui imperversa una criminalità violenta è il trait d'union di questo film con Departed e Mystic river. Dal primo recuperando la sottotrama di una storia d'amore, qui tra il ladro e la fanciulla rapinata. Un po' retrò ma sempre narrativamente efficace, specie se il lui della situazione è il fascinoso Ben Affleck. Dal secondo la durezza di certi caratteri, in questo caso del personaggio interpretato da un motivatissimo Renner. C'è anche un po', forse troppo di Heat, negli scontri a fuoco con la polizia e non solo. Discreto comunque, seppure derivativo.
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5.1 DTS HD: Inglese
Sottotitoli Olandese Spagnolo Svedese Portoghese Norvegese Ebraico Francese Finlandese Danese Rumeno Arabo Italiano NU Inglese NU Tedesco NU
extra La Boston di Ben
Commento del regista
nella extended version in un dialogo mancante nella vs ufficiale tra affleck e la hall viene esplicitato il titolo del film: a parte il costante riferimento rurale a charlestown, si apprende che the town è il nome di un ciclostilato dove la hall viene a sapere che uno dei ragazzi che l'ha aggredita è stato ucciso da una gang locale. affleck le dice che se lo merita e che non va perdonato, rivelandole di essere cresciuto in un quartiere che viveva di spaccio di droga.
nella medesima scena i dialoghi ricordano -quasi citano- più che in altri momenti del film sia heat che point break.
consiglio a chi mastica bene l'ammeregano di recuperare questa vs perché chiarisce quel che nell'ufficiale possono sembrare buchi di script.
tra l'altro l'edizione primigenia durava ben 4 ore, successivamente ridotte a 2 e 50 e infine sfilzate a 2 e 30'. lo studio e la produzione hanno però imposto un'eventuale limatura di altri 22', che affleck ha reintegrato nell'edizione dvd e blu-ray.
un'altra curiosità è che in origine il film avrebbe dovuto dirigerlo adrian lyne
Didda23 ebbe a dire: Il film mi era piaciuto parecchio. Quando lo rivedrò recupererò la versione lunga.
tra l'altro la didascalia finale la fama di charlestown quale culla di rapinatori è reale. tuttavia questo film non parla della maggioranza degli abitanti di charlestown, che sono persone oneste e leali come se ne trovano ovunque. questo film è dedicato a loro. non appartiene all'edizione originale del film. compare nella sola edizione italiana.