Incipit mozzafiato che rimanda al più classico degli
psychothriller (la vittima che fugge , di notte, dalla casa prigione del serial killer che viene dall'Ungheria, l'auto sulla strada, gli SWAT che accerchiano la catapecchia degli orrori, e che si conclude con un'agghiacciante sfumatura: "
Mi ha preso la mano").
McCarthy riprende il feticismo per i
piedi nudi femminili (la baby sitter che scende nello scantinato e si ferisce a sangue la pianta del piede, rimanendo infilzata in una trappola rudimentale escogitata dal perfido ragazzino del
Villaggio dei dannati) oltre che quello per le mani amputate (ossessivamente disegnate, accarezzate, bramate) e una notevole crudeltà nella follia e nei gesti delittuosi dell'innocenza del diavolo (il cane con le zampe mozzate occultato in cantina che produce torme di mosche, il compagnetto colpito con la chiave inglese, il padre accoltellato mentre guida e che va ad impattare violentemente contro un'albero, fino ad una seduta ipnotica che assume i tratti morbosi di derive pedofile: "
"Dirò che mi sono svegliato con il tuo c***o in bocca ).
McCarthy da il suo contributo nel genere "l'infanzia dannata e il fantacinema" (il suo cinema, in un certo senso, può essere accostabile a quello di Mike Flanagan, come il viaggio verso l'Ohio, non dissimile dalla parte finale di
Doctor sleep), con squarci fantasmatici di
raggelante inquietudine, reincarnazioni
audreyroseiane, pulsioni incestuose, scelte materne imprevedibili e non propriamente "politicamente corrette", per finire nel brutale e fulciano massacro ai danni di Margaret (dotata di un uncino meccanico al posto dell'arto mozzato), chiudendo il cerchio nel bagno di
Phenomena e con la beffa
jeniferniana.
Luciferino e diabolico Jackson Robert Scott, perfetto angelo della morte dai pericolosi e subdoli cambiamenti umorali che ingannano e confondono, vero e proprio volto (e fisico) dell'innocenza del male.
Di grande impatto lo score paracarpenteriano di Joseph Bishara e l'atmosfera gelida e invernale che rimanda alla
Maledizione di Damien.
Con le dovute differenze da confrontare con il coevo
Brightburn.