Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Se al posto di Nicole Kidman ci fosse un’attrice meno intensa, meno carismatica o semplicemente meno brava della magnifica diva australiana, ci sarebbe ben poco da dire su questo BIRTH: trattasi infatti, nella sostanza, di un’idea elementare diluita sfacciatamente in un'ora e quaranta di scene artificiosamente caricate (grazie a una delicata colonna sonora e alla rarefatta, avvolgente fotografia di Harris Savides) di un'aura di mistero che non può non far tornare alla mente lo stile di M. Night Shyamalan. L'obiettivo del regista Jonathan Glazer è infatti quello di coinvolgere lo spettatore nella vicenda attraverso riprese lente, sfibranti, molto vicine a quelle che in molti etichetterebbero probabilmente...Leggi tutto come autoriali. Ed è innegabile che un certo talento, dietro a tanto fumo negli occhi, esiste. Ma se per l'appunto non ci fosse la Kidman a rendere credibile e in alcuni tratti affascinante il film, tutto crollerebbe nel ridicolo. L'argomento è di fatto la reincarnazione, e presentarci di fronte un bimbo di nove anni che pretende di essere il marito defunto della meravigliosa Anna (Kidman, con un caschetto delizioso che ricorda la Mia Farrow di ROSEMARY’S BABY) non può che far sorridere. Soprattutto per la protervia con la quale il piccolo Sean si pone nei confronti di lei e del suo promesso sposo (Danny Huston), rifiutando di rispondere a troppe domande per poter così risultare quanto più enigmatico possibile. Dal momento però che le idee si fermano qui, il regista inventa di tutto (a livello visivo) per poter rendere interessante una storia che non lo è affatto e che, come ormai va di gran moda, si rifiuta di prendere nel finale una direzione precisa lasciando alla nostra sensibilità la scelta di leggere la situazione nella maniera che più ci aggrada. Nel frattempo la Kidman ha avuto modo di mostrare il suo talento, di farci tornare in mente quanto fosse meglio utilizzata, in un contesto simile, nel ben più riuscito THE OTHERS, di come sia difficile apparire credibili quando si ipotizza una vita “di coppia” insieme a un bambino di nove anni. Ci sono scene, qua è là, che solleticano lo spirito, che lasciano ammirati per la profondità anche morale sottesa, ma che messe in fila sfiniscono inevitabilmente e denotano un’assenza di fondamenta solide nel copione. C'è un solo colpo di scena (coinvolge la figura femminile più importante dopo la protagonista), il resto scorre piatto seguendo il ritmo catatonico del film, accentuato dalle dissolvenze a nero e da silenzi che si vorrebbero carichi di significati e non lo sono. Cast ben diretto nel suo complesso, dialoghi non scontati, una costruzione e una messa in scena non trascurabile. Peccato che gli evidenti sforzi non siano assecondati dal soggetto, troppo esile e insipido per attirare davvero. E anche il finale sulla spiaggia lascia perplessi: chissà mai cosa credeva di poter dire, questo Glazer.

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Lele Emo 3/04/07 13:12 - 184 commenti

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Film nel complesso troppo debole, fosco e sistematicamente confusionario. Che brilla solamente per la presenza della Kidman, che nonostante non mi piaccia rimane un'attrice di altissimo livello. La storia é sempliciotta e tutto sommato anche noiosa. Nel complesso è un film che non sembra decollare mai e che a metà diventa prevedibile e dunque si fa seguire molto poco volentieri. Il finale è veramente "buttato là" e sinceramente privo di ogni significato. Il classico film "non-sense" arrichito dalla presenza di spicco di una grande attrice.

Galbo 23/11/07 05:35 - 12372 commenti

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Uno dei pochi passi falsi della carriera della Kidman, il cui indiscusso fascino non riesce a salvare dal fallimento questa sorta di mix sentimental-spiritualistico. La storia della presunta reincarnazione del defunto marito della protagonista è realizzata con toni involontariamente umoristici (alcune scene sono francamente ridicole e più che morbose imbarazzanti) con una sceneggiatura prolissa e una regia pretenziosa. La Kidman è brava (così come notevole è L. Bacall) ma non basta.

Rebis 27/06/08 16:50 - 2331 commenti

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Probabile nell'improbabile, Glazer non si scoraggia mai di fronte ad un racconto minato dall'inverosimile e quando tutto congiura contro impone con rigore l'eticità del primo piano che attinge allo sconcerto umano, doloroso, assiepato tra le increspature del racconto. L'impertinenza del corpo infantile che rigurgita addosso all'uomo un passato reviviscente, manifesta l'insolubilità del dolore sancito dalla perdita, disseccato e arenato di fronte alle infinite acque della redenzione. Per lo più incompreso e sottovalutato, è un dramma psicologico che saprà crescere negli anni.
MEMORABILE: Di fronte all'oceano.

Stefania 15/12/09 02:07 - 1599 commenti

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L'idea di partenza aveva una sua forza: l'epifania dell'irrazionalità assoluta nella pacata e riflessiva enclave di una ricca famiglia newyorkese. E che cos'è più inaccettabile, scandaloso per il comune buon senso: la reincarnazione di un uomo in un bambino, oppure il rifiuto di Anna di arrendersi all'ineluttabilità di una perdita? Ma, tra mistery e psicodramma, il film si smarrisce, vanitoso e impreciso, inciampa in un pedestre colpo di scena (le lettere) e capitombola in un finale di comodo. Peccato.

Pinhead80 6/06/10 12:28 - 4715 commenti

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Una donna in procinto di risposarsi si ritrova di fronte ad un bambino che le rivela di essere l'incarnazione del suo ex marito defunto anni prima. I limiti della pellicola, a mio avviso, stanno nell'aver voluto forzare la mano sulla vicenda, giocando troppo sull'idea di fondo dell'inaccettabilità della possibile relazione bambino/donna matura. La sceneggiatura doveva essere sviluppata meglio, coinvolgendo maggiormente la psiche dei protagonisti, piuttosto che ricercare un facile sensazionalismo.

Giacomovie 9/06/10 12:42 - 1397 commenti

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Vacillante film che quasi si pente di se stesso dopo aver fatto ben sperare nei primi minuti. L'idea di base aveva i presupposti per un thriller pieno di tensione, ma viene sviluppata in modo anomalo e poco adeguato nella suspence. La professionalità della Kidman salva il tutto dal disastro. Spento. **

Giùan 8/03/12 16:24 - 4528 commenti

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Bistrattato dai più, il film di Glazer possiede invece alcuni atout che ne fanno un thriller atipico, dotato di una dose di ambiguità (lo sceneggiatore è Carriere) quasi polanskiana, diventata merce rara nel cinema d'oggi. Il baco principale sta nel dipanare frettolosamente una matassa tanto ben imbrigliata, tuttavia il disvelamento della follia (d'amore?) di una intensa Kidman (nel periodo migliore della sua carriera), attraverso gli occhi per nulla innocenti di un adolescente incapace di misurare le conseguenze del suo inganno, ha notevole consistenza.
MEMORABILE: Il piano sequenza iniziale e l'apparizione di Sean alla porta.

Lucius 9/04/12 00:43 - 3015 commenti

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Tecnicamente immpeccabile, (inizia nel fascinoso Central Park ricoperto di neve, valorizzato da una fotografia ineccepibile), il film si traduce in un'opera che viaggia su due binari: quello irrazionale della sceneggiatura - che non convince - e quello tecnico della messa in scena, decisamente apprezzabile. Capisco la necessità del regista di non voler dare risposte, ma impostare un film come fosse un thriller per poi arrivare ad un finale banale come questo delude non poco le aspettative. Chi sei realmente Birth?

Gestarsh99 17/09/12 20:15 - 1395 commenti

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C'è differenza tra un'anima reincarnata e un'unghia reincarnita? Parrebbe di no, stando a quanto sermoneggiato in regia dal vanaglorioso Glazer che, spacciandosi per il Bergman dello psico-thriller d'autore, slarga sesquipedalmente una storia para-sovrannaturale malferma quanto un etilista alla terza bottiglia di whisky, tutta rannicchiata sotto l'egida boriosa di una calligrafica catatonicità. Durerebbe appena una ventina di minuti se non fosse per gli interminabili ritornelli di sospensione meditativa che neanche Celentano a Fantastico 8. La Kidman si spegne laconicamente nella sua schizzinosa ipnosi depressiva.
MEMORABILE: Il baby-marito in vasca assieme alla Kidman...

Rigoletto 3/07/13 23:02 - 1785 commenti

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Film strano, costruito inizialmente con un crescendo di tensione e mistero ma concluso in maniera affrettata e assolutamente insoddisfacente, rendendolo un prodotto mediocre e deludente anche per la presenza di alcune scene che invece di districare la matassa finiscono per ingarbugliarla ancora di più. Brava la Kidman, sulla cui interpretazione non si può dire nulla salvo il fatto di aver accettato di partecipare al progetto. Ma i miracoli, si sa, li fa solo il Signore. **

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Buiomega71 16/11/13 00:40 - 2899 commenti

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C'è qualcosa del Friedkin dell'Esorcista nelle atmosfere invernali, nei parchi innevati, nei lussuosi appartamenti newyorkesi tra party e segreti inconfessabili. C'è quel livore da psicodramma che odora di mistery, tra Altman, Polanski e Loncraine, c'è qualcosa di kubrickiano nella regia di Glazer, di primo impatto gelida ed estetica, ma ipnotica e profondamente intima. Uno scipt che sfiora il ridicolo, ma impreziosito dalla discesa nella follia femminea (che sfiora la pedofilia) di un lutto non elaborato. Finale sulla spiaggia quasi vontreieriano. Affascinante.
MEMORABILE: Il lungo PP sul volto della Kidman a teatro, squassata da una tempesta emotiva; L'incontro tra Sean e una gelida Anne Heche nel bagno; Huston dà di matto.

Simdek 20/12/15 13:55 - 122 commenti

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L'idea di fondo sarebbe anche buona perché un defunto che torna nelle sembianze di un bambino non mi pare di ricordarlo. Svelato il "sale" del film, il tutto si trascina lentamente tra le isterie del futuro marito e l'imbambolamento della Kidman, all'interno di una famiglia allargata che sembra un grande sepolcro imbiancato che ricorda l'aristocrazia inglese del '700. In realtà non c'è niente di soprannaturale e ciò delude ancora di più per il modo un pò dilettantesco con cui è disvelato. Occasione mancata. Il bambino, poi, non era adatto al ruolo.
MEMORABILE: La sculacciata al bambino.

Saintgifts 30/04/16 16:20 - 4098 commenti

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L'impressione è quella che dietro un'idea iniziale che ha entusiasmato qualcuno (fino a mettere in opera un film con fior di attori e di tecnici, fotografia in testa), ci si sia poi dimenticati di innestare un prosieguo degno da soddisfare il paziente spettatore, non solo un regista con la volontà di mostrare quanto fosse talentuoso. Già si sospetta qualcosa nella laconicità dei dialoghi, usando in sostituzione inquadrature e primi piani sofferti a camuffare l'insostenibilità di una situazione che doveva "esplodere" in ben altro modo, se possibile.
MEMORABILE: La Kidman che chiede a Sean, di dieci anni, se pensa di essere in grado di soddisfare le esigenze di una donna. Tremendo.

Faggi 3/05/16 16:01 - 1548 commenti

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Un'idea di celluloide spiritica che poteva essere trattata meglio. È la sceneggiatura a non convincere, per non parlare del deludente finale. Peccato perché non tutto è da buttare, anzi. La confezione, per esempio, è buona (specie in certe sequenze). È uno di quei film che hanno le caratteristiche dell'occasione mancata e che lasciano l'impressione dell'irrisolto e dell'insipido.

Black hole 26/06/17 11:42 - 143 commenti

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Film che parte bene e incuriosisce ma che si perde fino a un finale privo di qualsiasi sussulto, messo lì sul bagnasciuga forse per una sostanziale mancanza di idee sul come concludere. Probabilmente si poteva fare di più: certe scene sono a dir poco insostenibili, anche cercando di entrare il più possibile nella storia. Si sfiora il grottesco e il cattivo gusto. E' un vero peccato soprattutto per un cast di ottimo livello che tiene su la baracca unicamente grazie al mestiere.

Fedeerra 6/07/18 14:06 - 770 commenti

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Poco importa se lo script è azzardato e irrisolto; c'è da perdersi fra i primissimi primi piani della Kidman (nella scena della vasca da bagno è sublime), le bellissime melodie della colonna sonora e la perfezione geometrica di quell'appartamento. Un film atipico e indefinibile, coraggioso, dilatato e che sa prendersi i suoi tempi. Regia compiaciuta ma delicata.

Teddy 10/12/22 05:45 - 808 commenti

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Ci vogliono inventiva, coraggio e una buona dose di visionarietà; solo così l’inverosimile può trasformarsi in plausibile. Ecco infatti la ricetta abbraciata da Glazer, che con questo melodramma borghese trafigge lo stato di coscienza ritrovando nell’inconscio la via più semplice per solcare i lati emotivi. Cinema estatico e statico, dominato dal non-sense e dal volto delicatamente perplesso di Nicole Kidman.
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  • Discussione Rebis • 27/06/08 16:11
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Undying ebbe a dire:

    Modesto horror, di fattura prettamente indolore. Consigliato a chi vuole approcciare il genere, senza restarne "traumatizzato"


    beh Undying, dai, che questo sia un horror proprio no... Non essere ingiusto...
    Ultima modifica: 28/06/08 00:12 da Rebis
  • Discussione Undying • 27/06/08 18:08
    Risorse umane - 7574 interventi
    In effetti è un bel pastrocchio in stile metafisico, anche se spacciato (dai trailer del lancio nelle sale) come horror, al pari (in tutti i sensi) del coevo Godsen....
    Ultima modifica: 28/06/08 02:09 da Undying
  • Discussione Rebis • 27/06/08 20:32
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ma no, Undying! Dissento fortemente. E' semplicemente un dramma molto ben congegnato che produttori e distributori hanno voluto lanciare come thriller/horror sfruttando dei precedenti ma non c'è niente di metafisico o sovrannaturale a conti fatti. E' il dramma di una donna e di un a perdita e volerlo guardare sotto l'egida di un genere lo annienta e ammutolisce.
  • Discussione Undying • 27/06/08 20:59
    Risorse umane - 7574 interventi
    Ve bene, Rebis.
    E' un drammone cammuffato da thriller.
    Anche se spesso etichettare i film sotto questo o quel genere non è cosa facile, nè logica.
  • Discussione Rebis • 27/06/08 21:17
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Direi che in casi come questo è addirittura deleterio...
  • Discussione Buiomega71 • 16/11/13 10:17
    Consigliere - 25892 interventi
    C'era qualcosa di friedkiano che mi assaporava la visione del film (i parchi innevati, i lussuosi appartamenti dei palazzi Newyorkesi tra party "tu morirai lassù" e segreti inconfessabili, tra abitazioni di quartiere-i ragazzini che giocano le auto parcheggiate ai latidella strada-), qualcosa di polanskiano che entrava sottopelle (e non solo per la somiglianza nel look della Kidman a Rosemary Woodhouse, o perchè il signorile palazzo ricordava il Dakota), qualcosa di altmaniano per il lento scivolare nella follia femminea, causa un lutto mai elaborato, qualcosa di loncrainiano per il "fantastico nel quotidiano" a la Demonio dalla faccia d'Angelo

    Suadente e ipnotico, dove la regia quasi kubrickiana di Jonathan Glazer (bellissimo il piano sequenza iniziale con Sean che fa jogging nel parco) scava nel profondo dell'anima e nell'initimità, tra interni lussuosi, gelidi cimiteri, gelosie, frustrazioni, tradimenti, sorrisi di convenienza e un finale raggelante e sconvolgente su una spiaggia plumbea e desolata (il volto pieno di dolore della Kidman in abito da sposa non si scorda più, nella sua follia quasi irreversibile) che ha qualcosa di vontreieriano.

    Immerso nella splendida fotografia di Harris Savides, toccato dalle splendide note di Alexandre Desplat (bellissima e quasi stridente la canzoncina sui titoli di coda), un misto coinvolgente tra barlumi di "satanic movie intimista" (per l'atmosfera che regala), di romanticismo raggelato che varca il baratro della follia, di momenti registici straordinari (il lungo PP sul volto della Kidman a teatro, dove Glazer mostra lo sconquasso emotivo interiore della donna, tra angoscia e turbamento)

    Sfiora passioni quasi pedofile (più il bacio che non nella vasca da bagno), regala personaggi indimenticabili e punti cardine (Anne Heche-che somiglia sempre di più a Tilda Swinton per la sua androginia-glaciale traditrice e il suo incontro con il piccolo Sean nel bagno-la scena delle mani da asciugare e da antologia-e fautrice del crollo emotivo del ragazzino), così come lo sbrocco di Danny Huston al ricevimento

    Vero che lo script potrebbe sfiorare il ridicolo, se non fosse che Glazer usa il sospetto della metempsicosi per scardinare convenzionalità e sicurezze, infilando il dubbio e facendo esplodere la latente pazzia della Kidman

    Cast tecnico e artistico a massimi livelli (la Kidman sarebbe da Oscar, e alla divina Lauren Bacall spetta la migliore battuta del film, che chiama il piccolo Sean "Mister reincarnazione")

    Lento, ma capace di afferrarti dall'inizio alla fine, donando fascino e qualche picco morboso, dove Glazer non dà spiegazioni plausibili (potrebbe anche essere una maternità mancata, visto che la Kidman-quando torna a chiedere perdono al suo uomo-non pronuncia mai la frase "Avere dei figli"), e lascia tutto nel limbo (anche se le lettere nello zaino di Sean danno una sterzata ben poco metafisica)

    Coraggioso, e a suo modo, originale.
    Ultima modifica: 16/11/13 13:49 da Buiomega71