Road movie in salsa vanziniana è forse uno dei film (nelle premesse) più sinceri dei due fratelli romani: la storia degli amici che realizzano nell'età matura il loro desiderio di ragazzi (viaggi in auto negli states) è ammantata di sentimenti nostalgici. Visto che dietro la macchina da presa però c'è pur sempre Vanzina, il sentimento e la nostalgia diventano buonismo e quello che poteva essere un discreto film affonda nella banalità e nel già visto costituendo l'ennesima occasione sprecata.
Nel settore della commedia italiana vanziniana è un titolo che a mio parere dovrebbe spiccare maggiormente sugli altri. Il protagonista indiscusso è Boldi, magistrale nel caratterizzare il suo personaggio viziato e mal cresciuto e nell'essere padrone di una improvvisazione schietta ed espressiva. Gli altri membri del gruppo (insoliti) posano bene intorno a lui, in particolare Fassari. Simpatico poi il soggetto: vecchi amici cresciuti che vogliono rivivere l'avventura ma si trovano a disagio per colpa dei vizi dell'età.
I Vanzina si cimentano nel road-movie e ottengono un film ben riuscito grazie alla buona prova di un cast composto da Boldi in gran forma e da un trio insolito (Ferrini, Fassari, Frassica). Si ride, ma oltre a ciò è presente la tematica dell'amicizia che unisce i quattro protagonisti fino alla tanto agognata California cantata dai Mamas and Papas.
Un ottimo Massimo Boldi, quando ancora non era l'ombra di se stesso e sapeva divertire imprimendo ritmo e verve ai film ai quali partecipava. L'amicizia che lega i quattro protagonisti suona un po' falsa, nonostante le buone intenzioni di Vanzina, ma lo spirito veterocomunista di Ferrini contrapposto alla burinaggine tutta romana di Fassari e allo yuppismo di Boldi crea l'alchimia giusta. Chi appare più spaesato è Frassica, imprigionato nella gag di Panunzio (chiaro riferimento al Volontè di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto).
MEMORABILE: Boldi che "seduce" Bo Derek permettendosi di fare il prezioso davanti alle sue avances.
L'idea, non che si peschi in un pelago di originalità, è pure allettante, i "maturi" che coronano un sogno cullato da anni e che si recano negli states. Lo sviluppo è al solito lasciato a situazioni idiote, con Boldi in primo piano che regge la scena, Fassari che sembra un po' fuori dal contesto, Frassica che stenta ad entrare in moto e Ferrini noioso, difficile fosse altrimenti. Un gruppo che non dà un'immagine reale ma al contrario suona artefatto. Sketch dimenticabili.
Tra i migliori film (e non sono molti...) partoriti dalle menti dei fratelli Vanzina. Buone gag, bel ritmo, una regia essenziale e un cast di protagonisti che, tolto il solo Ferrini (decisamente insopportabile), è davvero validissimo. Boldi in una delle sue prove più divertenti; Fassari non ancora coinvolto nei Cesaroni è impagabile. Ma la palma del migliore va ad un Frassica alla sua prova cinematografica migliore. Rapido cameo della sempre affascinante Bo Derek.
MEMORABILE: I fagioli alla "John Wayne"; il Commissario Pannunzio; Bo Derek; il Grand Canyon.
Patetico filmaccio on the road di Vanzina in cui un gruppo di amici fa il viaggio della vita in America con lo scopo di realizzare il sogno di una vita e di ritrovare se stessi. Possibile che alla fine del XX secolo si possa assistere a film così? In cui si vedono gag trite e ritrite che Vanzina mette praticamente in ogni suo film? Pare proprio di sì. In ogni caso contento il pubblico (che come al solito ha risposto abbastanza bene), contenti tutti.
Quattro amici on the road negli USA, con poche finanze (la domestica di Boldi, invece delle carte di credito, gli ha messo in valigia le carte da gioco) e tanta voglia di tornare indietro nel tempo, quando si divertivano con poco e niente. E' un'onesta commedia, senza particolari e spesso fastidiosi eccessi, sia nel linguaggio, che nelle situazioni (eccezion fatta per la conclusione della visita al ranch del riccone anticomunista: una vera e propria conclusione intestinale). I quattro se la cavano dignitosamente e sono anche piuttosto simpatici (su tutti, Boldi). Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Il dottor Pannunzio; L'adesivo con scritto "Danger, bomb!" applicato al sederone di una cameriera.
Per molti sarà anche un cult, ma per me è terribilmente sopravvalutato... Siamo nel 1992, ma dalla qualità della pellicola mi pare che oggi Vanzina non sia così diverso da un tempo. Gag trite e ritrite, attori che fanno più da macchietta che da mattatori. Evitabile, e lo dico col cuore.
Non brilla certo per l'originalità, ma questo film vacanziero ha qualche buona carta da giocare: il quartetto ben assortito (solo Frassica sembra giù di tono), lo spirito giusto, le musiche adatte, delle buone riprese... insomma, è molto più di quanto ci si potrebbe aspettare, considerando il culto del trash degli anni '90. Anche se dozzinali, non mancano dei riferimenti economici e sociali e per una volta il viaggio non è un mero prestesto per infilare qua e là battutacce gratuite e maye desnude.
MEMORABILE: Il dottor Pannunzio; la scatologica conclusione della visita al ranch.
Forse l'ultimo Vanzina dignitoso prima del decadimento; vi è anche un tentativo di buttarla sul sociologico (goliardia, quarantenni stressati, un viaggio immaginato in gioventù e mai realizzato). L'idea di base non è malvagia: un road-movie - in salsa vanziniana - con un quartetto di attori piuttosto insolito e che attinge anche a fenomeni para-televisivi di quel tempo quali Frassica e Ferrini. Boldi in parte, come pure il romano Fassari (aveva già dato buona prova d'attore ne Il muro di gomma). Complessivamente una buona commedia corale.
È un peccato che un talento come Frassica abbia recitato in una manciata di pellicole, durante la sua carriera. Sì, perché gli interventi surreali del siciliano uniti alle stravaganze post-comunistiche di Ferrini, ai luoghi comuni romani di Fassari e al berlusconismo ante-litteram (i Vanzina sono intelligentissimi a captare i segnali della società) di Boldi, fanno guadagnare punti a questo divertente on-the-road.
In questo film Vanzina è già preso dalla deriva della comicità anni '90, abissalmente distante da quella del decennio precedente e a mio parere nettamente inferiore per qualità ed interpretazioni. È proprio il quartetto protagonista che non convince, colpa di un'immaturità sul grande schermo ancora evidente (Frassica non incide affatto, Ferrini poco adatto) e di qualche gag più che evitabile (quella del ranch e la candid con Bo Derek). Poche le risate di gusto.
Offuscato da un teaser che faceva pensare a qualcosa tipo Amici miei, andai a vedere questo film sperando di divertirmi. Tutto inutile. Fra Massimo Boldi che tira in testa le mutande a un texano antipatico e Antonello Fassari che sogna di farsi una canna in pieno deserto, il film mi è sembrato assai indigesto. Maurizio Ferrini, che viveva la sua ultima stagione da star tv, sembra spaesato, mentre Nino Frassica, senza Renzo Arbore che lo controlla, non riesce a comunicare nulla. Il cameo di Bo Derek, poi, non è nemmeno un semifreddo.
Senza dubbio è la pellicola vanziniana che riguardo con più piacere, perché mi sembra quella con più lavoro di scrittura dietro. Scegliere un quartetto senza punte è stato un colpo azzeccato: Frassica è uno dei comici più sottovalutati e male utilizzati dal cinema, Fassari mi ha sempre fatto ridere e Boldi non mi dà (quasi mai) sui nervi. Inoltre proprio il suo personaggio è la personificazione, infallibile, dell'humus dai cui trarrà forza Colui che era. Purtroppo Ferrini è nullo e la storia a tratti mostra la corda o scivola nel banale. Non male.
MEMORABILE: "Che ha fatto 'a Roma a Monopoli? 4 a 0, 'na passeggiata de salute!"
Una buona commedia targata Vanzina, con un poker di protagonisti strano ma affiatato: Boldi ovviamente porta la bandiera, in una delle sue performance più divertenti e scatenate, ma anche Frassica e soprattutto Fassari ci mettono del loro, mentre Ferrini appare il meno convinto. Il non è volgare come tanti altri (tipo quelli coevi Anni '90) e la colonna sonora (di Smaila) è davvero azzeccata. Consigliabile.
L'idea portante non è affatto male, fondandosi sui piccoli sogni realizzabili ma mai realizzati: poter partire per un viaggio magnifico con vecchi amici dimenticati per ricordare i tempi andati e fare i conti col presente guardando al futuro. Certo le tipiche gag triviali dei Vanzina non mancano, in fase di sceneggiatura si poteva anche essere più profondi vista la possibilità di gestire comicità e malinconia. Tutto sommato un film gradevole.
Commediola che narra il viaggio di quattro quarantenni. Dopo un interessante prologo il film sfocia nella banalità con situazioni tendenti al pecoreccio. Le location americane meritavano situazioni più simpatiche rispetto al lancio di cacca dalla finestra. Boldi ripete il solito insopportabile cliché, Frassica e Fassari appaiono simpatici mentre Ferrini sembra fuori luogo con quel suo perbenismo comunista. Occasione sprecata.
Almeno in questo film Vanzina premia lo spettatore regalandogli indimenticabili paesaggi statunitensi e una colonna sonora con hit storiche; ma per il resto siamo alla solita comicità scadente. Meno volgare di altre volte e con qualche battuta più ricercata, ma ridere non si ride; anche perchè siamo in presenza di un cast troppo etergeneo per funzionare. Sembra quasi la barzelletta: ci sono un milanese, un romano ecc. Mancava solo il napoletano... E' chiaro che Boldi fa la parte del gigante e Ferrini quella della formica.
Certamente non un capolavoro, ma comunque una buona commedia corale che mette insieme quattro attori affiatati, ognuno con le proprie caratteristiche; la sceneggiatura e il tratteggio dei personaggi possono apparire carichi di clichè, ma alcuni dialoghi fotografano piuttosto bene un certo tipo di società italiana e risultano meno stupidi di quel che si potrebbe credere. Si ride abbastanza e a parte la visita al ranch non si segnalano momenti troppo grotteschi. OST tra classici nostalgici e moda, con il memorabile singolo estivo dei Double You. Spassoso.
Non è malee rifugge dalle facili trappole della volgarità o del sesso a tutti i costi. Certo, qualcosa rimane sempre (Boldi che non trova il bagno...) ma nel complesso la pellicola è godibile. Ho notato però un Frassica sottotono e un Fassari che si ripete un po' stancamente. In forma gli altri due, con annessa la sorpresa Ferrini. Ci sono anche l'insopportabile Francesca Reggiani e un breve cameo di Bo Derek.
Niente male, anche se i Vanzina hanno fatto di meglio. Siamo ancora fortunatamente lontani dal calo avuto in seguito. Certo la storia poteva essere sfruttata meglio, dato che comunque si tratta di un road-movie, ma la pellicola è alquanto godibile e le scene divertenti non sono poche. Il migliore del cast è Fassari (davvero esilarante), bravo anche Boldi, non male Frassica, mentre Ferrini è un po' sottotono (ma forse il personaggio lo richiedeva). Cameo dell'affascinante Bo Derek. Splendide le location stelle e strisce.
MEMORABILE: "Roma-Monopoli 4-0... na passeggiata de salute!"; I fagioli alla John Wayne; I paesaggi del Grand Canyon.
Simpatica commedia on the road con un bel quartetto di attori comici italiani tra cui il migliore è Massimo Boldi, forse anche perché il più supportato dalla sceneggiatura. Comunque anche Ferrini, Frassica e Fassari se la cavano egregiamente. Stavolta i Vanzina hanno fatto un bel lavoretto.
Quattro vecchi amici e il viaggio dei sogni. Per Vanzina una certezza (Boldi, in gran forma) e tre scommesse (Frassica, Ferrini e Fassari) tutto sommato vinte. Dopo la prima parte ad ambientazione italiana inizia la classica traversata coast to coast americana tra soste nei canyon e nei villaggi del vecchio West, incontri galanti e gag più o meno riuscite. Si ride abbastanza e infine risulta particolarmente interessante la commistione dei vari accenti, dal milanese al bolognese, dal romano al siciliano.
Road movie di casa nostra che vede quattro amiconi in trasferta negli States. Se nelle premesse c'era un intento piuttosto elaborato, il risultato in realtà non si discosta troppo dalle effimere commedie del decennio precedente. Il quartetto non è ben amalgamato: Boldi è il vero mattatore, mentre gli altri non sono completamente a loro agio. L'amicizia e le goliardate lasciano trasparire infatti un eccesso di macchiettismo che fuoriesce a più riprese dalla cornice narrativa. Qua e là si ride, ma il risultato non è certamente memorabile.
Come commedia corale le caratterizzazioni sono troppo polarizzate e semplificate, per potersi affezionare ai personaggi: Boldi è quello più a suo agio con una comicità piuttosto infantile, gli altri tre faticano a sintonizzarsi con questo tipo di umorismo (Ferrini in particolare). Il viaggio si compone di sketch isolati non particolarmente originali che strappano qualche risata (l'incontro con Bo Derek, Fassari con gli stunt-man). Notevole la scelta di canzoni nella colonna sonora: si va da "Innuendo" dei Queen a "Baker Street" di Rafferty con il suo immortale assolo di sax.
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