Revenge - Film (2017)

Revenge
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

I primi venti minuti dan più che altro l'impressione di una réclame per l'intimo, col posteriore di Matilda Lutz ripreso da ogni angolazione (si bilancerà nell'ultima parte con analoga, ampia esposizione delle terga di Janssens). L'atletica Jen (Lutz) è in Marocco per accompagnare Richard (Janssens), il suo amante, che ha lasciato la moglie a casa per partirsene in caccia assieme a due amici. L'idillio della coppia ha base sostanzialmente erotica, ma la poco lungimirante Jen si diverte a eccitare pure l'amico di lui che il giorno dopo, non appena Richard li lascia soli per un po', salta addosso alla ragazza e se la violenta come da copione. Espletata la fase "rape", conclusa con il lancio di Jen...Leggi tutto giù dalla scarpata da parte del suo stesso amante che la vedeva ormai come una minaccia all'equilibrio familiare, si può aprire quella suggerita dal titolo (non esattamente originale). Diosolosacome, Jen - che non solo era precipitata da venti metri ma era pure atterrata con la pancia sul ramo appuntito di un albero secco - si rianima, dà fuoco al legno con l'accendino e si rimette in pista come niente fosse, con tanto di rametto piantato in pancia come souvenir. Si apre la caccia ai tre poco simpatici compari, fucile in resta sottratto al primo di loro, nel frattempo sbulbato a coltellate. REVENGE dà fin dall'inizio la sensazione - anche in virtù delle scelte stilistiche in direzione di una ricercatezza formale non comune - di essere nato unicamente per sfruttare una location insolita e di grande fascino come il deserto del Marocco. Niente dune o sabbia, solo rocce e ampie distese assolate, corsi d'acqua, silenzi e rilievi scoscesi. Trovato l'ambiente ideale per muovervi gli unici quattro personaggi presenti nella storia, la regista Coralie Fargeat (anche autrice unica di un copione di rara insipienza e del tutto secondario rispetto alla messa in scena) elegge la sua eroina a icona nemesiaca seguendo le tracce delle tantissime che l'han preceduta (a poco serve citare Ferrara, Winner o Tarantino, qui si parla di un autentico sottogenere). Novella amazzone vestita del minimo indispensabile per metter in risalto le meravigliose forme, la Lutz imbraccia il fucile, si nasconde, soffre per le lacerazioni che un essere umano non potrebbe proprio sopportare trasformandosi anche per la sua invincibilità ultraterrena in un archetipo dai contorni mistici, un eroe epico incarnato da forme perfette. Un'ovvia, alta dose di sangue e frattaglie, sviluppi e conseguenze facilmente immaginabili da chiunque: davvero nessuna novità di sorta (fa testo il titolo, programmaticamente quintessenziale) e una qualità registica supportata in primis dalle suggestioni offerte dagli scenari, perché invece le reali potenzialità della Fargeat si individuano molto di rado (ad esempio nel lungo finale domestico, indubbiamente teso, crudo e ben girato). L'assenza di snodi incisivi, il limitarsi ad agguati e pedinamenti in un'ambiente che per sua natura non li favorisce, fa sì che si prolunghi una meccanicità snervante, destinata col passare dei minuti a mettere inveitabilmente in luce la povertà del copione, fitto di gratuità insistite in ogni campo (dallo splatter alle allucinazioni nella grotta fino alle citate scene di nudo, che spesso ci fan credere di aver a che fare più con uno studio anatomico che con un film).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/05/18 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/05/19
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Herrkinski 22/05/18 02:32 - 8390 commenti

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L'esordio della Fargeat non può certo dirsi originale: il modello è ovviamente Non violentate Jennifer (più il remake, a dire il vero) nonché tutti i classici del rape & revenge, ma l'enfasi qui è più sulla violenza che sul sesso, seguendo le esagerazioni sanguinarie della scuola francese dei 2000. Per divertirsi bisogna però far appello a una totale sospensione dell'incredulità, viste le assurdità assortite di cui è pieno il film; brava e sexy comunque la nostrana Lutz, splendide fotografia e location marocchine, ma poteva durare 15 minuti in meno.

Bubobubo 18/09/18 00:11 - 1847 commenti

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C'è chi ha già gridato alla rinascita post-femminista (?) del rape & revenge: miracoli della contemporaneità. Per mettersi in coda ai grandi classici di genere non basta però arruolare la biondazza fatale di turno, il gruppetto di stupidi allupati, la canicola del deserto e litri di sangue a buon mercato: ci vuole un'idea d'insieme, un messaggio che qui manca completamente. Rimane l'adrenalinica e a tratti divertente scansione della resa dei conti (ghignoso il finale) e una narrazione dall'illogicità a tratti incredibile. Bisogna accontentarsi.

Digital 19/09/18 09:30 - 1259 commenti

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Di ragazze stuprate e poi, una volta rimessesi in sesto, andate a caccia dei propri persecutori ne abbiam viste a dozzine e il film della Fargeat è solo uno degli ultimi esempi. Messa in conto l’ovvia sensazione di già visto e tarata al massimo la sospensione dell’incredulità, bisogna dire che è davvero gagliardo! Pulpeggiante, rutilante rape & revenge che diverte anzichenò, con una protagonista di abbacinante bellezza e una controparte suina di una viscidità e ripugnanza unica (il che è un bene). Ottima la fotografia costantemente assolata.

Noncha17 7/09/18 16:00 - 87 commenti

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Poteva benissimo chiamarsi "Caccia alla donna che caccia uomini nel deserto" questo revenge-movie travestito da horror di chiara matrice exploitation. Inutile che la regista dica d'essersi ispirata piuttosto ai vari Kill Bill, Interceptor e Rambo: è vero, ma che il nome della protagonista non sia un riferimento a Non violentate Jennifer è alquanto improbabile. Quello che si vede & si sente (grazie alla TV accesa) sul finale fa capire che è inutile prendersi cura del proprio corpo se, poi, non si ha rispetto per l'anima altrui.
MEMORABILE: Il riflesso sugli occhiali; La scoperta; Il culetto della protagonista quando è armata; Le riprese di notte con la synthwave; Il salto dell'orecchino.

Siregon 9/09/18 15:03 - 352 commenti

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Innocuo revenge movie, troppo pulito e curato per essere efficace. Il punto di vista femminile alla regia non cambia niente dal punto di vista narrativo. Pochi tempi morti, qualche scarica adrenalinica ben piazzata ma personaggi ridotti a stereotipi con tanto di protagonista che cambia da velina Hollywoodiana a improbabile macchina da guerra, tra simbologie grezze e inquadrature e montaggio cool. La forza del soggetto è in film sporchi e realistici come Non violentate Jennifer, L'ultima casa a sinistra (originali) o Thriller di Vibenius, non qui.

Daniela 10/09/18 02:13 - 12916 commenti

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La violenza brutale di tre porci maschi sciovinisti trasforma una arrapante bionda stupidella in una ramba astuta, esperta in tecniche di sopravvivenza e nell'uso di armi mai viste prima, determinatissima a far loro pagare il fio... Fra tutti i rape&revenge, questo è uno dei più visivamente curati (bellissima l'ambientazione nel deserto, d'effetto le inquadrature ed i contrasti di colore) ma anche uno dei più rozzi dal punto di vista narrativo, con una trama pretestuosa su cui si innestano comportamenti insensati e assurdità assortite. Quanto al presunto femminismo, meglio lasciar perdere.

Capannelle 21/09/18 00:07 - 4480 commenti

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L'ennesimo rape & revenge dalla trama consunta e allora la Fargeat cosa fa? Punta con merito sugli aspetti visivi e sonori per conferirgli una sua dignità: musica gagliarda, primi piani vivi, fisici statuari e qualche punta d'ironia. Esagera con bidoni di sangue e ferite finte, con i sogni, col minutaggio. Non indugia nemmeno troppo sul rape (anche questo è un merito) e sceglie di non prendersi troppo sul serio, sacralizzando solamente il lato b della protagonista.

Schramm 26/11/18 18:17 - 3652 commenti

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A che pro tanta invasione dell’ultrapop, frastornare di pulpitazioni, triggherarci con gli slanci più efferati o visionari, avere ritmo e forma da contrabbandare quando nel riviolentare Jennifer ci si scorda che anche la più survoltata delle frottole richiede scaltrezza affabulativa? Inviperisce, la Fargeat: ottimo cinema che si gambizza con la zappa di una scrittura cialtrona a prova della più indulgente predisposizione, roba da preferire l’inverso per la malafede di fondo che trasforma il gusto in guasto. Un'enfant prodige che va al mare e non trova l'acqua, che tocca bocciare con stizza.
MEMORABILE: Gli stati di allucinazione nel grottino e la resa dei conti finale: in un altro film sarebbero valsi da soli un quadripalla.

Taxius 20/01/19 13:36 - 1656 commenti

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Rape & revenge dalla trama vista e rivista ma che si differenzia dalla massa di suoi simili nella messa in scena. Se i rape & revenge classici cercano la fotografia e l'ambientazione cupa e sporca, qui siamo all'esatto opposto: la regista infatti ambienta il suo film in un assolato deserto in cui tutti i colori sono molto brillanti: si va dall'accecante azzurro del celo al giallo del deserto fino ai rosa e ai fucsia dei vestiti. Il film funziona grazie anche a una bella dose di sangue e a un'ottima colonna sonora.

Galbo 27/01/19 07:10 - 12514 commenti

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È più facile credere ad un uomo volante in calzamaglia blu che alla veridicità della vicenda raccontata nel film di Coralie Fargeat, la cui protagonista subisce in condizioni estreme una poco credibile metamorfosi. Al netto di queste considerazioni (e di una durata eccessiva), il film è ben realizzato e si avvale di un una suggestiva ambientazione, essendo certamente gradito, per la crudezza dei dettagli “tecnici” agli estimatori del genere rape & revenge. E poi insegna un uso inedito delle lattine di birra messicana....

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Puppigallo 26/04/19 20:31 - 5367 commenti

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Nel panorama filmico mondiale "mancava" una Rambescort. Problema risolto con questa pellicola, che fa dell'assurdo (situazioni e soluzioni) e del ridicolo (i dialoghi) gli indredienti base, che da soli la identificherebbero come cinespazzatura. Ma invece, a sparigliare le carte, ci pensano, inquadrature non dilettantesche e, soprattutto, un tale livello di cinico-splatter da decretarne la vedibilità, seppur con riserva. P.S. La frase "Perchè le donne devono sempre opporre una cazzo di resistenza!?" dovrebbe dare un'idea del prodotto.
MEMORABILE: Il volo; La fantasoluzione per liberarsi dall'alberello secco; Taglio a spicchi della ferita; Si rovista nel piede per togliere il mega pezzo di vetro

Pumpkh75 29/04/19 15:06 - 1808 commenti

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Rimarchevole la praticità della Fargeat nel cavare il sangue da Rape avvizzite: lacca le unghie con smalti glamour e lustrini, con la tragicità dell’evento ci fa solo un aereosol veloce e proietta sulle pupille tavole di fumetti e fotogrammi di cartoon come unica via percorribile e graditissima per rendere digeribili le molteplici castronerie con cui ci ingozza. Arduo dimenticare le improbabili evoluzioni della Lutz tra lo Stallone più tamarro e l’amazzone più seducente, no comment doveroso sui seriosi discorsi femministi. I slip on your grave.

Anthonyvm 25/05/19 23:45 - 6066 commenti

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Buon film di vendetta che tuttavia non si discosta molto dalla massa di rape and revenge moderni, dove lo stupro è solo accennato o comunque rapido e implicito e il focus si sposta sulla meno scabrosa (ma perché poi?) ultraviolenza. Il sangue scorre a fiumi (alla faccia di ogni pretesa realistica), gli effetti speciali prostetici sono gustosi per quanto spesso un po' finti, la Lutz è brava e regge bene il ruolo della vendicatrice sexy e agguerrita. Decisamente poco rivoluzionario (regista donna a parte), ma ben realizzato. Ottime le musiche.
MEMORABILE: L'operazione fatta dalla Lutz su se stessa durante un trip; Il vetro conficcato nel piede di un balordo; La testa della Lutz fatta saltare in aria.

Nando 27/06/19 13:51 - 3853 commenti

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La vendetta di una giovane donna umiliata dal suo amante e due suoi amici; sviluppo narrativo scontato e talvolta inverosimile nonostante le valide ambientazioni e una discreta cura nella realizzazione, ottima la vicenda degli incubi della protagonista. Finale, forse, troppo lungo con Janssens che mostra le sue nudità in maniera compiacente. La Lutz appare come un Rambo in bikini.

Markus 21/07/19 18:26 - 3723 commenti

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Fare il verso al cosiddetto genere "rape & revenge" di vecchia scuola non è certo impresa facile, principalmente quando scorrono nella nostra memoria infinità di film in questo senso celebri. Va dato quindi atto a Coralie Fargeat, qui al suo debutto nel lungometraggio, di aver trattato la faccenda con il giusto equilibrio tra il divertito, il trash volontario e una certa dose di professionalità di fondo. In due parole un film di poche pretese ma girato bene. La vendetta viene servita dalla moderna bellezza di Matilda Lutz.

Jdelarge 14/10/19 00:41 - 1000 commenti

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Pur mettendo in mostra sequenze interessanti, coadiuvate da un ottimo utilizzo delle luci e dei colori, che conferiscono al film un fascino particolare, questo rape & revenge convince poco per l'eccessiva inverosimiglianza della maggior parte delle scene. Partendo dal presupposto che al cinema la verosimiglianza è un concetto piuttosto fragile e destinato, il più delle volte, a soccombere a esigenze di sceneggiatura, qui non si può comunque fare a meno di provare un certo fastidio nell'assistere a determinate situazioni.

Fedeerra 10/12/19 07:23 - 769 commenti

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Più che femminista (come voleva farci intendere alla sua uscita) è un film egocentrico e vanitoso. Nell’accezione più positiva del termine, s’intende. La Fargeat ci sa fare con la macchina da presa e dove si sgretola il pretesto femmineo si rafforza il fascino della messinscena. Tanto sangue da far spesso socchiudere gli occhi e un finale che ricorda il miglior horror francese degli anni 2000. Matilda Lutz e Kevin Janssens si concedono anima e corpo! La fotografia di Heyvaert sembra oro colato. Gustoso!

Aco 28/02/20 10:47 - 236 commenti

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Un’interessante opera d’esordio della regista appartenente al sottogenere "rape and revenge, declinato tutto al femminile. Molto belli i campi lunghi nel deserto, l’uso del colore per comunicare stati d’animo e la scelta di certe inquadrature/atteggiamenti per costruire raccordi tra immagini, persone, situazioni apparentemente slegate fra loro. Lo è anche l’impiego di alcuni oggetti per veicolare altri significati, che arricchisce così il film di altri messaggi e valori che vanno oltre quelli legati al genere dell’opera stessa. Molto brava la protagonista.
MEMORABILE: La scena finale ambientata nella casa, un lungo inseguimento-combattimento girato in piano sequenza.

Gestarsh99 6/06/20 16:33 - 1395 commenti

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La vendetta è un piatto che si serve in fretta, per metter quanto prima alla sbarra quel retaggio maschilista fatto di cameratismo insabbiante, omertà conniventi, deresponsabilizzazioni sottogamba e colpe retrive addossate alla "donna tentatrice". Chiaro jenniferismo glam, imbozzimato da capo a piedi nell'eccessività d'una grafica squillante, di umorali esorbitanze e smorfiosi gongorismi prettamente decorativi. La forma ambirebbe ai piani alti dell'autorialità splatter, il contenuto invece resta fermo al pianterreno della burletta stupro-vendicativa più fintamente estrosa che ci sia.
MEMORABILE: Taluni particolari gratuitamente allegorici e rivoltanti, quali cibi masticati in dettaglio e insetti sguazzacchianti fra urina e sangue...   

Lupus73 6/02/21 18:06 - 1546 commenti

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Moderna villa in mezzo al deserto: lui giovane e ricco, lei bella e giovane amante, e i due compagni di caccia arrivati in anticipo. Rape & revenge con litri di sangue, molto curato nella fotografia (ottimi passaggi in macro) e nella post-produzione dell'immagine con vividi colori glamour. Per credere alla sopravvivenza di lei bisogna sospendere la propria incredulità di tanto quanto quel precipizio (per non parlare delle fanta-medicazioni fumettistiche), ma tutto sommato la sceneggiatura, anche se generica e routinaria, ha il suo perché nell'intrattenere. Bravina la Lutz.
MEMORABILE: Peyote e cauterizzazione fai da te con tanto di branding da lattina di birra (?!); La quasi-morte e rinascita da supereroina dei fumetti.

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Buiomega71 1/05/21 01:51 - 3007 commenti

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Più che la verosomiglianza, manca la cattiveria, la sporcizia, la ferocia, la bastardaggine (nemmeno i maschi carnefici sono poi così schifosi), a dispetto di un look glamour, di una partenza in sordina (con qualche tensione) che si muta in una baracconata sanguinosa. Apprezzabili i dettagli (la mela morsa, le formiche, il ragno affogato nella pipì), poi esagerazioni splatter (teste esplose a fucilate, piedi e stomaci squarciati) e la protagonista, Mad Max al femminile, che nulla ha a che vedere con le Jennifer violentate. La metafora femminista, poi, lascia il tempo che trova.
MEMORABILE: Le urla di Jen, durante lo stupro, coperte con la 24 ore di Le Mans; La villa ridotta ad un mattatoio e le scivolate nel sangue; La televendita.

Minitina80 23/12/23 16:04 - 3094 commenti

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Superfluo spendere parole sulla trama che non presenta alcuna differenza sostanziale con i tanti consimili di un sottogenere che presenta differenze minime. Si percepisce un dualismo ricercato nella messa in scena, accostando riprese fanatiche a sequenze cruente e sanguinolente. Evidente quanto il concetto di emorragia assuma una dimensione puramente cinematografica, distante dalla quantità anatomica contenuta in un normale corpo umano, ma è un dettaglio su cui è possibile chiudere un occhio. Rimane un’opera di nicchia, ben girata e prevedibile, a cui si può concedere un’occasione.
MEMORABILE: La mela che marcisce. L’aquila marchiata sull’addome.

Teddy 6/09/24 23:17 - 962 commenti

I gusti di Teddy

La Fargeat utilizza il mezzo cinema come se fosse una mitragliatrice imperitura, immergendo una storia di abusi sessuali all’interno di un climax roboante, sfacciatamente kitsch ma con un sottotesto di spaventosa attualità. Uomo contro donna, carne contro metallo. Lo scenario è totalizzante e non di rado desensibilizza il racconto, il gore e lo splatter, invece, zampillano in ogni dove. Femmineo.
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  • Discussione Daniela • 27/11/18 16:40
    Gran Burattinaio - 5937 interventi
    Non credo si tratti tanto di una faccenda riguardante la sospensione dell'incredulità: più che disposta a sospenderla per quanto riguarda le azioni, a patto però che il personaggio abbia un minimo di credibilità. Per conto mio, la sposa di Tarantino può ammazzarne anche il doppio, è una tipa tosta, è super-addestrata, ha una volontà di ferro, una storia alle spalle che giustifica le sue capacità. Un numero di morti è troppo esagerato? E' il cinema, bellezza, mica la vita vera...
    Veniamo invece a questo film: la squinzia cretinetta sculettante che ci viene mostrata all'inizio di questo film non può diventare nel corso di poche ore una tipa che si cuce da sola le ferite manco fosse Rambo. E' stato lo stupro, il dolore, il fatto di essere stata infilzata quasi a morte che le fatto acquisire simili capacità di sopravvivenza in condizioni estreme? No, non mi torna...
  • Discussione Schramm • 27/11/18 17:09
    Scrivano - 7721 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Non credo si tratti tanto di una faccenda riguardante la sospensione dell'incredulità:

    un po' anche si, perché qua si provoca/sfida proprio ogni nostra larga spanna di predisposizione a sospenderla. e dire che ci voleva davvero poco per farmi accettare tutto il resto. invece qua si è dovuto strafare con espedienti tali da azzerare anche una credibilità pregressa del personaggio. per quel che mi riguarda il problema non è tanto che non possa diventare d'amblè una ramba, è che neanche rambo ce l'avrebbe potuta fare così mortalmente leso e ridotto.

    che poi, dando a rambo quel che è di rambo, lui le ferite se le cuce con ago e filo facendo di necessità virtù in una maniera anche chirurgicamente credibile per un veterano del vietnam, lei si cura uno sbrego abnorme piastrandoselo con una lattina di birra arroventata che le sponsorizza il ventre con l'aquilotto da parà guerrigliero. come dire: da ora sono anche iconicamente una soldatessa, stateci o andatevene. e pignoleria per pignoleria, incredulità per incredulità, faccio notare che non ci si è curati di mostrare come si è sistemata il foro posteriore, che dovrebbe costituire la parte più grave della ferita. ma che lo puntualizzo a fare, la fargeat non rimonterà certo il film per noi...
    Ultima modifica: 27/11/18 17:11 da Schramm
  • Discussione Herrkinski • 27/11/18 17:20
    Consigliere avanzato - 2651 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Daniela ebbe a dire:
    Herrkinski ebbe a dire:
    Avrebbe potuto farla resuscitare in stile zombi al 100%, che almeno lo si metteva giù come horror e tanti saluti..

    Buona idea, sarebbe stata un tantinello più credibile ;o)


    ...e avrebbe altresì rinnovato due generi ormai frusti che più non si può in un colpo solo...

    A tal proposito, dai cassetti della memoria mi sovviene di consigliarvi Savaged (aka Avenged) del 2013, che era veramente un filmone.
  • Discussione Daniela • 27/11/18 21:22
    Gran Burattinaio - 5937 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    A tal proposito, dai cassetti della memoria mi sovviene di consigliarvi Savaged (aka Avenged) del 2013, che era veramente un filmone.

    mai sentito prima, prendo nota
  • Discussione Noncha17 • 28/11/18 14:35
    Magazziniere - 1068 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Noncha17 ebbe a dire:
    Un esempio perfetto può essere Machete..così come gli altri film di Rodriguez in cui l'impossibile diventa possibile!

    per niente concorde. perché in rodriguez il jolly dell'assurdo è dichiarato e percepibile da praticamente subito. e al momento di intraprendere machete (ma se vogliamo anche un dal tramonto all'alba dopo che hai visto el mariachi e desperado) hai già alle spalle una filmografia fatta di assurdità e sai che anche stavolta il risultato sarà quello se non un gioco al rialzo di quello (del resto sai anche che rodriguez è un consociato di tarantino, e dei due è il più caciarone, per cui stai sciallato e corazzato). qui invece non solo per quel che ci riguarda siamo praticamente davanti a un esordio (chi l'ha mai sentita nominare prima di questo e ha visto uno dei suoi precedenti tre lavori alzi la mano) ma si sente che ci si prende molto sul serio, tanto più che per i primi 29 minuti non ti aspetteresti un simile detour. io avevo addirittura pensato, dopo quel volo e averla vista allo spiedo, che sarebbe venuta a vendicarla una terza persona, o che il pilota dell'elicottero la vedesse nel recarsi alla villa e in quella salta fuori che è suo fratello, il suo ragazzo, qualcosa così.

    ma certo è che la davo per stecchita e vederla sopravvivere a una cosa simile dopo un incipit così serio non passa lo straniero (lo passerebbe se il tono fosse quello dal primo minuto). e sarei davvero curioso di vederlo in sala. sbaglierò ma temo proprio che a ogni proiezione si levi un coro di naaaaahhhh! o di risate durante quel momento.

    e non è una questione di gusto, è che proprio si gioca molto sporco narrativamente. e ripeto, lo stronco con rabbia, perché su ogni altro aspetto l'ho trovato formidabile.



    Però, così un po' ti "contraddici".. :)

    Dato che, non puoi dire nei MOMENTO O FRASE MEMORABILI questo "Gli stati di allucinazione nel grottino e la resa dei conti finale: in un altro film sarebbero valsi da soli un quadripalla" e, poi, "dopo uno sfondone così imperdonabile (che tra l'altro non viene nemmeno in alcun modo giustificato, dandogli una qualche attendibilità medica o scientifica, per cui siamo davvero all'errore da matita rossa)" che, alla fine, sono consequenziali l'uno dell'altro e in assoluto non slegabili..per parlare la tua lingua! ;)

    Inoltre, cosa vuol dire che "questa" è all'esordio e il Rodriguez di Dal tramonto all'alba no?!
    Quello stesso film - che inizia, in qualche modo, come questo (una vacanza?) - finisce proprio in un "altro mondo". Se non è sforare quello cosa lo è?!
    Chi ha un'età anagrafica più alta della mia (e non è abituato a certe esagerazioni..) ha avuto più o meno quella reazione che hai avuto tu quando questo film ha svoltato!
    Per me, se non era per quella "svolta", Revenge sarebbe risultato mediocre..al contrario! A volte, gli spiegoni (o spieghini) è meglio che non ci siano proprio.

    Altro esempio "calzante" può essere quello di Tobe Hooper. Ma, non accumuliamo troppo però.. ;)

    Penso solo che: a certe idee bisogna semplicemente abituarsi, col tempo. Altrimenti certi miti come Sam Raimi non sarebbero proprio esistiti!
  • Discussione Schramm • 28/11/18 16:09
    Scrivano - 7721 interventi
    Noncha17 ebbe a dire:

    Però, così un po' ti "contraddici".. :)

    Dato che, non puoi dire nei MOMENTO O FRASE MEMORABILI questo "Gli stati di allucinazione nel grottino e la resa dei conti finale: in un altro film sarebbero valsi da soli un quadripalla" e, poi, "dopo uno sfondone così imperdonabile (che tra l'altro non viene nemmeno in alcun modo giustificato, dandogli una qualche attendibilità medica o scientifica, per cui siamo davvero all'errore da matita rossa)" che, alla fine, sono consequenziali l'uno dell'altro e in assoluto non slegabili..per parlare la tua lingua! ;)


    mannò, alcuna contraddizione perché lo sfondone per me è sostanzialmente sempre quello: una donna dalla spina dorsale spezzata/trafitta alla supersonica velocità imposta dalla forza di gravità, che oltre a non essere clinicamente morta è capace di liberarsi e tornare in verticale nel giro di scene due senza neanche mostrarcela almeno zoppicante (per quel che sarebbe valso, beninteso). ciò non mi impedisce di isolare una scena successiva come quel del trip, che fa anche parentesi a sé e che su un piano figurativo si riconduce maggiormente ai 29' prima

    Noncha17 ebbe a dire:
    Inoltre, cosa vuol dire che "questa" è all'esordio e il Rodriguez di Dal tramonto all'alba no?! Quello stesso film - che inizia, in qualche modo, come questo (una vacanza?) - finisce proprio in un "altro mondo". Se non è sforare quello cosa lo è?!

    molto semplice, come sopra: da rodriguez ti aspetti già mentre ti stanno strappando il biglietto, se non prima, un frullato di follie e scorrettezze. sai cosa (el mariachi, desperado, l'amore per i toni pulp e scanzonati) e chi (tarantino) ha alle spalle/scimmiotta male il suo cinema e a meno di essere uno spettatore di ultima generazione che non l'ha vissuto in cronologica linea retta e parte proprio da quel film sai quindi già di che pasta è il suo cinema, e che non è certo il tipo che ha intenzione di tirarti fuori un film intriso di realismo, verismo e drammaturgia ibseniana. che poi dovendocisi proprio mettere a fare i debiti distinguo, in dal tramonto all'alba c'è un brusco ma al tempo stesso fluido cambio di registro narrativo, e non una scena così implausibile da ridiscutere i minuti iniziali e sfanculare il resto del film.

    della fargeat cosa sai? niente. per cui la vivi come un sentiero mai battuto. e perdonerai, ma se dopo 29' condotti in quel modo che è si camp e pop a strafottere ma anche del tutto credibile e veritiera (ci sarebbe da fare un inciso sulla provocazione del sotto testo vetero-femminista, ma rischierebbe di diventare il fuori-tema di quanto stiamo discutendo) mi tiri fuori una sparata così implausibile hai solo due vie: o lo termini cercando di gustarlo formalmente (che è quello che mi sono sforzato di fare io, dato l'appal tecnico-formale non indifferente; ed ecco quindi che isolatamente, un momento come quello del trip te lo godi ma anche ricordandoti cosa l'ha determinato e quindi di nuovo ti saettano i nervi) ma con la carogna di una sceneggiatura da spanking estremo, o sentendoti un po' troppo menato per il naso te ne vai dalla sala (o spegni e cambi film se sei in casa: che è esattamente quel che sono stato a un tanto così dal fare, a tutta prima)

    poi: io non voglio assolutamente uno spiegone, anzi i lumiere e chi per loro me ne scampino. detesto la propedeutica in arte. il problema è di natura rappresentativa. mi sarebbe cioè bastata una diversa scelta narrativa, un diverso modo di farci credere che la protagonista sia morta. lasciandoci nell'interzona del dubbio però. è così che posso credere che la regista diventi gesù davanti a lazzaro. se invece me la mostri assolutamente stecchita, stare al gioco rappresentativo diventa impresa improba.
    Ultima modifica: 28/11/18 16:11 da Schramm
  • Homevideo Mco • 7/01/19 22:21
    Risorse umane - 9970 interventi
    Dal 19 gennaio 2019 in DVD e BR per Koch Media.
  • Discussione Buiomega71 • 1/05/21 10:03
    Consigliere - 26533 interventi
    Alla fine rimango sorpreso di due cose: l'aurea di cult movie che si è creata attorno e le recensioni entusiastiche da parte di alcune testate cartacee (Ciak e Film tv in primis) come se fosse chissà quale evento rivoluzionario nel genere.

    Personalmente non ci vedo nulla di così straordinario in uno dei film più sopravvalutati a mia recente memoria.

    Al di là della verosomiglianza (che sarebbe il male minore, basterebbe leggere questa vendetta ginecea come una sottospecie di rivisitazione femminile del Corvo sotto il cocente sole del deserto del Ouarzazate) quello che mi ha lasciato a bocca asciutta è la mancanza totale di cattiveria, di ferocia, di sporcizia, di crudeltà, di bastardaggine, di umiliazioni (come il R & R ha abituato, dove nemmeno i maschietti sono poi così schifosi, visto che uno di loro, proprio quello che l'ha violentata, vuole portarla in ospedale. A questo proposito , come esempio, il remake di Non violentate Jennifer, dove la vittima subiva tante di quelle angherie sessuali e misogine, fisiche e psicologiche da emanare un dolore quasi fisico, insopportabile e disturbante, allo spettatore che vi assisteva impotente-valga per tutte quando Jennifer era costretta dal branco sghignazzante a imitare il nitrito del cavallo, e la sua nemesi era tanto viscerale e spietata quanto le sevizie che aveva subito,  e la regola del contrappasso non faceva sconti alcuni, ecco, in Revenge manca proprio tutto questo), per dare spazio a un look glamour da elegante videoclippone sfrangiato delle parti più zozze, a favore di un politicamente corretto pulitino pulitino, anestetizzando i pugni nello stomaco (lo stupro avviene totalmente fuori campo, a porte chiuse, e le urla di Jennifer coperte dalle 24 ore di Le Mans), a violenza esagerata (tanto da diventare indolore) e splatter quasi cartooneco (teste che esplodono a fucilate reiteratamente nella lunga, e sfiancate, miscela di incubi della protagonista, piedi e stomaci squarciati, tipacci con la faccia sciolta che manco Toxic e Street Trash, lussuose ville da sogno trasformate in mattatoi-non male il piano sequenza dell'ultimo rimasto, nudo, che imbraccia il fucile e di lei idem, che sovverte la meccanica tra cacciatore e preda, preda e cacciatore-, pezzi di orecchio- e orecchini a forma di stella-che saltano via, nasi rotti e pugnali che affondano nelle carni), in un frullato di esaltazione action non dissimile dai b- movie di Albert Pyun (viene in mente Ravenhawk), solamente , questo, girato meglio, che nulla ha a che vedere con le Jennifer violentate, ma accostabile , più che altro, alle Sarhe Connor del secondo Terminator o ad un Mad Max in chiave uterina.

    Cheppoi la Fargeat non inventa nulla di nuovo, nemmeno quando mostra Jennifer che civetta e fa la smutandata provocando le reazioni da maschio alfa del più infoiato del terzetto (per la serie se l'e andata a cercare o io faccio la puttanella quanto voglio, ma mi devi rispettare, nel labile confine tra provocazione e tieni le mani a posto ), visto che già un bel pò di lustri prima aveva già detto tutto (in merito) il Jonathan Kaplan di Sotto accusa (ah, già, ma lui era un maschietto) nella sua mutazione da ninfetta senza cervello e tutto culetto a novella Sarah Connor. E se proprio, per restare nel genere, e in tema di rape and revenge al femminile, ho trovato più originale e "rivoluzionaria" la dimenticata Talia Lugacy con il suo Extrema (a dimostrazione che Revenge non è nemmeno il primo R & R diretto da una donna, come spesso viene decantato) dove "l'occhio per occhio" femmineo/vendicativo andava al di là di ogni immaginazione, sostituendo le classiche armi e la furia da Dea Diana con l'atto sodomitico omosessuale come pura (e cruda) legge del contrappasso.

    Il resto ci stà (le esagerazioni che sfociano nella Sci Fi, dove il quasi realismo della prima parte, dove si respira una certa tensione erotica, lascia spazio al surrealismo rambesco da b- movie anni 80/90, che , appunto, ricorda certi cyberwoman pyuneschi ) e alcuni dettagli sono notevoli (la mela morsa, la formica sulla mela che marcisce, il ragno affogato nella pipì, le gocce di sangue che inondano una formichina, la disgustosa masticazione ravvicinata e distorta di uno dei tre "carnefici", lo stupratore che assume le sembianze incubotiche di un rettile,  l'ombra del suv della Ranger Rover che si proietta sul deserto, l'apertuta del film sul primissimo piano della lente degli occhiali da sole di Richard), dove il talento visivo della regista è fuori discussione, così come il suo gusto estetico, tra dipinti di dee della vendetta che troneggiano e la bellissima sequenza finale della porta a vetri a fucile spianato.

    E dopo un incipit truffaldino, ci si tuffa nella baracconata megasplatter, nel fumettone sparato a tutto volume, con sfx prostetici nostalgici (Denis Gastou ispiratissimo e esaltatissimo a riproporre certe tomsavinate), nei meandri del deserto australiano di Mad Max (vedere come la Forgeat riprende la sua eroina, a bordo del quad o nel bel mezzo del deserto con fucilone in spalla) azzerando la psicologia e aumentando in fracasso, spargendo citazioni dai classiconi quà e là (Lo squalo con la testa martoriata che affiora dall'acqua, la chiusa stile Predator con l'arrivo dell'elicottero).

    Scene tirate per le lunghe (il piede sanguinante con squarcio vaginale e pezzi di vetro da esportare, il bubusettete tra i corridoi della villa tra scivolate al sangue e domopack per tamponare i budelli che fuoriescono, il riscaldamento acceso nell'abitacolo del suv, la corsa in moto verso la villa, con cipiglio così ottantiano e fittizio che pare Urbano Barberini nel primo Dèmoni), dove, a tratti sembra una parodia del (de)genere (la cauterizzazione dello squarcio sullo stomaco con il pezzo di latta della lattina arroventata e il nome della marca della birra messicana stampato sulle carni martoriate), dopo aver masticato il peyote jodorowskiano.

    Due cose curiose mi sono balzate all'occhio. La prima che la Fargeat, nel bel mezzo di situazioni totalmente irreali ci ficchi Jennifer che non sà sparare con il fucile e manchi il bersaglio (ferendolo ad una spalla) con tanto di rovinoso rinculo, e la sordità momentanea dovuta allo sparo. La seconda che, seppur vero che indugia sulle grazie della ragazza e sul suo sculettamento, la mostri solo di sfuggita in topless, mentre insista sulle nudità maschili di Kevin Janssens, sia quando telefona alla moglie (completamene nudo) sia nella resa dei conti finale. Come dire che la regista donna sfrutti il corpo maschile come fanno i colleghi maschi cone quello femminile? Forse è questa la vera "rivoluzione" del rape (poco) e revenge (parecchio, tanto che, alla fine, altro non è che un survival movie) visto dalla parte di lei?

    Alla fine della fiera delle atrocità rimane un pò pochino, se non geyser di sangue e le meravigliose location del deserto marocchino, in quello che è un film di genere uguale a mille altri, se non fosse per alcune interessanti invenzioni di regia (e per l'ottimo apparato tecnico che insaporisce la pietanza).

    Meglio sorvolare sulle implicazioni e le metafore femministe, che lasciano il tempo che trovano.
    Ultima modifica: 2/05/21 00:11 da Buiomega71
  • Discussione Capannelle • 1/05/21 12:02
    Scrivano - 3692 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Alla fine rimango sorpreso di due cose: l'aurea di cult movie che si è creata attorno e le recensioni entusiastiche da parte di alcune testate cartacee (Ciak e Film tv in primis) come se fosse chissà quale evento rivoluzionario nel genere.
    Sai cosa è strano anche? Che a dispetto di quelle recensioni e di alcuni premi raccolti in giro per Revenge la Fargeat sia scomparsa dopo questo film. Niente altro fatto o in produzione.
    A differenza della protagonista, italiana a dispetto del nome, che qualcosa di medio livello continua a farlo.

  • Discussione Buiomega71 • 1/05/21 12:45
    Consigliere - 26533 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Alla fine rimango sorpreso di due cose: l'aurea di cult movie che si è creata attorno e le recensioni entusiastiche da parte di alcune testate cartacee (Ciak e Film tv in primis) come se fosse chissà quale evento rivoluzionario nel genere.
    Sai cosa è strano anche? Che a dispetto di quelle recensioni e di alcuni premi raccolti in giro per Revenge la Fargeat sia scomparsa dopo questo film. Niente altro fatto o in produzione.
    A differenza della protagonista, italiana a dispetto del nome, che qualcosa di medio livello continua a farlo.

    Verissimo. Altra somma sorpresa, in effetti, che la regista non abbia fatto più nulla dopo la sua tanto strombazzata (forse anche a sproposito) opera prima.
    In cerca di nuovi soggetti?
    Crisi creativa?
    In attesa della giusta ispirazione?
    Produttori taccagnosi?
    Mi piacerebbe comunque vederla alle prese con un nuovo progetto, perchè al di la di tutto, il talento c'è. Di solito, l'opera seconda, è un pò la prova del nove.
    Come si dice in questi casi: attendiamo fiduciosi.

    Riguardo all'attrice protagonista, nin sò, non mi ha fatto impazzire sinceramente, troppo Martina Stella vs Diletta Leotta, anche se il suo ruolo, puramente fisico, è stato un massacrante tour de force non disprezzabile.

    Ultima modifica: 1/05/21 12:52 da Buiomega71