Furia nera - Film (1975)

Dopo Rin Tin Tin e Zanna Bianca e prima di Rex, ecco Blacky, «cane alsaziano oriundo di Roma», che insieme al padroncino Ricky sventa rapine, raddrizza torti e ritrova un bambino rapito in una commedia per ragazzi prodiga di avventure e buoni sentimenti. Fidani dirige con mano più ferma del solito, sebbene un paio di scazzottate in cui ogni pugno pare un colpo di tamburo non smentiscano la nomea guadagnata con i suoi infimi western agresti. Si rivedono il Pinocchio televisivo Andrea Balestri e la piccola Susanna Melandri, assidua frequentatrice di polizieschi coevi. Penoso Emanuelli sordomuto.

Forse è la miglior opera di Fidani, regista che spaziò tra vari generi ma non sempre ci azzeccò. Qui vuoi per l'ambientazione, vuoi per l'ottimo cast (assieme ai rodati Vingelli, Muller, Dottesio e altri non sfigurano neppure i tre giovani protagonisti) esce un buon film. Curioso il finale, divertentissima la rissa tra i bambini con musica e stile western, genere in cui Fidani era esperto. Da riscoprire.

Fidani trova il modo d'utilizzare ancora il fatiscente villaggio western di Roma per ambientarvi questo scalcinato dog-movie. Il target è quello dei bambini di 10 anni, che s'identificano facilmente nei due protagonisti alle prese con un mondo esterno di adulti arruffoni e disonesti, accompagnati da un cane che oltre a pensare in romanesco è capace di poche altre prodezze. Il senso del "fatto in casa" si sente più che in altre occasioni, lo script è quantomai banale e della factory restano uno spento Manni e Dottesio relegato in un ruolo minore. Evitabile.