Rientrato a casa, Giorgio Darica (Candelli) vi trova la moglie uccisa. Non l'amava, doveva divorziare e sa bene che il primo sospettato sarà lui. Inoltre, se la polizia comincerà a indagare, scoprirà che non è esattamente uno stinco di santo. Per questo chiede aiuto ai politici che ha aiutato e per i quali si occupa di loschi giri di droga. Dovranno adoperarsi per insabbiare tutto, nelle sue intenzioni, ma non sarà operazione facile. La prima soluzione scelta dagli "amici" è spedire per un paio di giorni Giorgio in un albergo abbandonato, dove dovrà rifugiarsi in attesa che le acque si siano calmate. Lui si porta dietro l'amante (Viotti) e accetta, ma all'albergo incontrerà presenze misteriose...Leggi tutto un po' come capiterà al più celebre Jack Torrance. Il primo a presentarglisi di fronte è un marito che ha ucciso la moglie e che gli chiede cortesemente una mano per occultare il cadavere; seguiranno la figlia di questi e altri, prima che naturalmente ci scappi il morto... Lo spunto da cui parte Leopoldo Savona (che oltre ad aver diretto il film l'ha pure scritto, insieme a Luigi Russo) non sarebbe nemmeno male, mescolando una prima parte giallo-nera a sviluppi horror del tutto inattesi, ma la realizzazione – inficiata da un budget palesemente misero – non riesce mai a convincere. Velleità quasi autoriali si scontrano con una povertà generale perlopiù insostenibile generando pause eterne e un andamento soporifero cui contribuisce la scarsa vena del cast. Un lungo percorrere stanze e corridoi incontrando personaggi improbabili che si producono in performance spesso fuori luogo (si veda Veronika Korosec con poncho rosso che si esibisce in una danza mistica con coltello) interrotte dalle indagini di una polizia destinata a scoprire ciò che difficilmente non si era già intuito da tempo... Forse con una messa in scena meno sciatta e una regia più viva il film sarebbe anche potuto andare in porto felicemente trovando il suo perché, ma così come è uscito resta solo un bizzarro B-movie in cui la storia si sfalda tra le maglie larghe di una regia poco incisiva. Ci si accontenti di cercar d'individuare il colpevole allora, appena meno evidente del presunto colpo di scena su cui si fonda l'ultima parte.
Ad una tenue trama gialla unisce suggestioni fantastiche che citano abbondantemente il margheritiano Danza macabra, anticipando così le atmosfere di Shining (l'ambientazione è in un hotel chiuso). Nonostante questo encomiabile eclettismo, il film di Savona non riesce a decollare e a produrre un risultato soddisfacente, anche perché gli attori sono poco credibili e la soluzione, vista con l’occhio smaliziato di oggi, appare tosto palese. Il comparto femminile si ricorda per l’avvenenza fisica: il corpo nudo della Viotti e il viso della Korosec.
MEMORABILE: «Ma tu sei viva... e tutti quelli che ho incontrato sono vivi!». «E tu, sei certo di essere vivo?».
Avendo a disposizione l'hotel Royal di Ladispoli nel periodo di chiusura, forse è stata scritta una sceneggiatura che vedesse la trama svolgersi in un albergo chiuso. Enorme povertà di mezzi, per un film decisamente non indimenticabile. Stelio Candelli e Patrizia Viotti (ex fidanzata di Mal: ma la cosa finì in Tribunale) non sono dei mostri e ce la mettono tutta. L'idea che regge la soluzione dell'enigma non è niente male, ma viene resa in modo grossolano e spiattellata in tutta evidenza: sarebbe bastato rivelarla alla fine, in un flashback...
Da un titolo ammaliante ci si si sarebbe aspettati un film più pertinente alle tematiche gialle e thriller, delle quali, invece, non v'è ombra. Se va risconosciuto al regista la capacità di distaccarsi dal facile filone emulativo "alla Dario Argento", va però detto che il film soffre di carenze su tutti i fronti: da attori poco efficaci (pur se è presente la "stellina" del momento, Patrizia Viotti, vista l'anno prima nel discreto La Notte dei Dannati) a scenografie scarne e ripetitive (l'hotel) ad nauseam.
Peccato perché di cose interessanti ve ne sono: il cast in puro stile anni 70' (la Viotti, Candelli), ci sono pure Fernando Cerulli e (goduria!!!) Tom Felleghy in ruoli piuttosto importanti. Anche l'atmosfera viene assicurata dall'ambientazione nell'hotel vuoto con rimandi a Danza macabra (discrete anche le musiche). Buono il colpo di scena finale, però va detto che numerose scene sono di troppo e la sceneggiatura non brilla per i dialoghi. Appena sufficiente.
Modesto thriller in cui la tensione è come il titolo: "leggera". Colpa di un plot parzialmente prevedibile nella soluzione finale (non ci vuole molto a capire chi sia l'assassino) e con troppi rimandi a Danza macabra. Molti i momenti di stanca, per non dire di noia. Per il resto nulla di notevole da segnalare. Chi ama il genere può dargli un'occhiata.
Intrigante thriller made in Italy che mette la povertà dei mezzi al servizio di una storia che parte da delle premesse piuttosto assurde ma che risulta abbastanza curiosa. La regia è a tratti incerta e la limitatezza del budget spesso si fa sentire, ma la storia, nonostante i suoi limiti, funziona discretamente e l'atmosfera, a tratti quasi surreale, è efficace. Stelio Candelli e Patrizia Viotti riescono quasi a funzionare. Discreta colonna sonora, con qualche tocco rock, di Lallo Gori.
Il non eccezionale Leopoldo Savona ci propone uno strano thriller che di thriller ha ben poco: si tratta a mio avviso di una sorta di film dell'orrore, onirico e visionario. Attori abbastanza mediocri, ambientazione non male, non è bruttissimo, ma non è neppure un bel film: puramente mediocre... quasi sufficiente.
Il prologo è promettente: riesce a costruire tensione dal nulla e senza nemmeno mostrare la scoperta del cadavere. Poi, dopo dieci minuti praticamente, il film è finito e inizia a infilare situazioni improbabili (che si vorrebbero oniriche) penalizzate dalla mancanza di ritmo. Peccato, l'idea delle voci off dei personaggi (che pensano tutto il contrario di quello che dicono) non era male e la musica rock di Lallo Gori funziona.
MEMORABILE: Candelli e la Viotti fanno sesso davanti a un film porno. E lei esclama: "ma questo è italiano!".
Il genere non è ben definito, ma è un'opera originalissima, con temi di quelli che scottano davvero e soprattutto ci tengo a precisare che Candelli non è un gangster volgarotto come riportato perfino in trattati prestigiosi, ma un galoppino, e la cosa è ben diversa... Il marchingegno era diabolico e preciso come un orologio svizzero, la forza dei sentimenti lo fa letteralmente deragliare come un treno in corsa. Davvero niente male... Purtroppo l'acustica del film non è buona e certi dialoghi si decifrano con difficoltà perfino con la cuffia.
Giallo abbastanza curioso per l'epoca, visto che si distacca parecchio dagli stereotipi e meccanismi del genere e a tratti si avvicina all'horror. Quel che accade nella seconda parte risulta presto chiarissimo e perde quindi di suggestione, ma è decisamente la componente più interessante del film. Graziosa la canzone portante che, unita ad arredi e look dei personaggi, contribuisce all'atmosfera Seventies.
Il taglio registico è quello filoamericano e lo stile del film (non la storia) ricorda non poco Il gatto a nove code. Trattasi di un giallo piuttosto riuscito e con un finale a sorpresa; il cast se la cava dignitosamente, l'intreccio non è sempre lineare, ma il film funziona, accompagnato da una soundtrack intrigante, parte della quale ricorda il sound dei Pink Floyd. Niente male, peccato che non brilli di luce propria.
Rovina le cose interessanti (anche se a dir la verità si possono riassumere nella Viotti, nel clima e in qualche altra scena) intorno al quarantacinquesimo minuto, quando anche il più scarso dei giallisti capisce cosa sta accadendo grazie a una scena che andava gestita in modo diverso. Quindi il resto è come vedere qualcosa di già visto mille altre volte, di cui si conosce già tutto. Interessanti le musiche oltre naturalmente alla stupenda Viotti, qui particolarmente brava (come nella scena dell'isteria nella doccia). Occasione persa.
Film mediocre, anche se con qualche buono spunto non portato a migliori conseguenze. Perché le potenzialità della storia ci sono e pure la location, pressoché unica, dell'albergo in cui la coppia si trova sostanzialmente reclusa, sostanzia un discreto fascino. Non appare però convincente quanto accade poi nelle stanze (troppo complicato e irrealistico, anche se piuttosto peculiare). L'elemento politico e la sudditanza istituzionale sono condizioni abbastanza tipiche nella cinematografia di quegli anni, anche se qui la prospettiva è a senso unico.
MEMORABILE: La visione (a due) del filmino porno e la considerazione di lei: "Ma questo è italiano!"
Giallo senza grandi pretese, questo girato da Leopoldo Savona. L'idea di partenza non è male ma il cast non convince e lo svolgimento molto lento e con rari momenti di suspense fa sì che ci si annoi un po'. Il finale senza grandi sorprese non aiuta ad aumentarne il giudizio. Passabile ma niente di più.
Un'occasione sprecata. L'introibo, energizzato da un potente hard rock, lascia ben presagire; i ruoli dei personaggi (alta politica corrotta) e l'ambientazione claustrofobica sono altri potenziali punti forti. Purtroppo lo sviluppo è miserevole e il film s'incaglia sovente nelle secche della noia. Il budget risicatissimo e la recitazione pedestre aggiungono dei piccoli tasselli al puzzle della disfatta. Graziosa la Viotti.
Un uomo tenta in tutti i modi di difendersi dall'accusa di omicidio della propria moglie, ma non gli sarà affatto facile. Una sceneggiatura piuttosto interessante (anticipata da un rapido passaggio narrativo) puntella questo giallo-mistery le cui atmosfere e i cui ambienti ricordano in qualche modo quelli della serie La porta sul buio, pur con tutti i difetti che presenta, partendo da alcuni tempi morti sparsi qua e là.
Un film dove sostanzialmente non succede nulla e che se fosse proposto in questi anni valuterei gravemente insufficiente. Ma. Come ignorare il fascino dei thriller (se in questo genere vogliamo incasellarlo) anni 70? Impossibile. Quindi, anche se con attori mediocri, doppiaggi ancora peggio, una location fatta di tre stanze e di qualche comparsata delirante, qualcosa lo salvo. Il profumo del film. L'idea. Il sentore. L'allure. Neanche saprei definire cosa. Ma c'è. "Tutto il resto è noia"!
Pellicola curiosa, anche originale. Occasione (non afferrata) di reale distinzione dalla mediocrità. Idee decenti non svolte con sobrietà. Resa drammatica dei personaggi traballante. Vicenda che perde per strada l'interessante aura misteriosa. Regia scardinata. La povertà di mezzi tecnici poteva essere un'arma stilistica: spara a salve. Ottiene l'ingresso nell'Olimpo delle C-perle settantiane? Non lo so. In ogni modo la visione è stranamente piacevole: buone musiche, certa atmosfera emotiva (psichica) è azzeccata e Viotti è bella e brava.
Per quanto assurda e cervellotica, l'idea portante del film poteva anche avere una sua bizzarra originalità. Purtroppo l'estrema povertà dei mezzi, la sceneggiatura sgangherata e il ritmo catatonico impresso da una regia inadeguata fanno naufragare le ambizioni di questo giallo dalle venature horror che qua e là cerca anche vanamente di darsi un tono quasi autoriale. Non aiuta certo la prestazione degli attori principali: Candelli dall'espressione sperduta e la Viotti, indubbiamente molto bella ma poco di più. Meglio le parti secondarie, da Felleghy all'inquietante Veronika Korosec.
MEMORABILE: La danza rituale della Korosec avvolta da un drappo rosso.
Film dai tanti volti, purtroppo deludenti. Parte come un thriller con riferimenti mafiosi, poi prende i contorni dell'horror per finire in giallo. Un pasticcio, perché nessuno dei tre lati di questa pellicola è trattato come si deve, pur possedendo alcuni elementi interessanti. La parte iniziale all'albergo ha diversi spunti inquietanti che sembrano far decollare il film, che però poi si trasforma in un minestrone che non sa dove andare a parare. Finale abbastanza scontato, ma soprattutto poca tensione. La strada intrapresa era buona, ma a cercare troppe vie ci si perde. Peccato.
Inizia come un giallo a tinte noir, evolve progressivamente verso l’horror soprannaturale, cambia nuovamente le carte in tavola nell’epilogo a sorpresa. Non si può dire che a Savona manchi l’originalità, ma un budget degno di questo nome sì, che lo costringe ad accontentarsi di una messa in scena assolutamente anonima e di interpreti non proprio di prima fascia (Candelli si impegna, la Viotti funzionava come icona sexy ma quanto a sfumature recitative lasciava a desiderare); il ritmo non proprio frenetico però è responsabilità anche sua. Discrete le musiche di Lallo Gori.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Grazie lo stesso, Funesto.
Come puoi vedere sono stata accontentata :)
Fauno, ahahah...i miei gusti cinematografici fanno ridere chi mi conosce, riconosco che sono alquanto originali per una femminuccia che all'epoca di tanti gialli neanche era nata. Da bambina guardai PROFONDO ROSSO all'insaputa dei miei genitori (ho dormito una settimana con la luce accesa) ed ero affascinata da quel titolo in palinsesto sulle TV private, LA DAMA ROSSA UCCIDE SETTE VOLTE, che mi piacque poi tanto... mi sono immediatamente iscritta a questo sito quando ho scoperto che siete in parecchi a conoscere ed apprezzare un certo tipo di cinema, dopo ogni visione corro a leggere le vostre discussioni a tema.
Nel commento di Cotola si legge: "Troppi rimandi a Ballata macabra..."
Non credo che il buon Coty si riferisse al film dello zio Dan (anche perchè verrebbe 4 anni dopo), ma forse a Danza macabra, dello zio Antonio...Molto più probabile...
Credo pure io che intendesse alludere al buon zio Antonio. Zender correggerà presto la svista. Grazie Buio per le tue correzioni e
soprattutto per il fatto che leggi i miei commenti :-)