Media utenti
Anno: 1969
Genere: drammatico (colore)
Regia: [5e] Carlo Lizzani, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Jean-Luc Godard, Marco Bellocchio
Note: Film a episodi.
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
VERIFICATE
Entra per scoprire le location trovate.
SEGNALAZIONI
Scrivi se sai dov'è una location.
DA CERCARE
Posta una location che cerchi.
MAPPA
Visualizza in mappa le location.
TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/04/07 DAL BENEMERITO HOMESICK
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
- Mediocre, ma con un suo perché:
Homesick, Pigro - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Renato, B. Legnani, Saintgifts, Pinhead80, Panza
Cinque parabole evangeliche rivisitate con approccio e linguaggi cinematografici diversi: Lizzani offre un modesto saggio documentarista e Bertolucci una violenta contaminazione tra cinema e teatro d'avanguardia in sordidi interni pre-Tango, cui si contrappongono un Pasolini poeticamente urbano e candido e un Godard che con rapide e gentili istantanee erotiche distoglie da una logorroica disputa su rivoluzione e democrazia. Chiude amatoriale e sessantottino Bellocchio in una classe di studenti. Opera polifonica e spesso pesante, rappresentativa di una stagione sperimentale del nostro cinema.
MEMORABILE: Il sorriso puro e innocente di Davoli; il corpo nudo della Guého, ripreso nelle pose erotiche tipiche dello stile di Godard.
Reintepretazioni evangeliche per un film sperimentale e coraggioso. Poetico e intenso Pasolini sulla responsabilità individuale (bello!). Non male Lizzani sull'indifferenza verso i bisognosi in una frenetica New York. Accettabile la provocazione di Bertolucci con il Living Theatre. Insopportabili Godard e Bellocchio: il primo mortalmente noioso nella metafora politica in forma di rapporto amoroso con pedissequa spiegazione; il secondo presuntuoso e ridicolmente raffazzonato nella rappresentazione filodrammatica della contestazione studentesca.
Complessivamente insostenibile. Lizzani: retorico e ripetitivo. Bertolucci: un'insensatezza che andrebbe vista da strafatti per non trovarla irritante, almeno credo. Pasolini: niente di speciale, piuttosto confuso e con la solita musica di Bach onnipresente nel suo cinema. Godard: tutto molto bello, in teoria; bah, si vede che la Nouvelle Vague non fa per me. Bellocchio: l'episodio migliore, anche se sembra quasi un saggio per la CSC. Belle le barbe finte, in ogni caso.
Film sperimentale a episodi, spesso di noia micidiale. Quello di Lizzani non pare granché, ma cresce con… la visione di quello (a me incomprensibile) di Bertolucci e di quello – terribile - di Godard (Castelnuovo che, brandendo un sigaro imperioso, esalta la rivoluzione yemenita fa, non per colpa sua, solo ridere). Il migliore è quello di Pasolini, en plein air, con un “candido” Ninetto Davoli (il titolo “La sequenza del fiore di carta” è un decasillabo perfetto). Quello finale, con Bellocchio e studenti, è un sincero divertissement degli intervenuti, non certo un qualcosa di cinematografico. Fu clamoroso insuccesso di pubblico: non si fatica a crederlo.
Intellettualmente troppo alto, per me. Il mio giudizio è strettamente personale, non me ne vogliano cotanti registi che hanno firmato questo lavoro (non è certo il mio giudizio a impensierire quelli viventi), ma metto l'esclamativo vicino al pallino solo per omaggiare lo sguardo lungo di Pasolini e Godard. Per il resto devo dire che film del genere possono far discutere salotti buoni in grado di estrapolare chissà quali significati (escluderei Lizzani, comprensibile anche se proprio brutto), che io non sono riuscito a vedere.
Cinque registi eccezionali per altrettanti episodi che rivisitano a modo loro e in chiave politica alcune parabole evangeliche. Il risultato è l'opposto di quanto avrei sperato e la noia, che è uno dei sentimenti non contemplati dall'oggetto dell'opera, regna sovrana e sovrasta prepotentemente i contenuti. Con tutta la buona volontà non riesco a salvare nessuno dei cinque capitoli del film che a tratti riesce pure a essere irritante.
Cinque registi di punta del cinema italiano dirigono altrettanti episodi: un'inaspettata delusione. Quello affidato a Bellocchio è un bozzetto non adeguatamente sviluppato, mentre Bertolucci imbeve il suo segmento di un presuntuoso simbolismo. In Pasolini si ravvisa una maggiore poesia sul tema dell'innocenza davanti al dolore del mondo. Si ricade invece nella noia d'autore con Godard (una polverosa tirata sull'incomunicabilità sentimental-marxista) e Bellocchio (un'eccessivamente lunga rappresentazione - con dramatis personae - della contestazione studentesca universitaria).
Julian Beck HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
- Pesantissimo intervento della censura italiana sul film, che bloccò la pellicola e, dopo alcuni tagli, impose comunque il divieto di visione ai minori di 18 anni.
Ecco i fatti:
il produttore della Castoro Film dichiara alla Commissione "di non essere autorizzato ad apportare alcun taglio al film, specie per quanto concerne l'episodio Amore, e si riserva di interpellare il regista e produttore di detto episodio".
Per questi motivi la Comissione "sospende la decisione in attesa delle determinazioni del regista e produttore dell'episodio Amore".
Dopo alcuni giorni la Castoro Film comunica di aver provveduto ai tagli disposti dalla Commissione di revisione riguardanti l'episodio Amore:
- eliminata la scena della mano dell'uomo sul davanti del pantalone della donna
- eliminata la scena della mano dell'uomo sotto l'accappatoio della donna mentre la stessa accarezza il braccio dell'uomo
- eliminata le due scene dove le mani dell'uomo e della donna sono intrecciate sul davanti del pantalone della donna
- eliminata tutta la scena del nudo femminile sdraiato sul fianco sinistro nel giardino
Nonostante ciò, la Commissione ritenne "che il contenuto dell'episodio Amore per le sequenze amorose, anche con scene di nudo, anche se a livello artistico, regista Godard, non consente la proiezione del film ai minori di anni 18; che anche il contenuto dell'episodio Agonia per la sua alta drammaticità non si presta alla visione dei minori stessi."
Di parere diametralmente opposto la commissione riunita per il rilascio del nulla osta per l'edizione in dvd del 2010, in cui sono state reintegrate le scene censurate: "La Commissione esprime all'unanimità parere favorevole al rilascio di nulla osta per la proiezione in pubblico senza limiti di età."
