Dio perdoni la mia pistola - Film (1969)

Iniziato da Gariazzo nel '66, sospeso per la fuga del protagonista Wayde Preston (che farà vari altri western italiani) causa morosità del produttore, completato da Savona tre anni dopo, nonostante il budget risicato e le acrobazie per completare il metraggio si segnala per alcuni gustosi trucchi del pistolero protagonista (mosso dalla solita vendetta), uno dei quali (il fucile cammuffato da stampella), bizzarramente "riproposto" qualche tempo fa da un episodio di cronaca nera nel genovese!!! Un fan troppo entusiasta?

In coppia con Savona, Gariazzo dirige un western dalle location poverissime e dilatato da un ritmo lento nel quale è però apprezzabile la bizzarria – poi ripresa ne Il giorno del giudizio – del protagonista abile nei travestimenti e munito di gadgets, così come qualche spunto comico talora sottolineato da spiritose musichette e dalla presenza di due freaks. Le interpretazioni degli americani Preston e De Santis sono linea con i classici modelli rispettivamente dello “Straniero” e del proprietario terriero vessatore e l’ottimo Torres conferma le sue doti camaleontiche in veste di pellerossa.

Forse non è il caso di infierire, a causa delle note vicissitudini in fase di produzione, ma occorre ammettere che questo italo-western è un prodotto decisamente scarso. A parte la vicenda scontata e la sceneggiatura terra terra, si lamenta un ritmo lentissimo, da latte alle ginocchia, che mette alla prova anche la pazienza degli appassionati. Un cast nella norma, con qualche bravo caratterista completamente sprecato (Lorenzon su tutti) e alcuni gustosi trucchetti, molti dei quali riciclati, non tengono in piedi la baracca più di tanto. Si può tranquillamente lasciar perdere.

Spaghetti western dal titolo assonante con quello del grande successo dell'anno prima Dio perdona... io no!. Poverissimo sia di mezzi che di idee (addirittura diretto a quattro mani per varie vicissitudini produttive), si segnala, più che altro, per le bizzarrie comiche inserite nella storia, con il noto caratterista Luciano Bonanni, nel ruolo di un maniscalco muto, che aiuterà il protagonista a farsi giustizia. Per il resto, niente da segnalare.