Il titolo già segnala come il film, che pur mantiene sfumature gialle, sia pesantemente sbilanciato sul versante erotico, farcito da Amadio di amplessi al rallentatore, di primi piani su carni e volti rapiti dal piacere. L'ambientazione scelta è una villa sperduta della laguna veneziana, dove lo scrittore Richard Stuart (Granger) vive assieme alla moglie (Neri, che sostituì la Fenech all'epoca incinta) e un maggiordomo (Raho). Greta (Bouchet) vi arriva per sostituire la precedente segretaria (Viotti) di Richard, andatasene senza lasciare traccia. A completare il quadro un taglialegna ritardato che gravita nella zona, in film così solitamente destinato alla funzione di capro espiatorio. Che l'atmosfera...Leggi tutto in villa sia morbosa non ci si mette molto a capirlo, e mentre Amadio sembra concentrare l'attenzione sulle ricche scenografie valorizzate dalla notevole fotografia di Aldo Giordani, la storia comincia a procedere mostrando fin da subito l'intenzione di puntare all'erotismo soft ma insistito: se la padrona di casa ha uno sguardo che non lascia dubbi e attratta dalla straordinaria bellezza di Greta la droga blandamente per avvinghiarsi a lei in un trionfo lesbico che non mancherà di colpire gli appassionati, è anche ai ritrovi di gruppo in villa che si capisce come a trionfare siano l'amore libero e il rapporto multiplo: proiezione di filmino piccante per scaldare l'ambiente e una lascivia che s'impadronisce di tutti, con Greta che sgrana gli occhi e comincia a capire l'andazzo; prova nei suoi sospetti a coinvolgere la polizia nella persona del commissario Antonelli (Segurini), ma questi sembra considerare le velate accuse di lei come deliri o poco meno. La discesa nella spirale del vizio della protagonista lentamente prosegue, ma c'è spazio anche per lunghe scene di suspense vagamente hitchcockiana (chissà, sarà la presenza di Granger, già nel cast di classici come NODO ALLA GOLA o DELITTO PER DELITTO) come quella durante la battuta di caccia, inficiata tuttavia da una scarsa dose di credibilità (le sabbie mobili mortali a Venezia, la comparsa di chi proprio non t'aspetti che arrivi fin lì e pure al momento giusto). Amadio lascia che il film viva soprattutto di momenti, perdendo il ritmo negli agganci tra le diverse sequenze importanti e dovendosi giostrare un soggetto ridotto all'osso, da rimpolpare a colpi di stile mentre noi ascoltiamo la voce di Richard leggere il romanzo che sta dettando a Greta e che va a sovrapporsi volutamente a ciò che realmente sta accadendo. Esiste davvero il delitto perfetto? Se l'era chiesto proprio Hitchcock in un capolavoro, gli risponde Amadio a modo suo, avvicinandosi però più a Lenzi e ai suoi intrighi da alta borghesia col vizio del sesso e dell'omicidio facile, affidando le indagini sulla scomparsa della precedente segretaria a un commissario tutt'altro che abile e a una ragazza presto indirizzata verso tutt'altro. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Non molto valido, questo film giallo, che si sposa un po’ al nudo, nel quale una famiglia poco raccomandabile vive sulla Laguna di Venezia, sia alla ricerca del piacere, sia alla ricerca del delitto perfetto. Non tutto fila liscio. Va detto, nonostante sia cosa d'assoluta banalità, che la cosa migliore è costituita dalla serie di scorci della città.
Variazione morbosetta di Amadio sul tema "Venezia, la luna, la coppia sadiana e tu", nel quale la traballante impalcatura thriller è funzionale solo alle diverse scene erotiche, sovente in chiave lesbo: non male quella fra la Neri e la Bouchet - e che si vuole di più? - al ralenti, devastanti le effusioni fra la Bouchet e la Viotti sotto una cascata in un flashback di rara pretestuosità. Farley Granger pensa all'assegno, ineffabile il commissario con l'aggiuntivo per occhiali. Verosimiglianza sotto il livello dell'acqua nel Canal Grande.
Dopo 10 anni mi posso permettere di dire che è sensazionale, perché ho visto la versione integrale. La miglior Barbara Bouchet... costumi fantastici. Venezia? Qui sì che è rappresentata al meglio, altro che in quella mezza fregatura de La vittima designata. Fantasmagorico il lugubre piano dell'assassino, con un carisma tutto suo... La follia dell'arte allo stato più puro. Che impazzi Rosalba Neri ci siamo abituati, ma Farley Granger...
Deludente giallo a forti tinte erotiche, che vede come unico pregio una Bouchet che si impegna nella recitazione e non solo nel mostrare il bel corpo. Troppo prevedibile, troppo scontato e gli altri attori non è che si impegnino troppo; mi immaginavo un altro film, da come ne parlavano.
Va detto che la patina di giallo data al film appare pretestuosa e convince poco per via di un ritmo lento e costellato di discorsi non sempre pertinenti. A merito di Amodio una regia classica, che non cede a virtuosismi da baraccone tanto in voga nell'epoca e una discreta conduzione degli attori. Il ritmo però rimane lento e penalizzato dal girare in pochi ambienti. Buono il tasso erotico e piacevolmente trash l'orgia con Rocco il pescatore. Ma il finale è inconsistente e quasi disneyano per come va a finire.
Buon giallo-sexy-morboso. Bellissima la Bouchet, diabolicamente sensuale la Neri. Il film trascorre senza intoppi e può contare su ottime scenografie naturali (Venezia e dintorni sono un ottima scelta). Spintarello per l'epoca, merita la visione a mio avviso. Da citare la fuga della Bouchet dal sotteraneo, Raho maggiordomo e Granger che parla del delitto perfetto.
Amadio è regista specializzato in erotismo e lo conferma girando con classe sopraffina l’incontro saffico al ralenti tra la Neri e la Bouchet – ma non è da meno anche quello fra quest’ultima e la Viotti sotto l’acqua della cascata – accompagnato dalle calde note di Usuelli; l’intrigo giallo, peraltro facilmente dipanabile già dopo pochi minuti, ruota invece lasco e prevedibile intorno ad un instabile asse di scostumatezze “vintage”, concentrando l’unico sprizzo di tensione nel tentato omicidio durante la battuta di caccia in palude. Visibilmente demotivata la guest-star Farley Granger.
MEMORABILE: La Bouchet e la Neri sotto le lenzuola.
Ecco come sfruttare nel modo migliore l'atmosfera mortifera di Venezia, riuscendo in tal modo a dare un senso a una trama di scarso interesse. A dir la verità Amadio usa tutti i mezzi - non solo l'ambientazione veneziana-lagunare - pur di attrarre e colpire lo spettatore: quarant'anni dopo, alcune pretestuosissime scene di nudo appaiono ancora piuttosto spinte. Insomma, non si può proprio dire che il regista si sia risparmiato per far passare allo spettatore un'oretta e mezza di sana distrazione!
In una Venezia suggestiva come sempre, dal sapore decadente, si snocciola una storia fatta di piaceri e perversioni, di follie ed esplorazioni sessuali. Di impianto classico e con scenografie curatissime, la pellicola di Silvio Amodio si rivela un congegnato thriller ricco di spunti weird, con nudità profuse che acclarano una certa libertà sessuale. Esplora i confini di un pericoloso labirinto dove una volta entrato se non trovi la via d'uscita rischi la pelle. Saffico, perverso, torbido, lagunare.
Disastroso film di Amadio, il quale si concentra solo ed esclusivamente sulla componente erotica tralasciando completamente la trama, che si rivela scontata e prevedibile fin dall'inizio. La Bouchet è bellissima, ma non basta a salvare un film privo di senso e in cui non esiste suspense. I sexy thriller sono ben altri: Lenzi e Martino insegnano.
Poteva essere una pietra miliare dell’erotico a sfumature gialle, perché Amadio dirige da maestro (valorizzando al massimo gli essenziali movimenti di mdp e la bellezza di cromatismi, décor e costumi), la discesa nel torbido possiede una spinta iniziale avvolgente e il trio di protagonisti (compreso Granger e con menzione speciale per una Neri mai così provocante) risulta praticamente perfetto, ma la trama a lungo andare si sfilaccia, manca una vera progressione e la consolatoria appendice finale rovina una chiusa potenzialmente spietatissima.
Barbara Bouchet, qui nel suo anno di grazia e Rosalba Neri sono le bellissime protagoniste insieme al bravo Farley Granger di questo giallo sexy girato con classe da Amadio a Venezia e laguna. Rispetto ad altri dell'epoca sorprende per la qualità della scrittura, dei dialoghi e delle riprese, ma è l'atmosfera tipicamente Anni Settanta, unita al sottile fascino di decadente perversione, a renderlo irresistibile per gli appassionati del genere. Una perla rara.
Il soggetto è un po' scarno (con una trama "gialla" quasi inesistente) ma la forza del film è data dall'erotismo (Barbara Bouchet su tutto ovviamente), dalla fotografia e dalla buonissima regia di Amadio (a parte la poco riuscita scena delle sabbie mobili). E' un film che si lascia guardare anche abbastanza "incantevolmente", con un bel clima Anni Settanta.
Sostanzialmente un erotico travestito da giallo, con quest'ultima componente pressoché ridicola e dipanata male durante tutto lo scorrere della pellicola. Il vero motivo di interesse si riscontra nelle poche scene erotiche, che mostrano una certa capacità registica di Amadio (palese nella scena saffica al ralenti fra la Neri e la Bouchet). Nel mentre un fiume di parole alquanto inutili, con un gioco al gatto con il topo (Granger-Bouchet) che mostra ben presto la corda. Personaggi secondari abbastanza evanescenti. Mediocre, ma interessante.
MEMORABILE: La scena saffica; Le sabbie mobili; La scena finale.
Vista la totale impalpabilità di Granger (nonché della trama), non resta che consolarsi con le signore. E ci si consola alla grande: la Bouchet, ricca di una magnifica chioma bionda che recita in sua vece, è al vertice della propria bellezza rinascimentale; le è complementare la Neri, quasi una sorta di malizioso fumetto erotico anni Settanta; non male nemmeno la Viotti, anzi... Il film, travestito da gialletto, ovviamente non esiste.
Nuova segretaria di uno scrittore si insedia nella sua villa isolata nella laguna per indagare sulla scomparsa della sua predecessora: più erotico che giallo, ma nonostante un duo lesbo di lusso (Bouchet/Neri) e un'indimenticabile colonna sonora (divenuta iconica a prescindere nel genere sexy-lounge) il film stenta a decollare. Amadio purtroppo non ha il virtuosismo pop di Lenzi e affini e non può fare a meno di perdere continuamente il ritmo per ritardare il (comunque dignitoso) colpo di scena finale.
MEMORABILE: Il party con proiezione di un filmetto porno su Cappuccetto Rosso.
Un Amadio sorprendente, che arricchisce un intreccio giallo non articolatissimo (ma neppure così banale), non soltanto con le sfumature erotiche, ma anche con una bella dose di tensione. L'ambientazione lacustre e gli scorci veneziani accentuano l'atmosfera di morbosa decadenza, esaltata dalla splendida fotografia di Aldo Giordani e dall'azzeccata colonna sonora di Teo Usuelli. Granger gigioneggia, la Bouchet è divina e si impegna al massimo, la Neri è un ottimo contraltare e anche la Viotti non è affatto male; Segurini commissario non incide troppo, ma il film non lo richiedeva.
MEMORABILE: I nudi delle protagoniste; Le incisioni sui nastri; Dalla battuta di caccia alle sabbie mobili; Il finale.
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HomevideoDusso • 27/11/15 18:53 Archivista in seconda - 1760 interventi
Prossimamente in Blu Ray e dvd (naturalmente con audio italiano) per Camera Obscura!