Le squillo della porta accanto - Film (2012)

Protagoniste di numerosissimi sketch inseriti in ogni sorta di commedia (ci finì in mezzo persino la Pina di Fantozzi), le ragazze che si guadagnano soldi facili con le chat-line erotiche diventano qui protagoniste di un intero film dedicato al "mestiere". Chi ci sguazza fin dall'inizio è Katie (Graynor), look da esuberante panterona che per intrattenere sessualmente al telefono sembra nata; chi invece ci lavora solo tangenzialmente, occupandosi della parte manageriale, è Lauren (Miller Rogen, ex moglie di Seth), da poco lasciata dal suo ragazzo e senza un lavoro fisso. Portate a convivere nello stesso appartamento da un comune amico...Leggi tutto (Long), le due, dopo le prime diffidenze legate a uno spiacevole episodio risalente a dieci anni prima, si ritrovano perfettamente affiatate. Spinta da Lauren a lavorare in proprio per guadagnare di più, Katie si scatena e gli affari vanno a gonfie vele (accompagnati, nel momento migliore, dalla "Call Me" dei Blondie, strepitosa hit seventies perfettamente in tema). Naturalmente non mancheranno le sorprese (una terza telefonatrice assunta per allargare il giro), i momenti d'imbarazzo (i genitori di Lauren in visita che trovano sul tavolo di casa due vibratori giganti)... Al centro però restano fin troppo le telefonate inevitabilmente volgari con clienti ancor più espliciti: tra questi non si possono non citare Seth Rogen nel ruolo di un pilota d'aerei che si masturba in bagno tra un volo e l'altro o Kevin Smith tassista che fa lo stesso mentre una cliente sul sedile posteriore aspetta. L'ex "grossa & grassa" Nia Vardalos è invece alla selezione del personale nella casa editrice dove Lauren sogna di essere assunta. Almeno prima che la nuova società non generi enormi profitti come in tutte le commedie che si rispettano, basata questa volta sull'amicizia tra le due protagoniste, sulle loro complementari diversità, su di un rapporto nato male ma proseguito per il meglio e benedetto dallo spigliato amico che le ha fatte incontrare, un Justin Long fin troppo logorroico ma specchio preciso di una sceneggiatura che genera botta e risposta veloci nella speranza di alzare i ritmi quanto più possibile. In realtà l'eccesso di frivolezza è difficile da mascherare e l'impressione è quella della commedia americana superficiale in cui qualche discreta battuta è annacquata dalla povertà del contesto. Si riconosce volentieri al film una professionalità riscontrabile sia nella regia che nella pimpante brillantezza delle due protagoniste, ma contemporaneamente anche la povertà di un soggetto che prova a imbastire intorno all'idea di base due o tre spunti saccheggiando da situazioni di rara banalità svolte con altrettanta mancanza di fantasia fino all'epilogo, futile e scontato quanto il resto.

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