Horror dal messaggio ambientalista per stomaci forti. Sorta di Cabin fever girato nel laboratorio de La cosa, include tutta una serie di schifezze con cui l'appassionato del genere ama sublimare la paura della catastrofe globale e del contagio sessuale. Non vedevo così tante pustole esplodere dai tempi di Non aprite quel cancello 2. Efferatezze visive (urinare sangue, amputazioni, insetti sotto pelle) a iosa, solo in parte mitigate dal blando realismo della Cgi. Niente di nuovo sotto il sole, ma un buon intrattenimento per i fan della ripugnanza.
Eco-vengeance dal Pliocene, insalatissima rio mare di Carpenter, Cronenberg ("faccio Cose, vedo demoni sottopelle") e tutti i parassitari succedanei al seguito, forse più vicino a questi ultimi che ai primi due. Pus e cancrene tuttifrutti, stadi decompositivi di ogni varietà, insetti nelle ghiandole lacrimali in cgi, minzioni al sangue. Il disgustometro si tiene medio-alto, il film solo medio. Notevole l'inizio, carico di una soffocante portata apocalittica poi troppo scopertamente metaforizzata e dissimulata lungo i restanti 80'. Che sono vedibili, e poco più.
Prima o poi una pandemia potrebbe risultare essere quella fatale al genere umano: l'aumento delle temperature e l'irresponsabilità della specie umana (portata ad inquinare senza ripensamento) è causa del rinvenimento - opera di un'equipe guidata dal dottor David Kruipen (Val Kilmer) - di una specie di verme che si nutre di copri umani, che pure utilizza per proliferare. Notevole horror dalle venature sociali piuttosto accentuate, ottimamente scritto, recitato e diretto. Effetti disgutosi si coniugano alla perfezione con l'ambientazione "artica" e con il sottotesto ecologista. Insinuante...
MEMORABILE: Un infetto decide di farsi amputare il braccio, ma le larve prolificano ugualmente; il mammuth divorato dai preistorici scarafaggi.
"The Thaw" non è un film memorabile, ma possiede un suo determinato fascino, che deriva dall'appartenenza ad un genere ormai poco frequentato come il fanta-horror, e che suscita sempre in chi scrive un effetto di nostalgia per i cari, vecchi b-movie di questo filone. Bella l'ambientazione artica che rimanda alla Cosa carpenteriana, e repellenti a sufficienza i famelici parassiti vermoidi. La sceneggiatura non è il massimo della vita, ma alcune sequenze particolarmente efficaci e orripilanti faranno la felicità degli amatori.
Il film parte molto bene. Si respira da subito un'atmosfera carpenteriana stile La cosa che lascia ben sperare: l'incipit, i desolati paesaggi antartici filmati benissimo, i monologhi deliranti davanti alla telecamera di Val Kilmer da solo nella tenda, un continuo crescendo di tensione fino a quel orso bianco morto disteso sul tavolo operatorio pieno zeppo, si pensa, di vermi. Poi... poi il film crolla: i parassiti in digitale sono fatti talmente male da far scomparire ogni tensione, lo sviluppo finale è più banale che non si può. Peccato...
Questa pellicola sarebbe un ottimo spot contro le emissioni dei maledetti gas serra (se il surriscaldamento risvegliasse certe "simpatiche" bestiole, forse si cercherebbe di evitarlo, collaborando). Detto questo, il film non è male e gli attori se la cavano (a parte Federico, l'italiano ottuso, un po' troppo forzato e classica figura destabilizzante inserita regolarmente in storie come questa). Purtroppo, il ritmo è quello che è e la struttura ricorda parecchio "La cosa", ma nonostante tutto, gli effetti (non molti) sono realistici e ciò che si vede provoca una certa, sana inquietudine.
MEMORABILE: L'essere sottopelle; L'amputazione; "I maschi producono lacerazioni e le femmine depongono le uova".
Non disprezzabile horror a sfondo ambientalista in salsa splatter. La storia non è certo originale, tanto meno l'ambientazione (già vista anche in un episodio della prima stagione di X-files). La pellicola però funziona e non annoia. Del resto se si mettono insieme pustole purulente e fobie da insetti il gioco è fatto.
Poteva essere, ma non è: questa, in sintesi, la verità su un film che parte da una buona idea ma non riesce ad andare mai oltre l'uso più banale e prevedibile dei clichè. Si alterna un'approssimazione del format d'assedio in stile Frogs ad un senso di disorientamento alla Blair Witch Project, con una sceneggiatura risibile e personaggi che potrebbero essere quelli di una parodia. Un film pieno di problemi, che taglia corto persino sulla sua unica potenziale arma vincente, ovvero il disgusto provocato dai serpeggianti "parassiti vintage". Peccato.
Inizio col botto! Flash di immagini prese da TG e documentari, intro di Kilmer con una buona tensione. Spirito ambientalistico e da eco-rivoluzione uber alles. Ma poi, piano piano, ci si accorge che il film a cui si sta per assistere è l'ennesima pellicola fanta-horror che sa di dejà-vu. Il riscaldamento globale è solo un pretesto, non una convinzione. Anche la fine, con il suo nichilismo, lascia abbastanza delusi. Sacrificare qualche miliardo di individui per ridurre l'effetto serra è davvero senza parole. Poteva essere un bel manifesto. Sprecato.
Prodotto direttamente per il mercato home video, un horror canadese nel complesso di modesta levatura, anche se incorniciato in una previsione serissima come quella riguardante i possibili effetti del riscaldamento globale. Il film però può contare su un'ambientazione artica sempre affascinante e su piccoli coprotagonisti di rara schifosaggine, più espressivi dell'anonimo cast umano (invero Kilmer non è anonimo, ma da anni si impegna per ridiventarlo), e questi aspetti rendono più che potabile la visione (sia pure - chi di è troppo impressionabile - ad occhi chiusi in alcune sequenze)
MEMORABILE: L'amputazione di arto alquanto approssimativa
Uno di quei film che sfrutta la fama de La cosa. Il plot è molto simile, ma questa volta ad attaccare gli umani in una base di ricerca non sono gli alieni, ma degli insetti preistorici. Gli effetti visivi sono ben realizzati (basta vedere la scena in cui gli insetti si riproducono nell'infermeria), il cast è abbastanza abile e tra gli attori troviamo anche Val Kilmer. Qualcuno di loro si distingue, altri meno. La regia invece convince meno; se non fosse per quest'ultima, il film non sarebbe così mediocre.
Non era male l'idea di partenza di questo horror canadese: un'infezione letale di origini preistoriche che si diffonde ai giorni nostri da una carcassa di mammuth. Purtroppo (probabilmente complice il basso budget), la realizzazione della pellicola non esalta. Gli effetti sono discreti ma l'ambientazione è eccessivamente povera e la sceneggiatura tratta la psicologia dei personaggi (peraltro interpretati da attori assai scarsi, Val Kilmer compreso) in modo troppo sbrigativo.
Accettabile horror a basso costo, con ambientazioni che echeggaino La cosa di Carpenter e una discreta confezione, sopra la media di questo genere di prodotti. Le sequenze con le larve e i momenti più splatter fanno genuinamente ribrezzo e si respira una certa aria di inquietudine. Peccato per dialoghi banali e per un cast non troppo vivace, compreso un Val Kilmer sottoutilizzato. Comunque non disprezzabile.
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DiscussioneBrainiac • 28/09/09 19:13 Call center Davinotti - 1464 interventi
Un horror decente senza guizzi particolari ma con una buona profusione di schifezze assortite come pustole purulente, amputazioni e insetti sottopelle (ed anche, sempre per gli amnti del cattivo gusto, il buon Val Kilmer ingrassato come un manzo). :)
In particolare molte delle sequenze degli insetti che si insediano sotto la cute sono, a mio parere, prese pari pari da alcuni agghiaccianti video che girano su Youtube.
Per una questione di tatto non vi linko i suddetti video, che sono invero schifosi, ma per quanti come me amano sublimare le proprie paure vi suggerisco che sul suddetto Youtube basterà ricercare le parole: Worm in Head o Worm in Neck (a vostro rischio e pericolo!). :)
Questi video si riferiscono ad un simpatico insetto raro che ama nidificare...
Essendo attualmente assente nel mercato Home Video italiano, segnalo che se qualcuno dispone di una versione in lingua inglese può finalmente rimediare.
Sono apparsi i sottotitoli e, il film, merita di essere visto.