Discussione
Rebis • 8/01/14 10:52
Compilatore d’emergenza - 4439 interventi Bilancio a visione conclusa della trilogia (nella extended edition): *** a
La compagnia, **! a
Le due torri (più che altro per la sua natura di raccordo) e ***! a
Il Ritorno del re, quindi *** netti all'opera complessiva (e così andrebbe intesa, a discapito della suddivisione in capitoli).
Credo che Jackson sia riuscito nella difficilissima impresa di accontentare i tolkeniai irriducibili e gli appassionati di puro fantasy cinematografico, realizzando un prodotto spettacolare e stratificato, un po' compromissorio certo, ma capace di parlare a tutti senza scadere nell'ovvio. Anche se, non lo si può nascondere, nella foga filologica è andata persa molta della verve creativa del regista: e rimarranno probabilmente delusi proprio i jacksoniani più puri, che dovranno aspettare il terzo capitolo per sollazzarsi in qualche guizzo horror spericolato (o in alternativa rifarsi con
Amabili resti e il bellissimo
King Kong). A voler congetturare, il film perfetto tratto da Tolkien avrebbe dovuto liberarsi proprio della pagina scritta, avere meno remore verso l'autore, trasgredire il racconto (e sfrondarlo ancora di più) proprio per rispettarne lo spirito (che non sta tanto nel racconto in sé e nei suoi infiniti snodi e raccordi, ma nel come viene raccontato: praticamente un romanzo storico invaso di erudizione immaginifica, capace di immersioni sensoriali, percettive, geospaziali), oppure uscire dai binari del cinema commerciale per abbandonarsi a un cinema autoriale, visionario in stile
Excalibur di Boorman, a rischio certo di realizzare un prodotto indecifrabile, a un passo dal flop commerciale. Ma rimangono, appunto, congetture.
Certo, ora con
Lo Hobbit, l'universo di Tolkien rischia di trasformarsi per Jackson in una gabbia dorata, ed è legittimo chiedersi quando mai tornerà a progetti più personali... anche se l'affezione manifestata verso l'autore inglese è indubbia, genuina. In ogni caso, se non deciderà di mettere mano pure al
Silmarillion (oh my god), siamo a un passo dalla conclusione.
Devo però ammettere che da spettatore-lettore folgorato dal romanzo di Tolkien, Jackson mi ha profondamente deluso in quelli che erano per me i tre appuntamenti più attesi nella trasposizione cinematografica:
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Tom Bombadil: completamente tagliato
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Gli Ent e Barbalbero: penosi e imbarazzanti nel film, quelli che nel libro sono esseri che ti rimangono attaccati dentro come edera antica, creature capaci di rivoluzionare la tua percezione della natura.
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Shelob: che nel romanzo è semplicemente la Paura primordiale, la fame nera e ancestrale (ed è lei che omaggia Stephen King allorquando deve rivelare l'aspetto primevo di Pennywise in
It, non certo quella cosa imbarazzante che avanza a passo uno nell'obbrobrio per la tv di Tommy Lee Wallace). Nel film di Jackson è semplicemente un ragnone raccapricciante incapace però di evocare un orrore folle e atavico.
Ma alle delusioni cocenti si contrappongono autentici prodigi tecnici e immaginifici (Gollum, naturalmente, e i Nazgul), la narrazione poderosa, la capacità di coordinare tanti personaggi e destini senza mai disorientare lo spettatore, e un casting davvero azzeccatissimo, dai comprimari (Bilbo, Vermilinguo) ai protagonisti effettivi (Gandalf e Saruman).
Ultima modifica: 8/01/14 10:59 da
Rebis