Il cielo può attendere - Film (1943)

Il cielo può attendere
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Titolo originale: Heaven can wait
Anno: 1943
Genere: commedia (colore)
Note: Soggetto tratto dalla commedia "Birthday" di Leslie Bush-Fekete.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/06/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Saintgifts 1/11/13 18:10 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Chapeau per il regista dal tocco tutto suo. La parte iniziale è perfetta, capolavoro fino allo spassoso dialogo - attraverso un Gianni che "parla troppo" - degli suoceri di Enrico; poi c'è un po' di stasi (perché ci si era abituati troppo bene) con molte torte e candeline da spegnere, ma il tempo deve pur passare e la parte finale riprende il tono giusto. La scena conclusiva immaginata avrebbe cambiato molto il senso della commedia, forse alleggerendola troppo, oltre che scontentando i moralisti veri o falsi; preferisco il pacato finale scelto.
MEMORABILE: "Come rendere felice un marito": chissà che suggerimenti conteneva.

Il Gobbo 6/06/07 10:57 - 3015 commenti

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Il ricco donnaiolo Van Cleeve, appena deceduto, si presenta al cospetto del diavolo, cui racconta la sua vita... Straordinaria commedia del mitico Lubitsch, la sua prima a colori, elegantissima e felpata come al solito, impareggiabile nella leggerezza con cui il regista esule tocca i suoi temi preferiti ("il motore della storia? Sex and money", disse una volta). Bravisimo Don Ameche quarant'anni prima di Una poltrona per due, indimenticabili gli occhi di Gene Tierney.

B. Legnani 7/06/07 22:22 - 5533 commenti

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Deliziosa commedia di Ernst Lubitsch, che svolazza via lieve lieve, toccando temi magari serissimi, ma facendolo sempre con una così grande soavità che renderebbe impossibile, anche al peggior bigotto, criticare alcuni andamenti ed alcune opzioni moralmente discutibili...
MEMORABILE: Il finale censurato, dal quale nasce il titolo del film...

Deepred89 3/01/08 13:56 - 3708 commenti

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Grandissima commedia di Lubitsch praticamente senza difetti. Praticamente la vita di un uomo condensata in neanche due ore di film. La mano del regista è leggera e garbata e il film vola via in un soffio. Interessante la struttura a flashback col protagonista che, arrivato all'inferno, racconta la propria vita al Diavolo. Cast di livello altissimo. Capolavoro, forse tra le migliori commedie mai fatte.

Galbo 14/10/08 05:53 - 12398 commenti

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Primo film a colori del grandissimo Ernst Lubitsch, è una bellissima commedia (tra le migliori mai realizzate) basata su una sceneggiatura praticamente perfetta, ricca di momenti spiritosi ma mai banali (e fonte di parecchie riflessioni), oltre che di dialoghi arguti. Ottima la prova del cast, con un bravissimo Don Ameche.

Capannelle 4/02/09 16:22 - 4412 commenti

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Si parte con un prologo da antologia (il dialogo tra Van Cleve e il diavolo) e si procede con un discreto ritmo e la consueta ironia raffinata e graffiante di Lubitsch. Don Ameche è abbastanza bravo nella parte del seduttore, brillante la Tiernay, ottimi alcuni dei comprimari tipo i coniugi Strabel o il nonno (Coburn). Ambientazioni sgargianti: il barocco dell'infanzia, le stanze degli Strables, il decò della hall dell'inferno.
MEMORABILE: Il protagonista dal diavolo (Cregar). Dai suoceri, col cugino tra i piedi, per riprendersi l'amata.

Enricottta 2/07/09 19:26 - 506 commenti

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Qualcuno lo chiama modello di riferimento. Ebbene sì, Enrico Vancleve è il personaggio che più amo dei film dell'epoca. La storia è diretta da un regista mostruoso, che prenderà una solo Oscar e alla carriera: Ernst Lubitsch! in una sola parola lo stile. Una volte la grande Coco Chanel disse che l'eleganza è l'arte del togliere. Dimenticavo Don Ameche: perfetto!
MEMORABILE: Enrico cinquantenne domanda alla moglie se lo trova ancora attraente.

Rebis 10/07/09 17:58 - 2339 commenti

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Grazia e malizia di Lubitsch che esordisce nel colore cumulando le ossessioni di sempre. Libertinaggio di un cuore innamorato delle donne in una società che oppone il conformismo alle passioni e al destino. Deciderà il diavolo, probabilmente… Ritmo celere ed imprevisti a rotazione in una bella impaginatura che non soffre di teatralità ancorata com'è a dialoghi di arguta efficienza. L'ottimo cast di comprimari è condito col gustoso sarcasmo di Coburn e la limpida bellezza della Tierney. Il finale, imposto dalla produzione, doma la bisbetica impertinenza del maestro ma nulla toglie al suo garbo.

Pigro 18/02/10 07:33 - 9670 commenti

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Racconta al diavolo la sua lunga vita scandita dall'amore per le donne e in particolare della moglie. Una commedia con il tocco lieve di Lubitsch, che riesce a guardare disincantato anche la malattia e la morte, e un'orchestrazione perfetta di dialoghi e scene per un piccolo gioiellino caratterizzato dall'ottima presenza del brillante (ma mai superficiale) Don Ameche. Il tempo e il passare dell'età sono il cuore di questo film, l'ultimo di un certo rilievo del regista che sembra qui rimpiangere il suo periodo d'oro.

Mdmaster 15/11/10 07:39 - 802 commenti

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Una commedia romantica davvero degna di questo nome, incentrata sull'avanzare degli anni di una coppia. Van Cleve si presenta all'inferno e pretende di essere ammesso; in realtà Lubitsch non ci mostrerà cosa ha fatto di male il nostro, dovremo immaginare. In questo, la pellicola è un perfetto racconto di amore immortale, o forse piuttosto una spettacolare apologia al tradimento. Bravissimo Ameche e stregante la Tierney, divertente (specialmente nella prima mezz'ora), commovente e piuttosto sessista. L'ultimo vero capolavoro di Lubitsch?
MEMORABILE: "Fu allora che capì che per conquistare le donne avrei avuto bisogno di molti scarafaggi".

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Caesars 29/11/10 13:51 - 3794 commenti

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Tipica commedia diretta da Lubitsch, con consueto tocco lieve. I quasi settant'anni che ci separano da essa si vedono tutti, ma non per questo il prodotto ha perso in godibilità, anche grazie ad un cast attoriale che sa farsi apprezzare. Fa tenerezza, ai nostri giorni, sentire i nomi di battesimo italianizzati (il più divertente è sicuramente il papà di Don Ameche: Randolfo). Un prodotto che può piacere a tutta la famiglia, dai più piccini ai più grandi.

Widmark 16/02/11 17:08 - 3 commenti

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Colori sgargianti, trama divertente, recitazione di alto livello (bravissimo Charles Coburn, il nonno, bellissima Gene Tierney, solido Don Ameche e gli altri caratteristi). Ci godiamo la vita di Van Cleve con vero piacere. Il film è forse un po' datato ma si vede con grande piacere: sceneggiatura eccezionale.

Cotola 1/04/13 11:49 - 9052 commenti

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Indispensabile per capire temi e stilemi (in primis il "tocco") di uno straordinario regista che riversa in quest'opera tutte le sue "ossessioni" e la sua deliziosa "amoralità". La regia è come sempre l'eleganza in persona mentre la sceneggiatura ("leggerissima" pur trattando temi per nulla futili) fornisce dei dialoghi cesellati con cura e pieni di rara arguzia ed intelligenza. I ritmi sono alti ed anche le scenografie fanno la loro parte. Eccellente Ameche, di sconvolgente bellezza la Tierney, impagabile ed indimenticabile "nonno" Coburn. Come non vederlo?

Homesick 30/05/13 17:31 - 5737 commenti

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Nelle riposanti tinte pastello del Technicolor si materializza l’anima del film di Lubitsch, che con tono leggero e garbato ripercorre la vita di un uomo, donnaiolo impenitente negli alti e bassi della sua vita matrimoniale. Le situazioni migliori sono quelle più spiritose – l’arrivo all’Inferno, l’insegnante di francese, i burberi suoceri, le battute del nonno – in cui il regista guida con ammirevole maestria interpreti vivaci ed incisivi. Certo che con il più audace epilogo originario avrebbe riscosso un ulteriore guadagno.
MEMORABILE: La calorosa accoglienza di Henry da parte di Sua Eccellenza il Diavolo.

Giacomovie 27/04/14 17:09 - 1398 commenti

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Tutto in questo film è all’insegna del meraviglioso: dialoghi, recitazione, colori, costumi, confezione lussuosa e attori. Grazie alla massima cura di tutti i dettagli ne è venuto fuori un film da “settimo cielo”, con una leggerezza nello scorrimento che assume valore elegiaco. Per certe frecciate alle rigorose convenzioni familiari è anche un film moderno. Il Don Ameche artificialmente invecchiato è quasi uguale a quello reale di Cocoon. Gene Tierney è da antologia della bellezza candida. In sintesi è uno splendido esempio di cinema evergreen.

Faggi 1/10/16 23:40 - 1549 commenti

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La grazia del tocco di Lubitsch, attori straordinari (lei è bellissima, oltre che brava), sceneggiatura perfetta, dialoghi brillanti, ritmo costante (che spesso si fa incalzante), colorazione fotografica che incanta e stupisce (prodigi del Technicolor). L'arte del costruire commedie al contempo romantiche, leggere, di sottile profondità psichica e lontane anni luce dai luoghi comuni ha in questo film uno dei suoi capolavori. Imperdibile.

Paulaster 18/01/17 11:06 - 4423 commenti

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La vita di un gentiluomo farfallone viene ridiscussa nel momento dell’accettazione all’inferno. Dosaggio cronologico delle vicende perlopiù amorose con dialoghi eleganti che nella prima parte abbondano di battute sagaci per poi limitarsi a una corretta visione dell’anzianità. Regìa ineccepibile con cura degli ambienti. La classe di Ameche svetta sulle interpretazioni anche se i ruoli dei suoceri contribuiscono con le scene più divertenti.
MEMORABILE: Il primo approccio da bambino; L’infermiera bionda.

Didda23 9/10/18 15:36 - 2426 commenti

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Un'opera tessuta su una sceneggiatura magnifica e delicata, con dialoghi di forte impatto emotivo e alleggerimenti comici più che notevoli (la figura del nonno è indimenticabile). Non soffre della matrice teatrale per merito di una regia agile e snella che valorizza il capitale umano a disposizione. Ameche è fenomenale, nonostante il personaggio si potesse prestare al gigionismo, la Tierney è di una bellezza da mozzare il fiato e Coburn di una simpatia travolgente. Una grande opera, invecchiata benissimo e adatta a ogni tipo di palato.
MEMORABILE: "Da chi avrà preso?"; Il rapporto fra nipote e nonno; Il saccente cugino Alberto; L'incontro in libreria; Il libro "How to make your husband happy".

Thedude94 28/09/20 19:59 - 1097 commenti

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Con il pretesto di un uomo che ha da raccontare la sua vita dinanzi a quello che sembra essere un giudice infernale, Lubitsch ci presenta un film davvero notevole, caratterizzato da colori molto vivaci e modernissimo per la sua scrittura. Gli ambienti alto borghesi di una New York a cavallo tra due secoli sono dipinti alla perfezione con grande classe e ironia; i personaggi sono molto interessanti e presentano caratteristiche varie e tipiche di persone di altre epoche che sono in continua evoluzione. Bravi tutti gli attori, dal più piccolo fino ad arrivare al mitico nonno.

Alex75 26/01/21 19:28 - 880 commenti

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Lubitsch presenta un pregevole saggio del suo stile, ripercorrendo una vita – senza giudicarla - di compleanno in compleanno, con garbo, sottile e maliziosa arguzia e soluzioni sceniche sontuose, a tratti visionarie (l’ufficio del Diavolo), esaltate dal Technicolor. Ameche impressiona per la capacità di calarsi con disinvoltura nelle varie età del protagonista e la Tierney incanta, anche se il migliore è probabilmente Coburn, che spesso ruba la scena a tutti (e al quale la sceneggiatura riserva molte delle battute migliori).
MEMORABILE: Il primo dialogo col Diavolo; Lo humour newyorchese del nonno; Il libro “Come rendere felice un marito”.

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Silvia75 18/06/23 21:26 - 162 commenti

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1942, un gentiluomo di New York settantenne arriva all'altro mondo nell'ufficio del diavolo che ascolta con grande interesse la storia della sua vita: fin da piccolo George si è distinto per essere indisciplinato e da ragazzo un casanova anche se l'amore della sua vita è la bellissima moglie, Gene Tierney. Ritratto ironico dell'alta società, pieno di divertenti spunti e ottima recitazione. Il film non è per nulla invecchiato e resta una delle più spassose e raffinate commedie dell'età d'oro di Hollywood.

Rambo90 17/09/23 18:06 - 7700 commenti

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Commedia che porta con sé tutti gli stilemi del cinema leggero (ma non stupido) di Lubitsch. Una vera gioia per il cuore la sceneggiatura, fatta di tanti momenti simpatici e con caratterizzazioni secondarie gustosissime (da Coburn a Pallette) e due protagonisti in stato di assoluta grazia. Aiuta l'atmosfera un Technicolor sfavillante, con tutta la vicenda che, pur rimanendo sempre leggera, sa comunicare anche con l'anima degli spettatori, attraverso momenti emotivamente ricchi (indimenticabile l'ultimo ballo tra marito e moglie). Un classico.

Teddy 17/02/24 14:13 - 830 commenti

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Il cielo forse potrà anche attendere ma a non farlo è lo spregiudicato, splendido fervore romantico. Lubitsch non giustifica il libertinaggio né lo condanna, il suo è un film deliziosamente amorale, smagliante e sornione, che demolisce le ideologie del conformismo adescando con una messinscena piena di lustro e lustrini. Scenograficamente poderoso e con un cast perfetto. Charles Coburn lascia il segno.
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  • Discussione B. Legnani • 6/04/13 12:38
    Pianificazione e progetti - 14970 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Diciamo che per un po' ci hai dato la speranza :)

    Spes ultima dea.
  • Discussione Tarabas • 17/06/16 19:52
    Segretario - 2069 interventi
    Solo per segnalare che al Mexico di Milano daranno questo (e altri tre film con G. Tierney) nei prossimi quattro lunedì.

    http://www.cinemamexico.it/
  • Discussione Cotola • 18/06/16 00:18
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Beati i milanesi!
  • Discussione Daniela • 9/10/18 09:36
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Soggetto tratto dalla commedia "Birthday" di Leslie Bush-Fekete.

    Pur avendo lo stesso titolo in lingua originale, Il Paradiso può attendere diretto ed interpretato da Warren Beatty nel 1978 non è il remake del film di Lubitsch, ma di L'inafferrabile signor Jordan (Here comes Mr. Jordan), girato nel 1941 da Alexander Hall.
    Ultima modifica: 9/10/18 09:46 da Daniela
  • Discussione Didda23 • 9/10/18 15:27
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Che coincidenza. Visto ieri sera e stavo per aggiungere io questo tipo di nota.
    P.s Gran film.
  • Discussione Daniela • 9/10/18 15:53
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    io l'ho rivisto per l'ennesima volta in nottata: capolavoro che appaga e rasserena, uno di quei rari film in cui, anche potendo, non cambieresti neppure una virgola... anzi no, vorrei poter vedere il leggendario finale birichino, che fra l'altro è quello che giustifica il titolo altrimenti inspiegabile.
    Ultima modifica: 9/10/18 15:54 da Daniela
  • Discussione B. Legnani • 9/10/18 17:51
    Pianificazione e progetti - 14970 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    io l'ho rivisto per l'ennesima volta in nottata: capolavoro che appaga e rasserena, uno di quei rari film in cui, anche potendo, non cambieresti neppure una virgola... anzi no, vorrei poter vedere il leggendario finale birichino, che fra l'altro è quello che giustifica il titolo altrimenti inspiegabile.

    Non direi. Nella parte finale, Eccellenza dice al protagonista che può salire, per il momento in un locale non ideale, dove potrà sostare, in attesa, un po' di tempo.

    Qui a 1h 45'40''
    https://www.youtube.com/watch?v=OsxHILfo3gM

    "Il cielo può attendere" non nel senso che "oggi non mi interessa", ma nel senso che il cielo può attendere l'espiazione.
    Ultima modifica: 9/10/18 18:01 da B. Legnani
  • Discussione Daniela • 9/10/18 20:36
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Perdonami Legnani ma non concordo: è vero che è prevista una sosta in Purgatorio per il nostro dongiovanni, ma così la battuta risulta fiacca, priva di quello spirito impenitente che acquista alla luce del finale originariamente previsto.
  • Discussione B. Legnani • 9/10/18 21:14
    Pianificazione e progetti - 14970 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Perdonami Legnani ma non concordo: è vero che è prevista una sosta in Purgatorio per il nostro dongiovanni, ma così la battuta risulta fiacca, priva di quello spirito impenitente che acquista alla luce del finale originariamente previsto.

    Questo è un altro discorso. Che il riferimento sia più debole è chiaro. Ma ciò non vuol dire che il titolo non abbia spiegazione.
    Ciao.
  • Discussione Alex75 • 17/02/21 13:49
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    io l'ho rivisto per l'ennesima volta in nottata: capolavoro che appaga e rasserena, uno di quei rari film in cui, anche potendo, non cambieresti neppure una virgola... anzi no, vorrei poter vedere il leggendario finale birichino, che fra l'altro è quello che giustifica il titolo altrimenti inspiegabile.
    Non conoscevo questo film, l'ho scoperto per caso su Youtube ed è stato una piacevole rivelazione. Ho trovato sorprendenti la scenografia dello studio di Eccellenza, molto visionaria e futuristica e la recitazione di Ameche, che rende molto credibile il suo personaggio nei suoi passaggi da un'età all'altra. Mi rammarico anch'io che la versione presente sulla piattaforma sia purgata di un finale che all'epoca doveva essere considerato davvero ardito.