Gli alieni della porta accanto. Gli ospiti di una casa di riposo in Florida si tuffano nella piscina della villetta attigua scoprendo che le strane rocce tondeggianti lì immerse donano all'acqua un effetto ringiovanente. Ce le ha messe uno sparuto gruppo di extraterrestri di Antarea, tornato sulla Terra dopo diecimila anni a recuperare i loro compagni di viaggio rimasti bloccati qui e imbozzolati in forma di roccia. I vecchietti, che si tuffano in piscina quando gli alieni sono fuori di casa, diventano cosí più arzilli che mai. Ron Howard dirige una favola fantascientifica dai toni spielberghiani (a cominciare dagli accurati effetti speciali della Industrial Light & Magic...Leggi tutto e dalle musiche di James Horner), premiata dal pubblico e in parte anche dalla critica. Il gruppo di anziani capitanati da Wilford Brimley e Don Ameche (ci vinse un Oscar che probabilmente Brimley avrebbe maggiormente meritato) recita molto bene, e senza dubbio la prima parte è assolutamente godibile e ponderata, a con un Ron Howard in palla capace di una regia assai brillante. Poi però il ritmo si allenta, la storia diventa ripetitiva e gli effetti cominciano a farsi ingombranti, degno preludio a una mezz'ora conclusiva fastidiosamente dilatata. Quasi due ore di film sono decisamente troppe, per l'esiguità del materiale a disposizione. Ciò non toglie che in più parti COCOON rimanga un'esperienza piacevole e possegga i requisiti necessari per essere correttamente interpretata come una favola ben condotta. Più spazio ai dialoghi tra anziani avrebbe comunque giovato e reso più divertente il tutto.
L'idea non è affatto malvagia: alieni che fungono da fonte della giovinezza per un gruppo di anziani di una casa di riposo. Sicuramente il primo tempo è la parte migliore del film, con molte scene divertenti; poi pian piano il film scade e scende di tono fino a divenire poco interessante. Peccato. Comunque buona prova alla regia per Ron Howard.
Buonismo a tutto spiano, in questo dolciastro film di Ron Howard, che porta un po' dello zuccheroso mondo di Happy Days in un lungometraggio tutt'altro che giovanile, visto che sono gli anziani a reggere il gioco. Ma un bel gioco dura poco, non perché gli anziani passino a miglior vita, ma perché la storia, a un certo punto, perde colpi. Guardabilissimo, ma inferiore alla fama.
Non male anche se gli avrebbe giovato, e non poco, una minore durata; infatti il film parte bene e la prima parte risulta la più interessante, poi perde colpi fino a trascinarsi stancamente verso il finale. Bene interpretato da attori non più in tenera età e diretto con garbo da Ron Howard. Un po' di "zucchero" in meno non avrebbe guastato. Più che vedibile, anche se certamente non fondamentale.
Film dalle premesse originali (una fonte aliena come risorsa di giovinezza) diretto con un certo mestiere da Ron Howard ed interpretato con molta classe da un bel gruppo di attori "veterani" americani (meno travolgenti le prove della parte giovanile del cast). Purtroppo il regista non è supportato da una sceneggiatura sempre calibrata, tanto che il film prende spesso una piega troppo sdolcinata e lacrimevole. Si avvale comunque di momenti pregevoli che ne consigliano la visione.
L'energia misteriosa che arriva dall'universo. Beh, di energia questi vecchietti ne ricevono e intendono sfruttarla senza porsi troppe domande. Un messaggio di speranza ma anche un monito a non voler strafare e ad accettare i propri limiti. La regia è di buon livello e il racconto è pienamente godibile. Tra gli attori segnalo in particolare il bravissimo Brimley, la Tandy e Don Ameche.
Divertente intrattenimento, ascrivibile al genere fantastico, il cui spunto narrativo non è certo originale ma il cui svolgimento non è banale e scontato come avrebbe potuto essere. Il finale è, forse, un po’ troppo buonista ma visto il tipo di film ci può anche stare. Discreta la regia di Howard ma il meglio lo dà il cast di vecchie di glorie, che sono tutte in grande spolvero. Con un seguito.
Una buona idea sviluppata anche discretamente. La carta vincente dell'operazione è stata il fatto di mettere degli arzilli vecchetti a fare i protagonisti, peraltro scegliendo fior di attori. Non tutto funziona alla perfezione ma poco importa, si tratta di cinema medio fatto come si deve. E dopo aver visto Tahnee Welch, siamo autorizzati a credere alle razze superiori.
Commedia di elementare fantascienza che affronta in modo misurato un argomento dal fascino soprannaturale e con le sue connotazioni distensive riesce a dare una sensazione tipicamente new age di rilassatezza. Si nota un’alta qualità delle riprese, in diversi momenti dà l’impressione di essere un film più recente grazie anche ai buoni effetti speciali. L’andamento risulta però allungato da alcune scenette semplici e trascurabili. Quei vecchietti sorridenti che se la godono sono un incentivo a spassarsela ad ogni età. **!
Effetti speciali e divertimento, ma anche riflessioni sulla vita, sulla sua naturale durata e sulla possibilità di farla durare in eterno, metafora dell'aldilà. Il film rispetta, in questo senso, ciò a cui siamo abituati, i giovani e i giovanissimi devono viverla tutta la vita e nel modo canonico; tutta la storia è riferita a chi ha poco o niente da perdere. Qualche aggancio anche ai sentimenti, non solo alla forma fisica e alla salute: forse questa è la parte più importante, il resto è poco coinvolgente (nonostante la bravura del cast).
Un gruppo di anziani ospiti di una casa di riposo ritrova vigore e voglia di vivere immergendosi nella piscina di una villa abbandonata, sul fondo della quale giacciono però alcuni "visitatori" venuti da molto lontano... Commedia di fantascienza in cui la presenza degli alieni è pretestuosa rispetto all'invito di godersi la vita pienamente, anche quando la giovinezza è solo un ricordo lontano. Messaggio banalotto, ma riscattato dalla grande simpatia dei vecchi leoni in azione che, insieme all'originalità dello spunto e la professionalità della confezione, rende il film gradevole.
Nell’atmosfera leggera che si respira per gran parte del film (buono, malgrado qualche caduta di ritmo e qualche sdolcinatezza di troppo) Howard infila un invito a vivere fino in fondo e qualche riflessione sulla vecchiaia e l’aldilà. Originale la scelta di mettere in primo piano un’allegra brigata di vecchie glorie, tra i quali spiccano il pimpante Ameche e il malinconico Gilford. Più defilati i giovani, anche se Guttenberg è simpatico e Tahnee Welch sembra davvero di una specie superiore.
Ma che belli quegl'anni! C'era una fantasia genuina che è un piacere da riassaporare. Howard chiama degli arzilli vecchiatti salvo poi scoprire che sono dei leoni in gabbia e appena ne hanno l'occasione ruggiscono come ai bei tempi. Ottima prova anche di Brian Dennehy (attore bravissimo e di forte presenza scenica) in un ruolo lontano dai suoi consueti. Il film, che in sé non avrebbe niente di sensazionale, ha il pregio di essere condotto con un ottimo timing, miscelando toni da commedia su una struttura fantascientifica. Poesia e nostalgia.
Cosa c'è di meglio di una piscina le cui acque guariscano ogni male terreno, ringiovanendo anima e corpo? Ne sanno qualcosa gli anziani di un pensionato, colti da improvviso benessere. Il cinema di Cocoon è fantastico, al tempo stesso romantico, ricco in trovate e gratificato dalla presenza di un ottimo parterre attoriale. La chimera dell'eterna giovinezza è tale fin dall'alba dei secoli, la cura del cancro sarebbe la più grande scoperta di sempre, perché dunque non sognare lasciandoci trasportare dalle immagini di Howard?
MEMORABILE: Il bagno nuda di Tahnee Welch; Il finale.
La trovata degli arzilli vecchietti che riacquistano la giovinezza perduta grazie a gentili alieni è curiosa. Se poi i protagonisti sono interpretati da anziani attori beniamini, allora la simpatia aumenta. Interessante l’affondo concettuale sulla terza età tra pseudo-vitalità e attesa della morte, sul valore della vita e l’aspirazione all’eternità: tema importante, con buoni spunti. Ma per il resto si tratta di un filmone grondante sentimenti pompati, con una storia che a tratti segna il passo. Finale miracoloso.
Gruppo di anziani scoprirà un'acqua miracolosa. Sul versante commedia è un film molto godibile per via delle vicende dei nonnetti che riacquistano la voglia di vivere, ma dal punto di vista fantastico Howard crede erroneamente di essere Spielberg. Approccio anche filosofico che tratteggia non banalmente chi decide di ascoltare la natura dell'età. Finalone spaziale più adatto a un giovane pubblico.
MEMORABILE: I tuffi; La breakdance; Lo spogliarello con sorpresa aliena; La moglie defunta in piscina.
Tutti abbiamo paura di invecchiare e questo è il tema cardine del film di Ron Howard, molto buono nelle intenzioni, nella recitazione, nella sceneggiatura e nella fotografia, un po' meno nel ritmo e nei personaggi, nessuno dei quali si rende indimenticabile. Inoltre il tutto scade ogni tanto nel patetico uscendo un po' fuori dai binari. Questo fa sì che la lacrimuccia possa scendere, ma può anche annoiare. Nel complesso comunque un buon film, forse leggermente sopravvalutato.
Uno di quei film che sa meglio di altri far sognare e creare una bella sospensione d'incredulità. Piace pensare che gli anziani protagonisti possano trovare davvero una tale fonte di giovinezza e la sceneggiatura sa sprigionare una tenerezza e una dolcezza poetica non comuni. Si sorride ma ci si commuove anche, grazie alla bella prova di tutto il cast in cui spiccano Brimley e Ameche in ruoli nient'affatto semplici. Si può riflettere anche un po' sulla diversità, vista la facilità con cui i nostri accettano subito i loro nuovi amici. Ottimo.
Ron Howard all'epoca era ancora un regista "novellino", con alle spalle tre film e tre cortometraggi. "Cocoon", tratto da un romanzo di David Saperstein, ha certamente segnato una tappa importante per la sua carriera anche se, negli anni, sarà offuscato da successi maggiori. Regia ben servita dal gruppo di simpatiche vecchie glorie del cinema ed effetti speciali convincenti, seppur non di grande spettacolarità, ne fanno un prodotto interessante. Per grandi e piccini.
Commedia fantastica di successo, tipicamente ottantiana, di un Howard in odor di Spielberg; tra SPFX visivi ben realizzati e un risaputo mix di elementi divertenti e altri più struggenti, il blockbuster è servito. Ovvie le riflessioni sulla mortalità e sulla vecchiaia; convincenti le prove del cast anziano, così come di un Guttenberg particolarmente in forma, di un sempre bravo Dennehy e della Welch, che col suo viso particolare ben incarna l'aliena. Nel complesso risulta un po' prolisso e si sarebbe potuto imprimere un miglior ritmo, comunque un lavoro peculiare, dal buono spunto.
Racconto fantascientifico piacevole da assaporare per il tocco leggero con cui viene narrato e per l’inevitabile spruzzata di buoni sentimenti che gli dona un lirismo a tratti toccante. Il punto di forza risiede nella natura stessa della storia, che tratta di un gruppo di anziani al crepuscolo della loro esistenza. Molteplici gli spunti di riflessione, che riguardano l’accettazione della caducità della vita e l’ipotetica scelta dell’eternità. Sfiora di poco le due ore e forse qualche minuto in meno avrebbe giovato, sebbene sia in grado di ripagare la fiducia concessagli.
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CuriositàZender • 10/04/14 17:11 Capo scrivano - 48357 interventi
Dalla collezione "I flanetti di Legnani" (con contributo di Zender al restauro), il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della prima tv di Cocoon (23 dicembre 1987, grazie a Didda per la ricerca):
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flano cinematografico di Coocon - L'energia dell'universo:
DiscussioneRaremirko • 24/08/20 22:51 Call center Davinotti - 3863 interventi
Buon film del dotato Howard, già bravo 35 anni fa ('stavolta non concordo con Legnani).
La pellicola è triste, molto malinconica, credo simbolica, con un cast di tutto rispetto (Guttenberg, il Mahoney di Police academy, Dennehy, un altro divenuto famoso per il ruolo di poliziotto in Rambo, Ameche, ecc.).
Tutto sommato una riuscita commistione tra fantasy, fantascienza, commedia e dramma della vecchiaia, con tanta tenerezza.