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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Bolso melodramma remake dell’omonimo A FAREWELL TO ARMS del 1932, tratto da un lavoro di Ernest Hemingway. Siamo in Italia, in piena Prima Guerra Mondiale e un volontario della Croce Rossa statunitense (Rock Hudson), giunto sulle Alpi per assistere i soldati italiani, conosce una crocerossina inglese (Jennifer Jones). I due si amano fin dal primo momento, ma i loro destini si separano e si riuniscono fino alla fine. Il protagonista è senza dubbio Rock Hudson, attore di rango (anche se qui un po' inespressivo) e il regista Charles Vidor lo segue nelle sue avventure dal fronte a Milano, da Stresa fino all'epilogo in Svizzera....Leggi tutto La tormentata storia d'amore con la crocerossina è il fulcro del film, che quindi dovrebbe poter essere catalogato come dramma sentimentale in costume; ma le parti migliori, dal punto di vista spettacolare se non altro, sono quelle girate sulle Alpi, con migliaia di comparse e la regia di Vidor a scegliere splendide panoramiche e ottime ricostruzioni di bombardamenti sulla neve. Come rappresentanti del nostro esercito Vidor sceglie Vittorio De Sica, maggiore e chirurgo ossessionato dalle donne e vittima dello stress, e Alberto Sordi, un prete dall'animo buono e dalla recitazione intensa. De Sica esagera con un'interpretazione teatrale sopra le righe, Sordi è più contenuto ma in verità sprecato, privato delle sue doti migliori. I due compaiono soprattutto nella prima parte (la migliore) e quasi sempre insieme, ma non incidono molto nel risultato complessivo, che in pratica vive sul personaggio di Rock Hudson. Fotografia e scenografie sontuose, a dimostrazione di un impegno produttivo notevolissimo e destinato a un prevedibile flop. ADDIO ALLE ARMI è il classico polpettone, noioso e prolisso (due ore e mezzo!), strappalacrime al momento giusto.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Un film straordinario, quasi perfetto!:
Siska80 - Quello che si dice un buon film:
Anthonyvm - Non male, dopotutto:
Nando - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Daniela - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Galbo, Mark
Dal celebre romanzo di Hemingway, il classico "polpettone" realizzato con l'intento di piacere ad un vasto pubblico (ma commercialmente fu un flop); per raggiungere l'obiettivo furono adoperati un regista di fama ed un prestigioso cast internazionale. Ne risulta però un film lungo e tedioso, nonchè privo di personalità che neanche i bravi attori riescono a risollevare.
Kolossal americano di eccessiva lunghezza in cui si ripercorrono le gesta sentimentali, ambientate durante la grande guerra, tra un soldato americano ed un'infermiera inglese. Cast di grande spessore che annovera financo un teatrale De Sica ed un serioso Sordi. Tuttavia l'eccessiva lunghezza e l'evidente manierismo penalizzano la narrazione.
Polpettone sentimentale, ma non diversamente da altre pellicole baciate dal successo, mentre questa portò alla rovina il produttore Selznick, nonostante la regia professionale di Vidor, la fotografia eccellente, i paesaggi naturali grandiosi, l'intreccio di nobile origine letteraria. Eppure non funziona, fra Rock e Jones non c'è alchimia ed i loro prolissi intermezzi amorosi - fra titubanze e strazi - finiscono per annoiare. Nel ricco cast, meglio un insolitamente contenuto Sordi che De Sica, relegato ad un ruolo risaputo e macchiettistico.
La trasposizione letteraria dal libro al film non esiste, si tratta semplicemente di mera trascrizione. I dialoghi infatti sono infarciti di luoghi ed espressioni comuni, libresche, prive di quel realismo coevo che avrebbe dovuto rendere la quotidianità del primo conflitto. Non ritroviamo certo l'angolazione critica di Rosi, ma neppure una degna di riscattare l'estenuante lunghezza della pellicola dal melodramma a qualcosa di più dettagliatamente cronachistico o autenticamente storico.
Meraviglioso film con un cast eccellente (del quale fanno parte, rivestendo ruoli minori ma intensi, anche i nostri De Sica e Sordi) in cui Hemingway non fa alcuno sconto a chi commette (come il protagonista del film) atto di diserzione: Frederic, che fugge per amore e perché non capisce il senso di una guerra tanto cruenta, pagherà amaramente il suo gesto. Nonostante la durata imponente si segue con interesse sino all'ultima, commovente sequenza.
MEMORABILE: La pioggia presagio di eventi nefasti.
Più ampio (soprattutto nella durata) rispetto alla versione del '32, ma se possibile anche più zuccheroso e manierato nella sua ostentazione melodrammatica (cosa non proprio rara nei kolossal di David O. Selznick), fra eccessi di musiche sentimentali e di smancerie fra due protagonisti poco credibili quali Hudson e la Jones. A ogni modo, la spettacolarità delle sequenze belliche (tecnicamente ottime) e le sequenze con Sordi e De Sica non fanno rimpiangere la visione, così come il finalone tragico, che dopo tante carinerie si scaglia come una folgore sul pubblico. Buono nel complesso.
MEMORABILE: Il sangue del commilitone in ambulanza cola in faccia a Hudson; L'arrivo comico nell'ospedale di Milano; I canti sacri fra le bombe; La fucilazione.
Charles Vidor HA DIRETTO ANCHE...
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- Il film doveva inizialmente essere diretto da Vittorio De Sica.
Fonte:Imdb - L'edizione originale del film,che si conclude come il romanzo di Hemingway con la morte di Catherine Barkley, fu poi misteriosamente cambiata in una successiva versione nella quale il film termina con Catherine ancora in vita.
fonte: "Ciak". - Dal Cinegiornale FS del 1957, ecco il "Making Of" alla stazione di Roma San Pietro:
Cinegiornale FS n° 18 - maggio / giugno 1957
