Note: Liberamente tratto da "Poirot e la strage degli innocenti" ("Hallowe'en Party", 1969) di Agatha Christie. Terzo film del Poirot di Branagh per una saga cominciata con "Assassinio sull'Orient Express" (2017).
Branagh trasferisce "Poirot e la strage degli innocenti" dalle campagne inglesi nella Venezia dell'immediato dopoguerra per il suo terzo film tratto da un romanzo di Agatha Christie e dedicato al celebre detective belga (che naturalmente continua a interpretare). Già lo spostamento drastico di location fa capire quanto alla fine sarà proprio Venezia, con le sue atmosfere lugubri e di grande fascino, a caratterizzare l'opera.
L'intreccio giallo diventa secondario rispetto al clima cupissimo, al lungo sostare dei personaggi nella penombra del palazzo al centro della vicenda (l'esterno è a San Boldo, la terrazza panoramica da cui parte una magnifica...Leggi tutto ripresa dall'alto della città nel finale è invece a Santo Stefano), alle presenze ectoplasmatiche che sembrano popolarlo conferendo al tutto un'impronta quasi horror. Poirot è infatti invitato lì da una celebre scrittrice di gialli che lui ben conosce (Fey) per partecipare a una seduta spiritica. In quella casa è da poco morta una ragazza e la medium (Yeoh) ha la fama di poter parlare con le anime dei defunti. La ricca madre (Reilly) della vittima, proprietaria del palazzo, durante il drammatico svolgimento della seduta sembra credere nel contatto con l'aldilà almeno quanto tutti gli altri partecipanti (Poirot escluso, naturalmente): "Quella è la voce di mia figlia!", bisbiglia. La medium rotea sulla sedia, parla come in trance, scrive a macchina senza toccare i tasti...
E' l'inizio di una lunga sfida tra l'investigatore e l'irrazionale, con un gran numero di elementi portati in scena per farci credere come sia apparentemente impossibile dare una spiegazione logica ad ogni "presenza" o misteriosa voce che si sente nella casa. E quando proprio la medium muore cadendo dall'alto, infilzata dal braccio di una statua, è evidente (almeno per Poirot) quanto il colpevole non possa che essere uno degli invitati. Comincia la caccia e si aprono i consueti interrogatori mentre la scrittrice si affianca al detective a fare da perfetta aiutante per un'indagine che prevede ulteriore sangue, come si può immaginare. Sempre e comunque, ad ogni modo, mentre gli indizi che possano aiutare a risolvere il caso risultino in numero pressoché pari a zero, l'attenzione di Branagh resta rivolta alla raffinata messa in scena, agli scorci di grande effetto su una Venezia notturna, alle ricercate inquadrature nelle sale del palazzo, ai primi piani sui volti spaventati...
Il meccanismo che porta chi guarda ad ipotizzare un colpevole funziona poco, mancando elementi cui agganciarsi per qualsiasi ipotesi, e il gruppo di sospetti diventa così una semplice lista di volti poco significanti e di storie passate scarsamente interessanti (e che riaffiorano in flashback) in cui anche il nostro Scamarcio (ex commissario passato a fare da guardia personale a Poirot) non molto può fare per lasciare il segno. Il caso insomma annaspa (piuttosto patetico anche il tentativo di uccidere il detective), non riesce mai ad emergere rispetto al fascino oscuro degli scenari che tutto avvolgono e si sviluppa stancamente senza imporsi come dovrebbe, mai ironico, quasi un orpello secondario per una regia che punta ogni carta sull'aspetto visivo anche grazie alla magnificenza dei ricchi interni... Il finale è tradizionalissimo, con un piccolo colpo di scena conservato per l'epilogo. Certo immaginare che a Venezia si festeggi Halloween nel 1947, quando in tutta Italia all'epoca erano forse in tre a sapere cosa fosse... Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Il carnevale di Venezia riadattato a festa di Halloween crea un po' di confusione, anche se i protagonisti principali sono stranieri. L'inizio comunque colpisce con sensazioni soprannaturali riuscite. L'ambiguità tra i fantasmi e le spiegazioni razionali si mantengono per tutta la durata del film; a lungo andare, però, la situazione comincia a stancare e se la trama, che oscilla tra horror e giallo in un antico palazzo veneziano, era un ottimo spunto, il modo in cui viene portata in scena delude, con effetti jumpscare scontati.
Giunto alla terza trasposizione con protagonista l'ineffabile investigatore belga, Branagh si cura ben poco del meccanismo giallo, flirtando anche un po' con l'horror, tanto che non dà allo spettatore nemmeno il più piccolo indizio che possa aiutarlo anche solo a ipotizzare, con cognizione di causa, un colpevole e un movente. Pessima idea, visto il genere di film. La regia punta tutto su ambienti e atmosfere mirabilmente rese da una regia che sa regalare scorci e inquadrature molto belle ed efficaci. Un po' poco ma, forse, ci si può accontentare. Cast anonimo.
Il miglior Poirot di Branagh, anche se lui continua a giocare con i romanzi di origine cambiando ambientazioni, motivazioni e anche rapporti tra personaggi iconici. L'atmosfera è giusta, tetra, con inquadrature interessanti e una fotografia azzeccata. Si respira il classico whodunit alla Christie pur senza seguirne i passi e il cast è all'altezza. Venezia è scenario spettrale quanto basta per flirtare anche con l'orrore e Branagh dimostra a modo suo di tenere al personaggio. Facile capire alcune intuizioni, ma è un giallo che tiene bene banco.
Inutile cercare raffronti con il mondo di Agatha Christie, qui l'unico elemento tratto dal libro è la ferma volontà di Poirot di non recedere dalla totale fiducia nella razionalità. In una Venezia da cartolina gotica, la storia si riempie di elementi horror e Kenneth Branagh gigioneggia al suo solito, però il film si vede con piacere e momenti di noia non ce ne sono.
Kenneth Branagh HA DIRETTO ANCHE...
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Noto che non solo io ma anche il Marcel è trasecolato nel vedere una Venezia pienamente halloweeniana nel 1947.
DiscussioneZender • 18/09/23 19:38 Capo scrivano - 47182 interventi
Credo tutti francamente...
DiscussioneNicola81 • 19/09/23 12:55 Contratto a progetto - 658 interventi
L'ho messo in Watchlist ma confesso che questa cosa di Halloween mi ha abbastanza smorzato la curiosità di vederlo. Sarò fatto male io, ma certe corbellerie (non so come altrimenti definirle) mi predispongono negativamente già in partenza…
DiscussioneZender • 19/09/23 14:02 Capo scrivano - 47182 interventi
Mi pare un po' esagerato (in fondo non è una cosa che si avverte troppo), ma ognuno ha diritto a pensarla come vuole ovviamente. Son pur sempre film, qualche diritto a inventarsi un po' la realtà ce l'hanno sempre.
Come detto da Zender non è una cosa poi così importante: resta abbastanza sullo sfondo ma l'ho trovata parecchio bizzarra. Il film è bel lontano dall'essere eccezionale, soprattutto dal punto di vista squisitamente giallo. Vale piuttosto per le belle atmosfere, ottimamente rese, e per una Venezia che ha sempre il suo fascino.
Come detto da Zender non è una cosa poi così importante: resta abbastanza sullo sfondo ma l'ho trovata parecchio bizzarra. Il film è bel lontano dall'essere eccezionale, soprattutto dal punto di vista squisitamente giallo. Vale piuttosto per le belle atmosfere, ottimamente rese, e per una Venezia che ha sempre il suo fascino.
Anche perché i protagonisti non sono italiani quindi in parte è scusabile