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Oramai l'obbligatoria scena dell'automedicazione della coscia ferita sta diventando un appuntamento fisso nei film con donne inguaiate : Il terrore del silenzio (2016), Paradise beach: Dentro l'incubo (2016), Peppermint - L'angelo della vendetta (2018) e adesso anche questo Trauma center...Propongo una variante presente in The Hunt: la tostissima Betty Gilpin si auto-medica una ferita al fianco utilizzando la fiamma del cannello per fare la creme brulée. Non si vive di sole cosce :oP
Di mezzo c'è sempre e comunque una coscia;
guai a variare punto anatomico! :D
Gestarsh99 ebbe a dire:Oramai l'obbligatoria scena dell'automedicazione della coscia ferita sta diventando un appuntamento fisso nei film con donne inguaiate : Il terrore del silenzio (2016), Paradise beach: Dentro l'incubo (2016), Peppermint - L'angelo della vendetta (2018) e adesso anche questo Trauma center...Propongo una variante presente in The Hunt: la tostissima Betty Gilpin si auto-medica una ferita al fianco utilizzando la fiamma del cannello per fare la creme brulée. Non si vive di sole cosce :oP
Di mezzo c'è sempre e comunque una coscia;
guai a variare punto anatomico! :D
Oramai l'obbligatoria scena dell'automedicazione della coscia ferita sta diventando un appuntamento fisso nei film con donne inguaiateHaha in effetti... D'accordo sul paragone di Willis con Cage nella tua rece... Non gli fanno onore tutte queste partecipazioni "alimentari"...D'accordo che una volta era normale passare dal mainstream a opere minori (penso a Kinski su tutti) però...
x Herrkinski e Gest:Capisco cosa intendi, Cage a livello d'intrattenimento è sicuramente più spassoso del marmoreo Willis, anche se comunque pure Cage interpreta bene o male sempre lo stesso personaggio schizoide a prescindere dai film.. Urla, sbraita, dà fuori da matto, è perennemente sopra le righe.. Willis invece sembra annoiato a morte nella maggior parte dei casi.
Insomma, il film può essere una ciofeca immonda, ma lui il contratto lo onora in pieno, da vero professionista, anche se talvolta è proprio la sua presenza ad aggravare la situazione.
Da anni non mi perdo un film con Cage, un poco per soddisfare l'istinto cinemasochismo ma anche perché ho la ragionevole speranza di non annoiarmi.
Prendiamo invece Willis: per anni, memore della canotta cangiante del suo McClane, si sono vista tutti i suoi tardivi thriller/action unicamente attirata dalla sua presenza. Adesso non ci casco più, stufa della sua solita faccia di marmo a cui pare far fatica anche alzare un sopracciglio.
Da anni non mi perdo un film con Cage, un poco per soddisfare l'istinto cinemasochismo ma anche perché ho la ragionevole speranza di non annoiarmi.Herrkinski ebbe a dire:
Cage a livello d'intrattenimento è sicuramente più spassoso del marmoreo Willis, anche se comunque pure Cage interpreta bene o male sempre lo stesso personaggio schizoide a prescindere dai film.. Urla, sbraita, dà fuori da matto, è perennemente sopra le righe.. Willis invece sembra annoiato a morte nella maggior parte dei casi.
Non gliene faccio una colpa: ognuno sceglie per sé come meglio crede. Il dato di fatto è che da un po' di anni a questa parte Nicolino ha preferito tirare i remi interpretativi in barca per mercenarizzarsi e vivere di rendita col minimo sforzo "strasberghiano".
È cosa assodata che le sue prove attoriali dal 2000 in poi si siano via via stravaccate su quei comodi cliché tutti smorfie, occhi a palla e risatacce nevrotiche che lo avevano lanciato nell'empireo degli istrioni ai tempi del mai troppo osannato Face/off - Due facce di un assassino (1997).
Ormai io personalmente ci ho fatto il callo, perciò quando affronto un film in cui c'è lui vado già premunito a dovere sapendo benissimo cosa aspettarmi. Con questo approccio evito in primis delusioni, incacchiature e face-palms a ripetizione; in secundis riesco magari anche a sorprendermi positivamente in caso di inattese folgorazioni espressive in ruoli più vicini al suo "impigrito" spirito recitativo odierno (un caso su tutti, il delirante remake herzoghiano Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans, del 2009; ma il discorso vale anche per lo scottiano Il genio della truffa, del 2003).
In un modo o nell'altro a me lui resta sempre simpatico e gli porto rispetto perché è una delle figure che hanno contribuito a farmi innamorare del Cinema: non so quante volte avrò visto e rivisto il già citato Face/Off e quel canto del cigno scorsesiano che è
Al di là della vita (1999).
Daniela ebbe a dire:Da anni non mi perdo un film con Cage, un poco per soddisfare l'istinto cinemasochismo ma anche perché ho la ragionevole speranza di non annoiarmi.Herrkinski ebbe a dire:Cage a livello d'intrattenimento è sicuramente più spassoso del marmoreo Willis, anche se comunque pure Cage interpreta bene o male sempre lo stesso personaggio schizoide a prescindere dai film.. Urla, sbraita, dà fuori da matto, è perennemente sopra le righe.. Willis invece sembra annoiato a morte nella maggior parte dei casi.
Cage infatti è stato il primo fra gli hollywoodiani moderni a intraprendere questa china "alimentare" in maniera tanto scoperta e dichiarata, quindi essendo l'apripista va in un certo senso "benevolmente compatito" proprio in virtù del suo essere precursore delle cine-ospitate moderne.
Il problema sono i vari Willis, Travolta e (in parte) De Niro, che nelle loro comparsatine filmiche non riescono a risultare kitsch e grotteschi quanto Nicolas, ma al massimo solo tristi e fastidiosi.
Comunque tempo fa avevo già difeso Cage nella discussione di
Mom and dad, infatti avevo scritto:
Gestarsh99 ebbe a dire:Non gliene faccio una colpa: ognuno sceglie per sé come meglio crede. Il dato di fatto è che da un po' di anni a questa parte Nicolino ha preferito tirare i remi interpretativi in barca per mercenarizzarsi e vivere di rendita col minimo sforzo "strasberghiano".
È cosa assodata che le sue prove attoriali dal 2000 in poi si siano via via stravaccate su quei comodi cliché tutti smorfie, occhi a palla e risatacce nevrotiche che lo avevano lanciato nell'empireo degli istrioni ai tempi del mai troppo osannato Face/off - Due facce di un assassino (1997).
Ormai io personalmente ci ho fatto il callo, perciò quando affronto un film in cui c'è lui vado già premunito a dovere sapendo benissimo cosa aspettarmi. Con questo approccio evito in primis delusioni, incacchiature e face-palms a ripetizione; in secundis riesco magari anche a sorprendermi positivamente in caso di inattese folgorazioni espressive in ruoli più vicini al suo "impigrito" spirito recitativo odierno (un caso su tutti, il delirante remake herzoghiano Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans, del 2009; ma il discorso vale anche per lo scottiano Il genio della truffa, del 2003).
In un modo o nell'altro a me lui resta sempre simpatico e gli porto rispetto perché è una delle figure che hanno contribuito a farmi innamorare del Cinema: non so quante volte avrò visto e rivisto il già citato Face/Off e quel canto del cigno scorsesiano che è
Al di là della vita (1999).