The libertine - Film (2004)

The libertine
Locandina The libertine - Film (2004)
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Titolo originale: The Libertine
Anno: 2004
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di The libertine

Note: Soggetto tratto dall'omonima opera teatrale dello scrittore inglese Stephen Jeffreys, iscritta nel 1994 ed ispirata ad un personaggio storico: John Wilmot, conte di Rochester (1647-1680).

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Tutti i commenti e le recensioni di The libertine

TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/03/07 DAL BENEMERITO LELE EMO
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Lele Emo 28/03/07 10:26 - 184 commenti

I gusti di Lele Emo

Eccezionale parabola discendente del poeta alla corte del Re. Un Johnny Depp magnifico nella parte del senza freni John Wilmot e un John Malkovich senza infamia e senza lode nella parte di Carlo II d'Inghilterra. Il film, per quanto opulento e lento, tipicamente inglese, avvince moltissimo nel suo essere ragionevolmente descrittivo e strutturato con grande attenzione e pochissimi difetti. Interessantissima la seconda parte, in cui viene descritta la malattia del poeta con un Depp insuperabile.

Mancho 14/04/07 00:12 - 28 commenti

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"Non Credo che vi Piacerò.". Queste parole che aprono il film sono una sorta di perfetto riassunto del film di Dunmore, che vede Depp mattatore assoluto in uno di quei personaggi che affidati ad un altro sarebbero solo ridicoli. La vita, le sbornie, le donne, gli amplessi, la tenerezza e l'arte scandalosa di un uomo che osa mostrare il vero volto di un regno e di un'epoca. Visivamente sontuoso e iperdialogato, va valutato considerando che è tratto da un testo teatrale. Conta più per il coraggio di portare un testo così al cinema che per il film in sè.

Magnetti 29/05/07 01:48 - 1103 commenti

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Senza Johnny Depp non sarebbe stata la stessa cosa: il suo personaggio (una specie di Mozart della poesia) è il classico esempio di genio e follia. Una specie di oscura forza autodistruttiva regola la sua vita con molti bassi e pochi, ma sublimi, alti. Dopo una prima parte noiosa, il film prende il volo raggiungendo il suo apice, come giustamente doveva essere, con il culmine della malattia e la contestuale redenzione (poca invero) del poeta maledetto. Fotografia e ricostruzione dell'epoca ottime. Fumo "di Londra" a volontà (occhio non vede...)

Ciavazzaro 7/03/09 14:31 - 4763 commenti

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Non mi è piaciuto. Johnny Depp offre un'interpretazione poco convinta del Libertino del titolo. Le scene con le rappresentazioni teatrali definite oscene dai benpensanti non sono nulla di che e solo Malkovich si salva appena. Insipido.

Domino86 24/05/10 13:28 - 607 commenti

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Johnny Depp è sicuramente bravo nell'interpretare John Wilmot, secondo conte di Rochester, ma non basta questo a rendere piacevole e godibile il film. La pellicola, tratta da un'opera teatrale, risulta piuttosto pesante e, a mio avviso, di poco interesse.
MEMORABILE: Quelli che non vi amano appartengono a due categorie: gli stupidi e gli invidiosi. Gli stupidi vi apprezzeranno fra cinque anni, gli invidiosi mai.

Giacomovie 25/07/10 19:37 - 1413 commenti

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Johnny Depp in apertura dice: “Non vi piacerò!". Al termine chiede: "Vi piaccio adesso?”. La sua prova piace senz'altro, a non piacere del tutto è il film. Risulta privo di vera forza drammatica e si cerca di compensarla col ricorso alla forza drammaturgica. Il presunto tono oltraggioso viene trasferito solo nei fitti dialoghi di natura teatrale e lo spirito del linguaggio poetico viene adattato a qualsiasi argomento e a qualunque parte del corpo. L'impianto storico-scenografico è ottimo, ma il film si è rivelato poco “libertine” nell’osare. **!

Galbo 28/07/10 20:21 - 12683 commenti

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Ritratto di un uomo perfettamente funzionale ad un epoca (la fine del '600) in cui nelle corti europee predominavano vizio e lussuria. Il personaggio in questione, il conte di Rochester, è efficacemente interpretato da Johnny Depp che si muove in un contesto ambientale molto efficacemente ricostruito. E' piuttosto l'impianto narrativo del film (in primo luogo la sceneggiatura) ad evidenziare più di una carenza e a lasciare lo spettatore piuttosto insoddisfatto.

Jandileida 18/08/11 14:14 - 1699 commenti

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La cosa migliore del film è la descrizione di una Londra del '600 fangosa, livida ed ammorbata da afrori corporali in un periodo in cui un bel bagno era una gioia annuale (se si aveva fortuna). Tolta questa riuscita ambientazione però, le quasi due ore passano lentissimamente incartociandosi sul dramma interno di un Depp dignitoso, con momenti da attore di razza, ma che più che un nobiluomo seicentesco dedito al vizio e al teatro sembra una specie di rockstar vestita per carnevale con parruccone e cipria e con STD d'ordinanza. In una parola: noioso.

Saintgifts 10/04/13 00:41 - 4098 commenti

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Come dice il titolo è la parte libertina di John Wilmot che viene messa in evidenza e sono gli anni che precedono la morte, che vengono ricostruiti (in modo piuttosto attinente alla realtà) dal Conte di Rochester. Ma si dà anche molta importanza, quasi a voler sottolineare la sua capacità di amare (in un certo modo), all'episodio del rapimento, scopo matrimonio, di Elizabeth Malet; episodio che Johnny, come lo chiamano gli amici, ama farsi raccontare, fino all'ultimo, dalla moglie stessa. Depp è abbastanza credibile, inutili prologo ed epilogo.
MEMORABILE: Il Conte di Rochester, ammalato e con il naso ricoperto da una placca d'oro, va in parlamento a difendere re Carlo II d'Inghilterra (Malkovich).

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  • Discussione Jandileida • 22/11/11 11:22
    Addetto riparazione hardware - 429 interventi
    Caro Galbo, non me ne volere ma il film è ambientato alla fine del 1600 non del 1700.

    Scusami per la puntualizzazione ma è una deformazione professionale.

    Scusa ancora e ciao
  • Discussione Galbo • 22/11/11 11:37
    Consigliere massimo - 4019 interventi
    hai fatto bene a farmelo notare, ti ringrazio della segnalazione
  • Discussione Raremirko • 9/08/21 23:41
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Un discreto film dai più sottovalutato; bene il cast (in parte Depp con Malkovich nel solito ruolo aristocratico/nobile), molto coraggio per certe scene e per certi dialoghi (torna alla mente Quills, e del resto la vicenda è in sè molto Sadiana), atmosfera e buona ricostruzione storica.

    Si è palesemente dalla parte di quelli che non han visibilità, di quelli che eccedono, del politicamente scorretto.

    Purtroppo Dunmore non ha fatto più nulla (si è fermato a questo e a 3 cortometraggi).

    Un'opera tutt'altro che mainstream.
  • Curiosità Daniela • 10/08/21 00:03
    Gran Burattinaio - 5940 interventi
    Il soggetto è tratto dall'omonima opera teatrale dello scrittore inglese Stephen Jeffreys, iscritta nel 1994 ed ispirata ad un personaggio storico: John Wilmot, conte di Rochester (1647-1680), poeta, drammaturgo, letterato, militare e cortigiano inglese, amico del re Carlo II d'Inghilterra e autore di numerosi componimenti a carattere satirico, nonché protettore di artisti e amante celebre tanto da guadagnarsi il soprannome di "Libertino".