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Discussioni su L'uccello dalle piume di cristallo - Film (1970) | Pagina 6

DISCUSSIONE GENERALE

129 post
  • Graf • 25/08/15 17:52
    Fotocopista - 902 interventi
    ....che è invece di Vienna e ha lavorato anche con Hitchcock...
  • Buiomega71 • 25/08/15 18:56
    Consigliere - 27259 interventi
    Graf ebbe a dire:
    ....che è invece di Vienna e ha lavorato anche con Hitchcock...

    ...e il "nosferatiano" Kurt Barlow nelle Notti Di Salem hooperiane...
  • B. Legnani • 25/08/15 19:24
    Pianificazione e progetti - 15232 interventi
    Fulcanelli ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    per Fulcanelli.

    Scrivi "Si nota presto che alcuni attori sembrano usciti da un film der Monnezza; una nota stonata forse inevitabile ma fastidiosa"

    Veramente il film precede di non pochi anni il personaggio in questione... Come fa a essere una nota stonata? Sarebbe come dire che è stonato un film giovanile di Ollio senza Stanlio...



    Non è da prendere alla lettera "sembrano usciti da un film der Monnezza". Mi riferivo al fatto che alcuni attori hanno uno spiccato atteggiamento/faccia romana (tipo l'assassino con la tuta gialla).


    Questo, francamente...
    p.s. Roma e i Romani, in ogni caso, c'erano anche prima der Monnezza.
    p.p.s. se scrivi una cosa, come facciamo a non prenderla alla lettera?
    Ultima modifica: 25/08/15 19:29 da B. Legnani
  • Caesars • 9/11/15 14:00
    Scrivano - 17011 interventi
    Segnalo, a chi fosse interessato, il dossier on line che Nocturno dedica al giallo all'italiana.
    Questo è il link:
    http://www.nocturno.it/dossier/piume-di-cristallo/
  • Tarabas • 10/03/16 13:45
    Segretario - 2069 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Dalla collezione cartacea Fauno, un altro flano del film, dalla presentazione particolarmente surreale:


    La frase di lancio è da galera.
    Ultima modifica: 10/03/16 17:27 da Zender
  • Didda23 • 10/03/16 14:06
    Compilatore d’emergenza - 5796 interventi
    Flanetto spettacolare. Bravo Fauno!
  • Lucius • 10/03/16 14:09
    Scrivano - 9053 interventi
    Bellissimo!!!
  • Graf • 11/03/16 01:02
    Fotocopista - 902 interventi
    Beh, è vero: la frase di lancio sembra scritta da un becchino....
    Ultima modifica: 11/03/16 01:02 da Graf
  • Nipo • 17/10/17 22:39
    Galoppino - 110 interventi
    Il film inizia gettandoci subito nella trama: degli omicidi sono stati commessi, e quando la pellicola inizia ci ritroviamo proprio nel covo del folle serial killer. Il folle contempla le sue armi, fissa le foto della sua prossima preda, già pregustando il piacere dell'atto sanguinario. Ci si trova di fronte ad un rito, con tutti gli oggetti canonici della celebrazione, dall'altare/scrivania all'oggetto sacrificale per eccellenza, il coltello, alla presentazione dell'agnello che la pazzia dell'individuo ha deciso di sacrificare alla divinità della mente malata dell'assassino. La follia e la devianza serpeggiano per tutto lo svolgersi del film. Nella trama, anche nei momenti che possono sembrare di stacco, di rilassamento, come ad esempio nell'episodio dell'antiquario gay, o nella sequenza a casa di Berto Consalvi, il pittore che ha ritratto su tela l'immagine che risulta essere l'origine del trauma dell'assassino, ci troviamo in realtà di fronte a personaggi ambigui che simboleggiano, nel bene e nel male, un qualche disturbo psicologico che in realtà ci riporta all'assassino. Il gay ci insinua l'idea di una sessualità diversa, come a suggerire che il sesso c'entri nella storia del maniaco. Il pittore con il suo isolamento, con la fissazione di nutrirsi dei gatti, ci fa pensare comunque ad una persona violenta, anche se sembra controllare i suoi impulsi. Poi la sfilata dei pervertiti al commissariato, o ancora il protettore Addio, che si preoccupa delle sue prostitute in balia del maniaco. In pratica Sam Dalmas, il protagonista, entra in contatto con una serie di figure che gli fanno scoprire una realtà che vive sotto l'apparenza del normale. Ma in alcuni momenti questa devianza mentale ci viene sbattuta in faccia, ma non ne siamo consapevoli. In un certo senso la soluzione ci viene già data all'inizio della vicenda. Non mi riferisco alla risaputa “rivelazione finale”, con il gioco di punti di vista falsati dall'apparenza (chi tiene veramente in mano il coltello tra vittima e carnefice?), ma alla scenografia dell'ambiente in cui si svolge questa sequenza chiave: la galleria d'arte. Nella scena che da il via all'indagine vediamo Monica Ranieri aggredita da quello che pensiamo essere il maniaco. L'uomo in nero scappa per l'intervento provvidenziale di Sam, e la donna rimane a terra ferita. La vediamo strisciare con il ventre insanguinato, e proviamo pena per lei. Ma intorno alla donna, le opere esposte nella galleria fanno parte di un immaginario deforme e malato. Le statue sembrano quasi avventarsi su di lei, come per aggredirla, ma per difendersi. La scenografia della galleria d'arte e quelle statue ci stanno dicendo che quella donna a terra in realtà è un mostro. Le sculture urlano intorno a lei, hanno espressioni di dolore, sono con le braccia alzate, come a volersi allontanare da quel mostro che striscia ai loro piedi. Monica stessa ad un certo punto si accovaccia dolorante dietro l'enorme zampa di un rapace, un cacciatore spietato dagli artigli mortali. Quasi un simbolo per la donna. Le statue vorrebbero urlare a Sam di fuggire, ma non possono, sono pietrificate nell'orrore che rappresentano. Non a caso, durante il film, un'altra scultura verrà allestita nella galleria, un pannello con un trionfo di lame e di pugnali, le armi dell'assassino. Ancora una volta un chiaro indizio per indicare dove si trovi veramente la soluzione del mistero. Ma Sam, in quella sequenza chiave, non può capire. E' simbolicamente intrappolato tra due vetrate. Sembra essere rimasto chiuso in un acquario, anche i rumori gli giungono ovattati come se si trovasse sott'acqua. In un lato, poggiato alla parete, c'è addirittura un albero pietrificato che ricorda un bianco corallo. Sam vorrebbe aiutare quella donna, è disperato dall'idea di essere impotente di fronte al dramma che sta osservando, e non può notare gli avvertimenti che quelle statue gli urlano con tutta la loro forza.
    Dopo questa scena Argento inizia a creare quell'universo che sarà la sua cifra stilistica: le lunghe sequenze di terrore, che quasi bloccano e dilatano l'azione della trama; la soggettiva, a volte dell'assassino, altre volte della vittima. Esemplare è la sequenza dell'assedio in casa di Giulia, la fidanzata di Sam, alla quale l'assassino fa visita. La scena blocca la trama, si dipana come se fosse un episodio a sé. E' costruita magistralmente con uno stillicidio di panico creato ad arte: Giulia è assediata nella sua stessa casa. Il luogo che dovrebbe essere un rifugio sicuro diviene una trappola mortale. L'assassino (e il regista) si diverte a giocare con la sua vittima, vuole stremarla prima di assaporare il suo dolore. Le isola il telefono, poi le toglie la luce. Nella casa non ci sono vie d'uscita visto che le finestre dell'appartamento hanno le sbarre (e poco importa allo spettatore che questo sia solo un elemento architettonico già presente in quella casa, in quel momento le grate delle finestre diventano virtualmente “complici” dell'assassino, aumentandone l'onnipotenza). Il maniaco si gode le urla di Giulia, la sua disperazione, non ha fretta, tanto che inizia a forzare la porta dell'appartamento con un coltello, pian piano, aprendosi lentamente un varco nel legno con la punta della lama. Giulia potrebbe benissimo reagire a quella situazione, spezzando la lama del maniaco, ma non lo fa. E' preda di una disperazione che non le lascia scampo. Realmente diventa vittima di sé stessa. Ma riuscirà a salvarsi grazie all'intervento di Sam.
    Il film si chiude in un cerchio, quando nel finale torniamo nei luoghi dove ha avuto inizio della vicenda. Ed è proprio Sam, nel covo dell'assassino, dopo un falso finale che sembra risolvere il mistero, a dare via al vero finale: si avvicina ad una finestra e tira su una tenda che sembra il sipario di un palcoscenico, ed ecco che inizia l'atto finale dell'opera. E alla luce che penetra nella finestra, come se fossero stati accesi dei riflettori su di lui, ecco che ci viene presentato/svelato il vero volto dell'assassino.
    Una curiosità: nella scena in cui l'assassino, di schiena al pubblico, fissa il quadro dello stupro della bambina, vediamo riflesso nel vetro dell'anta di un mobile che gli è di fronte, Argento stesso che interpreta il maniaco. Il riflesso è lievemente sfocato, ma la fisionomia del regista è riconoscibilissima.

    Ultima modifica: 23/10/17 08:21 da Zender
  • Fauno • 17/10/17 23:03
    Formatore stagisti - 2763 interventi
    Alle statue della galleria non ci avevo mai fatto caso nonostante sia il film che ho visto più volte, mentre per l'aggressione a Giulia condivido in pieno. Un'ottima analisi che mi ha arricchito e un'occasione per altri utenti per esprimere sensazioni magari latenti. Vieni più spesso sul sito, Nipo. Grazie e a presto ;-)
  • Nipo • 18/10/17 09:28
    Galoppino - 110 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Alle statue della galleria non ci avevo mai fatto caso nonostante sia il film che ho visto più volte, mentre per l'aggressione a Giulia condivido in pieno. Un'ottima analisi che mi ha arricchito e un'occasione per altri utenti per esprimere sensazioni magari latenti. Vieni più spesso sul sito, Nipo. Grazie e a presto ;-)
    Grazie Fauno. Troppo buono :)
  • Zender • 23/10/17 08:24
    Capo scrivano - 49065 interventi
    Nipo ebbe a dire:

    Una curiosità: nella scena in cui l'assassino, di schiena al pubblico, fissa il quadro dello stupro della bambina, vediamo riflesso nel vetro dell'anta di un mobile che gli è di fronte, Argento stesso che interpreta il maniaco. Il riflesso è lievemente sfocato, ma la fisionomia del regista è riconoscibilissima.



    Grazie. Quindi dici che quello che si intravede sull'anta è Argento? Ho provato a schiraire e contrastare per veder meglio ma... Dai capelli forse.
    Ultima modifica: 23/10/17 08:24 da Zender
  • Nipo • 30/10/17 00:52
    Galoppino - 110 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Nipo ebbe a dire:

    Una curiosità: nella scena in cui l'assassino, di schiena al pubblico, fissa il quadro dello stupro della bambina, vediamo riflesso nel vetro dell'anta di un mobile che gli è di fronte, Argento stesso che interpreta il maniaco. Il riflesso è lievemente sfocato, ma la fisionomia del regista è riconoscibilissima.



    Grazie. Quindi dici che quello che si intravede sull'anta è Argento? Ho provato a schirire e contrastare per veder meglio ma... Dai capelli forse.

    Io credo con certezza che sia lui, la fisionomia corrisponde, naturalmente non può essere a fuoco, perchè in teoria si tratterebbe di un errore di ripresa. Ma sono sicurissimo che sia lui.
  • Zender • 30/10/17 07:42
    Capo scrivano - 49065 interventi
    No, certo che non può essere a fuoco, però al di là della tua convinzione, legittima, a pare mio è difficile dirlo.
  • Bergelmir • 7/11/17 09:16
    Galoppino - 212 interventi
    Segnalo che su Radio 3, la scorsa domenica 5 novembre, la trasmissione Hollywood Party - il cinema alla radio, condotta da Steve Della Casa, era dedicata a L'uccello dalle piume di cristallo.
    La puntata è ora disponibile come podcast (su iTunes, Android, etc.), qui il collegamento al file della RAI:

    https://shar.es/1PDrAO
    Ultima modifica: 7/11/17 09:17 da Bergelmir
  • Caesars • 7/11/17 19:35
    Scrivano - 17011 interventi
    Bella segnalazione. Grazie
  • Poppo • 13/02/18 10:23
    Galoppino - 466 interventi
    Ripassando Argento... (non oltre Suspiria)

    Nella scena iniziale in cui i due amici (Sam e Carlo, scrittore e ornitologo) sono all'interno del museo di storia naturale, in una delle teche piene di uccelli imbalsamati vediamo un gatto rosso il cui muso viene inquadrato un paio di volte. Il gatto sta accovacciato proprio tra gli esemplari di volatili!

    Non so se qualcuno ne abbia già parlato ma è evidente che il gatto sia stato messo lì di proposito in relazione a qualche significato simbolico.

    Più avanti nel film vediamo il pittore Berto Consalvi allevare gatti e cibarsene, lo stesso Sam finirà per mangiarne senza saperlo...

    SPOILER!

    Nelle scene finali del film vediamo l'assassino (Eva Renzi) svelare la propria identità mostrando la sua folta capigliatura rossa...

    Gradite dritte per risolvere il mistero (magari già risolto o non ritenuto tale...)
    Ultima modifica: 13/02/18 10:33 da Zender
  • Zender • 13/02/18 17:59
    Capo scrivano - 49065 interventi
    Poppo, però occhio. Non puoi sparare il nome dell'assassina e altro relativo al finale senza scrivere prima, CHIARO, spoiler!
  • Schramm • 13/02/18 18:02
    Scrivano - 7818 interventi
    in ogni caso ottimo spirito d'osservazione. visto il film dozzine di volte e mai notatolo. appoggio l'ipotesi dell'injoke simbolico./premonitore.
  • Fauno • 13/02/18 20:40
    Formatore stagisti - 2763 interventi
    CONTIENE VARI SPOILER


    Mi complimento pure io, ma l'identità dell'assassino viene svelata con gradualità, iniziando prima di tutto con una risata che più femminile di così non potrebbe essere, indi con l'inquadratura della silhouette tipicamente argentiana; inoltre non è che lei nel film cambi pettinatura, e la sua folta chioma rossa la si apprezza a lungo pure nella scena della galleria.
    Il relais dei gatti ci potrebbe stare, tenendo però presente che non tutti quelli che ha Consalvi sono fulvi...è però vera un'altra cosa, e non so se sia quello che intendevi tu, ovvero che come Sam Dalmas ignora di star consumando carne felina, ma pian piano l'arguisce fino al 90% prima che Consalvi glielo confermi definitivamente, allo stesso modo ignora di avere già visto il vero omicida, e anche lì l'arguisce sentendo la risata, e a quel punto lì ci arriva da solo e si dice tutto lui, cosicchè la risata senza interruzione della Renzi è la miglior conferma. Io vedo più il nesso in questo.

    Comunque ottima osservazione la tua, bravo davvero Poppo ;-)