FINAL DESTINATION aveva sollevato l’interesse dai critici per aver saputo rinnovare lo slasher americano inventando un killer fuori dal comune: la Morte in persona, pronta a riprendersi la vita di chia era miracolosamente scampato a un disastroso incidente aereo. Per il seguito era naturale rifarsi all'idea originale nel numero uno, ma il rischio era quello di riproporre la medesima storia variando solo facce e situazioni. Gli autori lo sapevano e hanno quindi preferito ricalcare il modello senza spremersi troppo per allontanarvisi forzatamente. L’interesse andava spostato...Leggi tutto sulla creatività delle morti provocate dalla mano invisibile della Natura assoggettata al Tristo Mietitore. Detto fatto: il crash aereo diventa un colossale incidente stradale in apertura, girato straordinariamente bene fin dalla presentazione dei tanti personaggi coinvolti (camionisti, autisti, motociclisti...). La strada diventa una scacchiera in cui si muovono, superandosi, le pedine in gioco, finché... Boom! Il primo trionfo dello splatter spettacolare. Poi entreranno in scena i soliti sopravvissuti, che discorrendo noiosamente del proprio funesto destino (il caso dell'aereo del primo capitolo è ben presente, nei loro ricordi) cominceranno a crepare nei modi più assurdi. E qui gli effettisti si scatenano mescolando CGI, manichini e interiora animali, confezionano almeno tre decessi splatter sensazionali (una scala in un occhio, una lastra di vetro che cade dall'alto, un filo teso che divide un uomo in tre) e qualche altro comunque molto sopra la media. Obiettivo centrato! Il film in sé è poca cosa, ma una regia solida e la qualità dello spettacolo (al limite del comico) sono già abbastanza.
Strutturalmente e narrativamente uguale al primo, questo secondo secondo capitolo si distingue per la qualità elevata della rappresentazione degli incidenti. La scena iniziale farebbe contento qualsiasi videogiocatore di Burnout. Originali i "Go down" che inevitabilmente mietono la morte, quasi geniali in alcuni frangenti. Purtroppo il film è tutto qui. Da dimenticare il finale.
Rispetto al primo film questo tende ad alzare molto i ritmi, divenendo a tratti quasi un action. La storia si ripete, ma rispetto al primo film si hanno degli ottimi miglioramenti. Grandissimo inizio, con un terrificante incidente stradale, scene più splatter rispetto al primo episodio, ma anche più battute condite da uno humour nero. Prettamente per teen-ager ma non lo disdegno neppure io che ho passato gli "enta".
Il primo capitolo era tutt'altro che entusiasmante, ma questo prologo invece sa il fatto suo. La scena iniziale (quella dell'incidente) è bellissima, perfetto congegno di tensione che offre l'immersione completa allo spettatore nell'azione: da brividi! Poi cominciano le morti e sono deliziose: questa volta si è puntato tutto sul grottesco, su una linea slapstick-demenziale tale da rendere le morti, e tutto il film, simili ad un cartoon modello Will Coyote. Anche nel finale c'è un gusto sberleffo. Consigliato a chi ama gli horror ironici e intelligenti.
All’insegna dello humor nero più spinto, questo film rappresenta con molta ironia una serie di morti tanto raccapriccianti quanto improbabili e beffarde. Divertentissimo e spettacolare, paga però una storia inconsistente e piena di incongruenze. Peccato perchè è davvero molto godibile.
Se molto innovativa ed originale era l'idea di partenza del primo episodio della serie, questa seconda puntata non può che risultare ripetitiva, anche se nel complesso l'inventiva delle situazioni è da apprezzare e fa perdonare le inevitabili incongruenze che la sceneggiatura presenta. Bellissima la scena iniziale, poi la tensione scema ed il finale è scadente.
Viene sviluppato (confusamente) il tema già impostato nel primo film della serie facendo però appello ad effetti speciali impressionanti: il mega-tamponamento in autostrada tra camion, auto e moto raggiunge un livello di verosimiglianza impressionante, amplificato dalla potenza della traccia sonora. David Ellis è un regista che punta al massimo sul piano visivo, trascurando però la psicologia dei personaggi, qui potenziati grazie alla presenza dell'ambiguo necroforo (Tony Todd, icona del genere, spuntata dallo "specchio" di Candyman).
L'idea di base è la stessa del primo capitolo e quindi si è pensato, giustamente, di puntare molto sulla messa in scena delle morti, sulla loro verosimiglianza aggiungendo qua e là una nota di humour nero. Un film di alta qualità quanto alla confezione, povero quanto a trama e recitazione degli attori. Ciò che lo porta a rimanere definitivamente impresso nella mente dello spettatore è l'incidente stradale iniziale, uno dei migliori mai visti al cinema, curato in ogni minimo particolare e molto, molto realistico.
MEMORABILE: La scena finale con la sorpresa sul piatto della commensale.
Il migliore della serie. In questo secondo capitolo le scene di morte sono davvero memorabili, a partire dalla lunga sequenza sulla strada. A tratti pare un cartone della Warner Bros da quanto lo humor condisce le scene di violenza facendo volare lo spettatore in un turbine di colpi discena che non si prendono troppo sul serio fino al macabro finale. Volutamente divertente, questo capitolo pur mantenendo la tensione riesce a virare più sulla black comedy.
Come ogni secondo capitolo, subisce il fascino del fallimento, facendosi forza su un giochino ormai scoperto, su un meccanismo che non riserva più sorprese né variazioni, su un pubblico che sa già cosa aspettarsi. Nasce fiacco, procede piatto, finisce floscio. Con la promessa, questa sì agghiacciante, di un terzo capitolo. La morte colpisce tutti tranne i sequel.
Non al livello del primo capitolo, ma neanche completamente una spazzatura. Alcune morti dal punto di vista grafico sono ben riuscite: la lastra di vetro che piega in due il ragazzo, l'incidente automobilistico inziale... Lo schema è lo stesso del primo capitolo ma i personaggi sono diversi (a parte un cameo dell'unica sopravvissuta del numero uno). Ancora guardabile.
Superiore al pur ottimo primo capitolo. Grazie sopratutto a una robusta dose di ironia che in un prodotto del genere non guasta mai, a scene truculente ben realizzate, con in testa l'indimenticabile scontro in autostrada all'inizio e ad una regia piùcalibrata dell'ottimo Ellis. Ottimo ancora una volta il reparto attori. Assomiglia più ad un cartoon che ad un horror, ma non è certo un limite. Anzi.
MEMORABILE: In autostrada, all'inizio; l'ascensore; dal dentista; la lastra di vetro.
Non il solito polpettone thriller-horror-slasher, questo lo si era già capito con il primo; è stata bella l'idea di non farne un seguito ambiguo ma di proporre nuovi personaggi; quindi con questa buona regia in grado di rendere perfette le scene degli incidenti (in particolare l'incidente iniziale è descritto con ottima tecnica) il film passa velocemente tra buone dosi di splatter e adrenalina confezionata degnamente. Il problema è che quando non c'è la morte in scena il collante è pietoso (penso alla lunga chiacchierata in auto circa il volo...)
Il secondo episodio sfrutta chiaramente l'idea del primo, apportando ben poche modifiche. Stavolta viene dato ancora maggior risalto alle morti fantasiose degli insopportabili protagonisti, che sono perlopiù spettacolari, materiate di effetti speciali eccellenti (seppur la CGI trionfi quasi sempre, rendendo il tutto un po' artificioso). Resta comunque un prodotto veramente godibile, teso, anche molto divertente per chi ha lo stomaco forte. Probabilmente il migliore della trilogia.
MEMORABILE: La lastra di vetro che spiaccica il ragazzino è eccezionale!
Quando il sequel supera l'originale! Dalla bella idea del primo film David Ellis tira fuori un ottimo horror di serie b, che di questo genere mantiene tutti gli elementi vincenti: ritmo, azione e scene truci. Per una volta i personaggi non sono bidimensionali e con pochi tocchi di caratterizzazione si empatizza con loro. Memorabile la scena dell'incidente iniziale diretta con mano ferma e metronomica nell'instillare tensione nello spettatore.
Uno dei rari casi in cui il sequel è migliore dell'originale, Final Destination 2 riesce a ricalibrare il tiro del primo grazie ad attori semisconosciuti ma adatti ai loro ruoli, personaggi per i quali ci preoccupiamo prima che muoiano e delle trovate a volte un po' esagerate ma dal funzionamento apprezzabile. Vedendolo le prime volte si apprezza la parte horror, poi si preferisce l'umorismo nero.
MEMORABILE: L'incidente iniziale, la fuga di Isabella all'ospedale, gli acidi commenti di Kat.
Per la premonizione di un grave incidente stradale alcune persone si salvano, ma la morte perseguita i sopravvissuti. Da antologia la lunga e spettacolare sequenza dell'incidente iniziale; così come sono intriganti le invenzioni delle morti spettacolarmente macabre dei sopravvissuti. Rispetto al primo episodio, gli autori mettono in campo un raffinato gusto splatter e una discreta ironia dark (delizioso l'episodio dal dentista). Certo, non è un'opera imperdibile, e la storia è prevedibile, ma il film è guardabile e pure divertente.
Davvero un esercizio creativo per gli sceneggiatori di questo delirante horror americano dalle tinte splatter. Si sono dati davvero un gran da fare gli effettisti, gli stuntman, gli sceneggiatori e gli elettricisti. Alcune morti sono memorabili e, credo, abbiano richiesto del tempo per essere inventate (la scala nell'occhio, nell'ospedale, il secondo incidente). Davvero ben articolato l'incidente iniziale, crea tensione e suspance. Buona prova registica ed effettistica (mutilamenti, decapitazioni..). Insomma un buon teen-horror.
MEMORABILE: La scala nell'occhio, l'incidente iniziale, Tony Todd (interprete della trilogia di Candyman) che fa una comparsata, il barbecue.
Secondo capitolo che segue pedissequamente il capostipite con risultati decisamente inferiori. Ovvio, poiché venuta meno l’originalità dell’assunto (già sfruttata nella pellicola precedente) quel che ne viene fuori è il solito thriller senza troppe pretese con pochi spaventi e qualche sbadiglio.
Buon sequel che, stranamente, non perde di qualità rispetto al primo film. La struttura rimane pressoché invariata: ci sono dei nuovi superstiti a un incidente che vengono cercati dalla Morte per essere uccisi (bisogna dire che dalla "morte" sarebbe meglio stare lontani perché man mano riesce sempre a portare a termine il suo compito). Non il solito thriller, da consigliare.
La sequenza dell'incidente, ma che dico, l'ecatombe automobilistica della prima parte è semplicemente magistrale dal punto di vista registico, da standing ovation. Ellis firma così il miglior titolo della serie, e non solo per quello. Le morti in successione che nel primo episodio risultavano alla lunga ripetitive, qui impressionano per la fantasia macabra e l'abilità scenica del regista, e rendono la pellicola - nonostante la fragilità della sceneggiatura - estremamente interessante.
Seguendo l'iperbole tracciata da Sam Raimi per il sequel de La Casa, Ellis impone al suo film l'aura del remake imprimendogli però un'ipercinesi grafica da cartoon che, congiunta alle inesorabili e fatali concatenazioni di causa-effetto, dà vita ad una caustica e galvanizzante ironia. Siamo ormai al grado zero del'intrattenimento e alcune sequenze (il car-crash, la lastra di vetro, l'ascensore) sono campioni di montaggio e sadico ingegno. Decisamente gustoso.
Buon seguito di una delle poche saghe sopportabili di teen horror. Il giochino è sempre quello ma funziona ancora, anche perché la morte in persona è un killer molto più inquietante che non un'improbabile Jason o Freddy di turno. Merito soprattutto della regia di Ellis, che riesce a rendere interessanti e imprevedibili le scene di suspense, scombinando la rigida ripetitività del body count (dimostrerà altrettanta abilità anche in future occasioni). Riscattando così l'insipidità del cast (a parte la bella Ali Larter) e la sceneggiatura confusa.
MEMORABILE: L'incidente iniziale; il tizio affettato dai cavi.
Nonostante la scontatezza dello svolgimento, ma solo perché ricalca, con qualche piccola variante, il predecessore, si può apprezzare una buona e spettacolare costruzione dell’impianto splatter, ancora migliore del primo episodio e un bel gioco di coincidenze causa-effetto. Tanto da risultare un film che annulla e sostituisce il precedente. La stringatezza nella durata e il montaggio risultano positivi per il gradimento, come anche la scelta di situazioni comuni, quotidiane ed apparentemente innocue dalle quali si originano gli eventi fatali. ***
Ellis non si smentisce: gran virtuoso e regista tra i più tecnicamente dotati degli ultimi anni, come in Cellular unisce grottesco, inverosomiglianze e delirio adrenalinico che non si ferma un minuto e macchiette assolutamente folli (il vecchio che "annusa" in ascensore). Comincia con un incredibile car crash per poi virare con morti sempre più "weird", schegge splatter da cartoon, fino al finale al barbecue stile Troma. Divertente "horrorcomicoaction", con punte di assoluto cinismo. Ma per quanto godibile, inferiore al primo capitolo.
MEMORABILE: Il truzzissimo Evan nel suo appartamento che prende fuoco; L'ombra dei rami degli alberi come mani scheletriche; Kat e l'airbag; I piccioni; Car crash.
David R. Ellis dona una ventata fresca al progetto Final destination dirigendo con profonda maestria, soprattutto nella scena del mega-incidente. La sceneggiatura si attesta su livelli accettabili, rendendo narrativamente plausibile questo seguito. L'intrattenimento è di qualità: merito di un ritmo mai tentennante e dagli ingegnosi "incidenti" che capitano alle inermi vittime. Decisamente all'altezza del capostipite. ***
Il secondo film della serie di "Final destination" è un piccolo passo in avanti rispetto a tutte le stupidaggini che ci aveva proposto il primo. Il cast ora è adulto e ci sono pochi ragazzini. La regia è migliorata (vedi la sequenza iniziale e anche le morti della mamma e del figlio). È incredibile, ma sono riusciti anche a migliorare la sceneggiatura e a fargli acquisire un minimo di senso. L'unica cosa che vale veramente la visione dell'intero film è però il finale, per così dire... esplosivo!
La legge del sequel viene sorprendentemente violata: questo episodio si mostra molto più coinvolgente del precedente e le teorie non ammorbano lo spettatore. Inoltre le morti sono meno prevedibili e le situazioni per niente banali. Rimane, tuttavia, il problema dei personaggi stereotipati che fanno cose stereotipate e dicono frasi stereotipate (il drogato, la donna di successo, quello che non crede alla storia, ecc.). Considerando le carte che aveva in mano, Ellis ha svolto proprio un bel lavoro, nonostante il film non sia nulla di eccezionale.
Stesso canovaccio del primo capitolo, cambia solo lo spettacolare incidente nell'incipit. Si parte quindi con un gigantesco inferno di ferro e lamiere su una strada trafficatissima, che dà modo alla nuova protagonista di avere una premonizione e salvare un gruppo di persone che da lì verranno perseguitate dalla Morte. La trama è ovviamente poca cosa, tutto il divertimento è sulle spalle delle divertentissime, ingegnose e splatterosissime morti che come in un cartoon sadico andranno ad abbattersi sui malcapitati superstiti.
MEMORABILE: Il "Candyman" Tony Todd nel ruolo del guardiano dell'obitorio.
Seguito diretto del primo, che cerca di portare la trama in altre direzioni senza fare la classica copia carbone. Ci riesce in parte, anche grazie a una dose di umorismo grottesco in più che non guasta e a una maggiore spettacolarità degli incidenti. Peccato che i personaggi non siano all'altezza, tutti stereotipati, così che la più interessante rimane la sopravvissuta del primo episodio. Comunque regia e ritmo ci sono. Buono.
Non ho visto il prequel, ma leggendo in giro mi sembra di poter dire che ciò è ininfluente per esprimere un giudizio; anzi, forse è meglio, non avendo termini di paragone distraenti. L'horror non è il mio genere preferito, ma qui non mi sembra ci sia la gratuità solita dove basta esporre schifezze inguardabili... qui c'è tanta tecnica usata bene e il buon gusto di sapere dove fermarsi. Questo non significa che sia un prodotto soft, tutt'altro, ma è intelligente, con il pregio di riuscire a catturare un pubblico più vasto.
Come era prevedibile ecco il sequel del fortunato film di Wong. Al solito la scena migliore è posta all'inizio ed è costituita dall'impressionante premonizione catastrofica della protagonista. Questo è il vero punto di forza del film e dell'intera serie, perché il resto non è per niente innovativo. Si vede infatti la solita sequela di morti assurde sino a raggiungere il classico finale. Sono migliorati gli effetti speciali che riescono a spettacolarizzare i vari "incidenti". Il film assolve al compito di intrattenere lo spettatore.
Scompare l'effetto novità e come racconto e personaggi risulta inferiore al primo episodio. Bisogna consolarsi con la grande quantità di effetti splatter che a volte sfiorano il patetico (vedi il finale o l'ascensore), a volte sono spettacolari (sull'autostrada), altre grezzi ma divertenti (piccioni o scale antincendio). Insomma, è divertimento di grana grossa e non tiene incollati allo schermo.
E' proprio l'idea di partenza che guardo in modo scettico, quindi è naturale che il film non mi sia piaciuto. Il tutto infatti si riduce a far morire in modo creativo i personaggi presentati per 90 lunghissimi minuti. Al di fuori di qualche morte simpatica (l'incidente ma anche la scena finale) non rimane proprio nulla, perché anche la storia dei protagonisti per salvarsi è solo un pretesto per far andare avanti il film. Commerciale e triviale.
Sequel-copia del precedente capitolo (espressione che calza anche a tutti gli altri seguiti), ma con almeno un paio di piccole variazioni (la donna incinta) e alcuni collegamenti indovinati al primo (il ritorno di Clear). La confezione è ottima, la suspense è adoperata sapientemente e l'incidente stradale all'inizio è brutale come ci si aspetterebbe e persino di più. Simpatici anche i personaggi. Resta la scarsa originalità di fondo (il meccanismo è lo stesso), ma si passa oltre godendosi l'impennata di gore che di certo non dispiace ai fan.
MEMORABILE: L'incidente stradale; L'incidente dell'ascensore; Il cartoonesco smembramento con filo spinato; L'ancor più cartoonesco e tragico finale.
Il cambio di regia si traduce in un aumento del gore ma anche del black humor. Stavolta l'incidente non è aereo ma stradale e questo rende la messa in scena dell'incipit maggiormente ricca di dettagli. Ovviamente il meccanismo è lo stesso del primo film e dunque la ridondanza è dietro l'angolo, ma il compianto Ellis (che girerà anche il quarto film) se la gioca bene dal punto di vista estetico e usa Ali Larter, unica superstite del capostipite, come ponte fra le due storie. Ci si diverte ancora e i 90 minuti scarsi volano.
Classico "secondo episodio" che cerca di riproporre pedissequamente le vicende del primo creando così, più che un sequel, una sorta di reboot. Grande inizio, con la scena dell'incidente che lascia ben sperare. Poi però piano piano la pellicola si spegne e si tuffa nelle solite forzature che servono a far funzionare film così. Qualche scena discreta e nulla più, alla conta finale. Fatto salvo l'episodio della lastra di vetro, lo splatter non è ancora ai livelli che raggiungerà nella quarta pellicola. Passabile.
Come per gli altri della serie l'interesse per il film nasce e si consuma nel primo quarto, in cui la protagonista vede in anticipo, con un flash premonitorio, la propria e altrui morte imminente e quindi fa in modo di interrompere la catena di eventi che l'avrebbe condotta a quel tragico destino. Il resto della storia, la rivincita del fato su tutti i sopravvissuti, riproduce lo sviluppo del primo, come poi avverrà fino all'ultimo. In questo episodio, peraltro, la spettacolare sequenza del disastroso incidente in autostrada è così realistica da generare veri brividi allo spettatore.
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DiscussioneZender • 12/10/11 11:05 Capo scrivano - 48353 interventi
Beh, ricordo il tizio diviso in tre tocchetti da un filo che gli passa attraverso... Forse non è splatter rispetto a re.animator, ma insomma...
Io lo trovo girato molto meglio del primo, di cui salvo giusto l'idea (a livello di regia, effetti e fotografia lo trovai davvero poverello).
Sicuramente l'emoglobina non è convitato di pietra, ma non ho trovato un alto tasso gore(se si pensa che Cabin fever è dello stesso anno), come leggo in giro(addirittura qualche recensore lo paragona alle scorribande blood di Peter Jackson!).
Come regia(Ellis è un "mostro") e inventiva nulla da dire, ma come atmosfera (quasi craveniana) e phatos , le ho preferito il primo, molto più angoscioso e "notturno".
Qui Ellis butta un pò in vacca(l'humor nero demenziale e costante, ma e tipico del regista californiano), ma avercene di sequel così.
Ah, Zender, notiziona! Negli States è già uscito Shark night 3d. Cosa chiedere di più? David R.Ellis alle prese con uno squalone nelle acque della Louisiana, a far a fettine impervi teen agers. Lo aspetto come un appuntamento con Belen Rodriguez!
PS: Belen, se leggi questo post e ritieni che non sia così scrivi pure che ti lascio il numero di cellulare.
Guarda non sei abbastanza tamarro.A lei piacciono i moraccioni, tatuati e con la carnagione scura.
Tu al massimo, nel pieno dell'estate, arrivi al panna...
E' venuto a mancare David R. Ellis! Non ci posso credere,che tristezza.. mi mancheranno le sue riprese. Ha girato uno degli incedenti più riusciti della storia del cinema
DiscussioneZender • 9/01/13 07:47 Capo scrivano - 48353 interventi
Noooo, un gran talento dell'action, colui che aveva dato dignità tutta particolare alla serie! Al genere mancherà davvero!
Un infarto (sembra) ha stroncato la vita ad un dei più adrenalinici e originali registi di action degli ultimi anni. Ci lascia così David R. Ellis, che dopo aver iniziato come stuntman, ha donato al genere vere perle come Cellular (mio cult assoluto) e Final Destination 2 (che presentava il più rocambolesco e impressionante incidente d'auto a catena mai girato), non ultimi Snake on a plane e Shark Night
Ancora duole la scomparsa di Tony Scott, che un altro maestro ci abbandona.
Ci mancherà il tuo cinema adrenalinico. Addio David, e grazie di tutto.