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Siska80: Il bravo Gino Buzzanca torna a fare il malandrino e ancora una volta è uno dei pochi motivi per i quali vale la pena dare un'occhiata a questa squinternata eppur vivace commedia basata su equivoci anche spinti (vedasi la sequenza all'ippodromo), scambi di persone (la trovata migliore della parte conclusiva è vedere lo scatenatissimo Franchi addirittura nei panni di Rodolfo Valentino, con tanto di fan urlanti al seguito!) e utilizzo dell'elemento surreale (le bevande manomesse fanno letteralmente dissolvere nel nulla in un istante i malcapitati che le assaggiano). Mediocre.
Paulaster: Come prendere un western e al posto dei cavalli al galoppo utilizzare le barchette fluviali. Regia che usa uno stile polveroso e che rende i personaggi sporchi, affascinanti e maledetti. Poi ci sono anche i cattivi e un finalone epico. Tra i pregi il ruolo del ragazzino che tiene sulle spalle mezzo film, inquadrature senza sbavature e un che di melò. Disequilibri narrativi, di analisi dei personaggi, di eccessi thriller controbilanciano il risultato.
Bergelmir: Leggerissimo e spensierato film di eventi giovanili: amore, amicizia, delusioni, voglia di crescere. Girato con noncuranza e in fretta, si sperava potesse far cassetta sulle sole spalle del buon Vasco. Non fu così. Rientra in un certo filone di film giovanili tipici degli anni 80, ma questo ha forse meno ragion d'essere di altri. Per chi lo vide ai suoi tempi può restare un bel ricordo, ma adesso ha più che altro interesse documentaristico.
MEMORABILE: Il sound-check con la chitarra che prende fuoco.
Jurgen77: Rara apparizione di Boldi come protagonista in un film comico. Umorismo abbastanza modesto, con attori che non sembrano all'altezza del protagonista. Discrete alcune gag che ripercorrono il copione del comico milanese. Il resto, nulla di trascendentale... Giunonica invece la Grimaldi, che può alza il livello della pellicola mettendo in mostra le sue curve esplosive. Comicità Anni Ottanta...
Matalo!: Grande, malinconicissima, perdente Franca Valeri, la cui amarezza e fatica di vivere danno un taglio diverso ad una simpatica commedia minore di Risi, ricca di gustose battute. La Loren è bonissima e comunque capace. Il coro di attori che circondano le due è in stato di grazia. Immortale Sordi con la 1100, Peppino "obbiettivo vivente", De Sica scrittore arruffone e morto di fame. Solo Vallone resta un po' tronfio ma comunque ambiguo nell'usare la Valeri per beccarsi la cugina. Piccolo film ma oggi non si sa fare neanche questo.
MEMORABILE: "Sono l'obbiettivo vivente"; Sordi al ristorante, quando telefona a mamma e quando balla alla festa dei pittori ("Exibition!").
Pigro: Attivista contro la pena di morte, condannato a morte, racconta la sua storia prima dell'esecuzione. All'inizio sembra un film contro la pena di morte ma non è così; dopo un po' ci rendiamo conto che in realtà è un thriller, ma infine scopriamo di aver assistito a un film su fanatismo e integralismo ideologico. Curioso e spiazzante, con una buona sceneggiatura che centellina dettagli e poi scoppietta nei colpi di scena, il film non riesce però a superare l'effetto del mestiere (decisamente di buon livello) e a emozionare davvero.
Alex75: Film sulla forza dell’amicizia, capace di vincere differenze caratteriali, di status e culturali, con le tensioni razziali del profondo Sud degli States sullo sfondo. Gran parte del pregio del film (dalla sceneggiatura non eccezionale) sta nella prova (da Oscar) di Jessica Tandy, nei panni della burbera e integra protagonista, che trova un valido contraltare in quella – altrettanto autorevole - di Morgan Freeman (da qui in avanti lanciato verso una meritata popolarità), come chauffeur di splendide automobili, illetterato, ma di grande buonsenso. Buoni anche gli attori di contorno.
MEMORABILE: La scatola di salmone; Al cimitero; Il discorso di Martin Luther King; L’affannosa ricerca dei compiti; Il finale.
Caesars: Il film ispira simpatia per varie ragioni (buon interprete principale, ambientazione non scontata), ma poi risulta parzialmente non riuscito. La trama gialla infatti non ha un grande sviluppo, e anche la tematica relativa al Prosecco realizzato in modo "non intensivo", per non sfruttare troppo il terreno, è di rilievo secondario nello sviluppo della trama. Battiston se la cava egregiamente nel ruolo del poliziotto che indaga su un caso di suicidio solo apparentemente banale ed è ben coadiuvato dall'esperto Citran, mentre le presenze femminili sono abbastanza inutili.
B. Legnani: Assai carino. In questo film Ale e Franz riescono sia ad essere diversi dal cliché televisivo, sia, di tanto in tanto, a scambiare qualche duetto che, per analogìa, ricorda qualche momento fra i migliori dei due sul piccolo schermo (penso all'incontro al bar). Venier si conferma regista adatto a portare sul grande schermo i divi milanesi del piccolo. Nel cast si notano faccie simpaticissime, come quelle di Citran, di Zucchi, di Marzocca e di Mathieux.
Maik271: Sequel del fantasy che aprirà un genere molto apprezzato e imitato in Italia con prodotti spesso di pessimo livello. Qui a garantire un buon risultato ci pensa il mitico Schwarzy, impegnato in combattimenti sanguinolenti. La presenza di De Rossi e Rambaldi nel cast tecnico garantisce ottimi effetti speciali che ammiccano a volte all'horror. Alcune trovate sono certamente divertenti (i cazzotti ai cammelli e ai cavalli), simpatico il ladruncolo che fa da spalla. Il finale è quello che di si aspetta da un duro e puro!
Il Gobbo: Corbucci tenta il crossover fra eroe all'americana (Manni) e all'italiana (Damon). Non riesce benissimo, un po' perchè Manni è lesso, un po' perchè a furia di farlo integerrimo il suo personaggio è insopportabile, onde si tiferebbe per i cattivi, purtroppo anch'essi un po' tirati via (impagabile Cianfriglia indiano di Ostia). La delirante canzoncina del film però vale da sola il biglietto ("Non gl'importava dell'amore, a Johnny Oro: il suo unico amore era l'oro..."). Il bambino del film Loddi ha doppiato Timothy Oliphant in Deadwood
Homesick: Séguito di 7 pistole per i McGregor. Si ammira ancora la regia dinamica e professionale del buon Giraldi, ma la nuova sceneggiatura, scritta a cinque mani con Di Leo, Dell’Aquila, Rodriguez e Levi, è uno stupidario del western all’italiana, che rompe e fa degenerare in farsa l’equilibrio tra violenza e ironia su cui si reggeva il film precedente. La bella Agata Flori è di nuovo la coraggiosa e sempre più agguerrita Rosita e le sette donne del titolo si producono in gesta acrobatiche degne dei loro colleghi uomini.
MEMORABILE: L’indiano vorrebbe scalpare il bandito che ha ucciso ma, levatogli il cappello, scopre con rammarico che è calvo…
Ultimo: Una commedia leggera leggera, senza pretesa alcuna e in cui c'è veramente poco da salvare. Enzo Salvi è sempre simpatico e fa quello che può, ma dinanzi a una sceneggiatura così misera non ci si può aspettare molto. La vicenda è piuttosto banale (Salvi si finge prete per sfuggire ad un boss...) e non riserva particolari sorprese. Tra gli altri molto spento Battista, mentre Mattioli riesce sempre a far scappare qualche sorriso.
Saintgifts: Nonostante le sparatorie e tanti morti ammazzati, lo definirei un western per famiglie. Per famiglie perché "morbido": non c'è nessuna tensione, si sa in anticipo quello che succederà con la certezza che tutto andrà per il meglio. Ci sono pellerossa buoni, troppo buoni e pellerossa cattivi ma che non fanno paura. Hondo è sicuro di se, nulla gli può succedere; se non fosse per qualche bicchiere di whisky sarebbe il più morigerato degli uomini. Una visione rilassante con vicende e personaggi reali, ma lontani dalla realtà.
Pessoa: Spaghetti western di Lucidi che, pur senza far gridare al capolavoro, riesce ad essere interessante e agevole da seguire fino alla fine. Merito soprattutto del cast capitanato da un bravo Hilton e che annovera molti volti specializzati nel genere (il fidaniano Betts, Brega, Cameron) capaci di capitalizzare al meglio lo script di Finocchi che alterna con efficacia serio e faceto, come si usava in quegli anni. Di buon livello il montaggio, che garantisce un certo ritmo, e le musiche di Bacalov. Un film simpatico e divertente che merita la visione, soprattutto se vi piace il genere.
MEMORABILE: La trovata della statua per la rapina in banca.
Domila1: Sembra un esperimento non troppo riuscito. Spencer è per la prima volta protagonista assoluto in un film che in certi aspetti prende spunto dalle innovazioni comiche dei Trinità. I duetti tra Spencer e Palance funzionano, un po’ fastidiosa la Saval, mentre è azzeccato l’inserimento di un bambino come spalla di Spencer (formula che verrà più volte utilizzata). Ma a parte la ripetuta gag degli occhiali, il film non diverte troppo per via di un ritmo troppo lento che lo appesantisce. Si poteva fare... meglio.
MEMORABILE: Spencer che trasporta il suo cavallo; La menata che dà a Palance; I due vicesceriffi (Borgese e Verziera) che ne prendono sempre assieme.
Tomastich: I catastrofici di '70 erano quasi sempre ricchi di grandi stelle sul viale del tramonto, quelli degli anni '80 erano granitici ma sovente dotati di cast carente. E quelli dei '90? Quasi un tracollo, a eccezione di poche pellicole. Daylight è una di queste: funziona alla grande nei momenti corali e anche nelle scene più realistiche, mentre il superomismo stalloniano a volte viene troppo virato a macchietta. Rimane un buon prodotto di cassetta anni '90.
Saintgifts: Se si toglie quel po' di patinatura dei western RKO di questo periodo, "Gli avvoltoi" non è niente male. La trama è ricca e, oltre ai cattivoni della banda, ci sono anche due donne innamorate dello stesso uomo e la redenzione di una delle due. C'è la corsa per la conquista di un pezzo di terra in Oklahoma e città che diventano fantasma. La regia non la chiamerei di maniera, ma sicura nel trattare il genere e il film è piacevole fino alla fine. Buone riprese e anche ricercate, gli attori se la cavano dignitosamente. C'è il solito divertente Gabby.
Gabrius79: Alessandro Aronadio azzecca questo piacevole film grazie a una storia che vuole ironizzare sulla religione. Tanto merito va dato a Edoardo Leo in una bella prova intepretativa, bene anche Battiston mentre la Buy è tenuta un po' a briglia corta. Una sceneggiatura con tanti gradevoli spunti che servono più che altro a sorridere e a riflettere senza usare inutili volgarità. Consigliato.
Daniela: L'epilogo della storia di Billy the Kid visto attraverso gli occhi di un ragazzino in fuga che si rivolge a lui per essere aiutato nella ricerca della sorella rapita... Western classico dai ritmi distesi che, pur dignitoso ed anche piuttosto fedele nella ricostruzione degli avvenimenti (a parte i personaggi dei due ragazzi perseguitati dallo zio malvagio), poco aggiunge alla folta filmografia dedicata al personaggio. Discreta la confezione, convincente oltre che somigliante DeHaan come Billy, efficace Hawke nei panni di Garrett. Non indispensabile ma più che vedibile.
Deepred89: Film d'azione (con ampia digressione carceraria centrale) particolarmente ben girato, con una coppia di star decisamente affiatata (azzeccato pure Palance come villain), che soffre però di un soggetto piuttosto debole e scontato, mero pretesto per mettere in scena scontri, sparatorie ed esplosioni. Fortunatamente la sceneggiatura è scritta con arguzia e arricchisce il convenzionale susseguirsi di scene rocambolesche con dialoghi brillanti e spassosi. Scorrevole e divertente ma decisamente poco memorabile.
Deepred89: Discreto film di azione/spionaggio/denuncia. I tentativi di denuncia cadono un po' nel vuoto, dato che pur essendo, almeno negli intenti, antiamericanista, il film ha una narrazione che non si discosta più di tanto da quella degli action più filostatunitensi. Il film comunque intrettiene discretamente, anche grazie a due protagonisti (richard Gere e Richard Shepard) simpatici e carismatici. Colonna sonora appena passabile.
Almicione: La legge del sequel viene sorprendentemente violata: questo episodio si mostra molto più coinvolgente del precedente e le teorie non ammorbano lo spettatore. Inoltre le morti sono meno prevedibili e le situazioni per niente banali. Rimane, tuttavia, il problema dei personaggi stereotipati che fanno cose stereotipate e dicono frasi stereotipate (il drogato, la donna di successo, quello che non crede alla storia, ecc.). Considerando le carte che aveva in mano, Ellis ha svolto proprio un bel lavoro, nonostante il film non sia nulla di eccezionale.
Fulcanelli: Patetica commediola femminista che parte come manifesto di propaganda efficentistica americana per poi virare verso le più alte vette della banalità in sgradevoli sentimentalismi. Sceneggiatura politically correct inconsistente e piena di falle a partire dall'affabile protagonista (DeNiro) che sfoggia per tutto il film casa e vestigia con ammenicoli che risultano essere improbabili per un ex stampatore di elenchi telefonici. Qualche trovata divertente qua e là, il resto è piatto. Detestabile ma non insopportabile... ancora passabile di visione.
Jandileida: Sequel abbastanza anonimo. Stavolta le vere protagoniste del film, cioè le stanze da cui scappare, soffrono di una certa asetticità accompagnata oltretutto da soluzioni abbastanza cervellotiche ma che i nostri scoprono in tre minuti. Completamente trasparenti sono poi i protagonisti, peccato in fondo nemmeno troppo grave ma che si innesta qui sulla povertà generale di uno script copia carbone di mille film del genere. Finale con un twist che si vede arrivare da lontano sei miglia. Sbadiglio sbiadito.
Teddy : Un piccolo film di minimalismo americano, malinconico e avvolgente, che affronta temi importanti (quali redenzione, agorafobia, infanzia) con un linguaggio bisbigliato, quasi narcotico, incantevole. I colori caldi, accaldati, i fuori-fuoco e la voice-over sono soluzioni formali sì, ma sono anche sottolineature impattanti e di poetica bellezza. Commovente lo smarrimento della Winslet.
124c: Triste trasposizione di uno dei più divertenti telefilm inglesi degli anni 60, Agente Speciale. Il cast era buono (da Ralph Fiennes a Uma Thurman e Sean Connery), ma un regista dal nome impronunciabile e una sceneggiatura inadatta condannano questa pellicola al flop. Il cameo di Patrick MacNee, il vero John Steed della tv (nel film interpreta l'uomo invisibile), è ben poca cosa... Lui ed Emma Peel sono indimenticabili icone degli anni 60, ma nel terzo millennio sono pesci fuor d'acqua.
Puppigallo: Un bel mucchio di quasi niente (il Grande Fratello marziale...) con condimento di scontri particolarmente tarantolati, da crisi epilettica. Il contenuto è di una pochezza e banalità quasi imbarazzanti. Reeves, oltre a essere il regista, interpreta anche un personaggio che viene dimenticato già durante la visione. E la stessa sorte capita all’insipido vero protagonista: devoto discepolo di un saggio maestro, che assiste alla sua discesa nell’imbecillità da troppi combattimenti per una giusta causa. Un filmaccio che denota l’assenza di talento registico e la mancanza di vere idee.
MEMORABILE: Il combattimento in cui l’avversario fa le mosse di... [f=5403]Karate Kid[/f] (mah); Il “colpo d’aria” a scoppio ritardato.
Teddy : James Wan passa la staffetta a Michael Chaves che rielabora la tradizionale parata demoniaca - motore e fulcro di tutto il fortunato merchandising - in una sequela di scene madri tra il retorico e il sensazionale. La sceneggiatura scricchiola in più punti, ma l’accurata costruzione scenica e la bravura di tutti gli interpreti riescono a conferire imperturbabilità e tensione. Diabolica Eugenie Bondurant.
Daniela: Dopo aver fatto condannare a morte un assassino seriale, un criminologo si trova nei guai su tutti i fronti: da un parte la polizia sospetta di lui per l'omicidio di una sua amante occasionale, dall'altra un tizio misterioso minaccia di fargli la buccia... Pieno di incongruenze, un thriller effettistico che a forza di accumulare presunti colpi di scena finisce per ammazzare ogni possibile tensione. Pacino ci mette la faccia sgualcita ed affronta con professionalità anche sequenze action imbarazzanti, ma ciò non è sufficiente a rendere meno mediocre un film tanto sconclusionato.
Puppigallo: Quando si hanno possibilità economiche (qui gli effetti squalici non sono male) e vengono gettate ai “pesci” in questo modo, non si può che rimanere contrariati. Trattasi infatti di pressoché inutile pellicola, se appunto si escludono un paio di attacchi accettabili, di un certo effetto, soffocata da dialoghi finto scientifici, o semplicemente tappabuchi e scorritempo. Ha il pregio di non durare tanto e l’enorme difetto di non avere un minimo di originalità, scadendo nel ridicolo ogni volta che ci prova (la formazione squalica, i super poteri mentali, i mordaci mini salterini...)
MEMORABILE: La sigla; "Cento milioni di squali uccisi ogni anno per qualche frivola scodella di zuppa" (purtroppo è vero. Gli tagliano le pinne, condannandoli).
Xamini: Alla terza iterazione di questo nuovo corso, Star Trek cede un po', mostrando le debolezze di questo approccio. Il giocattolo è evidentemente un action puro fatto di azione e di scambi veloci che cercano il sorriso veloce, quello che si dimentica. La tradizionale profondità di Roddenberry pare un ricordo e il comparto scientifico è un'accozzaglia di concetti e idee campate per aria. Sopravvive al mood negativo il comparto dei protagonisti, tutto sommato sempre funzionante, ma villain e relativa motivazione sono deboli.
Herrkinski: Non un bel modo di chiudere la carriera per la Antonelli, qui piuttosto sfiorita (ma i truccatori dormivano?) seppur mantenga un certo carisma; la colpa è però da attribuirsi più che altro al suo mèntore Samperi che confeziona un film para-televisivo, totalmente privo di qualunque carica erotica (nemmeno un nudo) e maggiormente in linea con la commedia da fiction. Ferro gigioneggia ancora, mentre il ragazzino psicolabile dell'insopportabile Ceccarelli impedisce qualunque solidarizzazione e fa rimpiangere Momo. Imparagonabile al prototipo.
Puppigallo: Per chi ha visto l'originale, questo remake perde molto in tensione e costruzione delle situazioni (velo pietoso sul topo nei pantaloni, alla Fantozzi, dei poliziotti e sulla ragazzetta e il suo fidanzatino...). Travolta se la cavicchia, anche se il suo personaggio, sciroccato e pieno di astio, non è certo una gran novità (meglio il glaciale Shaw dell'originale). Washington è professionale, ma nulla più, mentre Turturro fa il compitino (colpa della sceneggiatura). La confezione è comunque accettabile e nel complesso risulta anche vedibile, ma senza alcun guizzo.
MEMORABILE: Washington a Travolta: "Siete terroristi?". Risposta: "Ma ti sembro un terrorista? Per caso ti sto terrorizzando?".
Rickblaine: Debole impresa di Richard Donner nel presentare un action movie ricco di superficialità e banali situazioni senza senso che in nessun modo aiutano il film. Stallone sembra piangere sempre e alla fine, quando si dovrebbe sentire liberato di un peso, si immerge ancor di più nella depressione più totale. Solo Banderas si diverte.
Alex1988: L'operazione sembrava piuttosto interessante: un reporter vuol scoprire cosa c'è dietro la morte del figlio, infiltrandosi tra gli spacciatori per le strade di Milano. Nello stesso tempo deve fare i conti con la propria tormentata vita privata con la moglie incinta. In conclusione, però, ne è uscito un finto (volutamente) documentario piuttosto confuso, per certi aspetti, che difficilmente si riesce ad apprezzare. Si poteva fare di meglio.
Bruce: Thriller che parte bene e poi si complica un po' troppo, perdendo di credibilità. Molto riuscita è la fase iniziale, nella quale viene ben rappresentata la trappola emotiva escogitata dal "Maestro" che prima adula, poi ricatta psicologicamente e quindi minaccia la protagonista, grazie anche all'ottima ambientazione nella casa di campagna dove lei abita col figlio dodicenne. Demi Moore non è troppo espressiva; meglio Alec Baldwin nella sua ambigua parte. Vedibile.
Belfagor: Cercano l'uomo perfetto e si ritrovano in casa il demonio. Sulla carta le premesse sono interessanti e il cast è di tutto rispetto, ma la messa in atto non soddisfa in pieno, soprattutto per colpa di una sceneggiatura fiacca che spreca molte occasioni comiche e fa rallentare il ritmo dopo un buon inizio, mentre gli elementi horror (piuttosto grotteschi) vanno a segno. La confezione è comunque lussuosa e Nicholson si diverte un mondo in un ruolo che non poteva non essere suo.
MEMORABILE: Le accuse lanciate in chiesa da Felicia; I noccioli di ciliegia.
Piero68: Per espressa ammissione di Berg il film doveva essere per i primi 2/3 solo preparatorio all'esplodere dell'action degli ultimi 15-20 minuti. Peccato che né nella fase preparatoria né in quella pure action si registrino picchi interessanti. Vuoi per un cast scarsetto e poco adatto, vuoi per una sceneggiatura piatta, alla fine è solo un insieme di cliché già visti in altri film. La fase di indagini poi è semplicemente stucchevole per la sua vacuità. Si salvano solo le scene iniziali relative all'attentato. Garner imbarazzante, Foxx sopravvalutato.
Pinhead80: Ormai è usuale vedere Robert De Niro cimentarsi nella parte del vecchietto indomito capace di mettere in subbuglio la quiete famigliare. C'è da dire che funziona benissimo e dimostra ancora una volta di essere un grande attore anche quando riveste questi ruoli simpatici. Le schermaglie tra lui e il nipote sono molto divertenti e riempono la totalità del film senza che questo cada mai di ritmo. Ci sono alcuni momenti classici di questo tipo di commedia americana come la partita a dodgeball e la festa di compleanno con tanto di Babbo Natale incluso, che sono sempre esilaranti.
MEMORABILE: Uma Thurman in auto e il poliziotto che si affianca a lei al semaforo.
B. Legnani: Non privo di interesse, ma penalizzato da un ritmo troppo lento, il che è quasi un paradosso, visto che è dedicato a un musicista… Spiccano gli aspetti personali, come le narrazioni dei rapporti, spesso complicati, con i genitori e le relative dichiarazioni, talora un po’ sorprendenti, di Gilmour. Interessanti le narrazioni degli inizi (la cover dei Beatles, eseguita la sera stessa dell’uscita del nuovo disco, ascoltato due volte, con parole e arrangiamenti quanto meno discutibili!). Nella traduzione in italiano, incredibilmente, la città della Croazia resta Pula e non diventa Pola!
MEMORABILE: Da ricordare, ma in negativo. La moglie dice che Gilmour “si esprime con la musica”. Sai che sorpresa…
Gabrius79: Il film parte discretamente e viene subito caratterizzato da venature noir, salvo poi trasformarsi maldestramente nella seconda parte con toni da commedia e un finale buonista. Abatantuono e un sorprendente Folletto come coppia andrebbero anche bene, ma lo sviluppo della storia li svilisce un po'. Il resto del cast, che conterebbe pure bei nomi come Ghini, Milo e Ciufoli è sotto tono. Buona la fotografia.
Luchi78: Vienna 1957: l'inizio evoca l'incubo dell'olocausto con la Rampling che interpreta un personaggio dal quale puoi aspettarti qualsiasi tipo di reazione o iniziativa. Inizia in seguito quel rapporto tra vittima e carnefice che suscitò a suo tempo così tanto clamore ma che non mi ha dato l'impressione di un forte coinvolgimento. Verso il finale il film comincia ad assumere i contorni della "mattonata"...
Lucius: Piccolo film indipendente che incassò molto all'epoca. Ha molte analogie con Ultimo tango a Parigi, ma non si può paragonare ad un capolavoro. Sesso esplicito e passionale tra due sconosciuti, seguito da rabbia apparentemente immotivata. Numerose le scene di nudo. Da segnalare solo le belle musiche orchestrali.
Gold cult: Il film propone turbe adolescenziali, matrigna vogliosa ed esigente, vocazioni (anti) clericali, spaventosa locandiera felliniana, nonno sempre arrapato e padre destinato a esser cervo. Non si vede quasi nulla, Edwige non si spreca, mostra qualcosina. Tiepido erotismo di situazione. Indeciso tra commedia scollacciata e qualche velleità d'autore (?), convince poco in ogni accezione, ma vince il comico. Bella OST, ambientazione caldo-nobile sicula, strappa più che altro qualche risata. Mezzi tecnici limitati.
Mclyntock: Di taglio e confezione televisiva, questo mediocre e convenzionale western di Katzin si segnala agli appassionati per l'ambientazione riuscita, il ritmo svelto e i paesaggi ben filmati. Sentenzioso, ma con qualche buona scena d'azione e una decorosissima fotografia Metrocolor. Cast, purtroppo, in catalessi anche se simpatico.
124c: Commedia al femminile sulle truffe compiute da una madre e una figlia ai danni di maschioni danarosi che la prima sposa e la seconda seduce per far sì che la prima divorzi con una bella buona uscita. I cinquant'anni di Sigourney Weaver sono decisamente ben portati, anche qui la donna è davvero seducente, battendo la comunque bella Jennifer Love Hewitt che s'innamora davvero del personaggio di Jason Lee, il quale non ha la verve di Ray Liotta (sfruttato solo nella prima e nella terza e quarta parte). Hackman gigioneggia e sparisce presto.
Homesick: Quattro episodi. “Sedotto è violentato” si scarica subito dopo il felice spunto iniziale e il tête-à-tête fra Caruso e Salce; “Arriva lo sceicco” gira intorno agli stereotipi del mondo arabo e offre la sensual presenza dell'estemporanea Vera Venturini, mentre “Prete per forza” è una valanga di equivoci e altarini familiari spinta dall’impetuosità di Chiari. La (poca) differenza è fatta da “La visita di controllo”, grazie ai frizzanti duetti tra Salce e la De Santis e il controcanto parallelo di Bandini, quasi una ripetizione di quello di Robutti sull’aereo di Amore mio non farmi male.
MEMORABILE: I film castissimi pubblicizzati da Caruso; il taglio della mano; il rumore dello spray di Salce; le “visite guidate” del maggiordomo della Méril.
Hearty76: Film per la tv ben realizzato. Trattare la Shoah in un'opera visiva specie nella modernità non è affatto facile, si rischia di castrarne lo spessore emotivo o di sovraccaricarla di manierismo scenico. Qui il sapiente e accorto taglio registico sa confezionare qualcosa di non innovativo ma senz'altro efficace. Il risultato è un concitato "riassunto" sia di una vicenda che di un'intera epoca storica. Il non detto, il vedo non vedo, è l'elemento più eloquente dello scenario! Eccellenti tutti gli attori e preziosissima la presenza di Ovadia.
Daniela: Catastrofico piuttosto ben girato nelle scene d'azione, carente invece nel disegno dei vari personaggi intrappolati nel tunnel. Si ispira ai filmoni storici del genere ma senza poter contare su un cast altrettanto stellare. Infatti poggia quasi tutto sulle spalle di Stallone, qui in una versione meno testosteronica del solito (la professionalità e la ragionevolezza sembrano più decisivi dei muscoli, anche se ovviamente anche questi entrano in ballo). Buoni gli effetti nella prima parte, più risaputi quelli nella parte in ammollo.
MEMORABILE: Il momento dell'incidente; Il passaggio attraverso le enormi pale di ventilazione.
Panza: Con la routinaria coproduzione, Simonelli confeziona una simpatica commedia con Franco e Ciccio già rodati nella serie dei "Due mafiosi" vero apripista della loro sterminata carriera. Qui i due sono catapultati in una New York abbastanza sul posticcio: le gag sono abbastanza elementari e vanno a ripescare nel repertorio dell'avanspettacolo (l'equivoco del boccale, i giochi di parole al commissariato, i due che sbarcano vestiti da mafiosi). Il ritmo non è forsennato ma in molti momenti si ride di gusto. Luigi Pavese è il commissario di polizia.
Puppigallo: Sicuramente spiazzante, per quanto poco si prenda sul serio (I soldati del Re al popolo "Esultate, carogne!"; "Uno di voi due deve morire, a piacere vostro"; "Io penso che...". "Sì, adesso voi soldati vi mettete anche a pensare"). Ma proprio questo finisce per essere il vero, unico punto di forza, che permette di seguire la pellicola senza sbuffare; e gli attori sembrano a loro volta divertirsi (biondo Gemma volteggiante e zampettante in primis). P.S. Nota di "merito" per Polifemo, con evidenti problemi neurologici. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Il Re, che si erge a divinità, confonde un suddito "Per Giove...Ehm, per Cadmo!"; Compaiono i titani, ma uno appare di schiena e si deve girare.