Sopravvalutata commedia americana scritta e diretta da John Hughes (che l'anno dopo farà molto meglio dirigendo la coppia John Candy/Steve Martin in UN BIGLIETTO IN DUE). A dire il vero si nota la volontà di uscire dalla routine con qualcosa di meno scontato rispetto alla media del periodo, ed è indubbio che la figura di Ferris Bueller (la cui importanza e centralità è ribadita dal titolo originale FERRIS BUELLER'S DAY OFF) abbia una sua forza: l'espressività e la simpatia di Matthew Broderick contribuiscono a caratterizzare il personaggio con ironia; pur tuttavia il film manca del giusto...Leggi tutto ritmo, è spezzettato da scene superflue quando non addirittura fuori luogo (Broderick che mima "Twist & Shout sul carro della parata, ad esempio), non convince quando fa parlare Ferris in macchina appena possibile e finisce col bruciare spesso le molte buone idee della sceneggiatura. Ferris à un dritto, è amato dai suoi coetanei, marina la scuola con ingegno facendo irritare il preside (Jeffrey Jones) e il film racconta di un giorno in in cui il protagonista si finge malato e, una volta lasciato a casa da solo dai genitori, chiama un amico (Alan Ruck), prende la Ferrari del padre di questi e insieme al giovane gira la città combinandone di tutti i colori. In realtà non succede poi troppo (nonostante Hughes si sforzi di farci credere il contrario) e le gag nella maggior parte dei casi fanno solo sorridere; tanto che nell'unica vera scena divertente (al distretto di polizia) i protagonisti sono la sorella di Ferris (Jennifer Grey) e un bulletto (Charlie Sheen in guest appearance). Finale, per fortuna, in crescendo.
John Hughes è stato il mio regista preferito durante il mio periodo adolescenziale, negli anni '80. Purtroppo questo "Ferrìs Bueller day off" non è mai entrato nelle mie corde, anche se mi sono sforzato di vederlo più di una volta. Il bravo Hughes ha sfornato commedie migliori e, diciamolo pure, il buon Broderick non l'ho mai digerito nemmeno successivamente. Pollice verso.
Scanzonato viaggio in città di tre studenti che bigiano la scuola: ai tipici elementi della commedia anni Ottanta – con gran copia di canzoni di bands del periodo come gli Sputniks e i Big Audio Dynamite – Hughes aggiunge citazioni da musical, gags simpatiche (ma, spesso, troppo esagerate) e continui sguardi in macchina. Broderick è un monello estroso e determinato – invita a credere solo in se stessi condannando tutti i deleteri “-ismi” della Storia – che traina la graziosa Sara e l’allampanato Ruck; Jones è l’implacabile preside.
MEMORABILE: Le telefonate con la voce contraffatta.
Bella teen comedy americana, con una storia divertente ma anche un certo pessimismo di fondo che la eleva di qualche punto rispetto ad altri film similari. Si sente la mano dell'ottimo Hughes, forse più in fase di scrittura che non per la regìa (corretta ma anonima)... Il film fu un bel trampolino di lancio per "Ferris Bueller" Matthew Broderick, anche se Alan Ruck qui gli dà almeno un giro di distacco.
Divertente commedia giovanile che riflette bene l'atmosfera anni '80, diretta da un solido professionista come John Hughes. Il regista azzecca in pieno il tono narrativo corretto e l'atmosfera giusta, confezionando un film che è nello stesso tempo godibile ma non banale (contiene peraltro anche un sottinteso messaggio morale) che piace anche per la simpatia dei suoi interpreti, in primo luogo l'allora lanciatissimo Matthew Broderick.
Ennesima teen-comedy di John Hughes, ma meno convincente delle sue altre pellicole. La storia è un po'troppo demenziale e mancano le canzoni che hanno fatto grandi gli anni 80. Un vero peccato, perché alcune scene sono davvero deliziose e figlie del loro tempo.
Nonostante sia anni luce migliore rispetto ai film di Hughes con l'antipatica Molly Ringwald, questo filmetto non ha poi molto da offrire, tranne che un certo gradevole garbo (meno male). Non si capisce infatti perché Ferris Bueller sia così conosciuto in tutta New York e ritenuto un grande: ha fatto solo 9 giorni di assenza, ha una ragazza fissa normalissima di cui è innamorato e durante le sue scorribande nella Grande Mela non è che combini molto casino. Conosco centinaia di ragazzi molto più "Buelleriani" di lui, ma assai meno "famosi"!
Divertente ed esilarante commedia anni '80. Dedicato specialmente agli adolescenti, è apprezzato anche da un pubblico maturo. I personaggi del film, qualche problema adolescenziale a parte, sono perfetti: non hanno problemi finanziari, non hanno famiglie disagiate... anzi, possiamo definirli quasi viziati. In un certo senso è quasi un punto di originalità, dato che invece molti teen-movie puntano proprio su questo senza dare uno spessore psicologico o morale. Simpatici i messaggi che dà, ma riservati solo ad alcuni giovani "agiati". Godibile.
Teen-comedy che esce dai soliti ripetitivi schemi ambientati nei college americani per proporre una sorta di idolo infallibile impersonato dal bravo Matthew Broderick. La scrittura bilancia bene la storia tra i tre protagonisti giovani, il preside della scuola e i vari genitori e familiari al contorno, creando situazioni al limite del paradosso ma anche divertenti. Compare anche Jennifer Grey ante Dirty Dancing. Simpatico.
Idolatrato sull'altra sponda dell'Atlantico, a me ha provocato la nausea. Sì, la vita è troppo bella e breve per essere sprecata sui banchi di scuola... finché sei un privilegiato borghese e manipolatore. Ferris Bueller, reso ancor più irritante dall'interpretazione di Broderick, è ai limiti della sociopatia, un concentrato del qualunquismo e dell'arroganza reaganiani che continuano a far danni. L'unico personaggio sensato è il preside interpretato da Jones, che viene fatto passare per il cattivo. Insostenibile.
Ferris, ovvero colui a cui tutto va bene e Cameron, ovvero colui a cui tutto va male, con l'aggiunta di Sloane, (eventuale) terzo personaggio passivo a sostegno del primo, tutti uniti contro un superiore goffo: quante commedie sono state strutturate in modo simile? In effetti Ferris può benissimo risultare fastidioso a un pubblico che certi tipi non li tollera, ma in generale, grazie a qualche trovata geniale – come la pianola – il film non si disprezza nonostante talvolta cada nel deprimente (sicuramente tutte le scene con Jones).
Teen movie figlio del suo tempo, è una commedia abbastanza divertente, sebbene altamente inverosimile. Il patinatissimo Broderick dell'epoca guida un cast di comprimari all'altezza e attori al tempo in auge. Gli interventi di metateatro sono molto fastidiosi all'inizio, complice la caratterizzazione alto borghese dei protagonisti, ma si stemperano man mano che la trama si sviluppa, fino all'azzeccata ultima scena. Non male le musiche, rivedibile invece il doppiaggio in italiano, specie del goffo Cameron. Non imperdibile, ma nemmeno evitabile.
Un no grosso come una casa. Sbagliati tutti i tempi comici. Irritante, in l'estrema sintesi, nonostante sia interpretato da attori di per sé anche bravi: indispongono le faccette inutili e irritanti dell'amico del protagonista, la faccia perennemente imbambolata della sua ragazza, le situazioni totalmente non credibili, dilatate a dismisura da una regia e un montaggio pessimi. Terribile.
Con la giovinezza che si fugge tuttavia tanto vale giocarci a guardie e ladri perché è meglio incarnarla a gradi 360 che passare il resto della vita a rimpiangerla. Lucignolo all'ennesima, Ferris Bueller ne sfrutta la velocità di fuga per farci il più acrobatico sci nautico e tanti cari saluti a obblighi doveri imposizioni del dover crescere e del doversi istruire. Hughes ha proposto conte de fees migliori sia prima che dopo; tuttavia, la sua metafisica del vitelloneggiare e apologia del frivolo si assesta sulla quasi raffinatezza e fa lambire traversa malinconia e tenue commozione.
Ferris Bueller è il classico studente che passa la maggior parte del suo tempo a cercare di trovare il modo di bigiare la scuola. Coinvolgerà la fidanzata e il suo miglior amico in un'avventura in città a discapito dello studio. Spassosa commedia giovanilistica che vede come protagonista uno scatenato, irriverente Matthew Broderick e un convincente Jeffrey Jones nei panni dell'indomito preside. Ed è proprio quando il preside è in scena che il film ingrana le marce più alte regalandoci momenti davvero divertenti. Non il miglior film di Hughes ma comunque godibile.
Commedia che somma la comprensibile superficialità adolescenziale a certo edonismo qualunquista degli anni ’80. Una sorta di Joel Goodson pigro che non vuole fare business ma solo dare il cattivo esempio come Lucignolo, spassandosela con quello che c’è già. Un amorale Alfie in erba che sbruffoneggia guardando in camera, ma senza il fascino dandy del britannico Caine. Ripetitiva sequela di furberie di un personalista che non stimola alcuna empatia. Anche l’appena accennata pezza giustificativa morale sembra buttata dentro posticcia tanto per dare una risibile "cause" ai "rebel".
MEMORABILE: Il tema del film in tre battute: “Cos’è che t’interessa?“, “Niente”, “Neanche a me”; Svolgimento: la Ferrari GT250 California presa a calci.
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CuriositàDusso • 14/04/10 12:13 Archivista in seconda - 1923 interventi
Attenzione!il film non è ambientato a New York ma a Chicago
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (mercoledì 20 novembre 1991) di Una pazza giornata di vacanza: