L'Africa non porta fortuna a Piedone. Che sia del Sud (PIEDONE L’AFRICANO) o del Nord (qui) resta il continente destinato a ospitare le avventure più fiacche del commissario napoletano interpretato da Bud Spencer e segna definitivamente la sua fine (PIEDONE D’EGITTO è l'ultimo della serie). Il pregio maggiore del film è l'affiatamento con Enzo Cannavale, che raggiunge qui il top dando origine ai botta e risposta più spumeggianti in assoluto. Anche perché il bravo caratterista napoletano, affiancato dal piccolo zulù Bodo (ereditato da PIEDONE L’AFRICANO...Leggi tutto e integrato definitivamente nel gruppo) ha molto più spazio che in precedenza, diventando ormai una vera e propria spalla. Ovviamente apprezzabili anche i variegati esterni egiziani: dalle Piramidi al mercato, dal deserto al Nilo, Il Cairo si rivela come prevedibile fonte di paesaggi affascinanti (soprattutto nella seconda parte). A non funzionare proprio è invece la storia, confusa e mai interessante: un canovaccio raffazzonato inevitabilmente relegato in secondo piano, che viene voglia di abbandonare fin da subito. Le scazzottate sono sempre meno e (esclusa quella finale, interminabile come da tradizione), inserite più per forza che per necessità - anche vaga - di copione. Parti secondarie per Angelo Infanti (è Hassan, un capo beduino), Robert Loggia (Burns, causa prima della trasferta), Cinzia Monreale (la bella Connie) e Leopoldo Trieste (truccato alla Einstein, è il professore che scopre il coleottero “tropelio”, che staziona laddove nel sottosuolo vi è petrolio). Divertente epilogo a Napoli, con la fognatura scambiata per un giacimento petrolifero. Bud Spencer e il suo accento napoletano ci lasciano con allegria.
Ultimo capitolo della saga di Piedone e diretta filiazione ed ampiamento del film precedente. Soliti fondali esotici e molta più avventura. Bodo bambino zulu parla napoletano! Cannavale sempre più istrionico. Degna conclusione della serie. Quasi dispiace che non vi siano stati più seguiti, tanto era valida la bontà dei film prodotti (seppur scivolati in un ambito quasi esclusivamente infantile). Ma sfido a trovare un trentenne d'oggi a cui non piacciono ancora!
Stanca conclusione della saga piedonesca, con Bodo ormai completamente scugnizzizzato, Cannavale debordante, e Bud Spencer professionale come sempre ma col pilota automatico. Rivisto ora, la storia sembra davvero un mero riempitivo fra le sequenze da depliant turistico animato, forse sarebbe stato meglio - luogo comune per luogo comune - restare (tornare) a Napoli. A posteriori anzi si rimpiange che qualcuno non abbia provato dei crossover folli, alla Piedone&Mario Merola contro la camorra...
Quarto e ultimo capitolo di una saga giunta decisamente al capolinea. Di storia nel caso
in questione è meglio non parlarne. I personaggi di Rizzo e Caputo sono stati sfruttati al massimo e sia Spencer che Cannavale non ne possono davvero più. Steno alla regia si limita a dirigere il traffico svogliatamente (evidentemente anche lui non ne poteva più
di rifare le stesse cose). Neanche la presenza del grande Robert Loggia risolleva la situazione.
Stanca (e inevitabile) conclusione della saga di Piedone, questa in egitto è la meno godibile avventura della serie. Sono state evidentemente esaurite tutte le cartucce possibili e si tenta di ravvivare la storia (probabilmente ad esclusivi fini commerciali) prospettando un'ennesima avventura esotica che però si rivela quanto mai ripetitiva con attori e regista piuttosto svogliati.
Per la quarta ed ultima volta il nostro amico Piedone dovrà risolvere un caso internazionale, stavolta nel torrido Egitto. Per farlo, si porterà dietro il simpatico Cannavale ed il negrettino Bodo, che qui parla in napoletano (buonisticamente patetico!). Il film funziona ancora e a tratti diverte, ma certamente l'aria di déjà vu inizia ad essere palese. Si chiuse così la fortunata saga.
A parte Bodo che parla in napoletano (trovata ridicola), questo Piedone d'Egitto non è per niente male: la storia è intrigante, buona la prova degli attori, stupendi i paesaggi egiziani. Qualche scena fuoriluogo ma nel complesso il film regge e chiude la serie del simpatico Piedone.
Ancora Africa per Piedone, ma questa volta la storia è inverosimile (il Tropelio, scarafaggio mitico che vive dove si annida il petrolio!) e i duetti fra Spencer e Cannavale diventano ripetitivi. Restano le buone musiche dei fidi fratelli De Angelis e le scazzottate, sempre coreografate con il massimo della cura. Simpatico Leopoldo Trieste nel ruolo dello scienziato suonato.
Ideale da vedere in combo col precedente Piedone l'africano; quest'ultimo episodio della serie diretta da Steno ritorna infatti in Africa e riprende anche il personaggio del piccolo Bodo. Sfruttando le belle location egiziane il regista crea un'avventura esotica che ha sempre meno del poliziottesco e sempre più della commedia d'azione, campo che diventerà in seguito la specialità del (bravo) protagonista Bud Spencer. In gran forma anche il compianto Cannavale, recentemente scomparso (ci mancherai!). Qualche momento di stanca, comunque non male.
La saga del commissario Rizzo termina con questa avventura egizia in cui la ripetitività regna sovrana. Un insetto rivelatore del petrolio scoperto da uno scienziato pazzo scatena le solite scazzottate inframmezzate da battute napoletane riservate ad un film per bambini. Di poliziesco c'è ben poco e pure Cannavale fa il minimo sindacale.
Ultima pellicola e secondo viaggio in Africa per Piedone, sempre accompagnato dal brigadiere Caputo (Enzo Cannavale) e dal bambino zulù Bodo (che qui viene doppiato in napoletano). Ormai le avventure del commissario Rizzo, in arte Piedone, hanno preso una piega molto distante dal prototipo del 1974 (qui si va a caccia di petrolio e non di spacciatori di droga), lo dimostra il personaggio eccentrico di Leopoldo Trieste, che sembra uscito da un fumetto di "Topolino". Robert Loggia è, insolitamente, buono, mentre Angelo Infanti fa il beduino. **
MEMORABILE: Leopoldo Trieste: "Grazie a questo scarafaggio ho scoperto il modo per trovare il Tropelio... che significa Petrolio!"
All'ultimo atto della tetralogia "piedonesca" la metamorfosi si può dire compiuta: del poliziesco del 1973 non resta praticamente più nulla, mentre l'elemento comico ha quasi del tutto preso il sopravvento. Poco male, risulta almeno più divertente del terzo capitolo, con un Cannavale ormai degnissima spalla capace di mettere in atto tutti i trucchi del mestiere (e del teatro napoletano) pur di assolvere ai suoi doveri. Con un Bodo del tutto "partenopeizzato", capace di burlarsi di Caputo in ogni circostanza, i sorrisi sono assicurati. **1/2
MEMORABILE: Caputo che chiama Bodo con la ricetrasmittente e riceve una pernacchia come risposta.
Ultima avventura di Bud-Piedone, che ritorna in Africa dopo il capitolo precedente con lo stesso cast di accompagnatori. L'inizio a Napoli è sempre ottimo, così come i continui duetti con Cannavale (qui davvero insuperabili). Ma come in Piedone l'africano anche qui ci sono molti tempi morti, lunghi pedinamenti, forse per colpa di una sceneggiatura a corto di idee. Belle comunque le musiche e spettacolare la scazzottata finale.
"...ma che Piedone d'Egitto", avrebbe detto Totò. Piedone rimane infatti sempre napoletano, come del resto il bravo Cannavale, che qui indossa il look degli investigatori d'antologia americani, con tanto di trench sotto il cocente sole del Cairo. Divertente commedia che conclude le avventure di Piedone e ovviamente (per chi ha visto tutte le versioni precedenti) soffre di una certa ripetitività. Rimane comunque godibile. Bud Spencer oltretutto dimostra come sappia ancora nuotare da campione, facendola in barba ai coccodrilli.
MEMORABILE: Leopoldo Trieste, scienziato svampito ma non troppo.
Maestose le location, simpatico il trio protagonista (anche se il piccolo Bodo è chiaramente doppiato) e alcune gag - sebbene allungate oltre il necessario - vanno ancora a segno. Quello che invece non regge, in questo ultimo capitolo della saga, è la sceneggiatura, un po' raffazzonata e poco credibile. Ciò nonostante capita ancora che si rida (la lotta col nano) anche grazie alla straordinaria fisicità di Bud Spencer e alla parlantina di Cannavale. Ruolo curioso e affatto comico per il bravo "Manuel Fantoni", qui africano di nome e di pelle.
Bel finale della saga di Piedone: rispetto a Piedone l’africano si recupera un po’ di poliziesco (ma non ai livelli dei primi due film) senza rinunciare alle divertenti gag tra Spencer e Cannavale e stavolta ci si mette pure Bodo, rivelandosi uno dei migliori bambini affiancati a Spencer; senza contare che le scazzottate sono di gran lunga migliori. Dal punto di vista dell’ambientazione, la più affascinante dopo quella partenopea del primo film.
MEMORABILE: Scazzottata nel cortile; I duetti tra Bodo e Cannavale.
Squadra che vince non si cambia e così troviamo ancora Cannavale e il piccolo Bodo a fare compagnia in Africa al Bud nazionale. La sceneggiatura affianca una trama poliziesca (debole ma non insulsa) alle solite trovate comiche (non tutte riuscitissime), mentre il protagonista, oltre alle proverbiali scazzottate, si cimenta anche con la scimitarra e nel nuoto, sua antica passione. Il tutto è girato con molta professionalità e la presenza di comprimari di spessore (Infanti, Trieste) garantisce al film un livello più che dignitoso, alla cui (ri)visione è sempre difficile rinunciare.
MEMORABILE: Le location africane; Le scene e i costumi, molto curati.
Ultimo episodio della saga di Piedone e sicuramente il più stanco e fiacco. La pellicola è tenuta in piedi dalla simpatia di Spencer, della sua spalla Cannavale che ci regala qualche sprazzo divertente ma anche dal bambino che adesso ha l’accento napoletanizzato. Stavolta la sceneggiatura ha ben poco da dire e spesso e volentieri la storia raccontata risulta essere confusionaria.
L'ultimo capitolo della tetralogia unisce commedia, humor e azione senza accentuare troppo la parte poliziesca. Questa volta uno dei colpevoli lo scopriamo fin dalle prime scene, i battibecchi tra Caputo e il Bodo partenopeo strappano sorrisi, i pugni del commissario non risparmiano niente e nessuno. Tra i comprimari il simpaticissimo Trieste in abito bianco e cappello batte tutti, mentre il cinico Alberty seppur non presente in molte scene ha l'aria di un perfetto tirapiedi. Poco efficace il doppiaggio del bambino, con una parlata tra il partenopeo e il romanesco.
MEMORABILE: Il prologo e la prima scena; In aereo; Caputo alle prese con la lingua locale; Il nano; La scazzottata nel covo; Tutta la sequenza finale.
Si chiude la quadrilogia di Piedone e il calo cominciato col precedente episodio africano viene confermato. Non perché sia un brutto film, sia chiaro. Quando c'è Bud Spencer c'è sempre qualcosa per cui valga la pena stare seduti davanti allo schermo. Più che altro rispetto agli inizi la saga ha visto il suo lato poliziesco e più drammatico deperire sempre di più in favore di una certa zuccherosità, veicolata soprattutto dal pur bravo bambino Bodo. La storia c'è ma a tratti si fa inutilmente confusionaria. Non male sicuramente, ma è meglio che la saga si sia chiusa qui.
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Nella parte esterna del fumetto "Tiger Man" letto dal maresciallo Caputo ( Cannavale), è presente la copertina di un ulteriore fumetto di Grand Guignol Trattasi di una ristampa datata 1979,di un episodio uscito nel 1970