Lasciate perdere la locandina, il titolo, il trailer... I cerchi nel grano (per stessa ammissione del regista) c’entrano poco o nulla col film, giusto un appiglio alla moda al quale aggrapparsi per mettere in scena un'insolita invasione che ricorda da vicino GLI UCCELLI di Hitchcock e, di conseguenza, LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI di Romero. Infatti M. Night Shyamalan, quello che tutti ricordano per IL SESTO SENSO, ha una vocazione per la suspense orrorifica che gli si riconosce ormai come marchio di fabbrica:...Leggi tutto al cinema ha il potere di inchiodarvi sulla sedia e di farvi sobbalzare di terrore a suo piacimento. Cosa puntualmente verificabile anche qui. In più, rispetto ai due precedenti con Bruce Willis, vi aggiunge una vena umoristica inattesa e per nulla disprezzabile (sarà la produzione Walt Disney?), affidata a un cast sparuto ma d'effetto: Mel Gibson e Joaquin Phoenix sono due contadini perfetti, semplici e simpatici, il fratello del disperso Macaulay Culkin e la bambina hanno le facce giuste. Passando sopra gli ovvi riferimenti agli incontri ravvicinati di Spielberg, alle suggestioni hitchcockiane e alle frequenti autocitazioni (poteva mancare il finale a sorpresa?), SIGNS si scopre essere un thriller mistico insolito, a suo modo originale, quasi unico nel panorama del cinema di genere di stampo dichiaratamente commerciale (al quale indubbiamente appartiene). Con i difetti tipici del suo regista (e sceneggiatore): andamento lento, molte piccole e grandi banalità (il cane, gli oggetti che tintinnano al vento, il libro sugli UFO letto come un saggio attendibile...), qualche dialogo stiracchiato, tanto quaunquismo ma pure uno stile che va affinandosi prova dopo prova e che forse, un giorno, riuscirà a esprimere l'agognato capolavoro. Buono.
Film che ho visto tutto d'un fiato. E' fatto molto bene perchè dall'inizio alla fine trascina con sè un'aria di suspance molto raffinata e sottile, non rozza ed estrema come quella di molti altri film di fantascienza. Però sono rimasto un po' deluso dal finale, sconclusionato e con idee un pò prevedibili. C'è da dire che il tema degli extraterrestri, pur tipico della fantascienza da sempre, qui è trattato in maniera alternativa e particolare: SIGNS è un fanta-thriller.
Anche questo Signs è uno di quei film che stimola all'inizio per poi lasciarti con una domanda finale: beh, tutto qui? Si cerca di dare una risposta al mistero dei segni nel grano, ma si finisce per cadere nella banalità più assoluta. Già verso metà film si comincia a perdere interesse, nonostante il cast annoveri alcuni elementi di spicco.
Terza variazione sul tema a cura dell'ormai solito Shyamalan. Questa volta lo scenario è da classica fantascienza anni 50 e in fin dei conti il regista non fa che installare collaudati generi cinematografici nella sua solita griglia semiotica. Questa volta, oltre all'ennesimo colpo di teatro finale, vi è un prologo che lo anticipa. Shyamalan sta ormai raschiando il fondo del barile e l'unico motivo per cui si vedono i suoi film è per fare a gara a chi indovina per primo il finale.
Passo indietro rispetto alle prove precedenti.Il regista si dice incuriosito: aldilà di tutte le dicerie e spiegazioni... e se fosse tutto vero? La semplicità - banalità? - della storia risiede in questo semplice quesito, oltre che nel gusto del regista di portare avanti la trama in modo chiaro; è un film claustrofobico sulle invasioni aliene che ruota attorno ai "signs" intesi sia come segni di vita aliena (i crop circles), che come segni divini, dei quali padre Gibson ha bisogno per ritrovare la fede persa. Bene il cast. Film ad ogni modo piacevole.
Shyamalan ha un certo talento, ma ciò che alcuni definiscono “lentezza artistica, o riflessiva”, in realtà è lentezza e basta; e come era capitato per altre sue pellicole, anche qui sembra che il film spesso proceda col freno a mano tirato. Tolto questo, c’è indubbiamente del buono. Il regista sa infatti creare una certa tensione, soprattutto quando gli alieni ancora solo si percepiscono (i filmati), o lasciano i famosi segni. Sta poi allo spettatore, alla resa dei conti, decidere se le coincidenze esistono, o no. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: La scena dell'incidente; "Strani copricapi"; Chi c'è dietro la porta sbarrata; "Colpisci forte!".
Quello che c'è di positivo è che questo è un film un po' diverso da quello che attualmente circola sugli schermi (e non è poco al giorno d'oggi). La pellicola però, dopo una partenza che desta qualche interesse a poco a poco si affloscia con un ritmo tremendamente lento fino ad arrivare al finale che lascia insoddisfatti. Peccato perchè le premesse erano migliori. Non più di 2 pallini.
Film piuttosto insulso diretto dal regista Shyamalan che dopo un folgorante esordio (Il sesto senso ma anche Unbreakable) non è riuscito a trovare il vero equilibrio artistico. In questo caso la presenza di segni misteriosi di (supposta) origine aliena è un pretesto per un messaggio politico non tanto velato ma nel contempo ideologicamente confuso (vedere la fine del film) interpretato da un Mel Gibson la cui recitazione appare particolarmente poco ispirata. Inutile.
Il repertorio dello spavento (composto da rumoretti attorno al casolare isolato, il vento -o chissà che altro- che smuove l'erba, il silenzio opprimente di una notte stellata e misteriosa) viene utilizzato da Shyamalan in maniera decisamente scaltra, attenta a rapire l'attenzione dello spettatore grazie alla forma data da interpretazioni convincenti e da una fotografia eccellente. Così facendo ha modo di celare il vuoto di contenuti. Basato (?!) sulle entità extraterrestri, non aggiunge nulla d'interessante sul tema.
Shyamalan cade nel baratro del ridicolo involontario con tutti e due i piedi. Impossibile (almeno per me) non scoppiare a ridere di fronte a scene assurte al rango di cult personali. Il cast è imbalsamato, mummificato in una monoespressione accigliata che dopo 5 minuti diventa motivo di risate. Un applauso ai tecnici della IL&M che hanno realizzato gli effetti speciali bendati e con le mani legate, non era facile. Spero che un pernacchione seppellirà il regista più sopravvalutato del decennio.
MEMORABILE: Ogni volta che penso alla faccia che Gibson e Phoenix mantengono per TUTTO il film mi viene da ridere: sono un uomo seplice.
Al di là dei cerchi nel grano nella locandina, trovata puramente pubblicitaria (vedremo poi) non capisco cosa ci sia da ricordare di questo film. La sceneggiatura non è che ci doni chissà quale gioiello, anzi, la regia pesca a piene mani nel deja vù. Se a tutto questo ci aggiungiamo un Gibson svogliato, che porta a casa il compitino senza trasmettere niente, non resta che attaccarci alla, quantomeno, discreta interpretazione di Phoenix. Io, personalmente, non lo consiglio!
Poco interessante. Mel Gibson poi non sembra neanche troppo interessato a recitare in modo degno e il cast di comprimari non lo supera, anzi... Regia statica, con spaventi abbastanza puerili. Anche il tema non è granché interessante (considero i cerchi nel grano buffonate fatte da giovani stupidelli).
Segni nel grano, ma anche segni da lassù, dove c'è qualcuno che ci protegge. Oppure no, ed è solo la casualità che fa il suo corso? Qui si mescolano arditamente fantascienza e spiritualità, ma il risultato non è il massimo. Qualche scena notevole c'è, Shyamalan è sempre lui, ma è troppo poco. Tirando le somme, a ben vedere forse il principale filo conduttore del film non è la parte fantascientifica bensì, soprattutto per il protagonista (un Mel Gibson fuori parte), quella spirituale e di conflittualità interiore. Un po' sprecato.
Apprezzo Shyamalan, ma questo film, a mio parere, è semplicemente molto brutto. Un'invasione aliena minaccia la terra e un predicatore spietato ritrova se stesso. Recitato malamente (pessimo Mel Gibson), non si trova mai un briciolo di suspense e alcuni momenti sono veramente penosi: involontariamente ridicola la scena della moglie schiacciata; gli alieni picchiati sono tra i più stupidi mai visti al cinema e starebbero più degnamente in Futurama. La minaccia dal grano e lo sbirciare sotto la porta sono scopiazzati. Un film veramente mal riuscito.
Questo film è uno spartiacque, per Shyamalan. Da una parte due ottimi film (Il Sesto Senso, Unbeakable), dall'altra tre fiaschi (The Village, Lady In The Water, E Venne Il Giorno) e in mezzo questo "Signs", che ha in sè il meglio (l'assedio, il finale che riallaccia tutte le tematiche) e il peggio (certe lungaggini, alcune caratterizzazioni flebili) della sua cinematografia. Di buono ci sono alcuni momenti di vera tensione (l'alieno rinchiuso), il bellissimo video amatoriale dell'irruzione degli alieni ad una festicciola di bambini e l'invasione vista dalla Tv.
MEMORABILE: Il primo video amatoriale in cui si vede l'alieno.
Quando punta a creare un'atmosfera di tensione ci riesce bene (Shyamalan ha pur sempre diretto Il sesto senso, non dimentichiamo). Scade però nel ridicolo involontario quando si mette a pontificare sui temi dell'umanità, della fede e del destino senza tirare le somme e lasciando parecchie cose in sospeso. Gibson recita senza troppa verve, è molto più bravo Phoenix. Claustrofobia, tensione, cerchi nel grano ben realizzati: c'era tanto buon materiale ma non è stato sfruttato bene. Riuscito a metà.
MEMORABILE: Il primo video in cui compare l'alieno.
Film più d'atmosfera che di contenuti e quindi Shyamalan ci va a nozze perché gioca sul terreno a lui più congeniale. Tanto di cappello ad alcune scelte visive di regia che testimoniano il talento del Nostro; se poi parliamo della storia, è chiaro che il giudizio tende al ribasso, anche perché la "Weltanschauung" un po' new age sottesa alla storia è rispettabile ma un tantino invadente. Bravissimo il sempre sottovalutato Joaquin Phoenix.
Anomalo film di fantascienza, in cui il regista indiano del Sesto senso decide di affidarsi di più all'aspetto psicologico e sentimentale dei protagonisti piuttosto che all'azione. Così all'inizio c'è un notevole crescendo di tensione, alimentato da tante scene di paura girate nel buio, poi ci si rintana in cantina e si dà voce al dolore del capofamiglia. Ci sono quindi sbalzi di ritmo, ma il film è buono, anche perché Mel Gibson qui è davvero bravissimo. Buono il colpo di scena finale, godibile nell'insieme.
Alcuni segni su coltivazioni agricole generano una pellicola evocativa e tendente ad un lieve livello di inquietudine. I segni marziani non sono poi così evidenti e lasciano pure un senso di incompiutezza. Gibson sembra ispirato e cerca di mostrarsi allibito ma non sembra totalmente convinto. Finale di speranza.
Il nadir dello Shyamalan pensiero, 100 minuti di fuffa e debbenaggine di una noia aerospaziale infinita. Chilometriche distese di campi di grano (c'è qualcuno lì?), alienoni che più convenzionali (e ridicoli) non si può, che manco nella SF degli anni 50, una bambina frignona, un fratello insopportabile e Gibson corrucciato nei suoi pallosissimi problemi esistenziali. La vecchia fattoria foriera di incontri ravvicinati del solito tipo tira allo sbadiglio e allo smadonnamento. Molto più divertente la parodia fatta in Scary movie 3. A un passo dalla boiata.
MEMORABILE: Gli alienoni col capoccione che tentano "l'assalto" alla fattoria tipo i morti viventi romeriani; La moglie di Gibson troncata in due all'albero.
Mah non è che questo Signs mi abbia soddisfatto, anzi mi è parso a tratti fiacco e pretestuoso. Con un'aurea mistica poco consistente e un microcosmo, quello della fattoria, che prometteva bene ma che poteva essere sviluppato meglio. Notevole invece la figura del mostro, appena accennata ma capace di lasciare traccia. Attori in ruolo anche se Gibson tende troppo alla scena madre, bene la piccola Abigail.
Ancora un lavoro mediocre per l'esageratamente sopravvalutato regista indiano. Cerca di sfruttare il mistero che aleggia attorno agli ormai famigerati crop circles, ma ne viene fuori una storia a dir poco infantile nel suo svolgimento. Pessimo lavoro di regia come pessime le recitazioni di Gibson e un po' di tutto il cast. Lo dico da sempre, Gibson non è affatto tagliato per parti drammatiche e sentite, tanto che in alcune scene sparisce persino al cospetto di Phoenix. Finale da burla e risvolti intimistici e mistici completamente fuori luogo.
I "crop circles", i famosi cerchi nel grano, suscitano interesse e tanti interrogativi. Shyamalan sfrutta la scia di curiosità e realizza un film in bilico tra fantascienza e misteriosa realtà, il quale con mezzi ed effetti contenuti produce un costante sottofondo di tensione. Nel suo sviluppo però alterna momenti di infantilismo ad altri complessi, risultando nell'insieme un po' confusionario. ***
Caduta di stile di Shyamalan tra il superlativo Il sesto senso e il sottovalutato The village. La vicenda si snoda tra mistero e scontatezza, facendo prevalere la seconda. Alcune scelte visive soprattutto sulla rappresentazione del tema trattato fanno perdere alla pellicola il fascino che, invece, mostra di poter offrire nella prima parte. Peccato.
Shyamalan è un bravo regista che si è perso per strada o un regista mediocre che ha avuto l'inspiegabile fortuna di azzeccare un paio di film ad inizio carriera? Confesso che non so dare una risposta, e la re-visione di questo Signs ha confermato il dubbio: la scelta di mostrare una invasione aliena attraverso le vicende di una famigliola rurale funziona abbastanza bene nella prima parte, ma extraterrestri e sovrannaturale non dovrebbero essere mescolati così ingenuamente come accade nell'imperdonabile finale. Nel complesso, comunque migliore di certe successive ciofeche di S.
MEMORABILE: Ma gli alieni, prima di decidere l'invasione, non si sono studiati un pochino come è fatto il pianeta Terra? Così, tanto per sapere cosa aspettarsi...
Il sesto senso e Il predestinato sono stati due grandi film di Shyamalan, che qui invece incappa in un clamoroso passo falso. Un film totalmente deludente che racconta in modo flaccido di un'invasione aliena di esseri nemmeno in grado di aprire una porta. Giustamente massacrato da Scary movie 3, che se non altro dà un senso a questo film. Zero in tutto.
Film tranquillo, troppo tranquillo che si caratterizza soprattutto per l'alto uso di rumori, scricchiolii e versi di sottofondo che comunque riescono a creare un po' di tensione. L'azione è praticamente assente se non nei minuti finali e questo forse è uno dei grandi difetti di Signs. La storia non è originalissima e a volte risulta essere piuttosto lenta. Incomprensibile come degli alieni che temono l'acqua tentino di invadere un pianeta che per il suo 70% è composto dalla stessa...
Shyamalan dirige, scrive e coproduce questo film. Il ruolo di regista gli è, in questo caso, senz'altro più congeniale di quello di sceneggiatore. Porta avanti con padronanza il suo stile fatto di ritmi lenti, inquadrature fisse e molti primi piani. Meno riuscita la scrittura. Atmosfera eccessivamente cupa, tema della perdita della fede trattato con superficialità, plot twist stiracchiato per non parlare degli alieni sfigati che si ustionano con l'acqua di rubinetto e si eliminano con la mazza da baseball. Comicità involontaria, cattivo segno.
L'ho visto tutto d'un fiato, salvo poi metterlo alla berlina. A lasciare perplessi è proprio la trama, perché il connubio fra segni sul grano e fantascienza (con lo spauracchio alieno sullo sfondo) assume alla lunga toni fumettistici. A risentirne è soprattutto il cast, i cui nomi di spicco sembrano i primi a non essere convinti della storia. A rendere oltremodo disturbante l'incedere del film è poi l'inserzione di ampie parentesi di riflessione, con stucchevoli scene di infanti. Regia scarsa, con poche idee e confuse. Scarso.
Un film che personalmente mi ha via via stancato per lentezza e pesantezza, per raccontare poi una storia abbastanza scontata retta solo dal mestiere del regista. Segni, percezioni, l'occultamento delle entità aliene, lo stesso momento culminante del film con il nemico che si manifesta "di riflesso" non riescono a destare interesse e lo stesso Gibson rimane estraneo a un reale coinvolgimento emotivo, risultando melodrammaticamente "finto". Questa Guerra dei mondi rinchiusa in qualche ettaro di campagna americana proprio non funziona.
Probabilmente dopo Il sesto senso e Unbreakable le aspettative erano troppo alte, ma anche sforzandosi di non tenerne conto questo film è davvero poca cosa. L'unica cosa che si salva è la prova di Phoenix, che oscura totalmente un mediocre Mel Gibson. Per il resto la storia è priva di qualsiasi mordente, ci sono scene di una lentezza esasperante e il voler a tutti i costi - anche stavolta - scomodare la religione è troppo anche per il più bendisposto degli spettatori. Molto meglio la versione "volutamente" comica in Scary movie 3.
Shyamalan decide di raccontare un'invasione aliena dal punto di vista di un piccolo nucleo familiare, concentrandosi più sui rapporti psicologici dei vari componenti che su effetti speciali e azione. La vita, la morte, la fede sono i temi che vengono sviscerati nella pellicola e non extraterrestri e astronavi. Scelta vincente che unita a una regia perfetta e a un uso magistrale dei tempi e dei meccanismi della tensione fa di "Signs un" film particolare e molto sottovalutato. Bravi Gibson, Phoenix e il piccolo Rory Culkin.
MEMORABILE: L'apparizione dell'alieno alla festa di compleanno.
Forse Shyamalan voleva dirci altre cose con questa storia di invasione aliena, a volte interessante, a volte scopiazzata fino a diventare imbarazzante per le notevoli incongruenze, non plausibili nemmeno nella più fantasiosa delle fantascienze. Forse voleva farci riflettere sulle nostre convinzioni, sulle nostre forze e sulle nostre debolezze di fronte agli eventi della vita. Se così è allora ha scelto una strada un po' troppo larga e piena di cartelli pubblicitari dai temi più disparati e distraenti. Ne soffrono anche le interpretazioni.
Il film che mi ha fatto dubitare una volta per tutte delle effettive capacità di storytelling del "geniale" Shyamalan, che si sta riprendendo solo di recente. Storia decisamente poco plausibile narrata con il solito stile deprimente e recitata dai soliti attori dai visi perennemente afflitti. Capisco il messaggio finale sulla fede (anche questo opinabile), ma un clima così mesto e catatonico oltre a sfiorare il ridicolo è anche pesantissimo da reggere. Come se non bastasse, gli alieni hanno un aspetto banale e limitazioni degne di una parodia.
MEMORABILE: Il finale in cui viene finalmente reso palese il punto debole degli alieni (ed è estremamente risibile).
Regista rinomato, cast d'eccezione, produzione ottima (sembra uscirsene dal decennio precedente a dir poco, e non in senso negativo), sceneggiatura e ambientazione di kinghiana memoria, sono sufficienti a fare un buon film? La risposta purtroppo è no; etereo, inconsistente, soporifero (si muove qualcosa negli ultimi 10'), debole e inefficace, gratuitamente piagnucoloso. L'unica cosa che si salva (a parte le buone interpretazioni) è l'atmosfera. In definitiva un buco dell'acqua, autentico passo falso del regista. Almeno è servito come materiale da parodizzare in Scary movie 3.
La tentazione di definirlo il miglior Shyamalan è forte quanto il dubbio nel considerare tale il più famoso dei film del regista: persino il confronto tra Osment e Culkin è difficile da incasellare. Come da reale dibattito vintage terreno, i crop circles devono significare qualcosa, ed è meglio attenersi alla teoria più suggestiva. Certo è che i dialoghi dei fratelli Hess lasciano col fiato sospeso più delle fugaci apparizioni extraterrestri, Phoenix poi si supera in più di un'occasione. Nota di merito per la poliziotta Jones, Gibson perfetto, OST stupenda.
MEMORABILE: I bicchieri d'acqua di Bo; L'incontro con Reddy; L'apparizione dell'alieno dalla finestra di casa durante la festicciola; I notiziari in TV; Il finale
Di primo acchito sembra un fantascientifico: i “segni” rimandano infatti alle famose linee di Nazca e se dubbi ancora restano sulla loro matrice extraterrestre, ecco che “loro” si palesano. Tutto qui quindi? No, i signs sono da intendere anche (e soprattutto) come quelli colti dal protagonista, un ex uomo di fede disilluso dalla tragica scomparsa della moglie. Considerato in quest’ottica e non solo per il finale, ma anche per alcuni passaggi che mirano a “alleggerire” i riferimenti alieni, il film offre spunti interpretativi che lo allontanano dalla banalità del genere fs.
Giunti ai titoli di coda si fatica a comprendere il contenuto dell’opera, se non addirittura il genere di appartenenza. Il vedo/non vedo di presunte creature aliene lo colloca di diritto nella fantascienza, ma il loro utilizzo e il modo in cui la storia si sviluppa lascia più di qualche perplessità addosso. All’inizio ci si impegna per inquadrare la faccenda, prima che il vuoto cosmico che nasconde dentro prenda il sopravvento e generi un’inevitabile disconnessione. Il fiume di dialoghi che segue resta intrappolato in un limbo di cui soltanto Shayamalan possiede la chiave.
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Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Walt Disney Studios Home Entertainment:
DATI TECNICI
* Formato video 1,85:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Tedesco Tailandese Portoghese
5.1 DTS: Italiano Tedesco
5.1 PCM: Inglese
* Sottotitoli Italiano Inglese Tedesco Tailandese Portoghese Francese Cinese Coreano Malese
* Extra Scene eliminate
Making of
Storyboard: funzioni multi angolo
Primo film sugli alieni di Night
HomevideoXtron • 27/03/12 17:38 Servizio caffè - 2229 interventi