Dal celebre romanzo fanta-comico del defunto Douglas Adams (che lo scrisse nel 1980), un film in grado di mantenere inalterati pregi e difetti del (sopravvalutato) testo originario. Di nuovo infatti ci troviamo di fronte a trovate assolutamente geniali e umoristicamente innovative che si mescolano con fasi di stanca durante le quali la spinta comica viene frenata da lungaggini inutilmente lambiccate. La storia dell’autostoppista spaziale improvvisato Arthur Dent, in fuga dalla Terra distrutta per fare spazio a un'autostrada stellare, è simpatica, bizzarra, ricca di personaggi curiosi (eccezionale la resa del robottone depresso, che sembra la caricatura di un qualsiasi droide di GUERRE STELLARI...Leggi tutto al quale si aggiungano una testa enorme, gambe corte e pancetta). Purtroppo un cast mediocre (quasi tutto inglese, data l'origine del film), una sceneggiatura con qualche buco di troppo (non tutto appare chiaro), una buona dose di battute tanto ingenue da risultare quasi imbarazzanti finiscono col penalizzare l’insieme. La stessa idea della guida (che nel libro veniva descritta argutamente), riportata su schermo con dovizia di animazioni e l'inevitabile voce off necessaria a mantenere almeno in parte lo stile narrativo di Adams, perde molto del suo fascino e diventa un inutile orpello. Effetti speciali baracconeschi e una confusione generalizzata in sede di regia impediscono al film di acquistare la personalità che avrebbe potuto superare i limiti del libro. Adams compare ancora come sceneggiatore e produttore esecutivo.
Il film non è completamente riuscito, anche se ha il pregio di cogliere l'ironia dello scrittore Douglas Adams; e non è poco. Ci sono tantissime idee e la voce fuori campo che spiega la peculiarità della guida con animazioni è azzeccata. Il vero punto debole sembra essere il cast. L'unico in parte è il bicefalo Presidente della Galassia. Geniale il robot depresso, assieme al motore a improbabilità, ai creatori di mondi e al super computer Pensiero Profondo. Un'occhiata la merita, ma con tale materiale si poteva e doveva fare di più.
Per parlare di questo film devo prima spiegare la mia "relazione" col libro da cui è stato tratto. Mi aspettavo molto divertimento dal libro e tale attesa è stata solo parzialmente confermata dalla sua lettura. L'idea di partenza e' sicuramente valida ma lo svolgimento della storia non sempre mi è sembrato all'altezza. Il film rispecchia molto il libro ma purtroppo, come spesso succede, risulta inferiore all'origine letteraria. Quindi una pellicola discreta ma velocemente dimenticabile.
Indubbiamente il film è carino, ma nulla di più. La cosa più divertente è la trasformazione dell'astronave e tutto quello che ne consegue. Le idee non mancano eppure sin dall'inizio c'è qualcosa che fa storcere il naso. Quel qualcosa non sono riuscito ad individuarlo, probabilmente è solo una sensazione: una mancanza di feeling tra me e il film. Una visione se la merita (con il rischio però di dimenticare tutto dopo cinque minuti).
Senza aver letto il libro sono rimasto colpito dal film per la quantità di elementi a dir poco geniali (architetti che costruiscono una copia della terra, il robot con manie depressive, topi che fanno esperimenti sugli uomini, alieni fissati con le norme burocratiche, motori a improbabilità); gli effetti speciali sono bellissimi e le animazioni della guida molto divertenti. I punti deboli: la voce off e certe battute poco riuscite, unite a una confusione totale che rende sbrigative e poco chiare certe scene. Ma nel complesso è molto godibile.
Il film è una commedia che diverte in alcuni momenti ma in cui si è persa per strada la satira e l’ironia pungente del testo originale (nonostante la sceneggiatura dello stesso Adams) e alla fine si ricordano solo gli effetti speciali, le scenografie e le ottime animazioni della guida. A parte Rockwell gli attori principali sono fuori parte (da fucilazione Mos Def) e i ruoli scritti appositamente per il film inconsistenti (che senso ha il personaggio di Malkovich?). Un'occasione sprecata.
Film di una originalità assoluta, spariglia le carte di un intero genere, la fantascienza. Personaggi demenziali, molte battute simpatiche (qualcuna meno) e trovate e piccoli particolari assolutamente esilaranti, se si ha l'occhio di coglierli. Una comicità vicina a quella del trio Abrahams/Zucker/Zucker. Insomma una coloratissima fiaba piena di effettini ed effettoni. Qualche passaggio a vuoto assolutamente perdonabile. Tre meritati pallini.
MEMORABILE: L'autostoppismo galattico tout court. Ed anche la liturgia dello starnuto.
È piuttosto ambizioso tentare di parlare della vita, dell'universo e di tutto quanto in un film, cercando al contempo di essere spiritosamente British e Pythonianamente spiazzanti in ogni inquadratura. Difatti il regista non ci riesce, nonostante effetti speciali azzeccati e funzionali alla storia, che però rientra nel filone della filosofia spicciola con morale ecologista. Pythonianamente, ci sono 30 minuti irresistibili, belle trovate, ma nel complesso il film funziona poco, anche per il cast piuttosto modesto.
MEMORABILE: "Lasciate fare a me, sono inglese, so come si sta in coda".
Trasposizione cinematografica di lunga gestazione, penalizzata da un cast a tratti non brillante. Rockwell e Freeman son più che bravini e Malkovich straordinario (pur se in una particina), invece Mos Def l'ho trovato fuori parte e la Zooey niente di che. Fortunatamente la visione del regista e gli effetti sono ottimi, il ritmo cala solo a momenti e le trovate umoristiche di Adams rimangono inalterate nella loro originalità e forza. Ipercriticato all'uscita, è comunque un film gradevole, probabilmente più adatto per chi non ha letto il libro.
Ho la vaga sensazione che questo film dovesse muovere al riso, ma penso di non essere mai stato così annoiato come vedendo quest'obbrobrio. La cosa più pietosa è l'evidente (e fallita) emulazione dei Monty Python e di Mel Brooks in una chiassosa accozzaglia di banalità insulse. Non solo la storiella del girovagare nello spazio dopo la distruzione della terra: c'è pure la voce fuori campo a infierire con elucubrazioni di infimo umorismo! Non so come sia il libro originario, ma purtroppo ho scoperto il film che ne è venuto fuori: mai più!
Tratto da un serial radiofonico inglese degli anni '70 e poi da un ciclo di libri umoristici, Guida galattica per autostoppisti non è un film completamente riuscito. L'idea di partenza è buona e il genere (quello della commedia demenziale fantascientifica) potenzialmente fruttuoso ma le gag non sono sempre "centrate" (a dirla tutta a volte si ride poco e niente) ed anche il ritmo spesso latita. Buona la prova degli attori. Mediocre.
I libri di Adams erano davvero godibili, non altrettanto si può dire di questo film. Si scende molto di livello soprattutto causa attori di scarso livello (Malkovich fa tappezzeria) ed una realizzazione scadente. Trasporre un umorismo prettamente verbale in gag visive è difficile, ma qui non ci si è sforzati proprio. Effetti speciali abbastanza modesti. Insomma, se il film ha qualche pregio è solo di far riscoprire l'opera di Adams al pubblico: leggendo la sua "trilogia in cinque parti" ci si poteva aspettare di meglio, da una trasposizione.
Commedia fantascientifica davvero particolare, con un'ampia varietà di idee e di trovate e spunti originali, cosi numerosa da avere materiale sufficiente per sequel, serie TV e spin-off. Strambi e originali i personaggi: formidabile quello di John Malkovich ma anche il capitano con doppia testa, il nero fissato con l'asciugamano, il protagonista con accappatoio per tutto il film (!) e il robot depresso. Non si ride a crepapelle ma si trascorre sicuramente un'ora e mezzo con buonumore. Frecciatine pungenti alla società odierna.
MEMORABILE: Il capello pensante che funziona spremendo un arancia; L'arma che fa vedere le cose dal punto di vista di chi spara!
L'impressione è quella di ascoltare una barzelletta non solo tirata troppo per le lunghe ma raccontata pure nel modo sbagliato. Certo, alcune invenzioni visive sono carine, un paio di gags ed alcune animazioni simpatiche, ma per il resto non funziona quasi nulla, a cominciare dal cast male assortito fino alla voce fuori campo che pronuncia battute lesse come se fossero il massimo della spiritosaggine. Insomma, gran noia: forse deriva dal fatto che non avevo letto il libro PRIMA? ma certo non mi è venuta voglia di leggerlo DOPO...
Si approfitta di un romanzo cult per creare un insieme demenziale, ma alla fine resta il nonsense. A parte la distruzione del pianeta, la trama fantascientifica sembra indirizzata a un'ingenuità eccessiva. Indispone Rockwell con una testa, figurarsi con due (e Malkovich non ha nulla di cui vantarsi). Forse vuol essere generazionale, forse vuol essere divertente: resta inguardabile.
Il talento visionario di Jennings, che si confermerà con Sing, all'opera su un folle script ideato per una trasmissione radiofonica. Lontanissima dalla fantascienza, questa commedia fantastica può vantare un cast di tutto rispetto dal quale emerge senza dubbio Sam Rockwell, che dopo qualche anno tornerà sulla "luna" e che qui è nientemeno che imperatore della galassia. Esilarante il robottino depresso, vero eroe della storia, ma simpatico anche il computer perennemente euforico. Si ride spesso e le (quasi) due ore scorrono lietamente.
Simpatica trasposizione cinematografica dell'opera di Douglas Adams, ben diretta da Jennings e buoni effetti speciali che donano vita ai personaggi inventati dallo scrittore. Bravi anche gli attori, in particolar modo Freeman e Rockwell, mentre un po' sottotono è la figura femminile messa in mostra dalla Deschanel. Comunque nel complesso un film leggero, godibile e che ricalca perfettamente lo spirito sagace e intellettuale del capolavoro dal quale è tratto.
Non si può dire che si discosti così tanto dall'opera letteraria di Adams, eppure tutta questa demenzialità confezionata per il grande schermo coinvolge forse solo nei primi minuti, per poi portare allo sbadiglio, piuttosto che alla risata. Forse un film con un'estetica del genere patisce l'età più di altri (ora ha la bellezza di 13 anni) o forse è un genere di ironia che ha fatto il suo corso e che non ha mai saputo travolgermi.
Infelicissima trasposizione cinematografica di un’opera di culto della fantascienza, il primo volume della celebre Guida Galattica per autostoppisti. La storia assomiglia soltanto a quella del libro, è priva di mordente (annoia, a essere precisi), i personaggi sono mal riprodotti, la soluzione per rappresentare le due teste di Zaphod Beeblebrox priva di fantasia, gli attori non adatti al ruolo. Da non consigliarne la visione.
Il sogno del fu Douglas Adams si avvera in maniera postuma con questo film, che raccoglie in maniera striminzita elementi tratti dai primi tre romanzi della sua epopea fantascientifica. L'universo creato dallo scrittore è molto interessante e particolare, riportato su schermo con quel classico umorismo inglese che a lungo andare può sembrare un po stantio. Ottime soluzioni a livello grafico, soprattutto quando si tratta di rappresentare creature di altri mondi. Si ride, non troppo ahimè, ma non è da buttare.
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Ho visto il film e l'ho trovato divertente ma effettivamente il libro mi ispirerebbe di più...
me lo consigli?
DiscussioneZender • 13/04/08 16:05 Capo scrivano - 48839 interventi
Te lo consiglio in quanto classicissimo, nel suo genere. Personalmente ho sempre trovato più interessante, originale e spiritoso Fredric Brown, all'interno della fantascienza tendenzialmente comica, ma devo ammettere che anche questo libro (che ha avuto altri seguiti e un ottimo successo) ha dei momenti e delle trovate esilaranti. Come minimo va conosciuto, per quel che è il mio parere. Poi non aspettarti un capolavoro, ecco.
Zender ebbe a dire: Beh, Palahniuk non ha molto a che vedere con Adams. Se ti aspetti qualcosa di simile non ci provare nemmeno :) quoto Zender, Adams non ha niente a che vedere con Palahniuk, ne per tematiche ne per tipo di scrittura.
i libri della saga degli "autostoppisti" non sono impegnativi, ma sono piacevoli da leggere, grazie all'ottimo humor di Adams di chiara matrice Pythoniana.
Blutarsky ebbe a dire: i libri della saga degli "autostoppisti" non sono impegnativi, ma sono piacevoli da leggere, grazie all'ottimo humor di Adams di chiara matrice Pythoniana.
Questo è un motivo più che valido per provare questo autore ;)