Note: Aka "Come porti i capelli bella bionda... Per vivere meglio, divertitevi con noi". Episodi: "Un incontro molto ravvicinato" (Vitti), "Il teorema gregoriano" (Dorelli), "Non si può spiegare, bisogna vederlo" (Pozzetto).
Titolo quanto mai infelice per uno dei peggiori film a episodi che si ricordi. E dire che alla sceneggiatura hanno lavorato i fratelli Vanzina, Castellano e Pipolo, Cochi e Renato... Apertura con UN INCONTRO MOLTO RAVVICINATO: Monica Vitti (che pure ce la mette tutta!), dopo aver visto al cinema il film di Spielberg si trova a fare i conti con un alieno vero, deciso a violentarla per conoscere i sistemi riproduttivi terrestri. In realtà è una montatura studiata dal marito della donna per guarirla dalla sua “fallofobia”. Lento, noioso, irritante. Si continua con IL TEOREMA GREGORIANO, in cui Johnny...Leggi tutto Dorelli e Catherine Spaak danno vita alla solita storia di corna presunte, con finale altamente prevedibile. Soggetto e sceneggiatura fanno piangere e anche qui l'impegno dei due protagonisti non basta. Tutto il secondo tempo è occupato da NON SI PUO’ SPIEGARE, BISOGNA VEDERLO, l'episodio con Renato Pozzetto che comincia con un prologo “metafilmico” per risolversi nell'ennesima variante sul tema della truffa. Pozzetto, accanito scommettitore alle corse di cavalli nonché proprietario del puledro Lord Byron (tenuto in stalla da un quasi irriconoscibile Francesco Salvi), è costretto a truffare il prossimo per sopravvivere. Sceneggiatura confusa, slegata, a tratti quasi involontariamente surreale, per un Pozzetto che fa solo sorridere ma non convince pienamente (la colpa è però ancora una volta della sceneggiatura). Il regista Flavio Mogherini non fa nulla per risollevare le sorti di un film nato senza alcuna pretesa e regolarmente destinato a scomparire nel dimenticatoio. Inutile.
Pozzetto salva un film incredibile. Le pellicole a episodi sono disuguali, ma di rado si è visto un episodio d'ineguagliabile squallore come il primo, nei cui gorghi è travolta la Vitti. Il secondo è poverello ma, paragonato al primo, pare Oltre il giardino. Il terzo, per chi ama Pozzetto, è impagabile. Renato, nel "tòpos" al tavolo verde, cambia quattro carte (come Sordi a Majorca...), ma scartando poker servito. All'inizio dalla radio e nel finale dall'ippodromo troneggia la splendida voce di Alberto Giubilo.
Tris di fiacchi episodi con poche idee ben confuse. "Un incontro molto ravvicinato" (*): la storia della Vitti che si sblocca sessualmente con un marziano è uno dei punti più bassi della sua carriera; "Il teorema gregoriano" (*!): c'è il Dorelli anni Settanta che tutto conosciamo e pure la Spaak (allora sua moglie, ma coi mesi contati) ma la vicenda è poca cosa; "Non si può spiegare, bisogna vederlo" (**): Pozzetto salva la baracca con una vicenda non originale, ma che gli permette di sciorinare una buona dose di situazioni spassose.
Il primo episodio con la Vitti è solo una sciocchezzuola, anche piuttosto volgare. Il secondo con Dorelli così così, almeno accade qualcosa, ma non è niente di che e di certo non fa ridere. Cambia la musica con Pozzetto, che nel terzo -e più lungo- episodio riesce sicuramente a divertire con i suoi tentativi di truffa; notevoli sia la partita a carte con scambio dei guanti che la Lamborghini venduta a Guido Spadea. Questo episodio mi è parso tutto ambientato a Varese, ma chissà.
Film in 3 episodi. Il primo episodio (con Monica Vitti) è una piccola barzelletta. Il secondo episodio (con Johnny Dorelli e Catherine Spaak) è una sorta de Il magnifico cornuto dei poveri (e dei poco ispirati): si ride qualche volta ma con un certo sforzo. Il terzo episodio (con Pozzetto) risolleva le sorti del film: è la storia di un accanito scommettitore di cavalli e delle truffe che mette in atto per trovare i soldi che gli servono per scommettere: folle e surreale.
Tre episodi non certo brillantissimi, specialmente se paragonati a prodotti del genere usciti nello stesso periodo. Il primo segmento, interpretato da una comunque brava Monica Vitti, è il peggiore; una storiella risaputa che non fa mai ridere. Il secondo episodio è leggermente meglio, salvato solo dall'ineffabile "savoir faire" di Dorelli, che strappa qualche risata quando interpreta il finto amante. L'ultimo episodio, che può contare su un simpatico Pozzetto e su qualche scena riuscita, diverte ma non troppo; è comunque il migliore del lotto.
Commediola ad episodi abbastanza stralunata che strappa il sorriso con difficoltà, anzi presenta il primo episodio tendente alla farneticazione sessuale; il secondo flebile e poco brillante, mentre nel terzo un discreto Pozzetto alza lievemente la media con qualche simpatica gag tra cui menziono il giro in Lamborghini.
Questi film a episodi, non è male alla fine: il primo episodio (con Monica Vitti) è nettamente il peggiore, ma è comunque passabile (bella l'ambientazione nella villa vicentina). Divertente il secondo (con Dorelli e la Spaak), specialmente nella scena della finta telefonata a letto, con la bellissima Spaak che fa finta di niente. Il terzo episodio è tuttavia il migliore, con alcune trovate molto divertenti.
Film ad episodi meramente commerciale. Il primo episodio é un pastrocchio imbarazzante senza senso nonostante Monica Vitti riconfermi di essere un’attrice di razza. Il secondo è un fievole e malinconico racconto che avrebbe la presunzione di farsi teorema morale ma che è invece un’occasione sprecata: Dorelli e la Spaak avrebbero meritato un testo di ben altro spessore e sviluppo. Il terzo episodio, nonostante il ritmo blando, è di ben altro livello, adeguato alle corde surreali ed astratte della comicità di Pozzetto. Occasione complessivamente sprecata.
Film in 3 episodi discontinuo ma in crescendo. Primo episodio con la Vitti decisamente orrendo, secondo episodio con Dorelli e Spaak discreto, terzo con Pozzetto divertente e surreale. Notevoli le truffe del quadro, del guanto giallo e rosso e della vendita della Lamborghini. Insomma, almeno Pozzetto risolleva le sorti di questo film altrimenti dimenticabile (ma d'altronde le commedie di Mogherini lasciano sempre un po' a desiderare).
MEMORABILE: L'inizio del secondo tempo interamente dedicato a Pozzetto con il "film" proiettato nelle scale.
Film composto da tre episodi dove ad un primo inguardabile con la Vitti che sembra quasi in difficoltà a reggere la parte e ad un secondo con un Dorelli più ordinario che mai, fa seguito lo splendido episodio con Pozzetto nei panni di un "mattatore" di provincia in una delle sue più belle caratterizzazioni.
Tre episodi piuttosto mosci: il primo vede la Vitti ingabbiata in una stupida storiella di sesso e alieni, nel secondo Dorelli mette alla prova le virtù di sua moglie, nel terzo troviamo Pozzetto scommettitore e truffatore: trame banalotte e sceneggiature sciatte non fanno raggiungere la sufficienza a nessun episodio. E non aiuta nemmeno la regia di Mogherini, come sempre lento e privo di ritmo ma che almeno la smette di fare il Fellini dei poveri: colonna sonora al risparmio, con musiche riprese da Culastrisce nobile veneziano.
MEMORABILE: L'inizio dell'episodio di Pozzetto, proiettato sulle scale e che inizia in ritardo perché "il protagonista non si è ancora svegliato", dice la Vukotic...
Discreto film a episodi. Il primo è nettamente il peggiore, pessimo, sebbene ci sia una Monica Vitti sempre molto brava. Le cose vanno meglio nel secondo, con Dorelli e una bellissima Catherine Spaak, un episodio piuttosto gradevole e con qualche buona trovata. Ma il segmento migliore e decisamente buono è quello con Renato Pozzetto, grazie alla trama migliore, alla verve surreale del comico milanese e per via di gag ottime come quella del quadro e soprattutto della vendita della Lamborghini (la più riuscita). Non male.
MEMORABILE: L'inizio del secondo episodio con il "film" di Pozzetto proiettato sulle scale perché questi non si era ancora svegliato....
Film a episodi decisamente scarso e poco divertente se si esclude il terzo capitolo con Pozzetto. Oltre a non godere di storie particolarmente avvincenti, è di una lentezza incredibile. Capisco che i ritmi all'epoca fossero diversi, ma così è troppo! Gli attori comunque sono tutti bravi, con Pozzetto una spanna sopra per merito del racconto più azzeccato e surreale.
Deve essere stata una faticata trovare un titolo così brutto, presuntuoso (con quel suo "per vivere meglio") e alla fine anche controproducente. Il film comunque non è male. I tre episodi hanno in comune un certo surrealismo che ha il suo culmine nell'episodio di Pozzetto (finale a parte), specialista del genere. Dorelli è perfetto come marito credulone e in cerca di guai, che finisce per trovare e la Spaak si esibisce in una mise che esalta la sua giovane bellezza. Alla Vitti spetta l'episodio più "difficile" ma che supera con abilità.
Visto il risultato del film, il titolo è decisamente fuorviante. Infatti assistiamo a tre episodi dove si salva per il rotto della cuffia quello con Renato Pozzetto che almeno qualche risata la fa fare. Gli altri due sono veramente insipidi e da dimenticare e spiace che in questi due grossi pasticci siano stati coinvolti due validi attori come Monica Vitti e Johnny Dorelli.
Diversi episodi di riuscita diversa, molto diversa. C'è però anche l'emozione di rivedere un film visto da piccolo al cinema con i miei, e questo inciderà un po' nel giudizio. Il primo episodio rimane pienamente insufficiente: non diverte, anzi annoia per la sua inconcludenza (*!). Il secondo si salva per il grande Dorelli, assicuratore sospettoso che ce la mette proprio tutta per farsi del male (**!). Il terzo è molto buono: grandissimo Pozzetto e una storia adatta a tutti, quasi una fiaba dove il nostro (anti?)eroe ne combina davvero di tutti i colori (***!).
Imperdonabile il primo episodio, di rara scempiaggine; idem per il secondo, pur soccorso dalla signorile presenza di Dorelli. Accettabile, invece, il terzo e conclusivo grazie alla stralunata e impacciata rotondità di Pozzetto, qui non ancora divenuto l'insopportabile maniera di se stesso. Sprecato il ricco cast femminile: nella memoria resta solo la timida e occulta bellezza di Milena Vukotic.
Una donna alle prese con un incontro ravvicinato di quarto tipo, una coppia in crisi causa gelosia, un pirla oberato di debiti che campa di truffe... Sono i personaggi degli episodi che compongono questa antologia il cui titolo, da annoverare tra i peggiori del genere, si presta ad una facile parafrasi: "Per vivere meglio, non vedete questo film". La squadra di sceneggiatori partorisce infatti tre storielle fiacche e banali a cui la regia di Mogherini non apporta alcun valore aggiunto, né possono farlo gli interpreti, lasciati a se stessi con esiti talvolta imbarazzanti.
Film a episodi di rara sciatteria in cui nessun segmento si segnala per particolari meriti. Il peggiore è senz'altro quello della Vitti, che si regge su un'idea blanda e diventa subito noioso e ripetitivo anche a causa della stessa interprete, meno vivace che in altre occasioni. Dorelli e la Spaak inscenano una classica pochade sulla gelosia, con poco nerbo in sceneggiatura ma almeno loro due in palla. Leggermente migliore Pozzetto, il più compiuto, con alcune battute riuscite ma un ritmo di regia (un poco ispirato Mogherini) che annacqua il tutto. Evitabile.
Una Vitti a tu per tu col sextraterrestre roegale con sci-fi recintata in spazi tra il liberty e il gotico; un Dorelli pre Karen Arthur si lascia mettere le corna dalla consorte con se stesso, un Pozzetto lunare quasi fellinian-collodiano funge da rimorchiatore per l'intero carico. Più che alla comicità (che non sembra alzare la mano durante l'appello) a Mogherini sembrano interessare le atmosfere in cui calare personaggi monocromi, scapricciando con toni e generi eterogenei, arrivando all'intromissione di ben strani echi climatici, con punte di crudezza inusitate per il genere.
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CuriositàZender • 13/11/07 20:54 Capo scrivano - 48363 interventi
L'episodio di Pozzetto avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni degli autori della sceneggiatura (i Vanzina e Pozzetto), il copione di quello che sarebbe invece diventato Luna di miele in tre. Leggete (qualora ne abbiate voglia, ben s'intende) nell' intervista a Enrico Vanzina cosa mi ha raccontato proprio stasera.
La radiocronaca di Alberto Giubilo che Pozzetto ascolta all'inizio del suo episodio è quella dell'edizione 1975 delle King George VI and Queen Elizabeth Diamond Stakes, vinta da Grundy (montato da Pat Eddery) su Bustino. Qui la corsa.