Simbad e il califfo di Bagdad - Film (1973)

Ultimo film di Francisci (soggetto, sceneggiatura, montaggio, regìa). È la testimonianza che nei primi Anni Settanta, più che andare a vedere uno specifico film, si andava al cinema sotto casa, per vedere quello che c'era. È, infatti, difficilmente pensabile che ci fosse un pubblico voglioso di vedere un avventuroso come questo, recitato in modo inverosimile (Dominici, paragonato agli altri, pare Orson Welles). I crediti più importanti, tolti il lui e la lei, sono quelli di Bonos e di Valeriano, il che fa già capire la buffoneria dell'insieme. Si salvicchia solo (qua e là) la messa in scena.

Ennesima peripezia di Simbad, il marinaio tutto muscoli con la faccia d'angelo. L'ultima opera di Francisci, regista che ha orientato gran parte della sua carriera al cosiddetto genere peplum, ritenta la carta del personaggio alla Maciste in una formula Anni '70 forse più pensata per i ragazzi che per gli adulti. L'esito appare decisamente fuori tempo massimo; ci si stupisce come ancora nel 1973 si potesse concepire un'opera così datata. Il ritmo talvolta c'è e le belle scenografie (seppur stereotipate) anche, ma nel complesso è un'opera dozzinale.

Il film è del 1973 ma con qualche timida seminudità femminile in meno avrebbe potuto essere stato tranquillamente girato vent'annì prima. Datatissimo nella vicenda e nella messa in scena, chiude mestamente la carriera di Francisci, tornato dietro la macchina da presa dopo quasi dieci anni di inattività, probabilmente convinto che un lavoro del genere potesse trovare ancora un suo pubblico. Interpretato da due illustri sconosciuti nei ruoli principali e da più noti caratteristi in quelli secondari, non sfrutta neanche adeguatamente le suggestive location egiziane dove è ambientato.