Hammer house of horrorThriller complottistico hammeriano/sangsteriano fuori tempo massimo in cui, curiosamente, sono totalmente banditi sesso e violenza, dove Sangster riprende le intelaiature e le cospirazioni della
Casa del terrore e di
Crescendo...con terrore, mancando la genialità del primo e l'atmosfera morbosa del secondo.
Gli anni 70, per casa Hammer, sono l'ideale per mostrare nudi e sangue, visto anche il periodo d'oro del thriller nostrano, ma Sangster sceglie di concentrarsi di più sull'atmosfera (la nebbia, la brughiera inglese, la scuola vuota con gli schiamazzi degli studenti e le lezioni del professore che assumono un bizzarro e inquietante contesto spettrale) e sul disagio mentale della Geeson, vittima di un'oscuro figuro in guanti neri argentiani e braccio artificiale che la perseguita e l'aggredisce tappandole la bocca.
La risoluzione finale (al contrario della
Casa del terrore) è piuttosto prevedibile a dire il vero, ma quello che conta, in questo raffinato e elegante thriller hammeriano che sembra riportare ai fasti degli "psycho thriller" d'atmosfera marchio di fabbrica della casa di produzione inglese, vive di suggestioni e di un ritmo dilatato (a volte forse troppo), dove il valore aggiunto sta in una Joan Collins perfida e crudele (che spara freddamente ad un coniglietto nel bosco o crea inquietanti sculture), in un Peter Cushing che assume i tetri tratti di una sottospecie di dottor Phibes con braccio "meccanico" alla
Lionel Atwill, a una spaventata Judy Geeson che arriva allo stato di trance (un pò come l'Anna degli
Artigli dello squartatore), a una impiccagione finale piuttosto brutale, che pare anticipare qualcosa di
Fulci (il film si apre e chiude in maniera "circolare") e con almeno un bel pezzo di cinema ansiogeno con battute "slasheristiche" abilmente condotte da Sangster (la Geeson che, armata di fucile, fugge per i locali della scuola vuota, inseguita dall'oscura figura di Cushing, per barricarsi , infine, nella stanza/dormitorio) che non deve essere sfuggita al John Carpenter di
Halloween (vedere come Cushing sfonda la porta per mettere la mano guantata sulla maniglia).
Indissolubilmente inglese, con un intro che può ricordare
Cane di paglia (il professore con la sua giovane moglie che va a vivere in un luogo sperduto della campagna inglese ben poco ospitale), ma che poi prende mire da classico cinema della tensione, in uno degli ultimi film di "suspence" prima del declino hammeriano, gestito perfettamente, se non con qualche sbavatura, da uno dei suoi nomi di punta, quel Jimmy Sangster a cui si deve gran parte della "rivoluzione" dei mostri della Universal.
Valore aggiunto per le location nebbiose e autunnali.