Blonde - Film (2022)

Blonde
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Blonde
Anno: 2022
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal romanzo di di Joyce Carol Oates.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Biopic sui generis fin dalla scelta di portare in scena un romanzo controverso come quello di Joyce Carol Oates, che certo non restituisce di Marilyn l'immagine che il mondo ha conosciuto. La trasposizione per lo schermo è diretta da Andrew Dominik, deciso a lasciare impronta tangibile del proprio stile. La scelta chiave naturalmente è quella di Ana De Armas: l'attrice cubana non si avvicina fisicamente alla Monroe ma riesce a riprodurne l'espressività e rimedia alla scarsa somiglianza grazie all'eccellente lavoro di make-up e alla riconoscibilità del look biondo platino di Marilyn. Presente praticamente in ogni scena, diventa il fulcro attorno al quale prevedibilmente...Leggi tutto ruota l'intero film ma anche l'ottica privilegiata attraverso la quale leggiamo di frequente le distorsioni derivate da un carattere instabile, fragilissimo, vittima di abusi, di frequentazioni equivoche, di rapporti difficili (fin dalla prima gioventù trascorsa con i figli di Charlie Chaplin e Edward Robinson).

Dotata di un'esplosività fisica che la impone presto come figura centrale nei film a cui partecipa, Marilyn viene qui dipinta come donna fin troppo passiva, con Dominik che indulge esageratamente nella dimensione onirica attraverso la quale trasfigura la realtà abbondando in ralenti, cambi di formato, di colore, disorientando non poco e lasciando più volte l'impressione che si perda di vista il personaggio in favore di una messa in scena fiammeggiante a lungo andare sfibrante (anche perché quasi tre ore di durata non sono poca cosa). Già nel prologo ambientato nel 1933, con la Monroe bambina (quando ancora il suo nome era Norma Jeane), si intuisce con chiarezza il tipo di film a cui andremo incontro, con ampi sprazzi visionari (qui l'eterno muoversi nel fuoco durante un incendio a Hollywood), flash di violenza improvvisa, pianti...

Dal trasferimento in orfanotrofio si salta poi a piè pari l'adolescenza per arrivare agli anni dei primi film: benché in molti possano ritenere che l'importante esordio sia avvenuto con LA TUA BOCCA BRUCIA, l'attrice aveva invece alle spalle già oltre quindici pellicole, comprendenti titoli fondamentali come GIUNGLA D'ASFALTO o EVA CONTRO EVA. Il focus è comunque poco sul cinema (richiamato da momenti iconici come il vestito bianco che si alza in QUANDO LA MOGLIE E' IN VACANZA o da alcuni brani da lei cantati e rimasti nella storia) e molto più sulla vita privata, con la De Armas che non ha pudore nel mostrare il corpo nudo o di lasciar affondare il colpo nei frangenti più "hot" (il sesso orale con Kennedy). I due mariti diventano così le ancore alle quali agganciarsi per dare una forma più normalizzata al racconto. Dapprima il turbolento matrimonio con l'ex campione di baseball Joe Di Maggio (Cannavale), in seguito quello più felice con il drammaturgo Arthur Miller (Brody).

Dominik ha però intanto già dimostrato di debordare con scelte piuttosto discutibili (i persistenti primi piani dei feti durante le gravidanze) e una ridondanza visiva fortunatamente assecondata dalla bella colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis, che se non altro restituisce dignità a un piano surreale ingombrante, stordente, che crea un ponte instabile e narrativamente pesante con cui legare momenti al contrario indubbiamente riusciti. Ma questa Marilyn finisce col confondersi troppo tra le maglie fitte intrecciate dal regista: una presenza debole, mai capace di lasciar trasparire un minimo di carattere, fragile foglia in balia del vento. Giusto volersi staccare dagli schemi preordinati del biopic, ma un po' di organizzazione in più avrebbe permesso di comprendere meglio la personalità di Marilyn evitando di affogarla in un mare di espedienti visivi che la nascondono.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/09/22 DAL BENEMERITO IRA72 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/12/22
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Rebis 19/01/23 13:27 - 2331 commenti

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Ennesima manipolazione operata sul mito, questa volta attraverso il tritacarne neofemmimista interessato a cancellare ambizione e determinazione del personaggio per innalzare, all'orizzonte della vittima designata, maschi predatori abnormi. Pura pornografia del dolore, da cestinare come biopic, ma riscattato da una tessitura visuale e sonora ipnotizzante capace di smarrirci in un dedalo allucinatorio e frugare senza reticenza nella morbosità del pubblico. Dominik conferma qualità e limiti dell'esordio. Abbacinante Ana De Armas.

Enzus79 4/10/22 22:01 - 2864 commenti

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Fantastico. Tratto dal romanzo semi-biografico di Joyce C. Oates. Che Dominik fosse un ottimo regista già lo si era capito dai suoi lavori precedenti, ma "Blonde" lo si può reputare la sua pietra miliare. Lynchiano e debitore in un certo senso anche verso Malick, il film racconta la vita tormentata della Monroe (Jane) in modo allucinatorio e poetico. Psichedelico. Superlativa la De Armas. Regia e fotografia da applausi. Tendenza al capolavoro.

Daniela 29/09/22 17:52 - 12606 commenti

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Bimba vittima di una madre pazza, attrice alle prime armi costretta a sottostare alle voglie del produttore, diva desiderata da tutti e amata da nessuno, aspirante madre frustrata, moglie di uomini celebri che non la considerano una compagna ma un trofeo: una lunga lista di abusi a cui vien da aggiungere anche quello operato dallo stesso regista che, se ha il merito di non dirigere un biopic convenzionale, calca troppo la mano su aspetti ricattatori (il feto parlante) o scioccanti (l'aborto vissuto come uno stupro, la fellatio). Brava de Armas ma film più effettistico che convincente.

Ira72 28/09/22 14:36 - 1305 commenti

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Film romanzato sulla bionda per eccellenza (titolo non casuale) in cui si alternano l'iconica Marilyn e la spaurita Norma Jean. Ne esce un ritratto drammatico, inquietante, spiazzante. Abilmente girato, grazie anche all'alternanza del colore con il bianco e nero a rendere particolarmente incisive diverse scene oniriche, certamente non è una pellicola che lascia indifferenti. Il regista azzarda, non ha paura di sporcarsi le mani e le varie figure maschili che circondarono l'attrice ne escono ammaccate (per usare un eufemismo) mentre la diva, purtroppo, pagherà il prezzo più alto.
MEMORABILE: La scena nella camera del Presidente americano.

Il ferrini 30/09/22 23:02 - 2337 commenti

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Lungi dall'essere un classico biopic, più che raccontare una storia racconta una persona. E lo fa in modo disordinato, allucinato, spesso confusionario, esattamente come lo era la protagonista. Il continuo cambio di lenti, il bianco e nero alternato al colore, restituisce proprio questo continuo mal di mare che doveva albergare nella sua mente. La crudezza di alcune scene (soprattutto a sfondo sessuale) s'imprime nella menoria. Magari non un film perfetto, però sicuramente un'opera molto personale degna di essere esperita.

Areknames 30/09/22 09:28 - 45 commenti

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Partendo dal romanzo della Oates, quindi da una visione personale senza pretese di realismo (ben venga!), "Blonde" è un viaggio senza speranza nei traumi d'una giovane donna con la creazione del suo doppio. Non si lesina in sesso e brutture, ma non si riesce a dare un ritratto un minimo umano della protagonista, in quanto il film è troppo impegnato a mettere in fila situazioni una più sgradevole dell'altra (sgradevolezza poi anestetizzata dalla confezione arthouse). Un mondo in cui tutti i maschi creano egoisticamente dolore è una raffigurazione così parziale da risultare fastidiosa.

Zaratozom 1/10/22 16:51 - 63 commenti

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Si salva solo la bellissima e bravissima de Armas. Tre lunghissime, estenuanti e inutili ore si passano ad assistere a quella che forse nell'intenzione del regista doveva essere la ricostruzione di un dramma annunciato fin dalla nascita della sfortunata Norma Jean. I soldi della produzione si vedono tutti ma vengono gettati al vento. Il finale, poi, è banale e irritante, per quanto voglia sembrare consolatorio.
MEMORABILE: La scena con JFK e l'inizio del film con Marylin bambina: in venti minuti si è già visto e capito tutto il film.

Thedude94 3/10/22 00:22 - 1084 commenti

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Sarà pure un film ai limiti del surreale, non avrà certamente le caratteristiche di un biopic classico, ma di sicuro è un'opera che colpisce in tutti i sensi e tutti i sensi. Dominik cerca di entrare nella psiche di Norma Jaene mostrandone gli incubi, le incertezze e l'enorme consapevolezza della propria bellezza, dirigendo alla grande una strepitosa De Armas, qui forse nella miglior performance della carriera. Regia di alto livello, fotografia cangiante e straniante per un film che sarà divisivo e detestabile, ma coraggioso e senza limiti.

Capannelle 8/10/22 08:56 - 4394 commenti

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A seconda dei gusti Dominik può essere visto come un genio o un esibizionista alla regia incurante dei diritti dello spettatore. Quello che pare invece indiscutibile è la grande prova della de Armas, capace di attraversare sia i momenti drammatici che quelli a rischio ridicolo (sogni e atti sessuali) con classe e bravura. Riusciti alcuni accenti dissacratori (JFK), angoscianti (le bocche della folla, gli scoppi d'ira) e la composizione dell'immagine, ma quello che indispone sono la durata monstre e il continuo insistere sull'abuso di Marylin e sull'incubo interiore che la devasta.

Lou 20/10/22 17:34 - 1119 commenti

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Dominik si ispira al romanzo della Oates per descrivere la vita di Marilyn come un vero e proprio incubo. E per rendere meglio l'idea (e distruggere il mito) ricorre a un uso spinto e ricercato delle immagini e a una reiterata crudeltà di rappresentazione degli abusi subiti fin da quando era bambina, con esagerazioni disturbanti. La povera Ana de Armas ce la mette tutta con grande sacrificio, vera eroina di un copione spietato. Pretenzioso ed eccessivo.

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Didda23 4/11/22 14:22 - 2424 commenti

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Film biografico dall'atmosfera "malsana" unica, valorizzato dalla strepitosa regia del redivivo Dominik che gioca meravigliosamente con le inquadrature, supportato da una fotografia regale che alterna squisitamente il colore e il bianco e nero. Narrativamente è un film che può dividere, vuoi per alcune parti non proprio aderenti alla realtà, vuoi per un tono altamente provocatorio in talune scelte. Nel mentre ci si esalta per il ritmo che non fa sentire il peso della lunghezza non indifferente della pellicola. La de Armas è eccezionale, soprattutto nei momenti drammatici. Gran film.
MEMORABILE: Il rapporto difficile con la madre; La visita dal produttore; La "squallida" scena con Kennedy.

Giùan 2/04/23 10:24 - 4528 commenti

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Ci si chiede, guardandolo, come sia possibile un film sul mito(logico), considerando che nulla s'avvicina più nella contemporaneità all'etimologia del mito (leggenda, racconto, favola) di Marilyn. Dominik ci prova con abnegazione disturbante (ciò che sta dietro la macchina della celluloide ne esce con sacrosanto disprezzo, a pezzi) ma mai abbastanza disturbata da restituircene un'immagine che non sia lo "specchio" (la scena con Chaplin Jr) dei tempi. Meravigliosa la de Armas. Dello stupido mondo antico e del feroce futuro era rimasta una bellezza che (non) si vergognava (Pasolini).
MEMORABILE: Il colloquio con la famiglia italiana di Di Maggio; La visita a Kennedy; Il Miller di Adrien Brody.

Schramm 2/05/23 15:16 - 3490 commenti

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Bi-optic, anzitutto: vita e suo doppelganger estetico, persona e personaggio a rincorrersi cetrifugamente per chiasmi di porte girevoli, l'una vorace injoke sublimazione e comparativo di maggioranza minoranza uguaglianza dell'altro. In quest'elogio della buiografia appresso alla visionarietà nouvelle Vogue acchiappata a singhiozzo, Dominik ci va giù copioso con libere cadute di gusto tono e stile, tra CG fetale da rimpiangere Baustillo/Maury e parallelismi liquocorporei oltre Zaz (il Niagara, Sears). Quanto a epos del cinema retrovisore-autopsia di sé, meglio intonare Bow Bow baby.

Paulaster 27/11/23 18:05 - 4375 commenti

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La vita di Marilyn viene rivisitata rimarcando gli aspetti psicologici. Prologo infantile di effetto che sembra presagire un viaggio allucinato come nello stile del regista Kaufman. Le fasi matrimoniali successive sono altalenanti (qualche effetto di troppo con Di Maggio, discreto invece Brody). Prova notevole della de Armas che evita l’effetto “tributo” e nella vita privata dà un tocco più personale; nella riproposizione delle scene più famose riesce a essere davvero somigliante. L’ultima parte si concentra sulla solitudine e sfugge scene madri. Evitabili i dialoghi con il feto.
MEMORABILE: Le fiamme in casa; Il rapporto a tre; La fellatio a Kennedy; Il disordine in casa.
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